Anche i
Serpeverde hanno un cuore…
non considerano
quasi mai quelli
altrui, però!
La
sveglia
suona alle sette, puntuale come sempre. Sento Liam Greydan borbottare
qualcosa
di simile a “se per una volta arriviamo in ritardo di cinque
minuti…”; poi il brontolio
si perde nella stanza, mentre mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Busso
due
volte, nessuno mi risponde, lo scroscio ben udibile
dell’acqua rende chiaro che
dovrò aspettare il mio turno. Clayton Juyt
rimarrà nella doccia per almeno
altri cinque, sei minuti quindi mi faccio forza e sospiro. Non ho
scusanti:
toccherà a me buttare giù dal letto quello
sfaticato.
Ghigno,
avvicinandomi al giaciglio di Liam: il mio compagno è
tornato nel mondo dei
sogni e non fa cenno di stare per svegliarsi. Faccio una smorfia, fin
troppo
drammatica, nel vedere come si sia arrotolato tra le lenzuola, neanche
vi
avesse combattuto con uno Schiopodo Sparacoda. Ci sarebbe sangue sparso
ovunque se
così fosse stato! Prendo il lembo destro
della coperta, quello che sporge un pochino di più rispetto
all’altro e faccio
una leggera pressione. La forza di gravità viene in mio
aiuto e Liam si ritrova
a sbattere la testa sul parquet del pavimento. Lo sento gemere di
dolore,
mentre si alza e mi fulmina. Ricambio con un sorriso da angioletto sul
volto.
“Sei
un tale
stronzo, William.” Sibila, passandosi una mano fra i capelli
castani.
Ho
solo il
tempo di aprire la bocca per rispondere, che un’altra voce si
fa sentire: “Se
imparassi a sentire la sveglia, non dovremmo essere le tue balie,
Liam.”
Scambio un sorriso complice con Clay, mentre mi dirigo nel bagno. Lo
squadro
velocemente da capo a piedi mentre chiudo la porta alle mie spalle. Un
misero
asciugamano! Ecco tutto ciò con cui si è coperto.
Eppure lo sa! Comincio a
pensare che lo faccia per provocarmi o… forse per far
infuriare Liam, che non
sopporta che le altre persone abbiano così poco pudore.
Non
ho il
tempo di svestirmi del tutto, che le grida di Greydan si espandono per
la
stanza.
“Non
sei
nella tua suite nella villa della tua famiglia, Juyt! Potresti
attenerti alla
più elementari regole di convivenza, almeno!”
Entro nella doccia, facendo
spallucce e quindi non registro la risposta di Clay. Dei suoni
indistinti
provengono dall’altra parte del muro, mentre mi rilasso sotto
il getto di acqua
calda.
Esco
dalla
doccia dopo cinque minuti esatti e fisso la mia figura nello specchio;
la
superficie di vetro mi restituisce l’immagine di un ragazzo
di sedici anni, dai
capelli scuri, lisci, lunghi fino alle orecchie, gli occhi blu chiaro e
un sorriso
sghembo, che molti definirebbero maligno ma che atro non è
che la mia
espressione naturale.
Negli
anni,
mi hanno definito in molti modi, pochi lusinghieri: i parenti alla
lontana mi
considerano un male necessario perché la dinastia della
famiglia continui, la
mia famiglia mi vede come un estraneo nella maggior parte dei casi
perché non
amo la beneficenza, i draghi da salvare e le creature magiche indifese
da
curare. Credo di aver causato io l’infarto a mio nonno,
Lawrence Vegaly,
quando gli ho annunciato di essere stato smistato a Serpeverde; il suo
cuore
debole di Corvonero non ha retto nel sapere che il suo unico nipote
fosse
“malvagio”, anche solo un po’.
“Una serpe in seno alla mia famiglia.” Ha
singhiozzato affranto, un attimo prima di cadere a terra. Non ho potuto
trattenere un riso maligno, degno del mio cugino di settimo grado,
Scorpius.
