Note:
One-shot Ron/Hermione. Si svolge al quarto anno, al ballo del ceppo. Il p.o.v è di
Ron. Buona lettura, spero vi soddisfi. Commenti, critiche, recensioni et
similia, molto apprezzate. (Grazie a hermione_06 per la recensione di Falling
Down^^)
il
sapore di una bugia
Un
ragazzo dai capelli rossi, con un’aria incredibilmente ridicola e un orrendo
vestito di pizzo marrone lo stava guardando attonito. Era una scena da morir dal
ridere. Se solo quel ragazzo non fosse stato lui. Ron Weasley era davanti allo
specchio del Dormitorio di Grifondoro con una faccia che avrebbe avuto solo al
funerale di un caro amico.
“Ti
prego Harry, ti prego uccidimi” Mormorò il rosso al suo migliore amico, mentre
scendevano le scale diretti verso la Sala Grande. Aveva cercato di eliminare
tutto il pizzo possibile, ma i risultati erano stati solo vagamente accettabili.
Se lo avesse fatto Hermione, quell’incantesimo sarebbe riuscito mille volte
meglio.
“Già
Hermione” pensò il ragazzo “Probabilmente a quest’ora sarà a piangere nel suo
Dormitorio. Poverina se non fosse stata così orgogliosa fino in fondo l’avrei
anche invitata io. Ma l’avevo detto a Harry che era un bluff; di sicuro non si
presenterà. Ma non gliela farò pesare, dopotutto…” ma qualcosa bloccò il flusso
di pensieri.
L’arrivo
di una ragazza incredibilmente carina, fasciata in un vestito di un morbido
azzurro e con un sorriso mozzafiato fu sufficiente. Anche perché era la ragazza
che in teoria doveva essere nel suo Dormitorio a piangere. Già. Ci sono quei
momenti in cui capisci che tutto ciò in cui credevi è stato capovolto, che la
ragazza che credevi di aver notato solo tu (mentre studiava, leggeva libri,
litigava con te) è cresciuta, si è trasformata in una bellezza mozzafiato ed è a
braccetto con un giocatore di Quidditch di fama internazionale. E mentre ti
accorgi di tutto questo, tu ti senti rimpicciolire sempre più, fino a che
potresti benissimo essere un bambino, con un abito orribile, finito
accidentalmente in un mondo al contrario.
La Sala
Grande era uno spettacolo: sembrava un enorme palazzo ghiacciato, e i tavolini a
cui erano seduti lui e Padma erano illuminati da lanterne che creavano un
atmosfera magica. Ma Ron di tutto questo vedeva ben poco. La sua attenzione era
tutta rivolta alla ragazza seduta poco distante, impegnata in una fitta
discussione con quel musone bulgaro. La rabbia e la delusione del ragazzo erano
qualcosa di tangibile, tanto che anche Harry Potter se ne accorse.
Seduto
qualche tavolino più in là dal ragazzo coi capelli rossi poteva benissimo vedere
la sua faccia trasformarsi in una maschera di gelosia verso una ragazza che
credeva in lacrime, perché lui non l’aveva invitata ad un ballo. Le danze erano
cominciate e i campioni davano mostra di sé durante il primo ballo. Fleur e
Roger Davies erano impegnati in una danza aggraziata in cui il povero ragazzo
era semplicemente basito dalla bellezza della sua partner. Cho e Cedric
ballavano poco lontani da Harry e Calì. In un altro momento il più piccolo degli
Weasley si sarebbe fatto volentieri quattro risate sul suo amico che sembrava
una foca ammaestrata da Calì, ma i suoi occhi non volevano abbandonare quello
che era stato il loro obiettivo fino a quel momento.
Hermione
ballava con un sorriso che lui non aveva mai visto. Un sorriso che possono avere
solo i bambini quando dormono, le persone durante il giorno più bello della
vita. O le ragazze innamorate. Un sorriso che a lui non aveva mai rivolto, ma
che avrebbe dato qualsiasi cosa per vederselo rivolgere. Un ondata di rimorso
per non averla invitata a quel dannato ballo lo travolse.
Era
seduto allo stesso tavolo con una delle ragazze più carine del suo anno, il suo
migliore amico e la corrispettiva partner, ma era come se fosse seduto da solo
in una sala completamente vuota. Tutto il suo universo stava ballando con Viktor
Krum. Ma a un certo punto il suo universo si girò verso di loro e gli venne
incontro.
“Ciao,
fa caldo vero?” cominciò, le guance leggermente arrossate. “Viktor è andato a
prendere da bere” Non pensava che una frase così innocente scatenasse una
discussione che sarebbe stata ricordata dagli annali. “Viktor? Non ti ha ancora
chiesto di chiamarlo Vicky?” Fu l’unica cosa che si ricordò di quella
conversazione. Il resto fu completamente annebbiato dall’immagine di quella che
prima sembrava un angelo e adesso era una ragazza stravolta e fuori di sé. Per
lui. Finiva sempre così. Lei era sempre perfetta, bellissima, e lui riusciva
sempre a rovinarle tutto. Stranamente però quella sera non si sentiva in colpa:
non aveva sopportato che la ragazza fosse così contenta senza di
lui.
