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Autore: noHAMERONnoPARTY    06/08/2014    1 recensioni
E' tutto finito, niente è più come prima. Se solo avesse fatto la scelta più giusta seguendo il cuore e non la testa... Forse si sarebbe salvata...o forse no.
Sta a voi scoprirlo, buona lettura.
Genere: Comico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~                                                                               Non c’è inizio senza fine
 

Ore 14.00. E’ il caos.


Una grande esplosione ha distrutto completamente l’edificio dell’NCIS, un immenso fumo stava ricoprendo tutta la zona, mentre la gente che stava accorrendo, urlava, piangeva, si disperava nel vedere tutte quelle macerie, ma soprattutto, nel vedere i corpi senza vita degli agenti dell’NCIS.
Alcune persone, con difficoltà per i troppi detriti a terra, cercavano di vedere se qualcuno fosse ancora vivo, intanto si sentivano le sirene dell’ambulanza arrivare.
Era una scena straziante, una donna era rannicchiata su un uomo e gli teneva la testa fra le proprio gambe, si sentivano solo i suoi urli e i sui pianti, come se tutti gli altri suoni non ci fossero…

Ore 14.17


La piazza era gremita di persone, tutte accalcate per potere vedere il “nulla”, sì, perché ormai non restava più niente di quel bel edificio, ne rimanevano solo i resti.
Gli inviati televisivi, erano subito accorsi appena ebbero ricevuto la notizia dell’esplosione, chi diceva: “Bomba esplosa all’interno dell’edificio dell’NCIS, una catastrofe, si contano i morti…; Attacco terroristico all’NCIS, si cercano superstiti”…
I soccorsi cercavano di tirare fuori dalle macerie i corpi, erano sempre di più…
Molti dei passanti che erano lì, al momento dell’esplosione, erano gravemente feriti e venivano subito portati all’ospedale.
Ma che ne era della nostra squadra? Gibbs, Ziva, Tony, Abby, McGee, erano anche loro morti?.

In lontananza, di corsa, stavano arrivando tre persone, eccoli, Tony, Ziva e McGee. Appena giunsero lì, non potevano credere a quello che stavano vedendo, avevano gli occhi persi nel vuoto, erano paralizzati, non riuscivano ne a dire ne a fare niente da quanto erano disperati.
 Ziva alla fine crollò, si lasciò cadere a terra in un pianto senza fine, nemmeno Tony e McGee riuscirono  a tirarla su, nel frattempo quest’ultimi si guardavano attorno, si chiedevano dove fossero Gibbs ed Abby, alla fine i due incrociarono lo sguardo, uno sguardo agghiacciante “e se loro fossero…? No, non è possibile” pensavano…
Anche Ziva, mentre si stava rialzando, si domandava dove fossero.
I tre si guardavano, avevano l’aria confusa, non sapevano che fare, in effetti non potevano fare niente, solo pregare che loro fossero ancora vivi.
Ed ecco, che una macchina a tutta velocità si era appena fermata di colpo, proprio dietro i tre agenti, i quali, a causa della brusca frenata, si erano girati per guardare.
Dalla macchina uscì un uomo, vestito elegante, al primo impatto i tre, non lo riconobbero, anzi, lo vedevano appena, a causa del fumo che vi era, ma fu subito chiaro chi fosse,  sì, era Gibbs, stava correndo verso di loro, appena li vide, si fermò davanti a loro e con gran sollievo li abbraccio, come un padre che non vedeva i propri figli da tanto tempo…
McGee si stacco da quel lungo abbraccio e disse a Gibbs :
-Abby è con te?.
A Gibbs gli prese un colpo, deglutì prima di dire:
-N… no, non è venuta con voi?!.
-No! Sapevamo che dovevate andare a pranzo insieme! Dovevate festeggiare il vostro primo anniversario! Dio Gibbs! Perché non è con te!! --McGee era arrabbiato, infuriato, Tony lo afferro, prima che potesse avventarsi su Gibbs--.
Ziva cercò di calmare McGee e gli disse con voce calma e rassicurante:
-Sta calmo Tim, Abby sarà sicuramente uscita, era da tanto tempo che stava chiusa nel suo laboratorio, sarà andata a pranzo da sola, la conosci, magari…
Non aveva neanche finito la frase che Gibbs la interruppe:
-No… Non è uscita, lei… mi aveva detto, prima che me ne andassi, che mi avrebbe aspettato al  laboratorio.
--Gibbs era impassibile, quasi se non fosse più lui--.
-C…cosa?! --Dissero quasi in coro i tre--.
Ma Gibbs non stava ascoltando, avanzava verso le macerie, mentre le figure di Ziva, Tony e McGee pian piano rimpicciolivano. Pensava all’ultima volta che si erano visti, riusciva a vederla nella sua mente e non poteva pensare che lei non ci sarebbe più stata, non l’avrebbe mai più vista, non l’avrebbe mai più toccata, abbracciata, baciata, non riusciva neanche a immaginare una vita senza di lei…
Ad un tratto si fermò e chiuse gli occhi, non riusciva  a piangere da quanto era arrabbiato, sì, era arrabbiato con se stesso, se solo avesse messo da parte per una volta il suo lavoro e avesse pensato all’amore, al suo amore, ad Abby…
Riusciva ancora a vedere quegli ultimi momenti, con lei, come se li stesse ancora vivendo…



