06/08/2014
3 recensioniAmnesia.
Sono al parco, seduto sulla stessa panchina di tre anni fa. Quella del nostro primo bacio.
"Sei bellissima" dissi.
Arrostisti, "anche tu". Sorrisi.
Ti baciai perché non resistevo più, volevo baciarti dalla prima volta che ti incontrai nell'aula di letteratura.
Al Lilac non è lo stesso senza te. Ricordo ancora quando ti chiesi di uscire: tu eri seduta al solito tavolo vicino alla finestra.
"Ciao" dissi.
"Ehi, Luke" sorridesti.
"Sta sera ti andrebbe di, Sí, insomma... Uscire con me?" Incrociai le dita dietro la schiena.
"Certo che mi va".
Quella sera andammo al Macy's, il ristorante sulla spiaggia. Tu, lo ricordo come fosse ieri, indossavi un vestitino azzurro e un paio di anfibi neri. Avresti potuto indossare un paio di tacchi ma mi piaceva che tu fossi più bassa di me, lo sapevi anche tu.
Mi dicesti che mi amavi alla festa di compleanno di Michael. Avevi bevuto: le guance arrossate, gli occhi umidi.
"Ciao Lukey!" Avevi la voce più acuta del solito. Reggevi della birra in una mano.
Ero arrabbiato, ti avevo detto di non esagerare.
"Non fare il broncio" mi pizzicasti la guancia. Sorrisi.
"Mi piaci quando sorridi"
Ti voltasti, la birra cadde sulla mia maglietta bianca.
"Scusa" dicesti strofinando sulla macchia che si estese di più sul tessuto.
Non ero arrabbiato, ma tu non lo sapevi.
Mi baciasti.
"Ti amo" poi scoppiasti a ridere "ma lo sai già".
Era vero, lo sapevo.
"Anche io" sussurrai.
Stavamo insieme da un anno e "vieni a vivere con me?" Ti chiesi.
Mi guardasti quasi commossa.
"Io... Sí! Certo!"
Sorrisi.
Poi ricordo il giorno in cui tutto è cambiato.
Avevi un esame all'università. Era andato male. Mi dispiaceva e ti comprai un pupazzetto che reggeva un cuoricino in mano. Li avevo sempre odiati, ma a te piacevano.
"Questo è tuo. Quello è il mio cuore, custodiscilo bene"
Mi guardasti, ti asciugai le lacrime.
Quella notte facemmo l'amore, ma era diverso dal solito. Tu lo sapevi che saresti andata via.
"Ti amerò per sempre" dicesti.
Lo avevi già detto altre volte, ma quella volta suonava come un addio. Non ci feci caso.
Ti accoccolasti al mio petto e io ti strinsi forte.
Il giorno dopo, quando tornai dall'università trovai la tua valigia blu sulla porta di casa. Tu eri in cucina, sulla sedia un altro borsone.
Ti guardai, tu piangevi. Non capivo.
"Vado via."
"Non è vero"
"Mia madre vuole che torni a Portland."
"Non è vero."
"Mi dispiace."
Io già piangevo.
"Non puoi lasciare qui i tuoi sogni, tutto ciò che hai costruito fin ora."
"Non mi servono più i miei sogni." Piangevi più di prima, il mascara era finito sui tuoi zigomi.
"Non puoi lasciare me" piansi.
Afferrasti il borsone, ti avvicinasti a me "scusa". Ti diedi un bacio, tu ricambiasti.
"Tornerai?"
Non rispondesti, non saresti tornata.
Quella notte strinsi il tuo cuscino al petto. Aveva il tuo profumo - Mela, sapone, erbetta, pelle-.
Avrei voluto stringere te, così forte da farti mancare il respiro.
È passato un anno. Sei tornata. Sembri felice. Io non lo sono.
Come puoi essere felice? Come puoi dopo tutto quello che abbiamo
avuto? Come?. Sto piangendo, mi sento ridicolo.
Lui non ti ama come ti ho amata io. Come ti amo ancora io.
Vorrei svegliarmi senza ricordare più nulla. Il sapore delle tue labbra, com'era stringerti e guardarti dormire. Vorrei cancellare le foto che mi mandavi. Sí sono ancora sul mio cellulare. Ma non posso, mi fanno sentire meno solo. Come se fossi qui accanto a me.
Ti amo, tu no.
Hola. "Sei bellissima" dissi.
