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Autore: ichigo_sakura    06/08/2014    4 recensioni
Salve a tutti! Questa FF parla di, ovviamente, Raf e Sulfus! Già, questa storia racconta di come trascorreranno la nostra coppietta il secondo anno di scuola! Cosa succederà? riusciranno a continuare la loro storia in segreto... oppure il loro amore verrà messo alla prova da qualcosa... o da qualcuno? Ma sopratutto "come" trascorreranno l'anno? Beh, insomma: Nuovo anno, nuovi terreni, nuovi amori e nuova storia!! ^^
(è la mia prima FF su Angel's Friends quindi mi piacerebbe avere tanti pareri, ma siate clementi!! ^//^")
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Raf | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno precedente, in corridoio.
 
Nonostante l’intenzione del professore di dirci, finalmente, quel cazzo che stava succedendo, attese ancora qualche secondo cacciando diverse occhiate alla prof. sperando che le venisse in contro. Cosa che non successe.
-Allora?! Mi sono rotto le palle: parlate o no?- mio fratello picchiava nervosamente il piede sul pavimento, in trepidante attesa della battaglia –Se non vi decidete a dirlo voi, lo farò io!-
In quel preciso istante il vecchietto sembrò rientrare in se stesso e prese parola prima che Akuma potesse andare oltre.
-Ragazzi… questa battaglia va ben oltre Reina- Non capivamo bene quel che volesse dire. Tuttavia, nessuno fece domande, nella speranza che tutti i dubbi fossero chiariti direttamente dal vecchio –Riguarda anche Raf e… sua madre-.
-La madre di Raf?- la voce mi uscii senza che nessuno l’avesse autorizzata.
-Si, Sulfus. È per questo che non abbiamo potuto coinvolgerla: sarebbe stata confusa e i suoi sentimenti avrebbero prevalso sul buon senso…-
-Come avete potuto? È sua madre! Cristo, è da quando ha scoperto di essere nata terrena che non si da pace riguardo a sua madre e voi volete tenerle nascosto ciò che sapete e che probabilmente è pure in pericolo?- sbottai stringendo i pugni. Le mie gambe stavano già per scattare contro il professore per tirargli un pugno. Chi cazzo se ne frega più del V.E.T.O, ora?
Improvvisamente sentii un braccio che mi avvolgeva il collo, mentre una mano mi bloccava le braccia dietro la schiena.
-Calmati, idiota- la voce, seppur flebile, di Akuma venne percepita dal mio orecchio come un ringhio feroce sputato fuori dai denti.
Il Guardian Angel… come diavolo si chiamava? Hem, ah: Alexander, alzò i palmi delle mani, socchiuse gli occhi e in un secondo mi sentii più calmo, quasi impotente di muovere i muscoli, come se mi avessero somministrato un forte sedativo.
 
Fottutissimi poteri da Angel-rammolliti…
 
Pensai cadendo rovinosamente al suolo.
-Sulfus, se non mantieni il controllo metterai in pericolo te stesso e i tuoi compagni, questa non è una missione da prendere sotto gamba!- la Temptel incrociò le braccia e mi cacciò uno sguardo autoritario.
-Si, fratellino! Non vorrei dover portare il tuo cadavere puzzolente fino a Zolfanello City, solo perché tu sei un coglione!- sogghignò Akuma alle mie spalle, mentre mi tarava su di peso…
-Non mi toccare bastar…-
-Professore!- La Guardian Angel, che fino a quel momento se n’era stata zitta in un angolo, chiamò il vecchio, mentre i suoi occhi iniziarono a splendere di una luce iridescente.
-Sta avendo una visione?- Miki cercò di avvicinarsi a lei, ma i professori la trattennero.
-Non esattamente, Miki. Sam non vede il futuro-
-Ci credo: non vede neppure le persone che le stanno davanti!- Cabiria ridacchiò come un’oca, assieme a Kabalè.
-Tacete! Nonostante Sam sia cieca, i suoi poteri le permettono di vedere le intenzioni delle anime con la quale è collegata!- il professore si avvicinò all’angelo e poggiò le mani sulle guance –Sam, cosa sta succedendo?-
-Si stanno spostando… dobbiamo sbrigarci: Angelie è in pericolo…- L’Angel si accasciò al suolo stringendo la testa tra le mani. –Reina vuole collegarsi… - Ansimò la ragazza, come se stesse sopprimendo un dolore troppo forte -lei… procederà questa notte… dopo di che… nulla potrà fermarla…- Sam tirò un urlo così forte e agghiacciante che il suono scheggiò i vetri del corridoio ante stante l’armeria.
-Samantha! Sam…- Gabi cercò di tirare su di peso la ragazza con la fronte imperlata di sudore. Gli occhi erano tornati bianchi e inespressivi come prima –Sam, stai bene? Riesci ad alzarti?-
 
