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Autore: dontlookback    05/08/2014    1 recensioni
“Perché i tornado sconvolgono la vita delle persone e tu hai sconvolto la mia”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E probabilmente è troppo lunga, e mi scuso per questo. Ma ero ispirata, davvero tanto. Mi farebbe piacere ricevere un vostro parere, se riuscirete ad arrivare fino alla fine. Grazie per essere entrate e, buona lettura :)

 
Twister
 

Zayn si è svegliato da poco a causa dei raggi del sole che filtrano dalla finestra. Si è subito ritrovato a sorridere a causa del piccolo corpo accoccolato contro il suo. La sua ragazza sta beatamente dormendo avvolta dalle sue braccia, con la testa sul suo petto, una mano accanto alla testa e una attorno alla vita del moro. E’ ormai diventata un’abitudine dormire in quel modo per entrambi e, quelle poche volte che si separano, nessuno dei due riesce a prendere sonno senza avere l’altro accanto.
Capita raramente che sia lui il primo a svegliarsi, perché di solito è il contrario. E’ Ariana la prima ad aprire gli occhi e a bearsi del viso rilassato del moro, con gli occhi chiusi, le ciglia lunghe a sfiorargli gli zigomi, le labbra piene e rosee, leggermente screpolate, dischiuse, il respiro regolare così come il battito del suo cuore. E invece adesso è lui a bearsi della visione di lei che continua a dormire tranquilla. Ha i capelli legati in una coda ormai quasi completamente disfatta, le guance leggermente arrossate, e le labbra dischiuse dalle quali ogni tanto esce qualche lamento o parola, dovuta sicuramente al sogno che sta facendo. Le sue gambe sono intrecciate a quelle di Zayn ed entrambi sono coperti fino alla vita da un lenzuolo bianco. Zayn sfiora leggermente la fronte di Ariana con le labbra, sorridendo e facendo più attenzione possibile a non svegliarla. La guarda meravigliato, come ogni volta, con gli occhi di chi è davvero innamorato, come gli direbbe Liam in quel momento. E ringrazia mentalmente il suo migliore amico, perché se non fosse stato per lui, non avrebbe mai conosciuto la piccola Ariana. Ricorda ancora perfettamente come si erano conosciuti, un anno prima, alla festa di compleanno di Liam.

Zayn, stanco delle troppe persone, del chiacchiericcio sempre più insistente e forte e dell’odore di alcool presenti a casa del suo migliore amico, aveva deciso di andare fuori per fumare una sigaretta. Sapeva benissimo quanto la madre di Liam detestasse il fumo e quindi, uscì in giardino, sedendosi sul dondolo, dove lui e gli altri ragazzi avevano passato molteplici notti in bianco a parlare. Accese una delle sue sigarette aspirando poi un paio di volte il fumo. Sentì dei passi farsi sempre più vicini ma non si voltò, finchè la figura di una piccola ragazza dai capelli rossi, avvolta in un semplice vestito color pesca e che ai piedi portava un paio di deliziose ballerine bianche con un fiocchetto sulla punta, gli si avvicinò. La ragazza lo fissò esitante per un attimo, prima di chiedergli gentilmente se poteva prendere posto vicino a lui. Lui annuì soltanto, pensando che la ragazza fosse bellissima e che, al contrario di quanto avrebbe pensato normalmente, in quel momento avrebbe tanto voluto conoscerla. Perché c’era qualcosa in lei, che gli faceva pensare che fosse diversa dalle altre, speciale. Così si fece coraggio e, dopo aver aspirato l’ultimo tiro e gettato il mozzicone a terra, se ne uscì fuori con un semplicissimo “Io sono Zayn” tendendole la mano. Lei ricambiò la stretta e si presentò a sua volta cominciando a parlare con quel ragazzo stupendo, che l’aveva colpita appena l’aveva visto entrare in casa del suo migliore amico, sorridere al ragazzo con la lingua tra i denti e abbracciarlo, augurandogli buon compleanno. I due rimasero a parlare fin quando Liam uscì fuori a dire che era il momento della torta e fu sorpreso di trovare i suoi due migliori amici insieme, ma ne fu felice perché aveva notato il modo in cui entrambi si guardavano, anche se a loro insaputa.
 
