Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Matrona    05/08/2014    13 recensioni
Affrontare battaglie sul campo o nel cuore lascia sempre delle cicatrici. Ad ogni azione una conseguenza e Ranma e Akane lo stanno scoprendo a loro spese. Riusciranno a crescere e ad affontare la più grande delle battaglie senza nascondere il cuore e sfoderare i pugni? Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It might have appeared to go unnoticed
but I've got it all here in my heart
I want you to know, I know the truth, yes i do
I would be nothing without you.

Did you ever know that you're my hero
And everything I would like to be
I can fly higher than an eagle
Cause you are the wind beneath my wings. 

(Sonata Artica - The wind Beneath my Wings)





Pezzi di roccia che crollavano come gocce in una tempesta invernale, scosse di terremoto senza sosta,
erano lo scenario apocalittico di quel momento che smuoveva la tranquilla Ryugenzawa fino nelle sue viscere.
Con attenzione Akane si guardava intorno agitata e nervosa. Doveva stare calma per il bene di tutti e soprattutto del ragazzo che giaceva ai suoi piedi.
*Ranma… resisti*
 La mora guardò la ferita. Fortunatamente non era profonda. Rovistò nello zaino alla ricerca di qualcosa con cui tamponare il taglio,
prese anche alcune foglie mediche che Genma spesso aveva usato in Cina durante gli allenamenti, meno male che era un tipo previdente lei.
Quel testardo si era lanciato in suo soccorso senza nemmeno pensare un momento.
* perché mi salvi sempre…anche quando non me lo merito, baka…*
Tra calde lacrime e mani tremanti la giovane riuscì a sbottonarlo e a pulirgli il torace.

- Con queste andrà meglio… -

Premette delicatamente la ferita di un ormai inerme Ranma che gemeva lentamente respirando a fatica. Quanto avrebbe potuto resistere così?
La situazione si stava facendo complicata. Shinnosuke e il nonno si battevano come potevano ma si vedeva che erano in netta minoranza.
Orochi si dimenava violentemente cercando di sbarazzarsi dei nemici.
*Devo combattere… per tutti noi.*  

Guardò il volto pallido del fidanzato e si fece coraggio. Lo trascinò in un piccolo anfratto.
Lo stesso dove aveva nascosto il cucciolo di drago, che con un gridolino felice accolse il ritorno della pseudo mamma.
Guardò incuriosito l’ospite che trascinava pensando che fosse il cibo procacciatole dalla donna. Akane intuito il suo pensiero  lo ammonì.

- No piccolo. Ranma non si mangia ok? -

Con un espressione delusa il draghetto parve capire e si accucciò in un angolo.
Sistemò il fidanzato con la schiena poggiata ad un masso liscio e gli mise addosso la felpa che aveva nello zaino,
pregando mentalmente i kami che lo mantenesse caldo e al sicuro.
Un ultima carezza al cucciolo che emise un grazioso sbuffo di fuoco e la guardò scomparire dietro le rocce.


Correva a perdifiato saltando tra una roccia e l’altra, da più di mezz’ora era scomparsa dal suo campo visivo. I
l cuore gli martellava in petto al solo pensiero di averla persa e non essersene nemmeno accorto.
Shinnosuke con poderosi colpi di scopa aveva già mandato nel mondo dei sogni due delle teste di Orochi,
mentre il nonno nonostante la veneranda età, combatteva ancora con grinta una delle teste più piccole.

* Dove si sarà cacciata, ti prego Akane dimmi che stai bene…*   .


Come in una muta preghiera la mora uscì all’improvviso da una caverna scavata della roccia pronta a darle di santa ragione al mostro.
Con un potente calcio distolse l’attenzione dal nonno per portarla su di lei.
Le teste squamose con grande velocità cercavano di acchiapparla e finalmente punirla per aver attentato alla sua prole
ma lei con abili salti fece si che i corpi s’intrecciassero in maniera indistricabile.
Il mostro scatenò la sua ira, impossibilitato a muoversi passò all’artiglieria pesante, sputando fuoco in ogni direzione.
In uno di questi lanci il nonno fu colpito di striscio, accasciandosi a terra dolorante. In un attimo Shinnosuke gli fu accanto.

-  Nonno ti prego resisti!!

- Fi..figliolo, non pensare a me, combatti… -
. La mora accortasi della scena non ci pensò su un attimo a correre da loro.

- Nonno!

