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Autore: TheMadDollhouse    05/08/2014    4 recensioni
Allora so cosa state per dire: "Ma scrive solo fanfiction slash?" No o forse sì...è solo che George e Amar sono molto dolci e dato che non sono descritti molto essendo personaggi secondari, ho voluto scrivere questa piccola one-shot. È ambientata dopo la pace, i due si trovano a Chicago. Spero vi piaccia :)
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Amar, George
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Sono a casa.

Sono appena tornato dal lavoro, George dovrebbe tornare tra poco, quindi mi avvicino alla cucina e inizio a pensare a cosa posso cucinare,voglio fare qualcosa di speciale, non credo che si ricordi,ma oggi è il nostro anniversario. Qualche anno fa hanno salvato questo ragazzo dall'esperimento di Chicago e lo hanno portato al Dipartimento. Appena l'ho visto, ho provato un sentimento forte per lui. L'ultima volta che mi ero infatuato così è stato con Tobias, ero il suo istruttore e gli ho anche dato il soprannome “Quattro”, ho capito che non avevo speranze con lui, così ci ho rinunciato, e ora mi è passata. Non mi fa più lo stesso effetto stare accanto a lui, siamo anche diventati amici. Dopo la morte di Tris ne ha avuto davvero bisogno, quella ragazza mi piaceva, è stata la prima a cui ho rivelato di me e George. Saremmo anche potuti diventare amici, penso che sarebbe stata un ragazza perfetta per Tobias.

Riempio una pentola d'acqua e la metto a bollire per fare degli spaghetti, mentre tiro fuori il pollo dal freezer, lo condisco un po' e poi lo metto in forno. Voglio preparare i suoi piatti preferiti.
Non mi sono accorto di avere ancora addosso la divisa della polizia, è lì che lavoro, così salgo le scale mi dirigo in camera da letto a cambiarmi, il letto e rifatto e la stanza è tutta tirata a lucido, dato che George è decisamente un maniaco dell'ordine. Considerando che fa caldo, mi metto dei pantaloncini corti che trovo su una sedia e mi tolgo la divisa, restando così in canottiera, sento che la porta si apre e vedo George entrare. È bellissimo. Gli occhi leggermente a mandorla, i capelli neri e l'aria stanca gli donano parecchio. Anche lui indossa ancora la divisa

“Ciao Georgie

Esordisco. Georgie è il suo soprannome, lui viene verso di me e mi abbraccia con una forte stretta, mi sento protetto dalle sue braccia

“Ciao Amar. Sai che stai davvero bene con i miei pantaloncini?”

“Oh, sono i tuoi? Non me n'ero accorto, scu...”

Ma non mi lascia finire la frase perché mi bacia. La sua lingua mi tocca dolcemente le labbra e poi si unisce alla mia, un bacio fantastico. Quando lo bacio mi piace guardarlo negli occhi e perdermici.

Dopo un bel po' ci stacchiamo e scendiamo giù in cucina, e gli dico

“Sai che giorno è oggi?”

Lui sorridendo, mi risponde

“Sabato”

Gli do una piccola spinta

“Dai! Non ti ricordi?”

“Certo...è il tuo compleanno?”

“Sei una frana con le date lo sai?”

Rispondo leggermente irritato dalla sua dimenticanza, lui però continua a ridere, mi siedo sul divano e lui si siede sulle mie gambe, ma non lo guardo

E lui continua a ridere

“Ovvio che me lo ricordo, è il nostro anniversario, ti ho anche preso una cosa, ma se non la vuoi...”

“Certo che la voglio”

“Allora baciami”

Brontolo un po', ma mi chino a baciarlo velocemente sulle labbra, lui si alza con aria soddisfatta e va verso il tavolo, prende un pacco e me lo porge, sedendosi accanto a me

“Ecco. Spero che ti piaccia”

Lo apro e trovo un fazzoletto ricamato, le lacrime mi offuscano leggermente la vista e mi scendono sulle guance, e singhiozzando riesco a chiedergli

“È q-quello c-che...”

“...mi hai dato al nostro pimo appuntamento, ti ricordi?”

Mi ricordo benissimo il nostro primo incontro. George non si era ancora ambientato e quindi lo avevo invitato a fare una passeggiata, dato che avevo paura di mostrare i miei sentimenti, ho cercato di non farli trasparire troppo e comportarmi come un semplice amico. Ci siamo seduti accanto ad una fontana e abbiamo iniziato a parlare delle nostre vite, lui mi ha detto di aver sofferto molto quando ha dovuto lasciare la sorella, ha cominciato a piangere, a dirotto, così ho preso il mio fazzoletto e gli ho asciugato le lacrime perché vederlo così mi faceva stare male. Dopo essersi ripreso, lui mi ha guardato e...mi ha baciato. Ero confuso, ma ho risposto subito al suo bacio, ed è stato stupendo. Poi mi ha guardato di nuovo, si è alzato e arrossendo, mi ha detto

“Scusa, non so cosa mi sia preso...è solo che tu mi piaci”

“I-io ti p-piaccio?”

“Sì, scusa”

“Anche tu mi piaci!”

Gli ho praticamente urlato, sorridendo, lui ha risposto al mio sorriso e ci siamo baciati di nuovo. Abbiamo deciso di metterci insieme, e non l'avevo mai detto a nessuno finché non è arrivata Tris. Ora che siamo ritornati a vivere a Chicago, lo sanno tutti, ma non mi importa.

“Sì che ricordo, lo hai tenuto per tutto questo tempo?”

“L'ho avuto sempre con me, ma è arrivato il momento di ridartelo”

Lo guardo, con gli occhi ancora lucidi

“Ti amo”

Lui arrossisce visibilmente, prende il fazzoletto e questa volta è lui ad asciugarmi le lacrime

“Ti amo anche io”

Ci sdraiamo e iniziamo a baciarci, sempre con più foga, gli sfilo la divisa e bacio la sua spalla scoperta, ha una pelle molto liscia e io l'adoro. Lui mi toglie la maglietta e mi bacia lentamente il collo, facendomi ansimare un po'. Poco dopo ci ritroviamo completamente nudi, uno sopra l'altro.


Fare l'amore con lui è ogni volta più bello, mi fa sentire vivo e mi piace. Ci vestiamo e lui ridendo mi dice

“Hai lasciato bruciare il pollo”

“Oh merda! È colpa tua!”

“Amar”

“Sì?”

Buon Anniversario

“Anche a te”

Gli rispondo, scoccandogli un altro bacio.

   
 
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