Salve
a tutti!
Mentre cerco di pensare a qualcosa di decente da
scrivere come intro alla storia, vi dico subito che non sono un avido
giocatore di Mortal Kombat, ma adoro la saga e le storie dietro ai
personaggi. In questa storia proverò a raccontare il desiderio
di vendetta, io che di vendicativo ho solo l'odore dei piedi.
Battutaccia a parte, spero tanto che vi piaccia. Non credo sarà
molto lunga, ma spero comunque di fare un buon lavoro. Fine del
pippotto, everybody!
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Praga,
Repubblica Ceca.
Nel vento freddo della notte, un uomo dai
lineamenti orientali bussò alla porta di una casa. Svegliatasi
di soprassalto, a causa del rumore, un'anziana donna si precipitò
ad aprire con il cuore in gola. L'uomo, vestito di un completo
azzurro chiaro bordato di nero, chiese a bassa voce:
“Devo
vedere Smoke. È urgente.”
La vecchina annuì
intimorita, quindi prese una lanterna da un gancio sulla parete, e
dopo averla accesa, disse all'uomo misterioso di seguirla lungo un
camminamento, che conduceva infine ad una porta. I passi dei due
risuonavano nel silenzio.
“È qui dentro.”,
disse la donna, “faccia in fretta, però. In questo
periodo è molto inquieto.”
L'uomo annuì
frettolosamente con un cenno del capo, e quando l'anziana fu
abbastanza lontana, bussò alla porta. Non ottenne
risposta.
L'uomo, allora, spazientito ed allertato dall'urgenza di
quanto aveva da dire, non bussò ulteriormente, né
attese il permesso per entrare. Aprì la porta e si addentrò
nella stanza. Un ambiente vasto, spazioso e riccamente ornato gli si
parò davanti. Letto con lenzuola in seta, tendaggi ricamati a
mano e minuziosi dettagli in oro furono le prime cose su cui i suoi
occhi si posarono. La stanza era totalmente buia, se non per una
lampada, che diffondeva una luce, ora fioca, dentro quello spazio
tanto grande. Le vesti dell'uomo si agitarono come fuscelli al vento,
quando egli si volse ripetutamente, cercando ciò per cui aveva
viaggiato tanto a lungo.
“Smoke?” disse egli, pur
continuando a non vedere nessuno all'interno. Dopo pochi secondi, una
nube di fumo si addensò sulle lenzuola in seta del letto, e fu
allora che apparve.
Smoke, assassino nativo di Praga, alleato
ed amico del clan giapponese Lin Kuei. L'uomo che gli fece visita non
lo aveva mai visto di persona, ma conosceva bene la sua storia. Si
raccontava, infatti, che Smoke fosse stato rapito da una setta
misteriosa in giovane età, e bruciato vivo su un altare,
offerto in sacrificio a un demone. Per lui, però, questa non
fu la fine, ma bensì l'inizio. Tornò infatti alla vita,
ma sotto forma di enenra, creatura evanescente fatta solo di fumo e
vapore. Vendicatosi per il supplizio a cui era stato sottoposto,
uccidendo brutalmente i suoi sequestratori, tornò ad assumere
forma umana. Da quel momento Tomas Vrbada era diventato Smoke, il
ninja di fumo.
“Eccomi.”, disse. Si presentò
seduto, con i gomiti sulle gambe e le mani giunte che toccavano il
mento. Le vesti nere come la pece che risaltavano ancora di più
il grigio dei suoi lunghi capelli.
L'uomo, dunque, a quella
vista si inchinò, e guardando il pavimento, disse: “Venerabile
Smoke, io rappresento il clan Lin Kuei.”
“Le tue vesti
me lo rammentano.” osservò perentorio Smoke.
“Ho
viaggiato migliaia di chilometri, signore. Porto un messaggio.”
disse l'uomo, sempre immobile nella sua posizione di riverenza.
“Un
messaggio? E da chi?” chiese il ninja, inarcando le
sopracciglia, come preso da un presentimento.
“Un
messaggio... da parte del mio signore Bi – Han, o
venerabile.”
Smoke si mise in piedi con incredibile
velocità, al punto da portarsi dietro una scia di fumo.
“Bi
– Han? Cosa è accaduto?” domandò.
“Ecco...
è morto, signore.”
“Cosa!? Bi – Han,
morto?” l'incredulità dominava il tono del
guerriero.
“Sì, o venerabile. È stato ucciso
dal generale Hanzo Hasashi, del clan Shirai Ryu.”
Smoke non
riusciva a credere a ciò che ascoltava. Il capo del clan Lin
Kuei, per il quale aveva lavorato molto tempo, al punto di
guadagnarsi la sua amicizia e devozione, ucciso dal capo del clan
rivale, il temuto generale Hasashi. Sub – Zero era dunque stato
sconfitto. La notizia gli bloccò il respiro. La guerra tra i
due clan aveva infine mietuto la vittima più illustre. La
vittima di cui Smoke avrebbe preferito non venire a
sapere.
“Alzati.” ordinò. Il messaggero Lin
Kuei scattò in piedi.
“Hasashi ha quindi ottenuto la
sua vendetta, alla fine...” commentò mestamente il
ninja.
“Il mio signore si stava dirigendo al suo villaggio,
quando è stato ucciso. Io ero nella scorta. Il generale
Hasashi è piombato fuori dal nulla. Pareva fosse spuntato dal
terreno, ed ha iniziato ad inveire contro il mio sovrano. Egli
continuava a dire di non aver dato alcun ordine di massacrare lo
Shirai Ryu, e che il generale fosse stato ingannato. Hanno iniziato a
combattere, e dopo pochi minuti il mio signore è stato
trafitto a morte.” Il messaggero fece una pausa, per poi
riprendere incalzante:
“Poco prima di spirare, il mio
sovrano mi ha chiamato a sé, e mi ha chiesto di venire a
cercare voi, venerabile Smoke, e raccontarvi l'accaduto. Era sicuro
che voi avreste scoperto la verità, e lo avreste
vendicato.”
“Comprendo.”, sentenziò
Smoke, “partirò immediatamente. Ti ringrazio per quanto
hai fatto. Parlerò al Lin Kuei affinchè tu venga
adeguatamente ricompensato per i tuoi servigi. Ora ti prego di
lasciare questo posto.”
L'uomo fece un nuovo inchino, per
poi prendere congedo.
Smoke stentava ancora a crederci.
Possibile che Sub – Zero fosse stato davvero ucciso? Possibile
che il generale Hasashi si fosse vendicato sul serio?
Con grande
dolore nel cuore, alimentato però da uno strano fuoco,
l'enenra decise quindi di esaudire l'ultimo desiderio del suo amico
Bi – Han. La sua mente era ancora intenta a pensare alle parole
del messaggero, mentre apriva la porta della sua casa, ed una folata
di vento gelido fece spegnere le candele accese all'interno. Sub –
Zero era stato ucciso da Hasashi, ma il Lin Kuei continuava a
sostenere che il suo uccisore fosse stato ingannato. Com'era
possibile tutto questo? Eppure era certo che soltanto il clan Lin
Kuei avrebbe potuto sconfiggere l'intero villaggio Shirai Ryu. Cosa
intendeva Bi – Han quando diceva di “scoprire la verità”
? Molte, tante, troppe domande attanagliavano la mente di Smoke, a
cui non restava molto da fare che cercare le risposte di cui
necessitava proprio dal generale Hasashi. Era certo le avrebbe
ottenute. Con le cattive, naturalmente.