Cascamorto del cazzo.
 
Dopo questa mia breve riflessione su quel bastardo, la ragazza riprese conoscenza e parlò.
-Reina mi ha cacciata dalla sua mente. Si è accorta del collegamento e mi ha spinta via-
-Dannazione! Questo accorcia i tempi: ora che sa che la stavamo braccando farà in modo di anticipare le cose!- la professoressa fece segno ad Alexander di ridarmi il controllo del mio corpo e così fece. Dopo qualche secondo riuscii a reggermi in piedi senza l’ausilio di mio fratello.
-Bene, dobbiamo andare in armeria, lì vi verranno spiegati gli ultimi dettagli- detto questo il prof. spalancò le possenti ali bianche e cominciò a sfrecciare verso un’imponente portone in quercia nera alla fine del corridoio. Noi lo seguimmo.
 
Quando passammo attraverso il portone finemente intagliato, l’oscurità ci pervase. I miei occhi ci misero poco ad ambientarsi alla nuova luce, mentre gli Angel sembravano vagamente spiazzati e in agitazione: non erano abituati alle tenebre.
La prima cosa che notai fu che la stanza non era come le altre della scuola: il pavimento era completamente ricoperto dal parquet color quercia che si estendeva a perdita d’occhio. Sulle pareti non c’era neppure un metro di muro libero, bensì era completamente tappezzato di enormi balestre, sciabole, lance, spade, Alabarde e Katane di ogni forma e misura. Sui lunghi tavoli, anch’essi in legno c’erano, invece, armi più piccole, come frecce ed archi, Shiuriken, Sai, Kodachi, Kunai, Jitte e chi più ne ha più ne metta. Non mi era mai capitato di vedere tante armi in tutta la mia vita, nemmeno nelle armerie illegali di Zolfanello City!
Appese ai manichini ai lati dei tavoli c’erano ogni tipo d armatura mai inventata dall’uomo e costruita con materiali più resistenti e adatti ai sempiterni. Alcune erano ammaccate in alcuni lati, reduci di qualche scontro apocalittico, ma la maggior parte era in buone condizioni.
Ormai, quando io avevo già finito di fare un’analisi critica delle prestazioni di ogni possibile arma, gli Angel si adattarono al buio e iniziarono a bisbigliare stupefatti.
Probabilmente il professore non aveva parlato per tutto quel tempo giusto perché aveva avuto anche lui dei problemi di adattamento.
-Ragazzi! Prestatemi attenzione!- li ammonì la voce roca e stanca del prof. –Bene, quello che vi rimane da sapere è che Reina, desidera collegarsi psicologicamente alla madre di Raf: Angelie-.
-E perché mai dovrebbe volerlo?- Chiese Dolce, cercando a tentoni un punto dove potersi appoggiare. Non si era ancora abituata.
-Si, infatti! È solo una povera Terrena, perché non la vogliono lasciare in pace?- intervenne Miki a dare men forte.
-Perché Angelie non è una terrena!-
-C-cosa? Come… noi credevamo che…- Kabalè boccheggiò come un pesce fuor d’acqua –Ma allora la biondina di là… lei crede…-
-Lasciate che vi spieghi in breve: Angelie era una Angel. La migliore che sia mai esistita, sfortunatamente si innamorò di un famoso ma non del tutto buono alchimista…-
-Malachia!- intervenni. Mi stava davvero snervando: come potevo sopportare di stare acquisendo tutte queste informazioni, mentre il mio amore rimaneva nell’ignoranza?
-Esatto, Sulfus. Purtroppo come voi sapete Sempiterni e umani non possono stare assieme, pensino Angelie lo sapeva-.
-Ma loro… sono stati assieme comunque!- Disse Uriè –Angelie ha intrapreso il sentiero delle metamorfosi?-
-No, Ti sbagli Uriè. Angelie era dotata di uno dei poteri più strabilianti e pericolosi della storia: “La Punizione Divina”. Solo i discendenti diretti delle Alte Sfere hanno diritti a poteri simili!-
-Si, si… ok. Ma in che diavolaccio consiste?- Cabiria inarcò un sopracciglio impaziente, mentre utilizzava la lama di un Kodachi per pulirsi le unghie.
-La Punizione Divina è l’unico potere che permette all’angelo che lo possiede di trasformare in Terreno chi non si merita di essere un Sempiterno. Angelie utilizzò su lei stessa questo potere, rendendosi Terrena e capace di amare un umano. Tuttavia, nonostante la Punizione Divina sia irreversibile, anche se l’Angel diventa lui stesso un Terreno questo particolare potere, essendo ereditario, rimane in possesso dell’ex Angel. Sono stato chiaro?-