- Piccola Akane… combattete… dobbiamo portar via almeno un cucciolo, altrimenti tutto è perduto… -

Con il respiro affannoso l’anziano signore svenne tra le braccia del nipote.

- Portalo al sicuro Shin! Ci penso io qua!

- No Akane io non vado da nessuna parte!
- La strinse per le spalle.
Non aveva la minima intenzione di lasciarla li.

- Ho detto vai! Salva il nonno! -

Strinse le nocche fino a farle sanguinare. Il vecchio era ridotto davvero male. Ustioni sul viso e metà braccia. Non c’era scelta.
Avvolse Akane in un abbraccio disperato e le baciò la fronte senza darle l’opportunità di proferire parola.

- Torno subito! Non mollare! -

Con grande rammarico si caricò il nonno in spalla e con gli occhi lucidi rivolse alla mora un ultimo sguardo, carico di speranza e d’amore.

*Ti prego non morire…*


Adesso era completamente sola. Non c’era nessuno con lei, era la sua grande occasione ma anche il suo più grande incubo.

* Per Ranma…per me stessa…*  

Con coraggio deglutì e cercò di affrontare la testa principale di Orochi, che indemoniata sputava fuoco in ogni angolo.
I draghetti raggruppati ancora sulla zolla al centro del lago, strepitavano cercando di affrontare per la prima volta l’acqua.
Volevano scappare verso Akane che consideravano come la loro mamma. La mora era impegnata a schivare le lingue di fuoco tra una scossa e l’altra.
Con un occhio guardava loro con l’altra il mostro.
Orochi era furibonda, i piccoli sembravano attirati da quell’insulsa umana, di questo passo non sarebbe stata capace di portarli al sicuro via da quella grotta.
Uno dei piccoli si lasciò cadere in acqua e con uno stridulo suono attirò l’attenzione della mora e del drago.

- Attento!-

Senza pensarci due volte, schivando un’ultima lingua di fuoco, Akane si lanciò in acqua per soccorrerlo.

 * che idiota non so nuotare*

La draghessa spaventata  riuscì a districare una testa e a recuperare il cucciolo, lasciando che la mora riuscisse ad avvinghiarsi ad un masso.
L’acqua era tornata ad essere fredda, i poteri dei draghi stavano svanendo.

*dannazione è tutto perduto.*

Nel frattempo Ranma cominciava a respirare regolarmente e la ferita a sanguinare meno.
Il draghetto accanto a lui l’osservava curiosamente.
Con gli occhi socchiusi il ragazzo riuscì a captare una presenza squamosa accanto al suo braccio e in un moto istintivo cercò di allontanarsi.
Il grazioso esserino parve offeso e tentò di sputare fuoco nella sua direzione con scarso successo.
Quando il codinato focalizzò che accanto a lui c’era solo un’inerme bestiola si rilassò e sorrise debolmente, accarezzandogli il capo.
Dapprima diffidente il piccolo si allontanò ma poi si lasciò coccolare, lanciando gridolini di apprezzamento.

Una scossa di terremoto più forte fece tremare la caverna in maniera sussultoria, spaventando perfino Orochi.
La parete accanto a Ranma franò e il giovane d’istinto si lanciò sul drago facendogli scudo con il corpo.
Riverso bocconi sulla nuda pietra, il ragazzo aveva ricominciato copiosamente a sanguinare.

*Accidenti… non resisterò a lungo…*

Il cucciolo tremava spaventato tra le sue braccia. Era la fine.Di quel passo Ranma sarebbe morto dissanguato.  
Con disperazione il piccolino cominciò a piangere, ricoprendo di calde lacrime la ferita del ragazzo.
Il contatto delle stille salate con la carne fece sanare il taglio all’istante, facendo ritornare il colorito di Ranma roseo e sano.
Con fatica riprese i sensi e osservò l’esserino guardarlo felice e con gli occhi tremolanti.

- Non ci posso credere… mi hai salvato…  sei forte sai? -
Il cucciolo emise uno strillino felice e saltò in braccio al codinato, entusiasta di avere ancora un compagno di giochi.  
Un’altra scossa di terremoto squarciò la terra e il primo pensiero del ragazzo fu quello di soccorrere la sua fidanzata.

In quel preciso istante Shinnosuke incrociò Ranma sulla strada del ritorno.
- Hei tu! Dov’è Akane?- Gli gridò il codinato. Lo smemorato si fermò e lo guardò incuriosito.