Zayn sorride a quel ricordo, baciando ancora Ariana sulla fronte, stringendole poi la mano, ancora una volta, attento a non svegliarla. Ricordava ancora come per tutta la festa fosse rimasto con lei e di come, nei giorni successivi non aveva smesso di pensarla per un solo istante, e così si era deciso ad andare da Liam, per cercare un modo di rivedere la ragazza.

Erano le due di pomeriggio e Liam era tranquillamente steso sul divano a fare zapping, cercando un programma, per lo meno guardabile, in TV. Il campanello iniziò a suonare insistentemente finchè non raggiunse la porta dopo varie imprecazioni e l’aprì ritrovandosi davanti Zayn, che gli sorrise appena lo vide.
“Hei amico”
“Scusa se sono piombato qui all’improvviso Lee ma… Ho bisogno di un favore”
E così spiegò all’amico ciò che gli stava succedendo, cercando qualche consiglio, ma soprattutto un aiuto. Liam sorrideva ascoltandolo perché risentiva le stesse parole che Ariana gli aveva detto al mattino. Quindi decise di dargli il suo numero, raccomandandogli però di trattarla bene.

Ariana si mosse lentamente, aggiustandosi meglio contro il corpo di Zayn che, inevitabilmente, sorrise ancora più ampiamente, stringendola di più a sé. Ricordava ancora il primo messaggio che le aveva mandato e la prima volta che le aveva chiesto di uscire.

Era seduto sul letto da più si un’ora e continuava a rigirarsi il cellulare tra le mani, insicuro su cosa fare. Alla fine prese coraggio e le scrisse.
- Hei Ariana, sono Zayn, ti ricordi? Il ragazzo della festa di Liam :) -
E la risposta della ragazza non tardò ad arrivare. Così iniziarono a parlare e dopo poco più di due settimane la invitò ad uscire.
- Ari ti va di uscire oggi pomeriggio?-
- E dove vuoi portarmi di bello Zà-Zà? -
- Al parco, quello dove siamo andati con Lee l’altro giorno, ti va? -
- Ci vediamo lì per le quattro ok? A dopo Zà-Zà :* - 

 
E, dopo quella, furono molte le volte in cui uscirono solamente loro due, senza disturbare Liam. E dopo un mese di uscite tra amici, anche se agli occhi delle altre persone, tutto sembravano tranne che amici, finalmente Zayn si decise ad invitarla a cena fuori.

- Rossa hai da fare questa sera ? -
- No Moro, perché? -
- Perché ti porto a cena fuori. Ti passo a prendere per le otto. Ah, e prendilo pure come un appuntamento ;) -

E quella sera, quando andò a prenderla, la trovò semplicemente fantastica avvolta nel suo vestitino blu e, con quei dieci centimetri in più, dovuti alle scarpe, risultava adorabile. Era evidentemente in imbarazzo a causa dell’ultimo messaggio che il moro le aveva mandato e al quale lei aveva deciso di non rispondere, troppo agitata, anche solo al pensiero di doverlo fare. Si avvicinò a lui sorridendo, facendo spuntare la fossetta sulla guancia sinistra.

“Sei bellissima Rossa”

E lei lo abbracciò soltanto per non far notare il rossore sulle sue guance. Cenarono allegramente, parlando e scherzando come al solito loro e, a fine cena, andarono a passeggiare in un parco vicino al ristorante. Ariana si fermò al centro del ponticello in legno, situato sul fiume, ad ammirare, ammaliata,  la luna che si rifletteva nel laghetto presente nel parco. Alzò poi gli occhi al cielo osservando le stelle e Zayn l’abbracciò da dietro, posando il mento sulla sua spalla.

“E’ splendido qui, non trovi?”
“Mai quanto te”

La fece girare, abbassandosi all’altezza del suo viso perché, anche se con dieci centimetri in più dovuti ai tacchi, rimaneva sempre molto più bassa di lui. Poggiò la fronte sulla sua, guardandola intensamente negli occhi, avvicinando sempre più le labbra alle sue.

“Zayn…”
“Shh”

E in quel momento annullò completamente la distanza tra loro, assaporando le sue labbra che avevano un sapore dolce, un misto di cioccolato, dovuto al dolce che aveva mangiato poco prima, e  fragola, dovuto al lucidalabbra che aveva messo. Si staccò da lei sorridendole, poggiando ancora una volta la fronte sulla sua. La strinse a sé dolcemente quando lei nascose il viso nell’incavo del suo collo, ma poi, lo baciò di nuovo, e Zayn non potè far altro che sentirsi il ragazzo più felice della Terra.


