“Running from home, to home”

“But baby, that's all I need
Is someone like you burnin' through me
Oh and it's never fair
The way that we meet and you disappear
No, it don't feel like sleep
When I'm this alive it's true
I believe in you, I believe in you, oh”

La strada era deserta e Spencer guidava velocemente, immersa in un silenzio ricoperto di pensieri. Più andava avanti, più si allontava da quella che era la sua casa e, allo stesso tempo, la sua condanna.
Hastings, un nome conosciuto in tutta Rosewood e dintorni, un nome che le aveva dato tante possibilità quante aspettative altrui da non deludere.
Così spesso scappava, la sera, quando era buio e silenzioso, quando poteva fingere di essere un'altra persona giusto per qualche ora.
In una di queste fughe aveva trovato un piccolo bar, a un'ora di macchina da casa. Non era niente di particolare ma era quanto stava cercando, un posto silenzioso, dove facevano un ottimo caffè.
Anche questa volta raggiunse il locale e parcheggiò la macchina nello spiazzo che precedeva l'entrata.
Le luci dell'insegna galleggiavano nel buio di quella notte.
Entrò, ordinò il primo caffè e, senza nemmeno guardarsi intorno, si sedette al solito posto, un divanetto distante dal resto dei tavoli.
Solo dopo un'ora di piena immersione nei suoi libri si alzò per prendere un secondo caffè. Così lo vide. Toby Cavanaugh era seduto a un tavolino vicino alla finestra, dall'altra parte della stanza. La stava fissando.
Lei, non sapendo cosa fare, lo salutò senza avvicinarsi, era convinta di non essergli mai piaciuta più di tanto.
Lui, al contrario, si alzò e la raggiunse al bancone.

“Come conosci questo posto? Pensavo di essere l'unica in tutta Rosewood.” Spencer pareva fredda, seppur fosse solo stupita di trovarlo lì.
,“Lo pensavo anche io.” Toby, invece, era più che stupito.
“Beh, dimmi almeno come mai sei qui...”
“Ci vengo sempre quando voglio pensare. Qui non mi conosce nessuno, le persone mi guardano in faccia senza sfoggiare espressioni spaventate o disgustate. Ma dimmi, cosa ci fa una Hastings, da sola in mezzo al nulla, a quest'ora?”
“Mi crederesti se ti dicessi che sono qui per la tua stessa ragione? Sai, per essere solo Spencer. Nessuno conosce gli Hastings in questo piccolo posto.”
''Già, so bene cosa vuol dire vivere con addosso un grande cartello che ricorda a tutti chi siamo, senza lasciare il beneficio del dubbio.”
Alla velocità di uno sguardo, senza che nessuno dei due se ne accorgesse, qualcosa cambiò tra di loro e si ritrovarono a parlare come grandi amici, con una facilità nuova per entrambi.Fu così che persero di vista l'orologio, come se il tempo si fosse fermato in quel piccolo bar di periferia.

Solo quando il proprietario annunciò l'ora di chiusura, dispiaciuti, si salutarono, promettendosi un'altra serata così.
Spencer stava già salendo in macchina quando sentì una stretta bloccarle il braccio.
“C'è una cosa, una cosa che voglio chiederti da tutta la sera... Tu mi credi? Credi alla mia innocenza?”
Lei annuì, in fondo sapeva che quella domanda sarebbe arrivata.
“Toby, ti credo ora come ti ho sempre creduto.”
“Non è quello che sembrava”
“Lo so, ma adesso importa ciò che sembrava?”
“No, importa solo che sei qui e che ti fidi di me.”