- E tu chi sei? Come conosci Akane? - Un enorme gocciolone si formò dietro la testa del ragazzo, aveva dimenticato che il suo rivale aveva una pessima memoria.

*certo che però Akane mica se la scorda…*

- Sono Ranma! Non ti ricordi?

- Oh piacere il mio nome è Shinnosuke.
- Si chinò rispettoso.

- Aaarhg! Idiota sono il fidanzato di Akane ci siamo già incontrati l’altra volta! -
Lo sguardo del ragazzo si fece subito consapevole.

- Sei il tizio che l’ha lasciata venire qui da sola, bel fidanzato davvero…

- Taci! Tu non sai nulla di me e lei.
- Si mise in posizione d’attacco.

- So quanto basta per dirti che Akane è cambiata… cosa le hai fatto per renderla così…così…disillusa? -
Ranma riflette sulle sue parole. Sarà stato anche uno smemorato senza rimedio ma Shinnosuke aveva capito tutto.

- E’ una lunga storia e non c’è tempo… ti dico solo una cosa… Sta lontano da lei. E’ la mia fidanzata e presto sarà mia moglie quindi gira a largo. -

-Sarà lei a scegliere con chi stare e credimi farò il possibile per tenerla qui con me. -

I loro sguardi saettarono puro astio, erano prontissimi a darsele di santa ragione ma un ulteriore fragore li distolse da quel proposito.
Come se fossero in sincrono, scattarono insieme verso il centro del lago, correndo a perdifiato e pregando mentalmente i kami che non fosse successo nulla di irreparabile.



Uno scenario agghiacciante si mostrò ai volti sconvolti dei due ragazzi. Metà del mostro era aggrovigliato su un lato, mentre le altre quattro teste lottavano furibonde con una agile e bruciacchiata Akane.
Si era difesa con tutte le sue forze e aveva portato in salvo già tre piccoli oltre quello nascosto precedentemente.
I vestiti laceri, il corpo e il viso annerito dal fumo e dai tagli la rendevano ancora più piccola.
A Ranma si strinse il cuore in un moto alternato di paura e orgoglio. Anche ridotta così la sua Akane era bellissima.
Ostinata, forte e pronta a dare tutto, dannazione se l’amava. Il medesimo pensiero lo ebbe Shinnosuke, che era così ammaliato dalla sua bellezza e  forza vitale.
Con un attacco congiunto due delle mostruose teste attaccarono contemporaneamente la ragazza, che riuscì a schivarle per un soffio ma non si accorse della terza proveniente da dietro.
In pochi secondi Akane ripercorse la sua vita in attesa di una morte sicura, era troppo stanca per parare il colpo.
Vista la scena i due si fiondarono disperatamente in suo soccorso. Ranma si lanciò direttamente sulla fidanzata mentre Shinnosuke con un poderoso colpo di scopa spaccò i denti ad una delle teste.
La visione di un preoccupatissimo Ranma, che l’avvolgeva in uno stretto abbraccio, le fece perdere per qualche secondo i sensi.
Invasa dal suo profumo si chiese se fosse così dolce la morte e perché avesse il suo viso.

- Ranma…

- Sono qui. - Con gli occhi lucidi atterrò in un posto sicuro stringendola ancora più forte.
- Scusami sono stata una stupida… stai bene? Come… ? -
Le mani tremavano mentre gli accarezzava in viso quasi terrorizzata di vederlo sparire per sempre.

- Shhh… sono stato io lo stupido, come sempre.
Non avrei dovuto sottovalutare la tua forza, non avrei dovuto nasconderti il fatto che sapevo tutto… ma credimi Akane non è come pensi. -


- Non c’è tempo, noi… dobbiamo… - Con una mano sulle sue labbra cercò di farla calmare un momento.

- No ti prego lasciami spiegare. I sentimenti che provo per te sono veri, aldilà di tutto.  - Si azzittì in un attimo smettendo di protestare.

- Dopo il matrimonio, dopo aver scoperto tutto mi si sono aperti gli occhi.
 Ti stavo perdendo… per pigrizia, per codardia.
 Preferivo non affrontare i problemi, sperando che svanissero da soli.
 Mi sono reso conto di essere un perfetto baka, come hai sempre sostenuto d’altronde. -


Akane rise un poco tra le lacrime che scendevano copiose, non riusciva a trattenere tutto il tumulto di emozioni che il suo cuore provava.

