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Autore: GabrielleWinchester    06/08/2014    4 recensioni
Con la partecipazione delle canzoni "Per tutta la vita" di Noemi e "Mi servirebbe sapere" di Antonio Maggio, i pensieri e le speranze di una ragazza nei confronti di un ragazzo, tra un'atmosfera che sa di dolcezza, una dolcezza che a volte sa di amarezza, di una speranza molto spesso irraggiungibile...Con una piccola battuta comica alla fine per stemperare la tristezza ^_^ Buona lettura :-)
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi "Il tuo sguardo è polvere di caffè amaro...", nel quale vi sono i pensieri e le speranze di una ragazza verso un ragazzo, in un'atmosfera in cui, a volte, la dolcezza sa di amarezza e di speranze molto spesso irraggiungibili, il tutto con l'ausilio di due canzoni "Per tutta la vita" di Noemi e "Mi servirebbe sapere" di Antonio Maggio ^_^ 
Il seguente racconto è dedicato a una persona molto importante per l'autrice.
Ringrazio di cuore tutti coloro che la leggono e la leggeranno, tutti coloro che la recensiscono e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie tra le seguite/ricordate/preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

Il tuo sguardo è polvere di caffè amaro…

“Per tutta la vita andare avanti,
cercare i tuoi occhi negli occhi degli altri..”
Sono i tuoi occhi quelli che cerco tra la folla, tra la gente che ha fretta, tra chi ha il tempo di bere un caffè e mangiare un cornetto, prima di scappare via ed essere inghiottita dalla routine quotidiana.   Tra gente che ormai non sa dare valore a un abbraccio, vittime di una società supertecnologica, una società che chiede troppo e alla fine non sa dare valore alle piccole cose. Tra gente che preferisce troncare un rapporto d’amicizia o d’amore, nascondendosi dietro i tasti di un cellulare, tra parole elettroniche e telefonate che spariscono nell’etere. Mi appoggio al bancone, saluto tutti generalmente, tutti i tuoi colleghi mi salutano, fuorché tu, tu che ti giri di spalle, intenzionato a lavare i piattini delle tazzine.
“Far finta di niente,
far finta che oggi sia un giorno normale”
Già vorrei che sia un giorno normale, vorrei che sia un giorno in cui mi sorridi a cuore pieno, vorrei che mi dicessi “Ciao” come facevi un tempo. Sto per salutarti singolarmente, ma non ho neanche il tempo di aprire la bocca, che tu sparisci, facendo svanire in una bolla di sapone ogni mio tentativo di fare amicizia con te.
E così mi ritrovo a chiacchierare con gli altri tuoi colleghi, i quali mi considerano un’amica e si divertono a punzecchiarmi, togliendomi quella patina di amarezza che mi circonda la mattina, quell’amarezza che prima non provavo quando ti vedevo, anzi provavo quella gioia che non sapevo di avere.
“Che senso di vuoto,
che brutta ferita..”
Già un senso di vuoto, una brutta ferita, il tuo sguardo sfuggevole, il tuo sorriso spento sulle labbra. La tua indifferenza mi fa male, è come un pugnale girato su una ferita recente, e ti assicuro che distorcersi una caviglia fa meno male di un cuore che è speranzoso di una speranza irraggiungibile.
“Trovarsi per caso in un bar del centro e sentirsi speciale”
La prima volta che ho detto il mio nome non ho mai creduto che tu potessi ricordare il mio nome, credendo di essere una semplice cliente. Tanto, mi dicevo, non potrà mai ricordarsi di me, ne vedrà tante di persone, vuoi che si ricordi proprio di me? Poi una mattina di gennaio mi hai sorpresa e lì sono accadute delle scenette comiche, ma anche se le volessi cancellare, non potrei mai farlo perché sono esperienze e ricordi che voglio ricordarmi per tutta la vita.
Ho assaporato e assaporo in questo bar l’atmosfera di famiglia, dietro la schiuma del cappuccino, dietro al sapore dolce del caffè al ginseng…
Qui ho trovato i miei cavalieri di caffè e cioccolato.
Non si cancella l’esperienza.
Anche se sono ricordi che accarezzano il cuore e avvelenano l’anima.
Come un sorso di alcool, il quale prima ti riscalda e dopo ti lascia vuota, con lo sguardo vacuo, una marionetta in balia di un cuore che batte troppo forte nello sterno, i battiti forsennati che fanno da colonna sonora a un silenzio orribile…
Già per tutta la vita!
La conosci la canzone?
Dimmi io conto qualcosa per te, chi sono per te, sono stata qualcuno da prendere in giro, qualcuno importante, per favore svela l’arcano che sta dietro le tue scelte e le tue parole…
Finisco di bere il mio caffè, ti cerco con lo sguardo, non ci sei e mi dirigo verso l’uscita. Alla fine rientri e incrocio i miei occhi nei tuoi, un momento in cui perdersi definitivamente e sperare che la realtà si cristallizzi. Il tuo sguardo è polvere di caffè amaro che io vorrei addolcire con un sorriso che si estende agli occhi o…
“Ti piacerebbe sapere le contromosse utilizzate per lenire le mie pene,
e sopperire finalmente alla tua luce a intermittenza,
per dotarmi di pazienza”
Il problema è che non trovo l’interruttore!

 
  
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