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Autore: Miss Stryker    06/08/2014    6 recensioni
Un repost di una mia vecchia storia, ripubblicata qui
Un Naruto che vede tutto grigio trova i suoi colori nella persona più triste che abbia mai conosciuto.
"Stavolta toccò a lui rimandare gli appuntamenti e le riunioni fissati per la giornata, e con stizza si apprestò a tirare fuori il suo Blackberry.
-Che poi, smartphone su sto cazzo… potevano farli più piccoli i tasti dato che ci stavano…- borbottò irato.
Si guardò velocemente intorno e, senza eccessiva sorpresa, realizzò che l’uomo che parlava della pioggia era lì che sorseggiava la sua dose quotidiana di qualcosa, nera e fumante, e che, di tanto in tanto, lo guardava di sottecchi."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Uh... Ohayo?

Ripubblico questa storia dopo anni che stava a marcire dentro una pendrive dimenticata dal mondo, me compresa ahahah

E' una delle (poche) oneshot che mi ha fatto piacere scrivere, sebbene sia a tratti malinconica non manca di happy ending, yeah X”D

No seriamente, è malinconica, ma non deprimente. Cazzo, ultimamente vedo solo storie angst da tagliarsi le vene e farsi il bagno con il tostapane acceso, ma che dice il cervello a chi le scrive?

Insomma, le cose vanno già di merda un po' random a tutti, deprimersi anche scrivendo mi pare eccessivo XD

But whatever: Per chiarimenti e dubbi che vi verranno (Forse? Si? No? Omg?) trovate le altre ndA in fondo

Buona lettura






A volte ti capita di pensare che la tua vita sia piena di baci e di sorrisi. O almeno è così la tua vita con lei.
Un bacio sulla guancia alla mattina, con gli occhi vitrei e la bocca impastata. Di solito ti muovi piano perché le gambe ti rimangono addormentate a lungo prima di svegliarsi e darti l’ok.
Hinata-chan sorride e ti stringe una spalla con grazia mentre ti passa il tuo doppio espresso comprato all’angolo da Starbucks insieme alle frittelle di mela e al succo d’acero.
Si stringe nella sua impalpabile vestaglia bianca ricamata e acquisisce contorni sempre più sfumati, come quando ti svegli da un sonnellino breve e ti sembra di stare ancora nel mondo onirico nonostante la realtà sia molto più vivida del posto in cui stavi prima.
Ti ha già detto più di una volta come si chiama quel particolare motivo floreale, ma tu non te lo ricordi mai.
Sorride mentre ti vede bere il caffè senza aggiungerci nulla.
Un tempo eri stato goloso, ma adesso non più. Certo, ti piace, ogni tanto, guardare il passato e confrontarti con l’uomo che sei adesso, ma il caffè continui comunque a berlo amaro anche se ti lascia quel retrogusto da uomo adulto che a pensarci bene non ti piace particolarmente.
E sorride di nuovo mentre cerchi di allacciarti i jeans bianchi con le mani ancora formicolanti e con il ventaglio scuro delle ciglia che si rifiuta di aprirsi.
Lei sorrideva sempre.

La baci dolcemente prima di uscire di casa per andare al lavoro, e sai già che non ti mancherà.
Non per cattiveria o per mancanza di affetto, ma per distrazione.
Oggi il cielo è grigio.

Vi state ancora baciando.
 


Era in giornate come quella che accadeva di solito.
Il lento e ritmico scroscio della pioggia nei vicoli e nelle strade aveva favorito la conversazione di due giovani uomini in ritardo per il lavoro.
Osservavano -chi critico, chi sconsolato-, l’incessante pioggia che rovinava le giacche e appiattiva i capelli senza particolare interesse.
- Questa pioggia creerà molti problemi. - A parlare era stato l’uomo dai capelli scuri che osservava il suo iPhone accigliato cancellando, senza particolare slancio, quelli che dovevano essere appuntamenti.
Naruto si limitò ad annuire distrattamente mentre tentava di asciugarsi i capelli biondi spettinati. Ci metteva l’anima, ma restavano bagnati.
- Però è bella, non trova? Sembra che pulisca tutto ciò che è sporco. - sembrava pensare ad altro mentre lo diceva. Naruto allora lo guardò di nuovo, attentamente stavolta, con nuovo interesse. C’era una malinconia profondamente radicata in quelle parole.
Avrebbe scoperto solo col tempo che la pioggia lo rendeva triste.