Arrostisti, "anche tu". Sorrisi.
Ti baciai perché non resistevo più, volevo baciarti dalla prima volta che ti incontrai nell'aula di letteratura.
Al Lilac non è lo stesso senza te. Ricordo ancora quando ti chiesi di uscire: tu eri seduta al solito tavolo vicino alla finestra.
"Ciao" dissi.
"Ehi, Luke" sorridesti.
"Sta sera ti andrebbe di, Sí, insomma... Uscire con me?" Incrociai le dita dietro la schiena.
"Certo che mi va".
Quella sera andammo al Macy's, il ristorante sulla spiaggia. Tu, lo ricordo come fosse ieri, indossavi un vestitino azzurro e un paio di anfibi neri. Avresti potuto indossare un paio di tacchi ma mi piaceva che tu fossi più bassa di me, lo sapevi anche tu.
Mi dicesti che mi amavi alla festa di compleanno di Michael. Avevi bevuto: le guance arrossate, gli occhi umidi.
"Ciao Lukey!" Avevi la voce più acuta del solito. Reggevi della birra in una mano.
Ero arrabbiato, ti avevo detto di non esagerare.
"Non fare il broncio" mi pizzicasti la guancia. Sorrisi.
"Mi piaci quando sorridi"
Ti voltasti, la birra cadde sulla mia maglietta bianca.
"Scusa" dicesti strofinando sulla macchia che si estese di più sul tessuto.
Non ero arrabbiato, ma tu non lo sapevi.
Mi baciasti.
"Ti amo" poi scoppiasti a ridere "ma lo sai già".
Era vero, lo sapevo.
"Anche io" sussurrai.
Stavamo insieme da un anno e "vieni a vivere con me?" Ti chiesi.
Mi guardasti quasi commossa.
"Io... Sí! Certo!"
Sorrisi.
Poi ricordo il giorno in cui tutto è cambiato.
Avevi un esame all'università. Era andato male. Mi dispiaceva e ti comprai un pupazzetto che reggeva un cuoricino in mano. Li avevo sempre odiati, ma a te piacevano.
"Questo è tuo. Quello è il mio cuore, custodiscilo bene"
Mi guardasti, ti asciugai le lacrime.
Quella notte facemmo l'amore, ma era diverso dal solito. Tu lo sapevi che saresti andata via.
"Ti amerò per sempre" dicesti.
Lo avevi già detto altre volte, ma quella volta suonava come un addio. Non ci feci caso.
Ti accoccolasti al mio petto e io ti strinsi forte.
Il giorno dopo, quando tornai dall'università trovai la tua valigia blu sulla porta di casa. Tu eri in cucina, sulla sedia un altro borsone.
Ti guardai, tu piangevi. Non capivo.
"Vado via."
"Non è vero"
"Mia madre vuole che torni a Portland."
"Non è vero."
"Mi dispiace."
Io già piangevo.
"Non puoi lasciare qui i tuoi sogni, tutto ciò che hai costruito fin ora."
"Non mi servono più i miei sogni." Piangevi più di prima, il mascara era finito sui tuoi zigomi.
"Non puoi lasciare me" piansi.
Afferrasti il borsone, ti avvicinasti a me "scusa". Ti diedi un bacio, tu ricambiasti.
"Tornerai?"
Non rispondesti, non saresti tornata.
Quella notte strinsi il tuo cuscino al petto. Aveva il tuo profumo - Mela, sapone, erbetta, pelle-.
Avrei voluto stringere te, così forte da farti mancare il respiro.
È passato un anno. Sei tornata. Sembri felice. Io non lo sono.
Come puoi essere felice? Come puoi dopo tutto quello che abbiamo
avuto? Come?. Sto piangendo, mi sento ridicolo.
Lui non ti ama come ti ho amata io. Come ti amo ancora io.
Vorrei svegliarmi senza ricordare più nulla. Il sapore delle tue labbra, com'era stringerti e guardarti dormire. Vorrei cancellare le foto che mi mandavi. Sí sono ancora sul mio cellulare. Ma non posso, mi fanno sentire meno solo. Come se fossi qui accanto a me.
Ti amo, tu no.
Ho scritto questa OS in un mio momento un po' malinconico e stavo ascoltando Amnesia. Quindi mi è venuta spontanea. Ho usato uno stile diverso dal solito mio stile, ma spero vi piaccia.
Mi lasciate una recensione?
Vi stringo, East.