Fino ad allora, non ero neanche consapevole di poter riprodurre alla
perfezione
il ghigno made-in-Malfoy, forse perfino con una punta di
malignità in più come
affermò due anni dopo sua madre dopo avermi conosciuto
durante una rimpatriata
davvero poco proficua. Erano volate sedie millenarie, arazzi fatti a
mano e
lampadari di cristallo da ambe le parti per decretare quale casata
fosse più
degna per i discendenti di una stessa dinastia. Mi ricordo di essermi
seduto su
un divano, sbadigliando, mentre mia madre scoppiava in lacrime,
sperando ancora
in una riunione di pace. Mi ero ritrovato accanto Astoria che scuoteva
la
testa, adocchiando il figlio quindicenne, seduto sulla scalinata, che
chiacchierava con l’ex- marito, senza curarsi di fermare il
putiferio che lui
stesso aveva generato con una semplice domanda sulla casata dei
Corvonero.
Sembrava triste per diversi motivi e sospirava a più
riprese, girando la fede
nuziale che ancora portava all’anulare. Non aveva scelto lei
di lasciare Draco,
questo lo sapevo da anni, però non pensavo che rimuginasse
ancora sulla
faccenda. “Quello che mi manca di più è
avere Scorpius con me.” Aveva
sussurrato greve, rendendosi conto del mio sguardo, poi aveva accennato
un
sorriso, aspettandosi compassione. In quel momento, il mio sorrisetto
malvagio
era comparso e lei aveva abbassato il capo. “Saresti un degno
Malfoy… forse
persino peggio di loro in alcuni frangenti.” Poi si era
alzata, scomparendo tra
la folla concitata, composta dai miei parenti. Era da tanto che
qualcuno non mi
stupiva a quel modo.
Strizzo
gli
occhi, riprendendomi da quei pensieri inutili e sorrido sincero al me
stesso
riflesso. Soddisfatto di me stesso, tutto sommato.
Mi
controllo
velocemente, guardando attentamente le mie sopracciglia. Ho un
ossessione,
anche se non lo ammetterò mai! Non esco dal bagno fino a che
non sono
impeccabili! Ha sicuramente a che vedere con mio cugino Fitzroy e il
suo
mono-sopracciglio, a causa del quale mia zia Violet lo prendeva sempre
in giro,
quando eravamo bambini. Mi sono chiesto più volte come
potesse una madre prendere
per i fondelli la sua prole. Aiutarlo non sarebbe stato più
vantaggioso? Per
buona sorte, i miei genitori sono buoni, i migliori che mi potessero
capitare,
nonostante siano dei Purosangue, non sono freddi e calcolatori e, oltre
ogni
cosa che desiderassi o ordinassi, da loro ho avuto anche
l’amore. Liam ha
affermato diverse volte che devo essere stato adottato,
perché il maligno non
può nascere dal bene puro. So che scherza, ma devo dire che
se un giorno mi
arrivasse una lettera che spiega che non ho geni in comune con Lionell
e
Marianne Vegaly non mi stupirei più di tanto. Sono
così diverso da loro.
Prendo
un
asciugamano per frizionarmi i capelli bagnati, mentre sento ancora gli
altri
due litigare. Sbuffo sonoramente, sapendo che quando uscirò,
si avventeranno su
di me, pretendendo di avermi dalla loro parte. Come al solito,
sarò neutrale
per i primi minuti, facendo finta che non esistano e preparandomi per
la
giornata; una volta vestito, sull’uscio della porta, mi
fermerò un attimo prima
di uscire e darò ragione a Clay come sempre, solo per vedere
la faccia
imbronciata di Liam, che per mia fortuna mi vuole bene qualunque cosa
io gli
faccia, e me andrò sorridendo con la risata di Juyt ancora
nelle orecchie.