#

Nel tempo che trascorse fino alla seconda volta che lo vide, aveva già incontrato Hinata-chan.
Successe quasi per caso, ci si imbatté mentre lei era in gita con i suoi bambini dell’asilo, che chiocciavano e scalpitavano nelle pozzanghere, felici solo come i bambini con le galosce colorate piene d'acqua sanno essere. Era stata sfortunata perché l’uscita scolastica era capitata in un giorno di pioggia.
Hinata lo aveva visto stanco, con i capelli biondi arruffati e un’espressione corrucciata in viso, che pensava a chissà quali cose un uomo come lui potesse pensare.
Non lo vedeva dalla fine del college, ma se il cuore le batteva sempre forte come la prima volta che lo aveva incontrato era sicura che non fosse cambiato nulla.
Lei incominciò la sua piccola crociata personale sul fatto che – sicuramente - lui non si curava abbastanza, e Naruto allora, spiazzato dal modo che hanno alcune donne di preoccuparsi anche per il più insulso dei motivi, la invitò a casa sua. Cominciarono a uscire insieme.
Durante quel mese non piovve più.

#

Ottobre stava finendo e Naruto baciò Hinata, avvolta nella sua nuova giacca da camera color indaco che la faceva sembrare una geisha di altri tempi.
Le sorrise suadente, sicuro si sé, come aveva fatto centinaia di volte. Hinata arrossì e Naruto si chiese se fosse giusto sorriderle sapendo esattamente cosa avrebbe ottenuto in cambio, quasi fosse un gioco di cui lui conoscesse già l'esito.

Ma, ripensando a Lui, si disse che era per quell'esatto motivo che aveva iniziato una partita scegliendo come avversaria Hinata, piuttosto che qualcun'altro.


#

Pioveva anche quel mercoledì.
Naruto corse al cafè spagnolo all’angolo della 34esima, cercando invano di ripararsi con la sua copia del New Yorker. Imprecò quando prese in pieno una pozzanghera e continuò a imprecare finchè non giunse sotto il gazebo giallo con motivi di piccoli sombreri del bar.
Stavolta toccò a lui rimandare gli appuntamenti e le riunioni fissati per la giornata, e con stizza si apprestò a tirare fuori il suo Blackberry.
-Che poi, smartphone su sto cazzo… potevano farli più piccoli i tasti dato che ci stavano…- borbottò irato.
Si guardò velocemente intorno e, senza eccessiva sorpresa, realizzò che l’uomo che parlava della pioggia era lì che sorseggiava la sua dose quotidiana di qualcosa, nera e fumante, e che, di tanto in tanto, lo guardava di sottecchi.
Andò a sedersi al tavolo vicino al suo, ordinò, e riprese a sfogliare la sua ormai stropicciata copia del New Yorker.
Come si aspettava, l’uomo cominciò a parlare.
-Non pensa anche lei, che i tuoni non servano a nulla?- chiese l’uomo distratto
-Si che servono!- rispose scioccato Naruto –servono a riempire il sotto dei letti quando i bambini hanno paura e a non far sentire troppo il silenzio. Dicono che a volte può spaventare. Il silenzio, intendo.-
Sasuke lo guardò inespressivo e poi si presentò. Naruto fece lo stesso.
-Sasuke, ma tu stai sempre qui quando piove?-
-Si, sono sempre qui.- rispose atono lui. Non era questa la risposta che Naruto si aspettava, così provò a riformulare la domanda, ma uno sguardo attento gli fece capire che Sasuke non aveva affatto capito male.
Rimasero in religioso silenzio fino a quando non finirono le rispettive ordinazioni.

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Hinata-chan è sempre felice di darti una mano. In virtù di ciò si è trasferita a casa tua e ora ti aiuta con le pulizie e con il bucato.
Nasconde, a volte, la sua ipocrisia rendendosi utile. Non è cattiva, ma a volte vorrebbe disperatamente esserlo.