A un certo punto Hermione si alzò,
diretta con decisione verso la pista da ballo, completamente infuriata. Senza di
lei la serata volò. Senza gli attimi in cui il tempo si fermava in modo che
Ronald Weasley si accorgesse di quanto fosse diventata bella e matura, confronto
a lui che sembrava un lombrico decisamente immaturo, il tempo e le scoperte
fatte nella serata divennero irrilevanti. Le rivelazioni shock di Hagrid, i
dialoghi segreti di Piton e Karkaroff, tutto quello che poteva essere avvenuto,
era solamente un pallido fuoco d’artificio.
A
mezzanotte finalmente quello che poteva essere definito l’inferno personale di
Ronald Weasley, altrimenti noto come il Ballo del ceppo, finì.
Coppie
come quelle formate da suo fratello e Angelina, che avevano ballato come pazzi
per tutta la sera, erano ancora seduti ai tavolini. Lui invece andò dritto in
Sala Comune sperando che fosse stato tutto un brutto sogno. Evidentemente
chiedere una nottata tranquilla per dormire e smettere di pensare a una ragazza
che gli aveva ridotto l’autostima a brandelli, era chiedere troppo.
Quella
stessa ragazza era seduta su una poltrona della Sala Comune, gli occhi chiusi,
canticchiando una delle canzoni delle Sorelle Stravagarie, con la stessa aria
sognante che aveva avuto quando l’aveva vista ballare. Il suo cuore saltò
qualche battito. Il suo cervello gli diceva di tirare dritto, andando nel suo
Dormitorio, facendo finta di niente; prima di peggiorare ulteriormente le cose.
Ma il suo cervello gli aveva detto ufficialmente addio da quando aveva visto un’
Hermione bella come non mai abbracciata a Krum. “Allora, passata una bella
serata con Vicky?” Il viso di Hermione si irrigidì: il sorriso era sparito e gli
occhi color nocciola si erano aperti, scoccando un’occhiataccia al ragazzo.
“Attento
a te Ron…” cominciò con una voce che non ammetteva repliche.
“Uhh
attento a che cosa? Al tuo amichetto, giocatore di fama internazionale che
potrebbe assassinarmi nel mio letto?” Decisamente il suo cervello gli aveva
detto addio.
“Bhè,
il mio amichetto, come lo chiami tu, per lo meno ha avuto il coraggio di
invitare una ragazza a ballare e non è rimasto tutta la serata seduto a un
tavolino a far tappezzeria!”
“Sarò
anche rimasto a far tappezzeria, ma non ho ballato tutta la sera con un musone
che è famoso e apprezzato solo perché gioca a Quidditch”
“Bhè,
se non ti va, lo sai qual è la soluzione, eh?” “Ah sì? E qual è?” Urlò, ormai le
orecchie così rosse e calde che ci si poteva cuocere un uovo.
“La
prossima volta che c’è un ballo, invitami prima che lo faccia qualcun altro, e
non come ultima spiaggia!” Detto questo la ragazza, ormai il viso ridotto a una
maschera di rabbia, i capelli tornati al consueto disordine, girò i tacchi e
salì di corsa su per le scale del Dormitorio femminile, lasciandolo
completamente folgorato. Dopo un aver emesso balbettii e suoni inarticolati come
giustificazione per il suo comportamento, salì finalmente le scale del
Dormitorio.
Non si era mai sentito tanto stanco in vita sua. L’aver capito che Hermione era effettivamente una ragazza (“Anche molto carina” aggiunse tra sé e sé) e che, come tale aveva diritto a uscire con ragazzi molto più interessanti e carini di lui l’aveva scioccato. Si tolse il vestito con un moto di rabbia, si mise il pigiama e si infilò a letto, perso nei suoi ragionamenti.“Hei Ron, tutto bene? Come mai così silenzioso?” fece da qualche parte la voce di Harry Potter. “Mmh…nulla tutto a posto…solo stanchezza” “Mah, non mi sembra che tu abbia ballato poi così tanto. Ma dimmi, non è che ce l’hai per caso con Hermione? Era parecchio che non vi vedevo litigare così” “Hermione? Ma dai ti pare? Può fare quello che vuole, con chi vuole e quando vuole. A me non interessa” Il suo miglior amico si girò su un fianco, credendo alla risposta del rosso, e si mise a dormire. Ma il ragazzo invece aveva avuto un’illuminazione. Come aveva capito che Hermione era davvero una ragazza bella e matura, come aveva capito che lui invece non lo era per nulla, capì che sapore aveva una bugia. Il sapore di quattro parole: A me non interessa.