…Due ore prima –Laboratorio di Abby—


Abby era nel suo laboratorio, indossava un lungo abito bianco, era bellissima e se n’era accorto Gibbs, che la stava spiando dalla porta, ma Abby da quanto era agitata non l’aveva visto, anzi appena si girava, per l’emozione faceva cadere qualunque oggetto toccasse, Gibbs sorrise e decise di entrare, non voleva che rompesse qualche altra cosa.
Abby si voltò con uno scatto, tanto che fece cadere una provetta, la quale si ruppe.
-Sono un disastro Gibbs, sembra scoppiata una guerra, guarda –indicò il pavimento ed effettivamente c’erano oggetti sparsi e rotti per terra—
Gibbs guardando a terra le rispose:
-Altro che guerra è caduta una bomba atomica qui dentro.
Appena conclusa quella frase scoppiò a ridere, ma si limitò, non voleva metterla, ancora di più in imbarazzo.
Lei lo guardò, fulminando il suo sguardo, gli mise il broncio, nascondendo però un sorriso.
Si avvicinò a lui, senza dire niente, arrossì pian piano si avvicinava a lui, ora i loro corpi si sfioravano. Accorciò i pochi centimetri che li separavano e lo abbracciò, Gibbs ricambiò e la strinse a se ancora più forte e le sussurrò all’orecchio:
-Sei bellissima Abby.
Lei si stacco da quel bel abbraccio, aveva le guance rosse e per l’imbarazzo guardò in basso.
Lui, con una mano, le prese il viso e le accarezzò la guancia, i loro occhi si incrociavano, diceva tutto quello sguardo, gli occhi azzurri di lui e gli occhi verdi di lei sembravano danzassero…
Le loro labbra si stavano quasi per toccare, quando lui si allontanò da lei e le disse:
-Abby… non so come dirtelo… --Gibbs era diventato triste—
-Ecco lo sapevo, ho fatto qualcosa di male, vero? –rispose lei nervosamente—
-No, non hai fatto niente Abby è solo che… mi hanno chiamato  quelli del Pentagono e vogliono che vada da loro per un lavoretto e sai che, se cerco di portarli dalla nostra parte, potrebbe fruttarci un bel compenso, comunque non ho ancora dato la conferma perché prima volevo che lo sapessi…
-Va bene, vai pure –aveva risposto Abby, delusa, era il loro primo anniversario e voleva che fosse tutto perfetto, invece no, ci doveva essere qualcosa di mezzo, sembrava troppo bello—
-Abby… -disse Gibbs mentre lei gli dava le spalle.
Lui le prese un braccio, lei si girò e Gibbs mollo la presa, vedeva che suoi occhi erano diventati lucidi, non sapeva che fare…
Non voleva rinunciare a quel meraviglioso appuntamento, ma come poteva rifiutare la richiesta del pentagono? Forse, se non  fosse stato così attaccato al suo lavoro, avrebbe rifiutato, d'altronde
poteva benissimo mandare un'altra persona, qualificata quanto lui, ma questa possibilità non gli passò neanche per la testa.
Con stupore di Gibbs, Abby sorrise e gli disse:
-Gibbs, vai pure, non preoccuparti, io ti aspetto qui, aspetto che ritorni, così possiamo festeggiare e anche se non è un posto romantico l’importante è che siamo insieme, d'altronde l’attesa aumenta il desiderio no? –Con questa frase i due risero—
Si era risolto tutto, ora Abby era più tranquilla –anche se sotto sotto era ancora un poco triste, aveva organizzato una cosa carina e si era data tanto da fare per lui, ma ormai era andata così, pazienza.
Gibbs prima di andare, tirò fuori dalla tasca della giacca un sacchettino e lo porse ad Abby, lei lo prese e lo guardò con quello sguardo così dolce che fece battere forte il cuore di Gibbs.
 Lo aprì.
Era un ciondolo a forma di cuore, e c’era scritto “i love you”.
-E’ una sciocchezza, lo so, ma sai, non sono molto bravo con queste cose –sembrava imbarazzato ora, Gibbs—
-E’ stupendo, davvero, grazie Gibbs! –Era così felice, che voleva saltellare, ma non voleva rovinare il vestito, così, lo abbraccio  di colpo, tanto che i due, rischiarono di cadere a terra—
Di nuovo il loro sguardo si era incrociato…
-Ti amo –disse Gibbs—
-Oh Gibbs, ti amo anch’io –rispose Abby—
Questa volta mancava davvero poco, perché le loro labbra si potessero toccare, se non fosse stato per Tony che insieme a Ziva e McGee bussarono alla porta.
-Capo, non disturbiamo vero? Noi usciamo ma per qualunque cosa, ci può lo stesso chiamare –disse Tony, senza sapere cosa aveva appena rovinato—
-Tony? Vieni un momento qua –disse Gibbs, mascherando la sua voce per sembrare tranquillo—
Abby sorrise, sapeva cosa stava per ricevere Tony.
-S..si capo? –rispose Tony preoccupato, si era reso conto che avevano sbagliato a bussare, ma ormai era troppo tardi—
Gibbs gli aveva dato il solito scappellotto, anzi questo era più forte rispetto a tutti gli altri.
-Scusa capo –disse quasi dolorante Tony—
Abby, Ziva e McGee scoppiarono a ridere e Tony rispose con un finto sorriso e subito dopo lanciò loro una brutta occhiata.
-Lo portiamo subito via capo –disse Ziva, prendendo con uno strattone il braccio di Tony— glie l’abbiamo detto io e McGee di non disturbarti ma ha voluto fare di testa sua…
-Hey! Non è ve… --non riuscì a finire la frese, Tony, che ricevette un calcio da Ziva—
A questo punto sbuffando, uscì dal laboratorio seguito da Ziva e McGee.
Gibbs sorridendo, guardò l’ora e si accorse che era in ritardo, così si voltò verso Abby le baciò la fronte e corse verso l’uscita, ma si fermò e rivolgendosi a lei le disse:
-Aspettami… io faccio prima che posso, te lo prometto.
-Ti aspetterò certo, ma vedi di muoverti, non ho intenzione di aspettarti per ore –rispose ironicamente—
Riuscì a vedere Gibbs sorridere, prima che sparì…