- Ho cercato di parlare con le altre ragazze, ho chiarito tutto ma non mi aspettavo che quella pazza si Shan pu facesse tutto questo. Io… avrei dovuto prevederlo.
 Poi… poi ti ho vista combattere… ero spaventato a morte non perché non credessi in te ma perché quella è senza scrupoli… e si è visto.
 Tu non sei così. Sei leale, coraggiosa e accidenti se sei forte… sei davvero migliorata.
 Io non le ho mai detto nulla, è lei che ha spiato una conversazione tra me e il dottor Tofu.
-  Proferì d’un fiato cercando di farsi capire senza fraintendimenti.

Akane spalancò gli occhi e rimise apposto anche l’ultimo tassello era tutto chiaro.

- Allora lo hai saputo dal dottore…

- Non interpretare male però… l’ho costretto a confessarmelo perché vi ho visto abbracciati e avevo pensato… che si insomma… -  

La mora scoppiò in una risata cristallina, era proprio un baka.

- Accidenti! Perché non mi hai detto come stavano le cose… tutto questo non sarebbe successo. - Sbuffò lamentandosi come un bambino a cui è stato chiesto di fare dei compiti in anticipo.

- Dirti cosa? Dopo il monte hooh, il matrimonio fallito… rivelarti che oltre a non saper cucinare, non essere carina, non avere sex appeal,
non sono nemmeno capace di darti dei figli e prendermi cura di una palestra di arti marziali era l’apice non trovi?
-

Il cuore di Ranma si sgretolò in un momento. Quelle parole erano dardi infuocati.
Come non biasimarla. Per anni non aveva fatto altro che elencarle i suoi difetti amplificati al trecento per cento, senza curarsi minimamente dei suoi sentimenti.  
Avrebbe voluto sdoppiarsi per prendersi a cazzotti fino a ridursi in un ammasso informe.
Calde lacrime scesero lente dai suoi profondi occhi, quanto dolore, quanti errori.

 - Sono un’idiota, avresti dovuto lasciarmi morire prima… Perdonami… io dicevo tutte quelle stupidaggini per convincermi di non amarti,
per non far capire agli altri e a te quanto amore avevo nel mio cuore. -

- P…perchè?  -


- Avevo paura. Sono stato cresciuto come un ramingo. Le uniche donne che ho conosciuto erano l’anziana donna che mi curava dal nekonnen e
mia madre di cui fino a poco tempo fa non avevo che un vago ricordo. Non conoscevo l’amore di una famiglia, degli amici… non conoscevo l’amore che si può provare per una donna. -


- Hai un sacco di spasimanti…

- Non le ho chieste io…

- Nemmeno io sono stata richiesta…
- Certo che era abile a rigirare la frittata.

- E’ vero ma tu non sei come le altre Akane.
 Non mi hai mai costretto a nulla, mi hai accettato così come sono.
 Eri l’unica che mi teneva testa, mi stavi vicina senza chiedermi niente ed eri contraria al fidanzamento quanto me.
 Volevi essere libera e lo volevo anche io… e questo mi faceva sentire meno solo. -

La mora annuì consapevole.

- Così senza nemmeno sapere come, mi sono accorto, dopo poco il mio arrivo a Nerima, di provare qualcosa per te.
 Non sapevo cos’era ma mi faceva venire la voglia di venirti a cercare solo per vederti e magari farti arrabbiare.
Le botte erano un contatto fisico sicuro, senza fraintendimenti. Potevamo starci vicino senza che nessuno ci costringesse a convolare a nozze non trovi? -


Akane si stupì di come quelle parole e quei sentimenti fossero identici ai suoi.
Che stupidi si erano sempre celati dietro a spesse maschere di cera pur nutrendo i medesimi sentimenti.

- Questo contatto però ultimamente non mi basta più. Non voglio lottare con te, scappare, mentire… sono stanco.
 Voglio solo stare tranquillo con te fra le mie braccia, senza vergognarmi.
 Ho solo una fidanzata e quella se tu. -


- E se non dovessi tornare come prima…? - Tutta la sua preoccupazione in una domanda.

- Non ho scelto un maschiaccio violento ma me ne sono innamorato e qualsiasi cosa faccia parte di te, farà parte di me. 
Ti amo e voglio stare con te Akane. Niente e nessuno potrà cambiare questo.
-

In un impeto istintivo la ragazza lo abbracciò di slancio baciandolo passionalmente. Niente per lui era meglio di un suo bacio. Gli era mancato come l’aria.

