Tutto ebbe inizio nel momento in cui ricevetti la devastante notizia: il trasferimento. 
Certo non ero molto eccitata all'idea, ma col tempo ho imparato a farmene una ragione, poiché credevo che cambiando aria e ambiente i miei genitori si sarebbero riuniti. «Ally,sbrigati a preparare i bagagli.» mi urla mia madre dalla cucina al piano di sotto. «sono già pronti,ho bisogno di papà per portarli,non riesco da sola.» ribatto con tono alto. Mentre aspetto il ritorno di mio padre decido di sdraiarmi sul letto ad ascoltare musica. Il viaggio ha portato in me molta tensione e questo era l'unico modo per calmarmi. Mi sentivo isolata dal mondo, come se ci fossero delle barriere invisibili. Che mi proteggevano. Dopo 10 minuti circa inizio a chiudere gli occhi per la stanchezza, decido quindi di togliere gli auricolari e di mettere il cellulare in carica. Improvvisamente il mio sonno viene interrotto da forti urla. Mi alzo di soprassalto e riesco a constatare che sono i miei genitori. Inizialmente ero intenta ad andare da loro per capire cosa stesse accadendo, ma mi bloccai all'istante difronte l'immagine di mio padre che feriva mia madre. Non riuscivo a reggere tutto ciò. La stessa situazione si era già ripetuta in passato, ma ormai sembrava essere solo un brutto ricordo,o almeno ci speravo. Ero esausta di tutto ciò, la mia infanzia è stata rovinata e insieme ad essa anche parte della mia adolescenza. «Sei sempre la solita, solo una puttana!» esclama mio padre tirandole uno schiaffo, facendola cadere in terra. «Non riesco a credere che tu sia cambiato così tanto. Smettila di comportarti così. Fai del male a me e a nostra figlia.» risponde mia madre con tono di voce debole e quasi 'ferito'. 
Aveva ragione. Mi faceva terribilmente male. Non ci pensai due volte e corsi via. Uscii per distrarmi ma nonostante tutto continuai a pensare a ciò che avevo visto. Giunsi ad una conclusione: mi sarei trasferita da mia nonna la sera stessa. Non riuscivo ad aspettate ancora un giorno di più. Rincasai preparai le ultime cose di fretta e furia; chiamai un taxi é avvisai mia nonna del mio arrivo. Mio padre era contrario al viaggio anticipato, ma non m'importava di cosa pensava. «Tu non vai da nessuna parte signorina. Resti qui con noi fino al giorno della partenza.» mi disse furiosamente. «Non me ne frega di ciò che dici. Non sei più mio padre. Ma solo uno stronzo che scopa e beve tutte le notti.» rispondo singhiozzando. «Hai tradito la mamma. Ti ho visto con un'altra donna e non te lo perdonerò mai. Mi dispiace mamma, non riesco più a reggerlo, ci vediamo dalla nonna.» continuo rivolgendomi in fine a mia madre prima di sbattere la porta di casa. Il taxi mi portò in aeroporto e per mia fortuna su quel volo prestava servizio mio zio. Una volta salita mi accomodai al mio posto e aspettai il decollo. Il viaggio proseguì tranquillo nonostante le poche perturbazioni.