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Autore: HarlockedMamie    06/08/2014    10 recensioni
Questa storia è per le due vincitrici del TotoYama indetto da Harlocked nella sua storia Wonderwall.
Le fortunate, Danish e Oscartango, hanno ricevuto un ambitissimo invito a cena a bordo dell'Arcadia... solo che la serata non andrà proprio come previsto!
Ovviamente il titolo è "rubato" dal famosissimo film di Stanley Kramer.
Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dottor Zero, Harlock, Nuovo personaggio, Yuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. La vendetta è un piatto da gustare freddo…

Danish si stava mestamente avviando verso l’uscita dell’Arcadia, cercando di non incrociare un’altra volta Yattaran, quando si ricordò di qualcosa cui sul momento non aveva fatto caso.
Il tiramisù.
Il tiramisù, per quanto leggero e cremoso fosse, le aveva lasciato in bocca un retrogusto molto particolare, e ora si sentiva girare leggermente la testa. Sul momento aveva pensato che dovesse essere la delusione, ma poi si ricordò di un ingrediente che la signora Masu teneva in cucina per le occasioni speciali. Un ingrediente che faceva più danni di una corazzata spaziale, eppure forse… questa volta…
Danish si bloccò nel bel mezzo del corridoio.
Le uova di fifit! Il tiramisù era stato fatto con le uova di fifit![1]
Non riuscì però a rielaborare completamente quell’informazione perché in quel momento fu travolta da una furia in gonnella che arrivava come un ciclone da un corridoio laterale, inseguita dal dottor Zero che brandiva un’improbabile sega.
Rovinarono a terra entrambe prima di capire cosa stesse succedendo. La prima a riprendersi fu l’altra, che si alzò spolverandosi il lungo vestito da sera e la guardò con occhi sgranati.
‒ Danish? Cosa ci fai qui?
Anche la bionda si tirò in piedi lanciando qualche moccolo e la squadrò, gelida.
‒ Lady Oscar? Potrei dire lo stesso di te.
‒ Io sono stata a cena dal Capitano – spiegò sussiegosa Lady Oscar.
‒ Anch’io – ribatté piccata Danish.
Il dottor Zero, vista l’atmosfera elettrica che si stava creando, pensò bene di eclissarsi.
‒ E… Ma… ‒ riprese Lady Oscar, senza sapere bene come continuare. ‒ Con te ha…
Danish sbuffò perché aveva capito benissimo.
‒ Manco per idea – sbottò. Poi però le si accese la lampadina. La mora , la bionda, le uova di fifit… Bingo!
‒ Senti – cominciò a sussurrare in tono da cospiratrice. ‒ Io non so cosa abbia mangiato con te, ma nel mio menu c’era il tiramisù…
‒ E ha tirato su qualcosa? – volle sapere l’altra, interessata.
‒ Per niente, ma perché non l’ha nemmeno assaggiato. Però è un tiramisù con le uova di fifit. Sai cosa sono? Se riusciamo a farglielo assaggiare…
‒ Vuoi dire che…
‒ Perché no? Sono disposta alla condivisione, pur di arrivare al… sodo! – esclamò Danish improvvisamente entusiasta.
Lady Oscar ci pensò un po’ su, poi si voltò decisa, con la luce della battaglia negli occhi.
‒ Andiamo! – esclamò avviandosi a grandi passi verso la famigerata cabina.
 
Harlock intanto si stava congratulando con se stesso per lo scampato pericolo.  Ringraziò entrambi i suoi complici.  Zero per interfono promettendogli una cassa di extra di sakè tokkyu riserva speciale. Poi congedò anche Kei che si era prestata alla commedia, sebbene la bionda pirata avesse tentennato un  pochino reclamando almeno un bacio di gratifica, a cui il granitico Capitano aveva risposto con un solenne diniego. Yuki se n’era andata sbattendo la porta. Fortunatamente la fanciulla non serbava rancore e l’indomani sarebbe stata al suo posto, efficiente come prima, almeno era quello che sperava…
 
 Nella cabina la signora Masu stava sparecchiando la tavola.
‒ Ma… Capitano! – esordì la cuoca – Non avete mangiato quasi niente! E pensare che ho fatto del mio meglio per cucinare ben due cene strepitose.
Harlock si sentì un po’ mortificato. Gli dispiaceva sempre deludere Masu-san.
‒ Prendete almeno un po’ di dolce – continuò la vecchietta, che non si sarebbe arresa nemmeno davanti alla flotta della Gaia Fleet schierata in ordine di battaglia. ‒ Il tiramisù mi è venuto particolarmente bene. Su, almeno assaggiatelo!
E porse ad Harlock una ciotola traboccante del suddetto dessert.
Harlock sospirò. Non aveva fame, voleva solo andare a dormire, ma il modo più veloce per farlo sarebbe stato trangugiare il tiramisù della cuoca in modo da evitarsi mezz’ora di recriminazioni, cosa che fece prontamente da uomo d’azione qual era.
La vecchia cuoca se ne andò visibilmente soddisfatta, augurandogli la buona notte.
Harlock cominciò a spogliarsi, accorgendosi improvvisamente di avere caldo.
Gli girava anche un po’ la testa.
A dirla tutta non si sentiva proprio in forma.
Forse era meglio se si metteva difilato sotto le lenzuola a dormire.
In quel momento la porta della cabina si aprì un’altra volta.
 
Quello che vide il capitano sulla soglia superava i suoi peggiori incubi. Due divinità in bellicoso assetto da battaglia, discinte e prorompenti come Valchirie, gli si stavano avvicinando con fare minaccioso.
Istintivamente cercò le armi sulla testata del letto, ma non riuscì a raggiungerle, uno strano torpore si era impadronito di lui.
Al grido di “Addosso!” le due si precipitarono sulla preda come due falchi su un disperato uccellino…
 
Il fatto è che Danish e Lady Oscar avevano giusto incrociato la signora Masu che, tutta soddisfatta, stava uscendo dalla cabina del Capitano con un vassoio pieno di piatti e scodelle vuote. L’anziana cuoca aveva strizzato l’occhio alle fanciulle commentando che il Capitano aveva particolarmente gradito il tiramisù.
Questo aveva spazzato via ogni residuo dubbio dalla mente delle due fanciulle, che si erano lanciate uno sguardo eloquente.
Ora o mai più.
 
Qualche ora dopo la porta della cabina si aprì di nuovo di qualche centimetro e Danish sbirciò fuori per essere sicura che non ci fosse nessuno (soprattutto per essere sicura di non incrociare Yattaran!).
‒ Via libera – commentò.
Le due uscirono a passi felpati per non fare rumore (non che fosse facilissimo col tacco dodici e gli stivaloni sui corridoi metallici dell’Arcadia, ma ci provarono).
Avevano entrambe l’aria trionfante. Dalla cabina proveniva un sonoro russare, intervallato ogni tanto da qualche mormorio agitato.
‒ Peccato però – commentò Lady Oscar – che domattina non si ricorderà niente.
‒ Meglio – rispose Danish ricordando le volte in cui era stata congedata in maniera non proprio galante – Non sai cos’è capace di fare quello lì!
Lady Oscar sospirò, già rimpiangeva l’esperienza che, lo sapeva, sarebbe rimasta irripetibile.
Danish invece sorrideva da un orecchio all’altro.
Stava pensando di mettere su un allevamento di fifit. Hai visto mai? Con tutte le signore che ambivano a mettere le mani su un certo uccellino… avrebbe fatto affari d’oro!
 
Continua…
 
 
[1] Le uova di fifit sono copyright di Danish.
   
 
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