 *oh kami quanto mi è mancato tutto questo*
Fu il pensiero di entrambi. Il macigno che albergava nei loro cuori si era sgretolato, lasciando fluire in quel bacio tutta la passione, il dolore e la preoccupazione accumulata in quei giorni.
Erano di nuovo insieme e nulla li avrebbe divisi d’ora in poi.   

- Dobbiamo salvare i piccoli e far capire ad Orochi che non abbiamo cattive intenzioni. -

I due si avviarono sulla riva del lago dove avevano lasciato Shinnosuke a combattere. Anche lui in difficoltà  come prima Akane riusciva a stento a parare i colpi.

- Shin! Siamo qui! -

 Sollevato ma triste li vide arrivare stringendosi saldamente la mano.
Aveva perso ancora, ma non era il momento di pensare ai sentimenti. Doveva far si che le sorgenti termali tornassero in vita.
Mentre i due ragazzi tenevano a bada il drago, Akane riuscì a portare anche l’ultimo cucciolo in salvo proprio nel preciso istante in cui la zolla al centro del lago cedette sotto il peso delle scosse.
La ragazza circondata dai cuccioli adoranti attirò l’attenzione di Orochi che in un baleno si avventò su di lei. Ranma e Shinnosuke non furono capaci di ostacolarla in nessuna maniera.
Con il terrore dipinto in viso videro Akane riuscire a schivare il colpo come poteva e aggrapparsi alla testa principale del mostro, che cercava di disarcionarla.
Nella baruffa però i draghetti erano stati sbalzati fuori da un’apertura del costone roccioso a strapiombo nella giungla.
Orochi seguì i piccoli insieme ad Akane che per il loro bene si lanciò nel vuoto, sconvolgendo i due ragazzi, che appena in tempo erano riusciti ad uscire fuori prima che la montagna crollasse definitivamente.

- Akaneeeeee!!! -

Gridarono disperati lanciandosi all’inseguimento del gruppo.
Con una rapidità impressionante Akane precipitava nel vuoto tenendo i due draghetti che era riuscita a recuperare stretti tra le braccia.
Altri due erano stati salvati da Orochi mentre un ultimo stava per sfracellarsi al suolo. Con un guizzo fulmineo Ranma riuscì a evitargli lo scontro con un possente albero.
Durante la caduta il drago non riusciva a capacitarsi del perché quell’umana cercava di salvare i suoi piccoli, non sembrava volesse mangiarli, allora perché la combatteva così ardentemente?
Vederla stringere con amore i draghetti le fece capire che non costituiva un pericolo.
Mancava poco e si sarebbero schiantate entrambe. Sotto di loro un affluente del fiume scorreva impetuoso.
Con un gesto secco Orochi prese a cavalcioni Akane, i ragazzi e i cuccioli planando sull’acqua in maniera violenta.
Ranma riuscì a recuperare subito Akane e il cucciolo che aveva con se.Trovandosi faccia a faccia con Orochi ferita gemere impotente nell’acqua.
La ragazza provò un immensa pena per il mostro.Una madre che combatte fino allo stremo per i suoi figli. L’ammirava.
Gli atri piccoli si riunirono davanti a quella scena insieme a Shinnosuke che li aveva recuperati. L’acqua velocemente diventava colora porpora, lasciando poche speranze al mostro.

- Ranma dobbiamo fare qualcosa per salvarla. -
Singhiozzava piano, mentre lui nelle sue vesti femminili le stringeva le spalle.

- C’è poco da fare, sta morendo. - Proferì Shinnosuke.

I cuccioli si erano avvicinati ad Akane che disperata piangeva accasciandosi nell’acqua.

- Non è giusto… - Accarezzò le loro testoline.