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La terza volta che vi siete incontrati non pioveva, ma il cielo era comunque scuro e ansioso di piangere a dirotto. Naruto diede un dollaro e settantacinque al ragazzo che vendeva i giornali e si avviò verso la fermata del bus. Lui era lì.
Si avvicinò piano e una volta accanto a lui gli chiese- Quindi prendi il mio stesso bus.- Usò un tono di studiata noncuranza, mentre in realtà era felice di vederlo.
-A quanto pare si.- Sembrava sempre scocciato, Sasuke. A un occhio disattento poteva sembrare uno scorbutico, ma solo chi lo conosceva da un po’ sapeva che lo era davvero e che non si atteggiava in quel modo solamente in alcune occasioni.
-E’ un buon bus. Passa poco frequentemente ed è sempre pieno di turisti.- disse Naruto
-Non è molto lusinghiero.-
-E’ quel che è.-

#

Naruto è appollaiato sul divano di pelle bianca di casa sua e guarda distrattamente la televisione – l'ennesimo talk show con in palio il solito montepremi - non riuscendo a capire come mai la gente si ostinasse a chiamare per dare le risposte ad ogni singola puntata, mentre Hinata-chan gioca con i piccoli cuscini decorativi. Le perline bianche e azzurre scivolano morbidamente sotto il tocco delle sue lunghe dita pallide, creando una melodia che avrebbe anche potuto essere carina, se solo fosse stata esclusa da quel contesto.
C’è una statica tranquillità tra di loro, preludio di quello che sarebbe accaduto dopo.
Naruto spegne la televisione e allora Hinata gli si avvicina piano, quasi timorosa. Durante quella sera che trascorsero insieme fecero un po’ di sesso. Fu forzato, ma inevitabile, come l’influenza d’inverno.

#

Il giorno dopo Naruto si sveglia un po’ stanco, ma si prepara comunque per andare al lavoro, prima di ricordarsi che è il suo giorno libero e che è da tanto che vuole comprarsi quel cd dei Beatles.
Si mette una camicia qualsiasi ed esce infilandosi il suo trench scuro. Hinata è già all’asilo dove lavora.

Quel giorno il sole splendeva alto nel cielo.

Naruto percorse la solita strada che faceva per andare al lavoro e si fermò vicino al piccolo negozio di dischi. Mentre paga viene colto da una strana sensazione di deja-vù, allora si volta e, davanti alla fermata del bus, vede Sasuke. Manteneva lo sguardo apatico, anche se non pioveva, dimostrando che no, non doveva essere obbligatoriamente felice solo perchè era bel tempo.
-Ehi- saluta Naruto
-Naruto.- constata Sasuke –Ciao.-
-Non lavori oggi?-
-Neanche tu?- sembra sorpreso, ma non in senso positivo.
-Ehm… ti ho preso in un brutto momento?- chiede Naruto vedendo la sottile ostilità con cui l’altro reagisce alle sue domande.
-Che domanda è?-

-In che senso?-

-In che senso cosa? -
-Fai sempre così?- azzarda Naruto
-Così come?-
-Rispondi sempre a una domanda con un'altra domanda?-
-Perché me lo chiedi?- dice Sasuke stupito
Naruto allora sorride, come per cavarsi d’impiccio e vede Sasuke storcere il naso infastidito, come se avesse visto qualcosa di sgradevole –Smetti di sorridere in quel modo. Mi disturbi.-
Solamente dopo giorni di prove Naruto comprese che per quanto potesse sperticarsi in sorrisi languidi o suadenti, Sasuke alla fine, lo avrebbe sempre guardato con i suoi occhi perennemente annoiati e la bocca piegata all’ingiù.

#

È diventato una specie di gioco.
Ogni volta che piove si ritrovano al piccolo bar messicano della 34esima e lì Sasuke comincia a parlare, con una vitalità che Naruto non gli vede mai, eccetto quando il cielo piange.
Se c’è una cosa che Naruto ha imparato è che Sasuke è assolutamente indifeso quando piove, le sue barriere di apatia cadono, insieme alle gocce di pioggia e ai freni inibitori di una conversazione tra adulti.

Non ricorda quale scusa ha usato, ma ricorda che l’aveva convinto ad uscire con lui.
Ricorda in che occasione però. Pioveva.

