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Autore: Strega_Mogana    11/09/2008    6 recensioni
Ha i suoi occhi.
Non te la ricordano. Non sono vagamente somiglianti.
Sono proprio i suoi.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lily Pictures, Images and Photos



Occhi verdi




Silenzioso cammini nella Foresta Proibita.
Trascini i piedi pesanti sul limaccioso terreno coperto da foglie morte e muschio. Sposti i rami e superi i cespugli spinosi. Alcune grosse spine ti hanno graffiato la pelle attraverso la stoffa dei pantaloni neri. La senti appena bruciare quando sfrega contro il tessuto.
Non ti preoccupi di quello che ti circonda. Hai affrontato mostri peggiori.
Mostri che si insidiano nell’animo umano.
Anche se il tuo animo, di umano, non ha più nulla.
Appoggi la mano al tronco di un albero. Non fai caso alla resina giallastra che rimane appiccicata al palmo.
Ascolti i tuoi rantoli.
Hai quasi corso per arrivare fin lì.
Lontano da tutto. Da tutti.
Da lui.
Non eri preparato a quello che hai visto.
Silente ti aveva avvertito, ma tu vivevi nell’illusione che nulla poteva eguagliare quella cangiante tonalità di verde che amavi.
Poteva somigliarle. Poteva ricordartela. Ma non poteva essere lei.
Ma nel momento in cui hai posato il tuo sguardo su quel ragazzo, il cuore si é lacerato versando quelle lacrime di dolore che tenevi rinchiuse da dieci anni. Lacrime di sangue. Rubini scintillanti che scorrono sul manto nero del tuo cuore ormai corrotto dall’odio per te stesso.
Ha i suoi occhi.
Non te la ricordano. Non sono vagamente somiglianti.
Sono proprio i suoi.
E il suo volto ti ricorda il ragazzo che ti ha fatto odiare te stesso. L’uomo che ti ha portato via tutto. Anche la voglia di vivere.
Gli occhi della donna che ami sul volto dell’uomo che odi.
Quegli occhi verdi che sapevano donarti la pace. Oppure attimi di pura e sublime felicità.
Abbassi le palpebre. Un manto nero oscura il mondo che ti circonda. Ti mordi un labbro.
Non vuoi urlare, non vuoi cedere.
Eppure urlerai e cederai.
Perché quegli occhi ti faranno impazzire. Ti ricorderanno quello che eri. Quello che hai perso. Quello a cui hai rinunciato per un desiderio di superiorità che non ha portato altro che morte. Perché non vedrai lui, ma vedrai lei. La donna che amavi con tutto te stesso.
La tua Lily.
Avanzi ancora. Incurante del pericolo.
Sai che ci sono bestie pericolose, ma non ti interessa.
In fondo al cuore speri che qualcosa possa divorarti per porre fine a questo tormento. Così che possa finire anche il dolore.
Qualcosa si muove alle tue spalle. Non ti volti. Non sussulti. Continui a camminare verso una meta che non conosci. Verso qualcosa che, sai già, non potrà lenire il tuo dolore.
E mentre cammini senti la sua voce. Quando eravate bambini e sognavate un grande futuro. Ricordi la sua mano, piccola e tremante, che stringeva il tuo braccio durante lo smistamento. Ricordi ancora i suoi occhi lucidi mentre prendevate posto in due tavoli diversi. Le lacrime trattenute che rendevano quel verde più chiaro. Più profondo. Quelle lacrime che hanno segnato la fine di un percorso che avevate fatto insieme. L’inizio della tua vita solitaria. Lontana da quegli occhi verdi.
Ti fermi. La vegetazione é troppo folta; non riesci a proseguire. Avresti dovuto prendere il sentiero, ma eri così concentrato su quegli occhi che non ti interessava quale strada intraprendere.
Voi solo scappare.
Scappare dal suo ricordo. Da tutto quello che ti fa sentire sporco. Vigliacco.
Da quegli occhi verdi che ti scrutavano dentro.
Quegli occhi che hai deciso di dimenticare, di cancellare dalla tua memoria. Sperando così che anche il dolore potesse essere dimenticato.
Ma non si può dimenticare il luogo dove risiede il proprio cuore. E il tuo é proprio lì. In quella pozza verde piena di vita. In quello sguardo sorridente e luminoso.
E’ in quel luogo di pace che risiede il tuo cuore avvizzito dall’odio e dalla paura.
Perché, in fondo, hai paura.
Di quello che sei diventato. In quello che sarai costretto a fare quando arriverà il momento.
Perché sai che arriverà.
Presto. Troppo presto.
Appoggi la fronte ad un albero, la corteccia si é staccata in più punti, come se qualcuno, o qualcosa, l’avesse strappata via. I segni assomigliano ad artigli sottili.
Sospiri. Il profumo pungente della resina e della pianta ti solletica il naso.
La disperazione ti colpisce, come quella notte di dieci anni fa.
Quando la luce della vita ha abbandonato la donna che amavi.
Alzi lo sguardo e incontri il profilo di Hogwarts.
Anche lui l’hai amato e odiato.
Proprio come quegli occhi verdi.
- Scappi, Severus?
Non rispondi. Resti fermo a fissare il castello.
- Non é la soluzione al tuo problema. –la voce é pacata, ma noti ugualmente un velo di compassione.
E tu non vuoi la compassione di nessuno.
- Non c’é soluzione al mio problema. – rispondi con una nota amara nella voce.
Sei perduto. Lo sei sempre stato.
Perduto nel mare nero del tuo cuore. O di quello che ne resta.
Non risponde, si avvicina a te. Sapevi che ti stava seguendo. Ha osservato ogni tua mossa. Osserva sempre ogni tua mossa.
Ti volti a fissarlo. I suoi occhi celesti brillano in questa notte senza stelle.
- Non dimentico le mie promesse, Silente. – dici in modo brusco percependo i suoi pensieri dietro quelle iridi azzurre – Se non si fida può sempre marcarmi una fenice sul braccio. – ti volti di nuovo verso il castello, le nuvole si sono leggermente diradate facendo filtrare qualche raggio argentato di luna - C’é ancora spazio. – sibili contrariato, adirato con te stesso per la tua debolezza.
La sua mano si posa sulla tua spalla. La stretta é forte, sprigiona calore.
- Mi fido di te.
Chiudi di nuovo gli occhi. La sua fiducia é una benedizione e una dannazione nello stesso momento.
Stai giocando col fuoco. Presto ti brucerai.
- Combinerà guai.
La mano stringe con maggiore intensità la tua spalla.
- Tienilo d’occhio.
Annuisci. Silente abbassa la mano. Lo senti allontanarsi, ma tu non ti muovi.
Resti fermo ad osservare l’ombra scura del maniero.
- Ti odierò Potter. – sibili nella notte – Ti odierò come ho odiato tuo padre. – i suoi occhi verdi tornano alla luce facendo versare altre lacrime di dolore dal tuo cuore - E ti proteggerò come non ho saputo fare con tua madre.


Fine
   
 
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