Mi
rimetto i
boxer e la maglia del pigiama, giusto per non essere aggredito
anch’io dal
pudico Liam e abbasso la maniglia.
“Dico
sul
serio, devi piantarla, Juyt! Non per me, ma per Will! Sei un idiota o
ti
diverti a farlo sentire in imbarazzo?!” Mi fermò
di botto, inchiodandomi sul
posto alle parole di Liam, incapace persino di respirare.
“Io
non
piaccio a Vegaly.” risponde Clay serio, con un tono monocorde
e disinteressato
che mi fa rabbrividire.
“Allora
sei
proprio scemo.” replica Liam, per la prima volta
dall’inizio della discussione,
la sua voce è calma, sincera. “Anzi, no. Devi
essere cieco. Non si tratta del
fatto che sia attratto dai ragazzi, non l’ha mai
nascosto… ma di come ti
guarda, di come i suoi occhi si illuminano ogni volta che entri in una
stanza e
si spengono il momento dopo, quando si poggiano sulla ragazzetta di
turno,
appigliata al tuo braccio,che sicuramente
finirà nel tuo letto.”
Stai zitto, Liam! Penso. Smettila,
lui non capisce, lui non deve
capire!
Poi
sento
una lacrima bagnarmi la guancia, quando Clayton scoppia a ridere.
“Povero
ingenuo, che cosa sta aspettando? Io non sarò mai come lui,
quindi è meglio che
si tolga di testa anche solo l’idea d---“
“Voglio
che
te ne vai!” La frase di Clay viene interrotta da Liam, mi
sembra quasi di
vedere i suoi occhi neri come il petrolio, incenerirlo.
“Cosa?!
Tu
non puoi decidere.”
“Chiedi
di
essere spostato di camera, oggi stesso! Ti uccido nel sonno, Juyt, se
non lo
fai! Non hai il diritto di dargli dell’ingenuo, non hai il
diritto di prenderti
gioco di lui… William è una brava persona,
è un buon amico, è mio amico. Tu! Tu
non dovresti neppure osare guardarlo!” A quel punto apro la
porta, ormai in
lacrime, fa un leggero rumore quando la maniglia argentata sfiora il
muro
bianco.
Si
voltano
simultaneamente, con espressioni diverse in viso: Liam sembra davvero
triste,
so che lo è, Clayton fa una smorfia a metà tra lo
stupore e il disgusto, poi
esce dalla camera, biascicando un “me ne vado,
stasera.”
Rimaniamo
a
fissarci per un tempo lunghissimo, Liam ed io, incapace di dir nulla,
io, non
trovando le parole adatte, lui. Poi si muove verso la porta, la chiude
a
chiave, prende la sua bacchetta e la sigilla ulteriormente. Con un
altro colpo,
tira su il lenzuolo del suo letto, prende gli scacchi magici e prepara
il piano
di gioco.
“Vieni,
Will! Dimostrami quanto faccio pena nel gioco in cui tu sei un
campione.” Mi
sorride e mi fa cenno di sedermi di fronte
lui. Annuisco, piano. Non ha idea di quanto gliene sia
grato e gli
voglia bene in questo momento.
***
Nessuno
è
venuto a bussare alla nostra porta, durante la giornata. Non siamo
andati a
lezione, ma i professori sembrano non averci fatto caso.
Dovrò
ringraziarmi Scorpius, anche se odio farlo…
pretenderà che faccia qualcosa per
lui, in cambio, ma avevo bisogno di stare solo, con Liam:
l’unica persona che
mi capisce, che c’è sempre. Ci ha pensato lui a
scrivere una lettera a mio
cugino per avvertirlo della nostra assenza, già immagino
quale orribile
malattia abbia propinato agli insegnanti per giustificarsi, qualcosa
simile al
Vaiolo di Drago, ma che passa più in fretta. Ora, chiunque
avrà paura anche
solo di sfiorarci ed esserne contagiato; l’idea non mi
dispiace più di tanto in
fondo; non sopporterei l’ennesima ragazzina del Quarto Anno
che sembra non
voler credere alle voci che girano su di me o alla ventesima avance di
Waytt
Sharped, che non vuole capire che il 13 settembre non si
ripeterà più,
nonostante tenti all’infinito. Certo, l’idea che
anche tutti gli altri membri
della casata mi scanseranno per giorni non è delle migliori
ma… vi sono sempre
delle conseguenze quando si chiede l’aiuto di un Serpeverde e
peggio ancora se
a donartelo è un Malfoy!