 
Ariana mosse le gambe tra quelle di Zayn, posizionando meglio la testa sul suo petto e stringendo possessivamente la vita del ragazzo. Questo gli fece venire in mente la loro prima litigata, avvenuta un mese e mezzo dopo essersi  messi insieme.

I due stavano camminando tranquillamente per Oxford Street, tenendosi per mano e ammirando le vetrine quando Ariana venne chiamata da un ragazzo. Era Andy, il suo ex. Una volta in quel mese e mezzo lei e Zayn si erano ritrovati a parlare delle loro storie precedenti e lei gli aveva parlato di Andy, l’unico ragazzo che aveva avuto in diciannove anni e che l’aveva lasciata tre mesi prima che loro si conoscessero. Si erano lasciati di comune accordo, decidendo di restare amici e ogni tanto ancora si sentivano. A Zayn diede fastidio il fatto che quel tipo avesse abbracciato e baciato la sua ragazza, davanti a lui, il tutto come se lui non esistesse. Continuò a lanciargli occhiatacce anche se quello faceva finta di non vederlo e, quando finalmente se ne andò, Zayn era furioso, completamente accecato dalla gelosia. Fece finta di niente ma sapeva che Ariana avesse capito che qualcosa non andava. Quando arrivarono a casa sua, Zayn, senza dire niente, uscì sul balcone per cercare di far sbollire la rabbia con una sigaretta. Ariana lo raggiunse e lo abbracciò da dietro.

“Stai bene Zayn?”

Ma lui non le rispose, continuando imperterrito a fumare.

“Cos’hai?”

Il moro strinse con forza la ringhiera dove si stava reggendo e prese il penultimo tiro dalla sigaretta. Intanto la ragazza passò sotto il braccio del ragazzo mettendosi tra  il suo corpo e la ringhiera. Lui spense la sigaretta nel portacenere e lei gli accarezzò una guancia.

“Che hai Zà-zà?”

Lui la guardò negli occhi avvicinando pericolosamente il viso a quello della ragazza che non aveva ancora lasciato la presa sulla sua guancia.

“Dimmi che sei mia”
“Cosa?”
“Dimmi che sei mia, ho bisogno di sentirtelo dire”
“Zayn, cosa c’è?”
“C’è che non mi è piaciuto affatto come quel tipo ti abbia abbracciato e baciato. Ha osato toccarti davanti a me, facendo come se io non ci fossi. E non avrebbe dovuto. Ariana, ti prego, dimmi che sei mia”

La intrappolò tra il suo colpo e la ringhiera, facendola appoggiare ad essa, aspettando la sua risposta.

“Sono tua Zayn”

E la baciò prepotentemente, con trasporto, per farle capire ciò che stava provando in quel momento. Si staccarono a corto di fiato e lei mise il viso nell’incavo del suo collo, scostandolo subito dopo, guardandolo negli occhi.

“E tu?”

Lui avvicinò di nuovo le labbra alle sue, appoggiandole poi sopra, ma lei lo scostò in malo modo. Rientrò dentro arrabbiata, andando a recuperare la sua borsa e andando verso la porta.

“Ariana! Cosa diavolo ti è preso?!”

Lei non lo guardò, spingendo la maniglia della porta verso il basso ma il moro la blocco prima di riuscire a fargliela aprire.

“Cosa mi è preso? Mi è preso che non rispondi mai a quello che ti chiedo Zayn! E non posso continuare a stare con te se non so cosa vuoi da me! Se vuoi qualcosa di serio o meno. Non posso restare con qualcuno che non sa cosa vuole. Quindi o mi dici chiaramente ciò che vuoi, o non può andare avanti così”

E lui si limitò a fissarla, lasciando andare la presa sulla porta, in modo da farla andare via. Poco dopo esser rimasto solo, il telefono l’avvisò che aveva ricevuto un messaggio.

