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Autore: MariePoH    06/08/2014    0 recensioni
"Tu invece che pensi?" chiedo a mia volta e mentalmente incrocio tutto ciò che ho. Per favore prova quello che provo io.
"Io..." mi prendi la mano e la porti al petto "Quando sono vicino a te mi sento così"
Il tuo cuore batte all'impazzata. Ti guardo.
"E sono eccitato" aggiungi.
Genere: Erotico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Io non te lo avrei mai detto. Fosse stato per me avremmo passato una vita insieme, io amandoti, soffrendo in silenzio.
Mi sveglio e ti vedo, là alla finestra in fondo al corridoio. Guardo il cellulare per vedere l'ora (5:27) e vedo un tuo messaggio: "Aiuto!!! Qui è scomodissimo!"; rido fra me e me, scosto le coperte e mi alzo dal letto.
Apparentemente ti faccio paura perchè ti giri di scatto.
"Che ci fai qui? Perchè non dormi?" bisbigli.
Quella era la mia battuta, penso. 
"E tu? Non dormi?"
"Non riesco, è scomodo"
Prendo un respiro profondo, raccolgo un pò di coraggio e ti guardo: "Puoi venire da me se vuoi"
"E tu dove dormi?"
Tossisco per non ridere, mi sembra un orribile film americano dove lo sfigatello non capisce ciò che VERAMENTE gli viene offerto e distrugge tutto con una battuta, ma cerco di rimanere seria
"C'è spazio per due, dai vieni!"
I tuoi occhi diventano più grandi e sembri avere inteso.
"Un secondo" Mi dici e torni nella stanza dove dovevi dormire per prendere le tue cose "Andiamo"
Mi sento in imbarazzo e il cuore inizia a battermi un pò più veloce. Non so come comportarmi ora, è già tanto che sono arrivata a questo punto, anche se ci sono stati dei precedenti fra di noi.
Ci stendiamo entrambe sul letto, io sotto le coperte, tu invece dormi senza.
Mentre io mi faccio piccola piccola e mi spingo verso l'estremità del letto tu con il tuo corpo occupi il resto dello spazio, ma la tua faccia è vicina alla mia.
Ho gli occhi aperti e guardo i tuoi, chiusi, il tuo naso, le tue labbra, la tua barbetta. Sorrido.
Devo sorridere come una beota perchè tu apri gli occhi e chiedi "Che ridi?"
Ma come posso spiegartelo? 
Come posso dirti che sto sorridendo perchè la tua presenza mi rende felice, perchè sento il mio cuore che è indeciso fra lo stare fermo o il battere fino a esplodere (come direbbe Max Pezzali "e il mio cuore si è come fermato, o era fermo prima e ha riiniziato a battere").
Come posso dirti che non riesco a respirare (mi sono scordata come si fa) e quindi ti osservo con il fiato trattenuto e penso che sei bello.
Riapri gli occhi e mi cogli mentre ti sto osservando. Sorrido di nuovo e penso "Mi piaci". Ma non te lo dico. Non lo farei mai.
Il giochetto dura un pò, e alla fine accendiamo la luce e iniziamo a chiacchierare.
Cose da niente all'inizio, poi ci addentriamo in discorsi più intimi. Ad esempio cosa, come e perchè è successo tra noi al mio compleanno (tu sostieni che io ti sia piombata addosso, ma figurati se avessi il coraggio!)
Poi, quando penso che ora posso dormire perchè mi sono un pò calmata mi guardi, serio ma anche leggermente divertito e mi chiedi "Senti, quando quella nostra amica una volta ti faceva pubblicità..."
Non ci credo. Vorrei sprofondare.
Questa nostra "amica" che gli andò a raccontare della mia cotta non appena gliela ebbi confessata. Traditrice.
"..non si è mai saputa fare i fatti suoi" dico per tagliare corto.
Mi guardi e sembri soddisfatto che io non abbia mandato nessuno a fare da Cupido (che poi fra l'altro ha anche fallito miseramente).
Ma ormai il ghiaccio è rotto, tu mi piacevi e questo lo ricordi e lo sai. Ma ora?
"Tu mi piaci" dici.
Il mio mondo si ferma. Ti guardo e penso due cose.
La prima è "Ripeti scusa che ho capito male"
La seconda è "Si ma io che me ne faccio?". Hai una ragazza. Non ha senso dirmi così. Ma tu mi guardi e continui a parlare.
"Si tu mi piaci, perchè tu sai cose che nessuno sa su di me, io sto bene con te, in questo momento non riuscirei a stare senza di te, senza sentirti"
Mi sento morire. Come fai a dire ciò? E la tua ragazza?
Ti guardo senza riuscire a dire niente, cerco solo di capire ciò che mi dici.
Che vuoi bene a lei, ma che vuoi bene anche a me, che ti senti attratto, ma che io purtoppo non sono io, sono la sorella del tuo migliore amico e stare con me sarebbe come stare con lui. Questo mi fa incazzare. 
Io sono io. Non sono "la sorella di..". No. Sono una persona ben definita.
Ma tu continui dicendo che non sai, non puoi prevedere il futuro, con la tua ragazza potresti rompere anche domani, ma non puoi dire se staresti con me oggi, domani o fra un paio di anni-.
Non riesco a fare a meno di pensare che, senza sapere cosa penso davvero tu sembri convinto del fatto che io ci sarò ad aspettarti per sempre. E probabilmente sarà così.
Hai finito il tuo monologo e mi guardi. Sta a me.
Parto dal passato, dicendo che mi piacevi, che molte cose che ho fatto le ho fatte per, o almeno pensando, a te.