#

La prima volta che lo fecero Sasuke aveva lo sguardo assente, e sembrava perso nei suoi pensieri. Naruto ricorda i gemiti sussurrati di Sasuke contro la sua spalla, subito seguiti dai morsi che gli lasciava su di essa, le gambe bianche spalancate che mettevano in mostra il suo cazzo ed il suo culo, e il ticchettio continuo e inesorabile della pioggia sui vetri.
La prima volta che lo fecero Naruto quasi pianse a causa dell’assoluta bellezza dell’esperienza.
Accadeva sempre nei giorni di tempesta, quando lo sguardo di Sasuke diventava vacuo e malinconico, e allora chiamava Naruto. Lui inventava una scusa qualsiasi con Hinata, non riuscendo nemmeno a sentirsi in colpa per quello, e usciva di casa a rotta di collo, pur di raggiungerlo al più presto, prima che smettesse di piovere.


La seconda volta che lo fecero Naruto gli disse di amarlo.
In un primo momento pensò che Sasuke non lo avesse neanche sentito, preso com’era dal bisogno primordiale di trattenere i gemiti, insieme a quella parvenza di controllo che si ostinava a voler mantenere.
Capì dopo che aveva preferito ignorarlo per continuare a godere.

#

Sasuke aveva accettato di uscire con Naruto per due ragioni:
La prima serviva a soddisfare l’appetito della vista, quel languore che, nonostante la malinconia, si annida dietro le palpebre chiare, mascherandosi tra le occhiaie e, con fame stanca, fa desiderare e desiderare e desiderare ancora.
La seconda ragione era quella per cui aveva deciso di farci sesso. Vedeva in Naruto, quel suo stesso qualcosa che gli impediva di andare avanti, una sorta di gabbia in cui si è volontariamente rinchiusi, in attesa magari, di qualcosa di meglio o del ritorno di qualcosa di vecchio.
Era per questo che ci andava a letto. Quando guardava Naruto negli occhi credeva di vedere la sua stessa incapacità di provare sentimenti e quindi poteva lasciarsi andare.

Nessuno avrebbe mai giudicato un qualcuno uguale a se stesso in fondo.
Gli occhi di Naruto erano talmente pieni di sentimenti contrastanti tra loro, in una perenne lotta per la supremazia, dove l'amore annulla l'odio e viceversa, che sembravano sempre senza espressione.
Percepivano solo il reciproco vuoto e l’odore acre dell’amplesso che li avvolgeva con spirali velenose che impedivano loro di muoversi e di abbandonare la camera da letto per quel breve lasso di tempo che si concedevano.
Sasuke sostiene che Naruto non lo ami davvero. Che il suo amore –tanto possessivo, quanto privo di slancio- non sia che una chimera. Ma quando lo dice sembra triste.

Un giorno qualsiasi, a N.Y, accade una cosa strana.
La pioggia cade sul marciapiede ma Naruto non andrà al caffè messicano quel giorno. Non ci andrà più.
Ha deciso di fare sul serio con Hinata e sembra convinto della sua scelta.
Ovviamente starà male per Sasuke e continuerà a pensarlo per un po’, ma gli passerà.
Se lo continua a ripetere mentre affonda ritmicamente nel corpo di Hinata, che geme a voce alta, per una volta senza pudore, mentre con un braccio si copre la bocca e chiude gli occhi color latte.
La mano libera si agita sul materasso, si appoggia alla spalla del suo ragazzo o resta semplicemente sospesa in aria. Sembra che stia combattendo contro qualcosa che Naruto non è in grado di vedere, ma alla quale in fin dei conti non è nemmeno interessato.
Le mani, Naruto lo sa, sono capaci di creare le danze della lotta. Il sesso in fondo è solo una guerra.
Dà un ultima spinta e viene, riempiendo il preservativo di quella che dovrebbe essere la sua “passione”. Hinata è già venuta e tu la baci nel modo in cui pensi una donna voglia essere baciata, dolcemente, prima di prendere la coperta e di buttarvela addosso.
Ti dici soddisfatto di quella vita ma, a conti fatti, sai che in realtà non lo sei.