- I want you to want me this way, and I need you to need me to stay. If you say that you don’t feel a thing, if you don’t know… LET ME GO -

E in quel momento gli si spezzò il cuore, perché sapeva perfettamente che in quel modo rischiava di perderla. Così prese dei fogli, e cercò il testo di una canzone che lei gli aveva fatto sentire e che l’aveva fatta piangere. E sperava che servisse a qualcosa, perché per lui stava diventando sempre più importante e non avrebbe rischiato di perderla in quel modo. Si recò a casa sua e suonò insistentemente al campanello finchè lei non gli aprì, con gli occhi gonfi e arrossati e addosso una sua maglietta che aveva preso in prestito qualche giorno prima. Fece partire quella canzone dal suo cellulare e iniziò a mostrarle i fogli, intimandola a leggere.

<<  If I could say the things that I wanna say
I‘d find a way to make you to stay
I‘d never let you get away
‘Cos i remember the taste of your skin tonight
And the way that you looked, you had those eyes
I remember the way I felt inside
And the name of the songs that make you cry
And every time I see you suddenly my heart begins to race
Every time I leave, I don’t know why my heart begins to breake
This is everything I didn’t say…
I’M YOURS  >>

Vide le lacrime percorrere le guance  della ragazza e le mani coprirle il volto. Le si avvicinò cautamente e l’abbracciò sollevandola da terra, stringendola a sé più che poteva. E a nessuno dei due importava se stessero dando o meno spettacolo, se qualcuno si fosse fermato a guardarli. Zayn aveva esternato i propri sentimenti e Ariana non poteva essere più felice che in quel momento - come gli aveva poi confessato qualche tempo dopo - perché lui, le aveva appena dimostrato di tenere a lei, nel migliore dei modi.


 
E Zayn rimane a osservarla sorridente, continuando a ricordare molti altri momenti indimenticabili della loro relazione. Come la loro prima volta, avvenuta al loro quarto mesiversario, il primo “ti amo” detto quella notte, e successivamente la decisione di andare a convivere nell’appartamento del ragazzo, perché era il più grande tra i due. E osservava la parete blu della loro camera, tappezzata dalle loro foto, dalle frasi più significative per loro, e dal disegno di un tornado, sullo sfondo di un cielo sereno, al tramonto, squarciato da un fulmine. Già, Tornado… Era il soprannome che le aveva attribuito.

Ariana era appena tornata da un estenuante pomeriggio di lavoro nel bar non molto lontano da casa, dopo aver passato la mattina all’università. Mentre Zayn invece, quel giorno non aveva lavorato, avendo il giorno libero, e aveva soltanto frequentato le lezioni al mattino, proprio come la ragazza. Così aveva passato il pomeriggio a terminare il disegno che le aveva promesso. Era il loro ritratto, che aveva copiato da una foto fatta da lei un pomeriggio al parco, mentre lui le baciava la guancia e lei faceva una faccia buffissima. Era senz’altro una delle sue foto preferite. E poi, aveva deciso anche di farle un altro disegno, visto che a lei piaceva tanto il suo modo di disegnare. E dopo averci pensato a lungo, aveva deciso di disegnare un tornado, sullo sfondo di un cielo al tramonto che veniva squarciato da un fulmine. Perché lei era il tornado, e lui era il cielo. Lei gli aveva sconvolto la vita, gliel’aveva resa migliore senza alcun dubbio.E dopo aver terminato entrambi i capolavori, come li avrebbe, di sicuro, definiti lei, si era messo a cucinare, sapendo che il suo tornado sarebbe arrivato a momenti. Quando lei entrò in casa, la sentì buttare la borsa sul pavimento e  lanciare le scarpe vicino ad essa per poi dirigersi in cucina. Lasciò perdere  i piatti sul tavolo, per avvicinarsi ed andare ad abbracciarla, quando la sua voce stanca gli era arrivata alle orecchie.

“Hei Zen”
“Hei Tornado”
“Tornado?”
“Sì, Tornado. Come stai?”
“Perché Tornado?”
“Perché i tornado sconvolgono la vita delle persone e tu hai sconvolto la mia”

E fu inevitabile far unire le loro labbra.

Zayn accarezza la guancia di Ariana, vedendola muoversi. Lei apre lentamente gli occhi, ritrovandosi quelli del ragazzo che la fissano e sorride, sfiorando a sua volta la sua guancia, con la barba incolta.

“Buongiorno Twister "
“Giorno”
“Scusami, non volevo svegliarti”

Le loro labbra si sfiorano dolcemente, mentre Ariana si accoccola meglio contro Zayn, che la stringe il più possibile a sé.
 
“I love you babe
“I love you much more”

 
  
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