Ore 14.30


Gibbs aprì gli occhi, non era cambiato niente, si guardava intorno, era in mezzo alle macerie e al fumo. Voleva morire ma ad un tratto uno dei soccorsi grido:
…Donna!! –Gibbs non aveva sentito—
 …Una donna è ancora viva! – Ora aveva sentito le parole “donna” e “viva”, ma ancora non capiva—
 …Portate una barella è viva ma è gravemente ferita! –Aveva sentito bene ora?
Sì, perché si volse dove aveva sentito la voce e vide che l’uomo aveva in braccio una donna, socchiudeva gli occhi per vedere di chi si trattasse, fino a che tutto non fu chiaro.
Ancora delle voci provenire dietro di lui, erano McGee, Tony e Ziva, stavano urlando qualcosa, ma non capiva cosa…
Ab..Abb..Abby!!!
Il cuore di Gibbs si fermò per un secondo, si girò di nuovo verso quella donna, non poteva crederci, forse era…
Non ci pensò due volte e corse verso quella donna. Ora riusciva a vederla, era lei, era Abby!!!
 Abby! Sei viva! –urlò Gibbs, la vedeva, era ferita, perdeva molto sangue dalla testa ma era viva—
I soccorsi la portarono subito in ospedale, non c’era tempo da perdere.
Gibbs, vedendo l’ambulanza allontanarsi si lasciò cadere in ginocchio, aveva le mani tra i capelli, Abby si era salvata, non poteva ancora crederci, ora però doveva andare da lei, doveva starle accanto in questo momento, non l’avrebbe mai e poi mai abbandonata.



