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Autore: disasterology    06/08/2014    3 recensioni
Frank Iero pensava di essere l'adolescente medio ossessionato dalla musica. Quando la sua casa bruciò, i suoi genitori perirono nell'incendio, i genitori del suo migliore amico furono abbastanza carini da prenderlo con loro. Due anni dopo la loro amicizia finì bruscamente. Ora è bloccato in una casa dove non è benvenuto e benvoluto. Il venire picchiato e l'essere quasi lasciato a morire di fame lo portano alla depressione. Un giorno, un misterioso ragazzo vestito di nero entra in scena. E' strano, mormora cose a caso sottovoce ed è molto inquietante. Dall'arrivo del nuovo ragazzo, Frank comincia a vedere cose. Casuali lampi di colori gli confondono la testa. Lui sa che il ragazzo ed i colori sono connessi, ma non riesce a spiegarsi come. Presto Frank ed il ragazzo si avvicinano, vicini abbastanza da far scoprire a Frank un oscuro segreto che potrebbe portarlo ad essere ucciso se persone sbagliate lo scoprissero. C'era qualcosa di strano nel sangue di Frank. Apparentemente, non era così normale come credeva di essere.
VERSIONE TRADOTTA DI UNA FANFIC GIA' ESISTENTE, PRESENTE SU WATTPAD. NON E' OPERA MIA, LA TRADUCO SEMPLICEMENTE. Ed ovviamente ho il permesso dell'autrice.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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1. Forza o follia?




E' forza, o follia? Scribacchiai nella mia illeggibile grafia. Buttai giù le parole velocemente per paura che potessi dimenticarle prima che fossero impresse sulla carta. Ho l'abitudine di pensare troppo in fretta perchè le mie dita riescano a scrivere, per questo la mia scrittura è sempre terribile.

Molte persone sceglierebbero la prima opzione. Ora, non gliene faccio una colpa; avrei detto la stessa cosa se non fosse stato per alcuni sfortunati eventi. Sono le persone che realmente guardano nella storia quelle sceglierebbero la seconda delle due, prestando attenzione ai dettagli e guardando in profondità ad ogni cambio di scena. Ma hanno ragione? Non posso esserne sicuro.

Forse vorresti l'opportunità di guardare la storia, vedere quale posizione prendere a riguardo. Puoi soppesare le parole che ti do e poi formulare le tue conclusioni riguardo al racconto. Ricorda però la domanda, forza o follia?

Mi sedetti ingobbito sul mio banco, concentrato nel mio mondo. Un paio di persone mi fissavano, fissavano sempre, ma mi ci ero abituato. Niente di ciò che mi stava attorno riusciva a rompere la mia concentrazione. Né i cretini chiamati compagni di classe, né la donna che cerca di insegnarmi cose che conoscevo da anni, neanche il nuovo studente che si stava sedendo nel mio stesso banco. No, non ero in classe. Fisicamente forse, ma mentalmente.. Ero lontano galassie, bloccato nel mio regno immaginario.

Per capire questo racconto, devi vedere le cose dal punto di vista del protagonista. Da ora vedrai le cose attraverso i suoi occhi. Prova a visualizzare cosa avviene tramite un punto di vista diverso dal tuo. Non essere di parte e ovviamente presta attenzione ai dettagli. Ma non concentrarti troppo sulle piccole cose o perderai di vista il quadro generale. Ce la puoi fare? Eccellente. Iniziamo..

Stavo per iniziare una nuova frase, ma il quaderno e la penna mi vennero strappati dalle mani all'improvviso. Alzai lo sguardo e vidi il volto irritato della mia professoressa di storia. Probabilmente era arrabbiata perché non stavo lavorando al tema che aveva assegnato e semplicemente perché mi odiava. Ora, non avevo problemi con lo scrivere temi, ma disprezzavo totalmente questa donna. Era estremamente nervosa, voleva che tutto fosse formale e come da manuale mentre io preferivo essere creativo e usare la mia immaginazione di tanto in tanto.

"Quante volte te lo devo dire," sospirò lei come se fosse stufa della mia esistenza "di lavorare prima su ciò che è assegnato, Mr. Iero?"

"L'ho già finito." Feci spallucce e strappai il mio quaderno e la mia penna via dalle sue mani.

"In venti minuti."

"Sì, vorrebbe vedere?"

"Sì."

Tirai fuori dal mio quaderno un foglio e glielo porsi. Lo analizzò rapidamente, il suo sguardo sempre più marcato man mano che andava avanti. Dovetti trattenere un ghigno. Non ci avrebbe trovato nulla di sbagliato. Non un errore, nulla. Non per vantarmi ma.. beep beep motherfucker. Sapevo che inglese è ciò che mi riesce meglio, l'unica cosa per cui andavo fiero di me stesso.