-Insomma, anche se Angelie era terrena, aveva comunque il suo potere da Angel?- confermò Gas. Il prof. sembrò tranquillizzarsi, insomma: se l’aveva capita Gas, di sicuro l’avevano capito anche tutti gli altri.
-Esatto-.
-Ma certo! È per questo motivo che la madre di Raf è stata rapita!- Strillò esaltata Dolce, come se avesse avuto una rivelazione –Chiunque avrebbe voluto avere quel potere!-
-Giusto! Sia i Devils che gli Angels cercarono di conquistarlo, in maniera da poter sconfiggere definitivamente la fazione avversaria!-
-Non solo i sempiterni cercarono quel potere, Kabalè- intervenne la Temptel –Anche la Neutra lo bramava e, sfortunatamente fu lei a conquistarlo. Tenne prigioniera Angelie fino al momento opportuno per ottenere il suo potere, renderci tutti quanti Terreni e diventare la padrona assoluta eliminando per sempre il Libero Arbitrio!-
-Quella troia!- tirai in pugno al muro, colpendo in pieno il manico argenteo di una sciabola. Faceva male, ma non me ne preoccupai, il dolore era rimpiazzato dall’odio –Quel mostro sta rovinando la vita di Raf solo per i suoi stupidi piani megalomani!- urlai contro il muro stringendo i denti.
-Sulfus, sappiamo tutti come ti senti. Ci sentiamo così anche noi…- per la prima volta la voce di Uriè fu dolce nei miei confronti e capii perché Raf ci tenesse così tanto a lei. Gli Angel sapevano  come comportarsi con un amico, e nonostante il ragazzo della loro amica fossi io, un Devil, mi trattavano bene. Non potei fare altro che apprezzarne le qualità in quel momento –Ma tirare pugni al muro non risolverà nulla: dobbiamo distruggere la causa del malessere di Raf… e di tutti noi-.
-Ognuno di voi ha il diritto di prendere una sola arma. Mi avete sentito bene, testoline vuote? Una sola- scandii la Temptel con fare acido.
-Perché una? Io le prenderei tutte…- fece Gas lanciandosi su un tavolo e cominciando ad arraffare più armi che le sue grosse e grasse mani riuscivano ad afferrare.
La Temptel aspettò a rispondere, lasciando che sul suo volto affiorasse un ghigno maligno, come se si aspettasse qualcosa da un momento all’altro. Qualche secondo dopo una forte luce arancione avvolse Gas, facendolo volteggiare in aria accompagnato da urla e movimenti convulsi.
-Ecco perché… Queste armi hanno il potere di accrescere del dieci per cento la vostra aura Sempiterna, essendo voi Demoni e Angeli al novanta per cento, non potreste mai sopportare una potenza maggiore del cento per cento. Se la superaste il vostro corpo non la reggerebbe e la spingerebbe fuori causando violenti dolori- spiegò la prof.
-Prof… io l’adoro, ma questo poteva dirmelo prima…- Gas tossiva a terra con i capelli fumanti e bruciacchiati.
-In oltre, sarà l’arma a scegliervi, in base alla vostra affinità con i cinque elementi!- annunciò Gabi.
-E che diavolo vorrebbe dire?- Cabiria poggiò sul tavolo il Kodachi che aveva preso prima, probabilmente impaurita dalle conseguenze.
-Gli elementi sono quattro: Acqua, aria, terra e fuoco. Ognuno di voi ha un’affinità con questi elementi e anche le armi ce l’anno. Se aguzzate la vista, vedrete che tutte sono divise in questi quattro settori…- continuò quello.
-Ok, ma come facciamo a sapere qual è la nostra affinità?- chiese Miki avvicinandosi ad alcune armi di livello Fuoco.
-Questo dovete stabilirlo voi, indagando nelle vostre anime a legando con le vostre introspezioni emotive e caratteriali-.
Seguì un momento di silenzio, tutti chiusero gli occhi, cercando di captare i propri livelli di aura. Tutti tranne me. Io sapevo già benissimo qual era il mio elemento: il Fuoco.
Mi avvicinai ad un pannello con inciso a carboni la targa “FIRE”. La mia attenzione era proiettata su una vecchia sciabola con incisioni in oro sul manico, ma successivamente, una specie di attrazione gravitazionale mi costrinse a prendere tra le mani un enorme alabarda. Il manico nero era molto più corto del normale, ricompensato da una lama lunga almeno un metro e mezzo del colore del sangue rappreso.
Riuscivo a sentirlo. Sentivo il fetido odore del sangue delle vittime che aveva disseminato per il mondo. Sangue che aveva fatto suo per accrescere il suo potere Sempiterno. Sentivo le vene pervase di potere caldo come il fuoco, sentivo di poter incendiare persino un’intera città con la facilità di un respiro. Ero imbattibile.
 