- Non sono io la vostra mamma… è lei. -

I piccoli guardarono in direzione del mostro stupiti e in un attimo capirono.
Lei li ricambiava con uno sguardo dolcissimo e tutti loro poterono riconoscevi lo sguardo di una madre che guarda i suoi figli con tutto l’amore del mondo.
I draghetti cominciarono a strepitare e a piangere all’unisono, non volevano che la loro mamma morisse. 
Copiose lacrime si mescolarono con l’acqua purpurea, la disperazione permeava l’attimo fermando in un muto e sconvolgente istante la fine di quell’avventura.
D’improvviso però ogni singola stilla che cadeva dai loro occhi diventava come oro luminoso, ben presto l’acqua s’illuminò ricoprendo la superficie di una patina scintillante.
Il corpo di Orochi emise un bagliore perlescente e le sue ferite cominciarono a sanarsi.
Ranma capì che i draghi stavano facendo ciò che era successo a lui con la ferita al torace. Akane guardava stupita quello spettacolo incantevole. Il nonno aveva ragione,
i draghi erano esseri miracolosi e in cuor suo pregava che Orchi potesse crescere i suoi figli per molto tempo.
L’acqua cominciò a scaldarsi e mentre Shinnosuke gioiva per la sorte delle terme, Ranma guardò la sua fidanzata scintillare come Orochi.

- Ak…akane guarda. - Un lieve bagliore ricopriva il suo ventre, scaldandolo. Si sentiva strana ma piena di energie.

- Stai guarendo… i draghi l’ hanno fatto anche con la mia ferita. -

La mora cominciò a piangere sommessamente ma non solo perché era guarita.
Anche Ranma scintillava dalla testa ai piedi e con sommo stupore aveva sembianze maschili nonostante l’acqua non fosse così calda da trasformalo.

- Ranma… tu… tu… - Il ragazzo non riusciva a capire.

- Akane stai guarendo ti rendi conto? -
 Gli sorrise speranzoso, forse era solo sotto shock.

- Sei un uomo Ranma… completamente uomo. -

Disse indicando incredula il suo petto scolpito.
Sconvolto il giovane si guardò dalla testa ai piedi come fosse la prima volta che si vedeva.
Era nella sua veste maschile effettivamente. Tremò impercettibilmente.

*La maledizione è davvero sparita? *

Il suo sguardo smarrito si fuse in quello commosso di Akane.
Erano guariti entrambi ma allora perché prima le lacrime di drago avevano guarito solo il taglio? Capì al volo.
Le lacrime di un singolo per giunta così piccolo non potevano avere certo il potere di guarirlo dalla sua maledizione.
Ma un gruppo di draghi diluendo le lacrime nel fiume potevano certo riuscirci.
Con impeto Ranma l’abbracciò, stringendola forte a se.

- Sono un uomo e tu sei guarita! -

Akane ricambiò l’abbraccio se possibile ancora più forte.
Da lontano Shinnosuke li guardava tristemente rassegnato, anche lui era guarito.
Adesso ricordava tutto. Dai suoi ricordi d’infanzia, alla prima volta che aveva salvato Akane. Tutto scolpito graniticamente nella sua mente.

*Che beffa del destino, ricordare quando vorresti solo cancellare tutto… addio Akane, sii felice.*     


Il cielo plumbeo festeggiò con loro, bagnandoli con una pioggia intensa. Orochi completamente ristabilita prese i piccoli e se li caricò in spalla.
Era il momento di andare. Akane e Ranma si stavano baciando stretti sotto la pioggia. Finalmente i loro desideri erano stati esauditi nel più inaspettato dei modi.
Dopo alcuni minuti si staccarono, sentendo che i piccoli strepitavano nella loro direzione.
Con il capo il drago gli fece senno di saluto ed entrambi i ragazzi si attardarono a coccolare per un ultima volta quella dolcissima nidiata di piccoli.
- Fate i bravi e seguite la mamma, mi raccomando… -  La ragazza li guardò con affetto come fossero stati davvero figli suoi.

- Sempre in gamba eh? - Ranma strinse a se il draghetto che l’aveva salvato per primo, che ricambiò con versetti felici. Era dura doverli lasciare si era davvero affezionato.

Con un grido di saluto Orochi formò un grande tornado, sparendo in breve tempo tra le nubi del temporale, lasciando la coppia a salutarli con tristezza.

Bagnati di pioggia, stanchi e spossati erano gli esseri più felici del pianeta.
Ranma si godeva la sensazione del suo corpo maschile sotto la pioggia e Akane si accarezzava il ventre sorridendo piano, senza smettere di tenersi per mano.
In silenzio si avviarono nella foresta, arrivando dopo circa un paio di ore alla tenda di Ranma.
La pioggia nel frattempo aveva smesso di cadere, lasciando il posto ad una tenue notte stellata. Arrivati alla tenda il loro sguardo cadde sul bollitore del tea.
Entrambi scoppiarono a ridere. Niente più bollitori di acqua calda ne secchi di acqua fredda. Era incredibile anche solo pensarlo.
Erano vivi, si amavano e soprattutto erano due ragazzi come tanti, sani e nel pieno dei loro vent’anni.