"Cosa ne pensa?" Le chiesi, trattenendo a malapena un sorrisetto sulla mia faccia.

"Lavora sulla tua grafia." sputò lei prima di ritornare alla sua cattedra. Alzai gli occhi al cielo, questo è il peggio che sa fare?

Riaprii il mio quaderno alla pagina di prima e rilessi quello che avevo scritto, aggrottando la fronte. Non era decisamente il mio lavoro migliore. Stavo pensando di accartocciarlo e buttarlo via, ma mi fermai. Potrei finirlo dopo.

"Cosa stavi scrivendo?" chiese improvvisamente una voce, facendomi sobbalzare. Non mi ero accorto ci fosse una persona a due passi alla mia destra.

"Umh.. nulla." Dissi, ritirando velocemente il mio quaderno nero nel mio zaino. Non volevo che nessuno vedesse quello a cui stavo lavorando.

"Era qualcosa, ovviamente. Se così non fosse, non staresti cercando di nasconderlo da me". Potevo sentire dalla sua voce che stava sorridendo. Con la coda dell'occhio, riuscii a lanciare uno sguardo al ragazzo misterioso. Aveva nerissimi capelli untuosi che arrivavano appena sopra le sue spalle e occhi castani. Era completamente vestito di nero e aveva addirittura lo smalto sulle unghie. Sembrava il tipo di persona con la quale uscirei.

Lo guardai diffidente. "Cosa te ne importa?" Non mi piace mostrare alle persone i miei lavori privati. Ci sono parecchie cose che non voglio che il mondo sappia di me. Sembrava sempre che stessero invadendo la mia privacy. Cosa che facevano, in un certo senso.

"Semplice curiosità." Mi rivolse un mezzo sorriso. "Mi blocco anche io nel mio mondo quando disegno, non è nulla di male. Quindi, mr. Iero-"

"Frank" Lo interruppi. "Il mio nome è Frank."

"Frank. Mmh." Non sapevo se fosse sarcastico o fosse solo se stesso. "Frank."

"Sì, è il mio nome.." Dissi quasi goffamente. "Non serve consumarlo."

"Scusa." Il ragazzo misterioso rise. Notai che la sua voce si fa più acuta mentre ride. Non in un modo negativo però, ha quel tipo di risata contagiosa che ti fa venire voglia di ridere con lui anche se non c'era niente di divertente. Mi ritrovai quindi a sorridere lievemente, solo un piccolo sorrisino.

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma lui fu più veloce di me.

"E' un nome molto forte, Frank." disse ammiccando.

"..cosa?" Inarcai un sopracciglio.

"Il tuo nome ti si addice, sai." disse, poggiando un gomito sul banco e successivamente poggiando la testa sulla sua mano. Sembrava.. divertito? Non potevo saperlo. Era abbastanza strano, solitamente ero a capire le espressioni delle persone.

"Davvero?

"Sì, davvero." mi fece la linguaccia.

"Tu chi sei?" chiesi cautamente. Questo ragazzo era strano, e non ero sicuro se in modo positivo.

La campanella suonò non appena le parole lasciarono la mia bocca, segnalando che la lezione era finita e che dovevamo trascinarci ad un atra odiosa lezione dove avremmo imparato cose che non ci avrebbero portato da nessuna parte nella vita. Il ragazzo al mio fianco si alzò e si diresse alla porta, ma prima di uscire si voltò verso di me e mi lanciò uno sguardo ambiguo.

"Questo è quanto ti basta sapere su di me, il resto devi scoprirlo." Mi mandò un bacio, per poi andarsene.

...cosa?

Fissai il punto in cui prima c'era lui per vari secondi, davvero confuso. Chi diavolo era quello? E perché cazzo mi ammiccava e mi mandava baci? Era tutto molto strano. Non ho mai interessato nessuno nei dintorni. Non c'era nessuno nella mia vita che potesse essere considerato un amico, solo una manciata di conoscenti.

Cominciai ad iper-analizzare la situazione, i miei pensieri estremamente confusi. Chi era? Da dove veniva? Non lo sapevo. Perché aveva preferito parlarmi invece che stare in silenzio? Stava forse cercando di fare amicizia con me? Dannazione, se lo avessi saputo ci avrei provato. Scommetto di essere sembrato un idiota! Ma di nuovo, metà di quello che aveva detto non aveva senso, quello che aveva detto sul mio "nome forte".

Magari mi stava prendendo in giro...

Mi ha ammiccato tutto il tempo con un espressione divertita. Si è preso gioco di me. Ero il suo divertimento. Non gli importava nulla di me. Non ero nulla per lui.