3 giorni dopo…


Abby era distesa sul letto dell’ospedale, aveva la fronte bendata e sulla guancia un lungo taglio che però non si vedeva quasi più, Gibbs era li,  accanto a lei, con la testa appoggiata al suo torace mentre le teneva la mano,  giorno e notte era sempre presente, le parlava, le diceva di quanto le mancava e di quanto l’amava, non voleva lasciarla mai da sola, voleva essere lì quando si sarebbe svegliata.
Erano passati anche McGee, Tony e Ziva, quest’ultimi si pizzicavano come al solito, lanciandosi occhiate malefiche ma subito dopo  andavano d’amore e d’accordo. Era così il loro rapporto, un ciclo di amore e odio, anche se ultimamente, dopo quello che era successo, i due erano sempre più legati.
Due ore più tardi, Gibbs, che si era praticamente addormentato sul torace di lei, sentì una mano che gli tirava i capelli e sentiva anche qualcuno chiamare il suo nome, pensava fosse un sogno, invece no, era Abby, che iniziava a sentire il peso della sua testa che gli schiacciava il torace, Gibbs scattò, e vide Abby che si era svegliata
-Grazie Gibbs, ci è voluta tutta per farti svegliare, eri andato in letargo per caso? –disse Abby sorridente mentre si metteva seduta sul letto—
-Abby… --riuscì a dire solo questo Gibbs, i suoi occhi erano lucidi di gioia—
-Sì, ci sono solo io, aspettavi qualcun’altra? –disse ironicamente, guardandosi attorno come per cercare qualcuno—
-Stai zitta  –disse Gibbs sorridendole—
Ora si stava avvicinando a lei e in un secondo la abbracciò, non si staccava più, non voleva staccarsi più, dovette farlo solo per farle riprendere fiato, evidentemente l’aveva stretta troppo forte.
-Andiamo Gibbs, --disse prendendo fiato— non ci vediamo da… bhe da un paio di giorni suppongo…
-Tre –la corresse Gibbs, con quel sorriso così dolce che solo con lei riusciva a farlo vedere, amava sentirla parlare, soprattutto quando non sapeva le cose andando così in confusione—
-Comunque, non mi sembra il caso di stritolarmi così anzi… non è che mi abbracceresti di nuovo? –entrambi risero—
  Gibbs la abbracciò di nuovo facendo attenzione questa volta a non stringerla troppo.
Intanto lui estrasse dai pantaloni un oggetto, era un ciondolo, si stacco da lei e glie lo porse.
-Questo lo avevi ancora tra le mani quando… --non ci doveva pensare, era passato quel brutto momento—
Era il ciondolo che le aveva regalato, era scheggiato, ma ancora intero e si leggevano ancora quelle tre parole “i love you”.
-Oh Gibbs –disse Abby emozionata, guardando prima il ciondolo e poi l’uomo che amava tanto e dai suoi bellissimi occhi verdi scese una lacrima—
Gibbs le si avvicinò, le prese le mani e guardandola negli occhi le disse:
-Ti amo Abby, sei l’amore della mia vita, non potrei vivere senza di te, sei la mia forza, la persona più bella del mondo, sei la luce dei miei occhi, tu mi completi, ti amo...
I loro cuori sembravano  tamburi, battevano sempre più forte…
…Ti dico ti amo non per abitudine, ma perché davvero, sei la persona più importante della mia vita.
I due si stavano dando quel bacio mancato...
…questa volta non ci sarebbero state interruz…
Bussarono alla porta, era Tony.
-Si può entrare?.
-TONY!!! –urlarono in coro Abby e Gibbs—
-Scusatelo deve sempre interrompere qualcosa –disse Ziva che intanto lo aveva strattonato via—
-Non lo faccio mica apposta, ti pare? –rispose Tony con tono sarcastico—
-No no certo…
Le loro voci non si sentivano quasi più.
Forse…questa volta non ci sarebbero state altre interruzioni.
E così fu...
Gibbs, ritornato a guardarla, finalmente la baciò.
Era il bacio più bello che avesse mai dato.

                                                                                                           Fine
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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