Muovo
l’alfiere sulla scacchiera e questo distrugge il pedone di
Liam, che se la ride
sotto i baffi.
“Non
capisco
perché continuo a provare?” chiede più
a me che a se stesso, guardandomi
sbilenco. “Tanto non vincerò mai! Sei troppo
bravo! Il miglior scacchista in
assoluto!”
Sorrido,
consapevole che, in una situazione normale, tutti questi bei
complimenti
sarebbero orribili insulti e questo mi chiude lo stomaco. Non mi piace
che Liam
non riesca a comportarsi come sempre per paura di farmi sentire peggio.
Vorrei
il mio amico di sempre, vederlo così, mentre sbircia ogni
mia reazione con un
cipiglio preoccupato, che non riesce a nascondere, mi fa rendere conto
di
quanto io debba sembrare giù di corda.
“Basta…”
sussurro, mettendo via i pezzi, sotto il suo sguardo triste,
stupito…
preoccupato. Mi metto in piedi solo per un attimo e poi mi lascio
cadere sul
letto di Liam con un tonfo. Sento le lacrime premere di nuovo sulle mie
palpebre e un singhiozzo farsi strada nella mia gola, dalle corde
vocali sino
alle labbra. Non riesco a trattenerlo. Le braccia di Liam mi circondano
nel
momento esatto in cui lo lascio uscire.
Io non sono così, non sono
debole. Non mostro le mie
emozioni tanto facilmente, ma con Liam è diverso…
non mi vergogno a essere
umano quando sono con lui.
***
Alla fine, Clayton ha cambiato camera
sul serio e io non
riesco a esserne felice, nonostante tutto.
Sono passate due settimane e Liam
dice che è normale, che se
fosse così semplice farsi passare delle infatuazioni della
portata della mia,
il mondo sarebbe un posto migliore, la gente soffrirebbe molto meno.
Stiamo passeggiando tranquillamente
per il parco della
scuola, è sabato e la maggior parte degli studenti
è andata a vedere
l’amichevole tra i Corvonero e i Grifondoro, francamente non
me ne importa granché!
Seguo a stento le partite della mia casata sostanzialmente per due
semplici motivi:
il primo consiste nel fatto che mio cugino mi squarcerebbe vivo se non
tifassi
per lui e “la sua straordinaria tecnica di
cacciatore”, per citare la sua
ultima fidanzata che, per mala sorte, mi sono trovato vicino durante
l’ultima
partita e che lo elogiava ogni attimo; la seconda ragione è
meno pericolosa:
Liam, a lui piace davvero molto questo sport e ha giocato in squadra,
nel ruolo
di portiere, fino a metà dell’anno
scorso… il caso ha voluto che, durante la
partita contro i Grifondoro, un bolide colpisse in pieno la sua gamba
sinistra
e deve ancora riprendersi dal brutto infortunio subito. Spero davvero
che possa
giocare il prossimo anno, sarebbe il penultimo ad Hogwarts e, senza
Scorpius in
squadra, potrebbe anche diventare il nuovo capitano.
Emetto un lamento e Liam si gira,
scrutandomi alla ricerca
di una risposta. Alzo un sopracciglio e rispondo: “Scorp mi
ha scritto un
lettera, poche parole che avrei preferito non ricevere
affatto…”
Liam sorride. “Dovevi
aspettartelo! Sai che se ti fa un
favore, si aspetta sempre che lo aiuterai nel momento del bisogno.