Sembri sconvolto. Sei convinto di avermi fatto male, ed è vero, ma non è su questo che voglio soffermarmi in questo momento.
Perchè tu mi hai fatto soffrire, e molto, ma in 4 anni di amore platonico sono cresciuta e mi sono rassegnata; mai accetterò che non ti potrò mai avere, ma non soffro più. Sono felice se tu lo sei. O almeno cerco di esserlo.
Perchè comunque è questo che voglio io dalla vita: vedere le persone a me care felici.
Quindi ti dico che in verità così male non sono stata e passo ad altri aneddoti.
Quando finisco mi fai una semplice domanda, a cui saprei rispondere con esattezza ma alla quale arrossisco e chiedo di passare oltre.-
 "Per quanto tempo è durata la tua scuffia per me?"
Come dire, è in corso. Ma non rispondo.
"Cosa provi in questo momento?" chiedi.
Questa è veramente una domanda difficile, ma stavolta ci provo.
"Battito cardiaco accelerato, sono confusa, non capisco bene cosa stia succedendo, farfalle nello stomaco e sottospecie di strizzotti. Non riesco a avere pensieri chiari perchè mi innervosisce averti a questa minima distanza"
Mi guardi e sorridi. Che sorriso!
"Tu invece che pensi?" chiedo a mia volta e mentalmente incrocio tutto ciò che ho. Per favore prova quello che provo io.
"Io..." mi prendi la mano e la porti al petto "Quando sono vicino a te mi sento così"
Il tuo cuore batte all'impazzata. Ti guardo.
"E sono eccitato" aggiungi.
Mi pare ovvio, sei un maschio.
Ci guardiamo. Questo è un momento davvero imbarazzante.
Ovviamente sei tu a rompere il ghiaccio.-
"E ora cosa pensi?"
Cavolo. Mi pare ovvio. Penso che ti vorrei baciare, che ti vorrei avere. Ti vorrei anche solon accarezzare la guancia.
Cose che in condizioni normali non direi mai a nessuno, ma ormai il danno è fatto.
Abbiamo già chiarito che qualsiasi cosa ci sia fra di noi continuiamo a essere amici, abbiamo un bel rapporto davvero.
Quindi ti guardo, prendo un respirone e tutto il coraggio che mi è rimasto e dico:
"Penso che mi piacerebbe baciarti..." (al che tu ridi e dichiari che sono davvero timida) "ma che so anche come sei stato dopo il mio compleanno" continuo io "male. Ti sentivi in colpa. E non voglio farti sentire di nuovo così"
Mi guardi e farfugli qualcosa del genere che con la tua ragazza siete d'accordo che potete divertirvi anche altrimenti ma io non riesco più a pensare. 
Dici che mi baceresti e chiedi se chiudo la porta.
Mi si stringe la pancia, ma mi alzo, corro in bagno e ingoio un pò di dentifricio, dopodichè torno e chiudo la porta. Mi sento totalmente goffa, insicura e infantile.
Mi siedo sul letto accanto a te e ci guardiamo.
Tu dici qualcosa a proposito di baciare, volersi bene, doversi godere la vita e capisco solo il tuo "Sei d'accordo?"
Non ho la minima idea di cosa hai detto ma annuisco "Si"
"Questa è la risposta che volevo sentire" dici soddisfatto e con mossa abile (non sarà la prima volta che lo fai) mi fai stendere sul mio letto e ti stendi sopra di me.
Ci guardiamo un attimo e poi ci perdiamo uno con l'altra. 
Mi baci e in quel bacio c'è foga e passione e bisogno di essere restituito uguale.
Ci baciamo e tu lentamente inizi a muoverti, e riesco a sentire cosa intendevi con "eccitato" prima, anche attraverso vari strati di vestiti.
Sorrido di nuovo e ci baciamo e il tempo sembra fermarsi.
Tu sei esperto, lo sapevo già. ma si nota bene.
La tua bocca, la tua lingua, sanno esattamente cosa fanno e cosa vogliono. Le parole che mi bisbigli hanno un certo scopo. 
E intanto la tua mano si fa strada verso il basso e poi mi penetri con le dita.
Provo un misto di emozioni, sono eccitata, voglio che continui, e mi fai leggermente male.
Ma tu mi dici di lasciarmi andare e io provo a obbedirti.
Sarà che non sono esperta, ingenua, infantile, ma mi vergogno del mio respiro che si fa affannoso.
"Mi fa male il braccio" dici. E ridiamo.
Ti fermi.
Mi guardi.
"Ma hai le tue cose?"
No, no, no, no, penso. E "No" ti rispondo.
"Ah è vero sei vergine"
Nemmeno quello penso, e prima di riuscire a trattenermi dico "No".
Ti giri di scatto a guardarmi.
Non l'avrei dovuto dire. Tanto nessuno lo saprà, ho pensato.
Non mi soffermo troppo a pensare perchè perdo ancora sangue ma penso solo al non piangere adesso, rovinerebbe tutto.
Tu non chiedi altro e prosegui nel tuo (si lo ammetto: molto buon) lavoro.
Sono quasi le 8 quando, nuovamente seduti, ci guardiamo.
"Ho bisogno di fare colazione" dici.
Ma io non ti voglio far andare e ti bacio. Ora che posso.
E' un bacio dolce e ci metto tutta me stessa. Spero che tu lo senta.
Quando ci alziamo concordiamo che nessuno saprà.
E ora sono seduta qua e spero solo di poterti riavere. Solo una volta. Ti voglio troppo bene. Torna
  
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