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Autore: elise_writer    07/08/2014    0 recensioni
Luke Hemmings le si paró di fronte, mordendosi il labbro inferiore com'era solito fare.
«Cosa desideri, Luke?»chiese Echo, che non si aspettava di trovare proprio lui alla sua porta.
«Volevo invitare Calum alla festa di stasera. É solo per i nostri amici. Se vuoi, vieni anche tu.»
Cosí scomparí dalla sua vista, senza neanche salutarla.
C'era qualcosa in quel ragazzo che la inquietava.
Sapeva piú di quanto diceva, di questo Echo ne era convinta.
Prometteva d'essere bello e doloroso.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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S e c r e t s



Erano stati scoperti e, dannazione, non erano invicibili come avevano sempre creduto di essere. Forti, furbi, intelligenti, non erano aggettivi che gli sarebbero mai potuti appartenere. Le sirene della polizia sembravano lontanissime, nonostante fossero appena fuori dall'edificio. Michael si era giá rifugiato nel loro appartamento, ma Ashton e Luke erano ancora nei corridoi, insieme alla marea di studenti che scappava.
«Cazzo, Ashton, sbrigati!»esclamó Luke, voltandosi verso il riccio. Tutto avvenne al rallentatore, mentre il biondo ancora correva. Ashton cadde a terra, sbattendo pesantemente la testa contro il pavimento.
Luke si fermó, indeciso: avrebbe tradito il suo migliore amico scappando?Ne valeva della sua fedina penale, un altro arresto e sarebbe finito dentro.
La polizia si avvicinava.
Le sirene erano sempre piú vicine.
Scusa, mormoró Luke, prima di scappare.

 

 

 