Doveva essere così. Era la risposta più lociga, comunque. Abbassai la testa sul tavolo emettendo dei lamenti. Ecco che se ne va un'altra opportunità di un'amicizia. Perché mai ho pensato di potuto avere una possibilità? Porto solo delusioni. Nessuno voleva a vere a che fare con le mie stronzate.

Non gliene facevo una colpa.

"Fuori dalla mia classe." ringhiò la mia professoressa di storia. Mi guardai attorno notando che ero l'unico alunno rimasto in classe. Sospirai, prendendo il mio zaino uscendo dalla classe.

"Piccolo gay." riuscii a malapena a sentire la voce della professoressa alle mie spalle. Uh, ironia, stavo pensando esattamente la stessa cosa. Mi voltai e la guardai in volto.

"Stronza, potrei esserlo." la guardai con rabbia. Poi corsi. Non volevo finire in punizione, faceva davvero schifo.

 

***

 

"Frank, cosa non va?" mi chiese la professoressa di scrittura creativa, poggiando una mano sulla mia spalla. Era di gran lunga la mia professoressa preferita. Era giovane e davvero, davvero carina. Em, noi la chiamavamo così. Lei insisteva perché la chiamassimo così. Ogni giorno, quando entravamo, lei ci diceva di scrivere qualsiasi cosa ci passasse per la mente, cosa che adoravo. Era libertà per me.

"Ho solo troppe cose per la mente, tutto qui." Sbadigliai, strofinandomi gli occhi. La mancanza di sonno cominciava a farsi sentire seriamente.

"Non hai scritto niente." Em aggrottò la fronte, indicando il mio foglio bianco. Aveva ragione, non c'è mai stata una volta in cui fossi venuto qui e non avessi scritto niente. Avevo sempre qualcosa da mettere giù.

"Mi spiace, però può prendere qualcos'altro che ho scritto.." Cominciai a strappare un foglio dal mio quaderno, ma lei scosse la testa.

"Perchè non scrivi cosa ti passa per la testa? Mi piacerebbe davvero leggerlo!" mi sorrise. Cercai di ricambiare il sorriso, ma probabilmente il risultato sembrava una smorfia.

"Ne è sicura? Non è qualcosa che solitamente alla gente piace."

"Finché è appropriato alla scuola.. Beh, sai cosa? Dimentica se è opportuno o no. Puoi dirmi qualsiasi cosa tu voglia. Sai che non ti giudicherò, vero Frank?"

"Sì, ma-"

"-ma nulla. Voglio qualcosa da te entro la fine dell'ora. Okay, Frank?"

"Perfetto." concordai. Adoravo Em, cercava sempre di farmi "esprimere i miei sentimenti." Era qualcosa che non facevo mai a scuola, quelle cose erano unicamente per il mio quadernino nero.

"Bene!" esultò lei -dio, deve passare al decaffeinato-, andando poi in fondo alla classe per urlare alle persone che in quest'ora non facevano nulla. Non so però perchè loro non volessero fare nulla, scrivere è fottutamente fantastico.

Ora, pensai mentre prendevo una matita e fissavo il foglio davanti a me, come fa una persona a scrivere che pensa di essere gay senza essere imbarazzante?

 

***

 

Venti minuti dopo, porsi le due pagine ad Em. Sembrò un attimo spaventata quando vide quanto erano pieni -avevo scritto piccolissimo, cercando di far stare tutto in un foglio solo- ma li prese comunque. Dopo neanche due secondi la campanella squillò, quindi presi il mio zaino e lasciai l'inferno. Volevo dire prigione. Volevo dire scuola.

Sulla via di casa, pensavo a cosa avesse pensato Em quando avesse letto il mio tema. Sarebbe stata shockata, inquietata o disgustata? O l'avrebbe accettato, proprio come avrebbe detto che avrebbe fatto?

Dopo tutto, "L'omofobia è gay" non è un titolo che molte persone che conosco adorerebbero.. O almeno così pensavo.

Il giorno dopo lo avrei scoperto, suppongo.










Non sono brava a scrivere questo tipo di cose, damn.
Parto col ricordare che nulla di ciò che è scritto o verrà scritto nei porssimi capitoli è stato ideato da me, bensì è tutta opera di YoungMistress su Wattpad, io col suo permesso la sto solo traducendo, principalmente perchè
anche chi non è in grado di leggere una storia in inglese possa avere il piacere di leggere questa storia che personalmente adoro (mi son coricata alle cinque e mezza di mattina per finirla ok).
Nulla, fatemi sapere se devo continuare la traduzione e grazie se siete arrivati a leggere fino a qui *sends virtual hugs to everyone*

-Eve.

   
 
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