#

Naruto si è quasi abituato al suo stile di vita con Hinata, che sembra poter dare un futuro solido e duraturo alla loro relazione.
Gli manca Sasuke, ogni giorno di più.
Quando piove si sente assalire da una torbida apatia che solitamente lo costringe a restare a casa a bere cioccolata e a spararsi tragici drama orientali che parlano di incesti, sangue e sesso. In quelle occasioni riprende a fumare e, con una dolcezza che non gli appartiene, accarezza i ricordi che ha di Sasuke, i quali sembra aspettino la pioggia per uscire allo scoperto e prendere a tormentarlo con profumi e sensazioni che lo trasportano in uno stato simile all’amara ebbrezza.
In fondo, sa già cosa accadrà: smetterà di lottare.

 

#


Naruto sapeva che il suo equilibrio psichico era precario ma, nonostante la pioggia, quel giorno decide ugualmente di andare al lavoro. Bacia Hinata sulla porta, mentre capisce con amarezza che anche se le labbra baciano a lei, il cuore resta comunque a lui.

Lascia la lettera che le ha scritto sulla porta di casa, e sa già che non tornerà più in quell’appartamento con lei ad aspettarlo. O forse ci tornerà, ma non sarà solo.
Poi, tutto accade come se fosse già stato scritto su un copione. Naruto arriva trafelato sotto il gazebo giallo con piccoli sombreri del caffè messicano, cercando di coprirsi la testa con il New Yorker che ha pagato un dollaro e settantacinque cent dal ragazzo dei giornali e impreca perché continua ugualmente a bagnarsi. Allora va a sedersi ad un tavolo e fa la sua solita ordinazione.
Come sempre, Sasuke inizia a parlare. Naruto tiene gli occhi chiusi, immagina il suo futuro, ma per quanto lo desideri cerca comunque di evitarlo.

Sarà difficile la vita con Lui. Sa che si farebbe comprare da Sasuke a qualunque prezzo, e allora prova ad ascoltare la pioggia, al suo posto.
-E’ proprio bella non trova?- Naruto pensa che la voce di Sasuke sia diversa, ma non apre ancora gli occhi. Sta appoggiato alla scomoda sedia di metallo e risponde sorridendo –Cos’è che è bella?-
-La pioggia. Sembra pulisca tutto.- Naruto allora apre gli occhi e vede che lui sta sorridendo mentre lo ammira. Sembra un Sasuke diverso quello che ha davanti, uno che –in qualche modo- si è lasciato il passato alle spalle. Sorridono entrambi e alla fine Sasuke sospira pesantemente.
-Mi hai fatto preoccupare- dice –Pensavo fossi affogato in una pozzanghera in un tentativo di raggiungermi. Stavo persino pensando di organizzare un giro di ricerca nel condotto fognario, anche se penso che la cosa più interessante che avrei trovato sia il famoso alligatore gigante di cui parlano tutte quelle leggende metropolitane. -
-No, ero solo occupato. Dovevo sistemare questa cosa del fidanzamento sai, le donne. Ma ora ho finito. I’m here.-
Sasuke si alza dal tavolo arcuando elegantemente un sopracciglio e tendendogli la mano dice tranquillamente –Era ora. È una vita che ti aspetto. Sei lento usuratonkachi.-
Naruto afferra saldamente quelle dita sottili e si tira in piedi. –Spero che non ti sia annoiato.- dice, poi gli lascia libero il braccio e si mette a correre, seguito a ruota da Sasuke, mentre ridono e urlano parole incomprensibili persino a loro stessi.




A New York, in un giorno di pioggia, due uomini si rincorrono per i marciapiedi affollati, senza nessuna meta precisa in mente e sorridono come bambini.
Chissà a cosa pensano mentre si baciano sotto la pioggia.

 

NdA

 

Well, se qualcuno ha notato i personaggi nella descrizione della fic e il casuale accenno all'incesto nei drama di Naruto X'D saprà che Sasuke è depresso per via di Itachi (e quando mai)

Avevo intenzione di fare uno spin-off riguardo ciò, ma intanto fatemi sapere che ne pensate di questa storia, se vi piace/fa schifo/vi ho rovinato la vita ecc

 

Owari

   
 
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