Considerati
fortunato! Ci ha messo due settimane a decidere che cosa dovrai fare
per lui.”
Mi poggia una mano sulla spalla e io mi lascio scivolare lungo
l’albero che si
trova dietro di me.
“E ho capito il
perché!” esclamo. “Neanche impegnandosi
potrebbe chiedermi di peggio.”
Liam sembra stupito, mentre si siede
vicino a me e attende
che io mi spieghi meglio.
“Sharped.”
Sputò fuori, con fare davvero poco elegante e per
niente consono al mio lignaggio.
“Sì,
è uno del gruppo di Scorpius, me lo ricordo: alto,
bruno, abbastanza muscoloso con il tatuaggio sulla spal-“ Si
ferma a metà
frase, incontrando la mia espressione più eloquente da so benissimo come è fatto, meglio di te!
Poi il suo sguardo si illumina e
scoppia a ridere, una
risata sguaiata che mi fa pensare che sono proprio messo male ad avere
un
migliore amico del genere, che ride delle mie disgrazie.
Non si è ancora ripreso
del tutto, quando continua a
parlare: “Non è quello che ti sei fatto a
settembre… no, no… aspetta! Siete
andati ben oltre! Sì, me lo ricordo, mi sono preoccupato
tanto quando non sei
tornato per tutta la notte.” Mi lancia uno sguardo tra il
malevolo e il
malizioso, a cui rispondo con un’occhiata omicida, degna
dell’Oscuro Signore.
“E ora lui ti pedina, sì sì! Proprio
lui!” annuisce, vigorosamente, poi
finalmente arriva al punto, alla domanda fatidica. “Che cosa
vuole che faccia
Scorpius, scusa? Mica può obbligarti ad andarci a
letto!”
Gonfio le guance in
un’espressione che, lo so, mi fa
sembrare un bambino capriccioso e rispondo:
“Obbligarmi no!
Però, non mi piace avere debiti, non con lui,
soprattutto! E si inventerà qualcosa di peggio, qualcosa di
orribile, anche se
non lo dice, l’ho capito! Non è da lui cercare di
convincere la gente e,
invece, in quelle poche righe, cercava quasi di… farmi
provare compassione per
Waytt.”
“Uh, siamo passati al nome,
persino!” gongola Liam; gli
assesto uno scappellotto, senza fermare il mio monologo.
“Dice che il suo amico
è giù di corda, che non fa altro che pensare e
parlare di me, crede che sia
proprio innamorato e vuole… si, insomma, mi chiede se,
gentilmente, io possa
concedergli un’ultima notte e poi spiegargli la
verità.”
Liam rimane zitto per alcuni minuti
come basito, guardandomi
serio. Temo quasi che non voglia parlarmi più e sto per
chiedere scusa senza un
motivo valido, solo per sentirlo parlare; quando scuote la testa e,
finalmente,
dice: “Non dovresti, almeno che tu non voglia divertirti con
quel ragazzo…
Scorpius non si rende conto che potrebbe soffrire, non sta pensando ai
sentimenti del suo amico, ma solo a come liberarsi delle sue lamentele
su di
te.”
Annuisco, dandogli mentalmente
ragione, ma poi rispondo
tutt’altro: “Lo farò,
comunque… mi ero divertito, mi era piaciuto e chi
può
dire che io non l’abbia giudicato male, forse potrebbe
nascere qualcosa… tra me
e lui!” Il ghigno che cresce sulle mie labbra non piace a
Liam, glielo leggo
negli occhi, ma io ho già deciso. Voglio togliermi dalla
mente Clayton Juyt,
senza massacrarlo come ha proposto Scorp quando ha saputo
dell’accaduto, e non
mi importa se ci andrà di mezzo un ragazzo innocente, dopo
tutto anche Waytt
non avrà di che lamentarsi.