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Autore: Cherline    11/09/2008    1 recensioni
Hermione andandosene, non si voltò.
Giunta al cancelletto circondato da rose rosse ed ortiche, rallentò di poco il passo e allora, una lieve torsione del busto e un sighiozzo del collo sottile e un vago avvitamento della nuca, sambrarono prepararla a voltarsi verso Draco.
Ma non lo fece, quasi temesse che, voltandosi, si sarebbe mutata in una statua di sale.
Genere: Romantico, Triste, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Questa Fan's Fiction non è di mia creazione,
ma quasi interamente ispirata ad un libro di Antonio Scurati: ‘Una storia romantica’.
Io l'ho solo adattata al fandom di Harry Potter.
Spero che la mia storia, sia di vostro gradimento.
Buona lettura.






1. Le giornate della sconfitta.


C’è un uomo sul poggio.
In cima a una vallata di erbacce e terreno arido, disseminato da cadeveri tranciati e contusi, sotto il cielo plumbeo e nuvoloso.
In cima a tutto questo, il giovane uomo si erge in faccia al nemico.
Porta lunghi capelli, arruffati dall’umidità e imbrattati dal sangue, con basette che si prolungano incerte fino al mento. Ma non il minimo dubbio nei suoi occhi grigi. Soltanto ardore.
Indossa un lungo mantello scuro smosso dalla brezza del vento estivo e una camicia a maniche lunghe di raso viola scintillante semiaperta sul petto.
Chi è quest’ uomo sulle barricate?
Quale esuberanza misteriosa l’ha portat
La didascalia -incisa nella parte posteriore della foto- eca un luogo, una data e una spiegazione:

Hogwarts, 2 maggio 1998.
Giovane mostra la bacchetta sottratta a un nemico.

Ma la didascalia invece di chiarirlo, infittisce il mistero. L’inspiegabile è proprio ciò che con tutta evidenza sta dinanzi a Harry Potter, Capo Auror del Ministero della Magia inglese. Com’è possibile? È davvero accaduta una cosa del genere? Da ore l’auror Potter stringe tre le dita della sua mano artritica quella fotografia. Lo guarda e lo riguarda ammirato, smarrito, incredulo.
È il principio di giugno del 2035. Sono passati trentasette anni dal momento in cui quell’immagine venne fissata su un cartoncino di carta. Adesso però, all’auror Potter sembra siano passati tre secoli. Fino la settimana prima, Harry era un uomo fiero di sé, un uomo eminente, ancora vigoroso nonostante i suoi sessantadue anni, un padre della patria. Mentre adesso, per effetto della fotografia, Harry Potter è diventato all’improvviso solo un vecchio gottoso.
Quell’immagine ritrae la sua giovinezza. Lui la guarda, ma non la riconosce. La guarda da ore, ma più passa il tempo, più gli sembra impossibile che in quel lontano 1998 la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, sia insorta in giornate di combattimenti contro il nemico di morte. In quei giorni gli studenti e gli abitanti dell’antico castello scozzese avevano combattuto per la libertà e la salvezza. Il marchio nero di Voldemort era stato abbattuto. Era scomparso nello stesso cielo che si era trasformato in un turbinio di luci rossi e verdi.
L’Auror è confuso. Lo è soprattutto perché quell’istantanea è un duplicato, di cui ignorava l’esistenza, dell’immagine che Harry James Potter portava selciata nella memoria da trentasette anni. Il ricordo del 2 maggio 1998, e persino dell’istante preciso in cui quella fotografia venne scattata , non lo ha infatti mai abbandonato. Ma rischia di abbandonarlo ora, proprio quando il suo fantasma torna più nitido che mai. Sì, perché in quell’istante scolpito nel tempo c’era anche lui, Harry Potter. Su quella collinetta di Hogwarts c’era anche lui. Giusto un paio di metri più in basso rispetto al ragazzo oltraggioso che sfidava le bacchette rivali, al riparo dietro la roccia, c’era anche il giovane Harry. La foto non ne portava traccia. E non porterebbe nemmeno traccia del ragazzo dai lunghi capelli biondi, se quel giorno avesse dato ascolto a Harry che gli urlava: “ Stai giù, stai giù, che lanciano maledizioni!”. Anzi, se il ragazzo gli avesse dato ascolto, probabilmente non ci sarebbe mai stato una fotografia. Perché non si fotografa un’altura vuota.
Ora, invece, grazie all'incoscienza di allora, l'anziano Potter può rivedere il volto dell’amico di gioventù. Il capo Auror, infatti, riconosce perfettamente lo scriteriato avventuratosi fuori dal riparo: è Draco Lucius Malfoy, suo grande amico, suo sodale, suo allievo, suo maestro, suo rimpianto. Morto nella battaglia contro il male per mano dei Mangiamorti.
Il vecchio auror ha riconosciuto Draco al primo sguardo, non appena ha aperto la busta di carta incerata contenente la foto. L’ha riconosciuto, eppure non sa chi sia. Ha come l’impressione di averlo già visto, ma la reminiscenza è un perdersi, invece che un ritrovarsi. Un dèjà vu. Un fastidioso crampo mentale. Questo sembra essere diventato per il dirigente la sua giovinezza. Il vecchio Auror, a essere onesti con se stesso, deve ammettere di non sapere più chi sia quel suo giovane amico. La gotta glielo ha reso estraneo. Il tempo è fuori di sesto per il Capo degli Auror. Nelle sue articolazioni gottose, il presente e passato sono un giunto spezzato.
Fino al giorno prima, fino all’alba di quella stessa mattina, per Harry Potter il futuro era stato solo una morigerata certezza della morte. Niente di più. Soltanto la noia eterna dei reliquari. E a questo l’anziano Auror si preparava da tempo, ultimamente, era persino arrivato a trarre quasi conforto dall’idea di non avere un futuro. Ma adesso il futuro c’è, balzato fuori da quella busta incerata. Ed è stretto, perverso e sozzo. Un’oscurità che si annuncia beffarda, se a doverla percorrerla è un vecchio gottoso. Alla vecchiaia, dovrebbe essere concesso di vivere senza domande.
E invece, ora c’è quella lettera indirizzata al capo del dipartimento Auror Harry Potter, onorevole presidente della commissione per il conferimento delle medaglie al valore commemorative delle gloriose battaglie avvenute a Hogwarts del maggio 1998. Sulla fotografia c’è Draco in cima alla valle, e sul biglietto, in bella grafia c’è scritto:

Draco Lucius Malfoy non morì per la patria ma per una causa più alta. O forse per una cosa da niente.
Dio giudicherà. Pure che un Dio esista.
Un amico della verità.

E chi è, adesso, quest’amico della verità, questo calunniatore?
Una fucilata sparata a tradimento da una mano anonima contro la sua vecchiaia. Ecco cosa è stato per il presidente quel biglietto.
Non c’è più misericordia per i vecchi.
Il mondo è così invecchiato dai giorni della sua giovinezza... Eppure non c’è più misericordia per i vecchi. Non ha più nemmeno pietà per se stesso, quest’anziano mondo decrepito.
Ma la colpa è la nostra. Non avremo dovuto evocare gli spettri dei combattimenti a Hogwarts... Disseppellire i cadaveri a tanti anni di distanza... Che idea malata, che idea romantica! È stato romanticismo il mio... E in vecchiaia, per di più. Non si fa... Non si fa...
Insomma, tutto sembrava in ordine, tutto sembrava andare per il meglio. Questo, almeno, finché non era arrivata quella maledetta busta. Il presidente e gli altri membri della Commissione avevano esaminato più di ottocento domande, respingendone solo un centinaio. Blandire i morti, a questo servivano sempre le religioni. Tuttavia, per quanto miserevole, l’esperimento sembrava funzionare. Fino a quando non era arrivata la lettera, che metteva in dubbio l’assegnazione della medaglia alla memoria di Draco, avanzata dal presidente stesso e stesa di suo pugno.
Richiesta che recitava così:
Pochi si distinsero più di Draco Lucius Malfoy nell’eroica lotta dei maghi nelle Giornate della Sconfitta nel 1998.
E forse, nessuno la condusse a conseguenze più estreme nel lasso di mesi, quelle cinque giornate, divennero una sola notte.
Fin dal momento in cui, nel 2 marzo 1998, durante una violenta repressione le proteste contro il coprifuoco, soccorse dall’assalto di un seguace del Signore Oscuro la fanciulla Hermione Granger - in seguito andata in sposa al sottoscritto - fin da quella prima avvisaglia di rivolta Draco Malfoy si accinse a servire la causa della libertà.
Generoso tra i generosi, prese parte ai preparativi dell’insurrezione e combatté senza sosta nel fortunato tentativo di sconfiggere Voldemort. La sua indole eroica gli dettò di infatti la sciagurata decisione di opporsi alla ritirata nemica, per ricominciare a combattere, con solo il suo corpo all’alba del 3 maggio 1998.
Mentre gli altri festeggiavano e gettavano le armi, Draco decise di andare incontro a morte sicura, e forse segretamente desiderata.
Draco morì perché non volle rinunciare al suo sesto giorno.
Ma forse non è esatto dire che lo decise: gli eroi, a differenza di voi tutti, uomini modesti, non hanno scelta dinnanzi a loro. Gli eroi hanno un destino.
Nel chiedere quest’onorificenza sul cui merito nessuno potrà sollevare obbiezione di sorta, a noi piace ricordare, del giovane Draco Lucius Malfoy, non la fine tragica in cui lo seppellì troppo amore per Marte, ma il momento trionfante in cui quell’amore lo innalzò in cima alla collina.
È così che vorremmo fosse consegnato alla memoria eternante dei posteri.
In piedi sopra a un’altura, mentre brandisce in una mano la bacchetta tolta al nemico e nell’altra agita la sua bandiera di origine. La nostra bandiera, in fondo.
Requiescat in pacem.


In fede
Harry Potter
Capitano del dipartimento Auror.

L’anziano Auror distoglie lo sguardo dall’istanza e si guarda attorno, cercando riparo da se stesso nel rassicurante ordine del suo studio.
Ma soffocato dai fantasmi del suo passato, Harry si dirige all’aperto, verso la sua beneamata scuola, dove lì, i suoi ex fantasmi, lo ricordano senza pecca. Puro come una vergine.



£-£-£-£




Rientrando a casa, sulla scrivania trova un’altra busta.
Sua moglie, Hermione Granger in Potter, lo informa che a consegnarla è stato un giovane, il quale ha detto di averla ricevuta da un uomo intabarrato perché la recapitasse, in cambio di dieci galeoni, al presidente della commissione per il conferimento delle medaglie commemorative delle Giornate della Sconfitta di Hogwarts.
Harry apre la busta in presenza della moglie. Ne estrae uno scartafaccio. La signora Potter distoglie lo sguardo e se ne torna, come non fosse nulla, alle sue faccende. Harry scorre la riama di fogli non legati.
Ha tutta l’aria di essere un lungo racconto anonimo ma, invece che a mano, è stato scritto con una macchina babbana. Il titolo recita:

Morte di un patriota.
La vera storia degli ultimi giorni di
DRACO LUCIUS MALFOY


Sotto ad esso, uno schizzo a matita. Ritrae un uomo sulla collina.







  
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