- Etciù! - Ranma non era così pieno di giovinezza in quel momento.

- Non credi sia meglio andare al Ryokan? -
Proferì Akane tornata seria. Erano zuppi d’acqua e ricoperti di ferite. Avevano bisogno di un buon bagno caldo.

- Aspetta un momento, adesso andiamo devo solo prendere una cosa.
S’infilò nella tenda, rovistando rumorosamente e uscendone poco dopo più scarmigliato di prima.

- Che c’era di tanto vitale da non poter aspettare domani. Ho freddo! - Protestò la ragazza saltellando sul posto.
Ranma le strinse la mano e l’avvicinò a se.
Non posso aspettare un minuto di più. Le porse una scatolina di velluto blu che Akane sembrava conoscere.

- Ehi! Sono un po' provata ma non ho mica bisogno di psicofarmaci! -
Ranma trattenne una risata, aveva avuto la stessa sua reazione quando Nodoka gliela aveva data.

- Aprila! -
Intuendo la serietà nel suo sguardo, inghiotti il vuoto aprendo tremolante il cofanetto.
Alla luce delle stelle il piccolo anello con il brillante sembrava scintillare ancor più delle stille magiche dei draghi.

- E’… è davvero…

- E’ un anello Akane e vuole essere quello che pensi…
-
Sbuffò divertito. Akane passava ad intermittenza lo sguardo da lui alla scatola. Era sorpresa, confusa e altri mille sentimenti insieme.

- Ehi! E’ la dichiarazione meno romantica del secolo lo sai? -

- Il romanticismo è per donnicciole. -

- E tu sei un grand uomo giusto? -

- E che uomo…
- Sorrise ancora incredulo e lei sorrise di riflesso.

- Sì… sono un uomo ma sono sempre a metà senza di te. Sposami Akane e rendi completa anche la mia anima. -
S’inginocchiò e infilò l’anello al suo piccolo anulare. Le calzava a pennello, aveva ragione Nodoka era fatto apposta per il suo maschiaccio.
Trepidante attese una risposta nervoso come non mai.

- Sì, mille volte sì baka! -

Si baciarono con un desiderio mai provato, consapevoli di questo ulteriore passo nelle loro vite. Non riuscivano a staccarsi e ben presto la stanchezza e il freddo furono solo un lontano ricordo.
Gli acquitrinosi vestiti caddero in silenzio sul fogliame del bosco e con lentezza esasperante si esplorarono dolcemente, bramosi di appartenersi.
Amore, paura e ignoto si mescolarono a quella notte stellata, che fu la cornice della passione di due giovani amanti alle prese con un’altra nuova avventura. La vita.




 


Angolo dell'autrice:  Volemose beeeeneeeeee! Stanno sgorgando le lacrimucce?
Oddio non sapete che faticaccia che mi è costata questo capitolo con tanto di finale romanticoso.
Inventare e descrivere l'intera lotta con Orochi è stato difficile, di solito sono troppo prolissa e avevo timore di annoiare nonostante la dinamicità dell'avventura.
Ho deciso di non fare capitoli lunghi proprio per questo motivo e quindi riassumere il tutto in poche battute è stata un'agonia.
Per quanto riguarda dichiaraizoni e dialoghi, spero davvero che siano di vostro gradimento.
Volevo farli dichiarare in una maniera semplice ed emozionante come loro senza smielate eccessive o versi alla Kuno Tatewaki. Vi è piaciuto allora?
E secondo voi i personaggi sono riusciti a mantenersi veritieri? Ma soprattutto vi è piaciuta la mia soluzione per sanare i problemi di Akane e inaspettatamente quelli di Ranma?
Voglio pareri sinceri... ero indecisa se far guarire pure il nostro eroe ma ad un certo punto mi è sembrata una conseguenza naturale dell'evolversi delle loro vite e mi allettava il fatto che non fosse con il classico viaggio in Cina a Jusenkyo. Manca ancora un capitoletto alla degna conclusione di questa storia. Spero come sempre di avervi emozionato o più semplicemente intrattenuto per qualche minuto.
Grazie di cuore a chi leggerà e a chi lascerà un segno del proprio passaggio.

Ps. Se ci sono eventuali errori mi scuso. Provvederò a correggere. :)
Con Affetto.
Karmy

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Matrona