Posizionai l’alabarda nella suo saio, dietro le spalle in maniera tale che non mi desse fastidio durante il volo. Era incredibile, ma nonostante le sue dimensioni, pesava meno di una penna.
Qualche minuto dopo anche gli altri furono pronti:
Cabiria, aveva ripreso in mano quel vecchio Kodachi viola del segno dell’acqua. Kabalè aveva preso un set di Shiuriken da dodici che si identificavano nel segno dell’aria. Gas si diede alla Morningstar della Terra. Miki prese un piccolo pugnale con un dragone di zaffiro inciso sopra del segno dell’acqua. Dolce arco e 15 frecce del segno dell’aria, che mi dava decisamente l’idea di non saper usare… mi sarei dovuto tenere a debita distanza da lei, nel caso avesse avuto l’intenzione di scoccarne una. Mentre Uriè uno Jitte del segno della terra.
 
Eravamo pronti, mi chiedevo solamente cosa ci aspettasse, davvero. Non voglio mentire, avevo paura. Ma, tuttavia non avrei permesso a nessuno di portarmi via da Raf, mai.
 



Ok... non ho più scuse! Trucidatemi se volete: me lo merito!!!! Ho tardato di tantissimo a scrivere questo capitolo, ma la verità è che non ne posso più!! Non della storia, anzi, scrivere è l'unica cosa che se riesco a fare mi tira un po' su... il problema è che sono in crisi di vita, ma non vi voglio annoiare. Sappiate solo che mi dispiace e che ormai siamo agli sgoccioli della storia!!
Un bacione,

ichigo_Sakura



  
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