Il campanello di casa distrasse Echo dai suoi pensieri. Si diresse alla porta e, come si aspettava, ad attenderla c'era Calum. Il moro non era sorridente come sempre, anzi sembrava doverle dire qualcosa di grave, che le avrebbe cambiato la vita per sempre.
Echo sapeva giá di cosa parlasse e, dopo che Calum annuí senza aver detto una parola, prese la giacca dall'appendiabiti e si chiuse la porta alle spalle.
«Non posso piú stare qui, a Melbourne. Non dopo oggi.»disse all'amico, sedendosi sull'altalena, in giaridno.
Calum annuí, guardandosi la punta delle vans nere, ormai tendendi al marrone. «Immaginavo una risposta simile. Neanche io starei qui sapendo che un ragazzo con la mia faccia si aggira nei pressi di Sydney.»
Echo si portó le mani ai capelli, come faceva sempre quando era nervosa. Aspettava quel momento da quando aveva trovato la foto di sua madre con due neonati in braccio. Aspettava che Calum gli confermasse ció che giá lei sospettava fosse vero: aveva un gemello.
«Come hai fatto a scoprirlo?»gli chiese la bionda.
«Segreti del mestiere.»disse Calum con l'intento di farla ridere. Echo sorrise, ma era giá un piccolo miglioramento.«Cosa hai intenzione di fare, adesso, con i tuoi?»
«Li affronteró, non posso restare con le mani in mano, capisci?»
Non si aspettava che Samantha, la nuova compagna di suo padre, potesse capire. Ma suo padre le doveva qualcosa che andava oltre la comprensione: suo padre le doveva la veritá e , in seguito, qualcunque decisione Echo avesse preso, lui avrebbe dovuto accettarla.
Qualunque cose fosse successa, peró, la ragazza era contenta che suo fratello fosse stato dato in adozione da neonato: sua madre non era stata una buona madre e la loro famiglia si era sfasciata quando nelle loro vite era entrata Samantha, la segretaria del padre. Sua madre, in seguito, era scomparsa, lasciandola col nuovo nucleo familiare.
Echo si auguró che il suo gemello, dovunque si trovasse, fosse stato affidato ad una famiglia migliore.
Quando suo padre entró nel giardino -ventiquattrore nella mano destra e Samanha a seguirlo- Echo non si trattenne e gli si scaglió addosso, arrivandogli a pochi centimetri dal volto.
Calum fece per fermarla, ma, da un lato, voleva che la sua migliore amica si sfogasse. Che sapesse la veritá dal padre e non da qualche stupido
investigatore privato.
«Come hai potuto?»ringhió Echo.
L'umo guardó prima sua figlia epoi Calum, cercando di capire cosa fosse successo.«Come ho potuto fare cosa?»
La bionda si mise una mano nella tasca posteriore dei jeans e ne estrasse la foto della madre con i nenonatri ,che aveva trovato in cantina, e la
sventoló in aria sotto gli occgi cupi del padre.
«Dove l'hai trovata?»
«Che importanza ha? Voglio solo capire perché non mi hai detto la veritá.»Echo, sotto quel tono da acida perenne, sembrava si stesse sbriciolando in mille pezzi.
Samantha, la sua matrigna, aprí la bocca, come se si fosse ricordata qualcosa di estremamente importante e pericoloso.
Quindi sa anche la strega, pensó Echo.
Entrarono nel salotto e Claum si accomodó con Echo sul divano in pelle bianca, dfronte a suo padre, che si sedette sulla poltrona davanti a loro. La strega sembrava essere scomparsa.
«Non so neanche da dove iniziare.»mormoró il signor Peterson, passandosi le dita sugli occhi stanchi.
«Partiamo dal perché lo avete dato in adozione. Dio, era una parte di voi, una parte di me.» Echo non sembrava distrutta, sembrava stravolta, come se non dormisse da giorni interi. Come se un uragano la vesse sballottolata da una parte all'altra dell'Australia senza darle tregua.
Prese l'inalatore dalla tsca della felpa e se lo portó alla bocca. Finalmente l'ossigeno le arrivava bene ai polmoni. Lo posó sul tavolino.
«Tu e tuo fratello eravate bellissimi, entrambi con la stessa tonalitá di verde, fin da neonati»cominció suo padre, apparendo davvero distrutto al ricordo. «Lui era in perfetta forma, al tuo contrario. Hai avuto problemi respiratori fin dall'inizio. Sei nata morta, preticamente.»indicó l'inalatore sul tavolo che Echo si portava sempre dietro per gli attacchi -sempre piú rari- d'asma.«Nello stesso periodo io e tua madreabbiamo avuto seri prpoblemi finanziari. Non potevamo garantire una buona vita ad entrambi. Cosi abbiamo deciso di dare il piú sano in adozione. Insomma, un'altra famiglia piú capace si sarebbe presa cura di lui come noi non avremmo mai potuto fare. Mi dispiace cosí tanto. Avrei voluto dirtelo, ma...»la voce gli mancó.
Echo spalancó gli occhi quando vide suo padre- l'uomo di latta, come aveva imparato a chiamarlo col tempo- piangere disperatamente. Piangeva come se gli stesse aprendo il cuore in due. Echo l'aveva costretto a ricordare e -nonostante la rabbia che gli intorpidiva i sensi- si sentiva in colpa. Si alzó dal divano e si sedette sul bracciolo della poltrona del padre, abbracciandolo. Com'era evidente si erano dimenticati del moro che li osservava senza fiato, per l'intensitá scaturata dalle parole del signor Peterson.
«Papá andrá bene, andrá bene. Ma non ci riesco a stare qui, non piú.»disse a voce cosí bassa che gli altri presenti pensarono di averla immaginata.«Ho trovato un college, nei pressi sdi Sydney...sembra carino.»prese fiato un'ultima volta, sebbene sentisse i polmoni stringersi«Vorrei trovare mio fratello.»
Suo padre spalancó gli occhi, ovviamente contrario alla proposta di Echo.
Calum non si rese conto di parlare quando disse:«Non sará sola. Andró io con lei
















Spazio Autrice.
Buon pomeriggio :)
Eccomi qui con una delle mie prime storie. Non mi convince molto, ma é un'idea che ho da molto tempo e , in questi giorni, sono riuscita a buttare giú il primo capitolo. So che é abbastanza corto ma gli altri saranno molto piú lunghi.
Non so se la continueró, dipende da cosa ne pensate, altrimenti la cancelleró e basta, anche perché-come vi ho detto- non mi convince. Magari la riprenderó piú in la, chissá ahah
Parto col dirvi che Luke e Michael compariranno nel prossimo capitolo, di Ashton sapremo qualcosa col passare del tempo, di capitolo in capitolo.
Spero davvero che vi piaccia, adesso vi lascio c:

elise_writer

   
 
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