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Autore: NicoDiAngelo_    05/08/2014    1 recensioni
[Malec | Post-CoLS| non contiene spoiler]
E' la mia prima storia quindi siate clementi. ispirata alla canzone "sleepwalker" di Adam Lambert. L'ho scritta prima dell'uscita si CoHF quindi non ci sarà uno spoiler neanche per sbaglio. In un futuro in cui Alec non sopporta la separazione, è possibile andare avanti? (niente non ci so fare con le trame, se vi ho incuriosito leggete!)
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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SLEEPWALKER


"Aku cinta kamu"
"Cosa vuol dire?"
"Vuol dite 'ti amo'. Non che cambi qualcosa"
*  *   * 
Ora ci sei solo tu.
Entri in quel loft che conosci meglio di te stesso. 
Inizi a raccogliere tutto ciò che è tuo.
Non ne rimane niente.
Esci dalla camera dove hai dormito tante volte, dove hai trovato conforto contro i tuoi demoni. Ti sembra incredibile, ma solo questa mattina hai lasciato per l'ultima volta questo letto.
Sembrano passati secoli.
E' finita, lo sai. E' inutile prolungare l'agonia. 
Ti volti per andaretene quando qualcosa attira la tua attenzione, in un corridoio che mai come ora ti è sembrato così vuoto.
Una fotografia.
Una vostra fotografia.
Eravate solo voi due. A Parigi.
La fotocamera a distanza di braccio. Magnus, con un basco brillantinato e uno sguardo furbo coronato da diversi strati di glitter colorati, ti dà un bacio sulla guancia. Tu arrossisci. Non ti eri mai reso conto di quanto affetto ci fosse nel suo sguardo.
Ti senti un peso sul petto, come un blocco di marmo.
Non riesci più a trattenere le lacrime.
Ti siedi sul pavimento, il corpo scosso dai singhiozzi che t’impediscono di respirare.
Il soffice miagolio di Presidente ti riporta alla realtà.
E' finita.
E' ora di andare
Arrivato all'istituto, non senti nulla.
Non senti le pacche di conforto di tuo fratello.
Non senti l'abbraccio di tua sorella.
E' come se non riuscissi più a sentire.
Non dopo il modo in cui ti ha toccato.
E' come se il suo tocco ti avesse reso insensibile ai contatti più leggeri.
Non stai dormendo.
Non sei sveglio.
Vuoi solo restare per un po' da solo.
Entri nella tua stanza, immersa nell'ombra.
Qualcosa brilla sulla tua scrivania.
Il pugnale di Amatis.
Lo prendi.
Ti siedi sul letto, il pugnale in una mano, la foto nell'altra.
"Aku cinta kamu, Magnus. E questo cambia tutto"
Premi il pugnale.
In quel momento non vedi la tua stanza. 
Vedi la stanza di Magnus, come al solito ti sei svegliato tardi.
Non sei solo. C'è lui con te.
Non senti l'odore del sangue. Senti il profumo di Magnus. L'aroma di sandalo e, più sotto, quello della magia, che sa di zucchero bruciato.

Da qualche parte, lontano da te, il tuo parabatai urla di dolore.
*  *   *
Torni a casa, pregando che sia stato tutto un sogno.
Non lo è stato. 
Te ne accorgi subito. 
La chiave sul tavolo, la mancanza del suo odore sono come uno schiaffo.
Non ti eri mai accorto di quanto fosse grande casa tua.
Provi ad andare nella tua stanza ma la portata di ciò che è accaduto ti si riversa addosso come una cascata. 
Non riesci più a trattenere le lacrime.
Ti siedi sul pavimento, il corpo scosso dai singhiozzi che ti impediscono di respirare.
A un certo punto, possono essere passati secondi o anni per quel che ne sai, il tuo telefono inizia a vibrare.
Jace
"Pronto?"
"Magnus, corri subito all'istituto. E' urgente"
"Di che si tratta?"
"Alec"
E non sai come, ti ritrovi per strada a correre, pregando di far presto. 
Arrivi all'istituto matido di sudore.
Li vedi.
Jace, Isabelle, Clary. 
Sono tutti e tre in piedi, fuori dalla porta della sua stanza.
Entri, fregandone di chi hai buttato contro il muro, dei piedi che hai pestato.
Lui è lì, steso sul letto come stesse dormendo.
Ma non sta dormendo.
Ti guardi le mani.
La pelle scura è macchiata qui e lì da dei brillantini, ma relativamente pulita.
E allora perchè te le senti sporche. Indelebilmente bagnate dal sangue di Alec.
Senza neanche sapere come ti ritrovi inginocchiato accanto a lui. 
Schiocchi le dita e il sangue sparisce.
Gli togli il pugnale dalle mani fredde.
Lo sistemi di fianco, con le mani sotto al viso, come stesse dormendo nella sua posizione preferita.
Ha qualcosa in mano.
Una fotografia. 
Una vostra fotografia.
La fotocamera a distanza di braccio. Tu che gli dai un bacio sulla guancia. Lui arrossisce.
La prendi. 
Il sangue l'ha macchiata. 
La macchia si estende solo sulla zona occupata dal volto di Alec.
Te la infili in tasca.
Non puoi più sopportare quella vista. 
Esci dalla stanza.
E' come se non riuscissi più a sentire.
E' come se non riuscissi più a vedere.
Non dopo il modo in cui ti ha toccato.
Non dopo il modo in cui l'hai guardato.
Non stai dormendo.
Non sei sveglio.
Non dopo il modo in cui ti ha amato.
In cui Tu l'hai amato.
Non c'è più niente per te qui.
Non c'è più nessuno con te.
Sei solo.
Vattene. Va via da qui. Lontano.
Lontano da tutto e da tutti.
Sai cosa devi fare. 
Fallo. ---------------------------- NOTE AUTRICE ciao, sono la seconda admin della pagina. lo so vi ho appena ucciso i feels, mi scuso. recensite perchè, se la storia vi piace, pubblicherò anche il seguito. ci si vede! Lailah
  
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