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Autore: Phoenix Blackfire    07/08/2014    1 recensioni
Gaara x Matsuri (Gaara con il tasso demoniaco in corpo)
Si sa poco del passato di Matsuri, e se non fosse proprio rose e fiori? E se un clan esiliato da tempo tornasse alla ribalta? , dal testo:
\Matsuri, piccola perla, tranquilla, ti ritroverò, e non permetterò a nessuno di ostacolarmi\
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Matsuri, Sabaku no Gaara, Temari | Coppie: Gaara/Matsuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Gaara non ha chiuso occhi per tutta la notte, e non per colpa del tasso, mille domande lo assillavano, anche quando i primi raggi del sole, toccavano il villaggio, ^ Chissà quanti sono i banditi? Come combattere gli altri dominatori della sabbia? Se io e i miei fratelli uccidiamo i Kurosuna…Matsuri ci odierà? Mi odierà?^ si mette a sedere a bordo del letto e si scompiglia i capelli, devo essere le sei del mattino visto che il sole è appena sorto, e per calmarsi decide di fare una doccia fredda. Uscito dalla doccia si prepara, ^Le otto…meglio chiamare i due scansafatiche^ davanti alla porta di Temari, gli venne in mente quando era Kankuro a svegliarla, lei lo inseguiva per casa con il ventaglio per ore intere, ^Meglio di no -.-^ così va alla camera del fratello, e ci entra trovandolo arrotolato nelle lenzuola, che russa come un trombone, di solito non lo faceva, ma dovevano andare da Matsuri…era una giusta causa, fece passare della sabbia sotto il materasso, lo sollevò e lo inclino in modo che l’ essere dormiente, ruzzolasse giù “Potresti essere un po’ più delicato sai!!!” Gaara uscì dalla stanza si avvicinò alla porta della sorella, e le diede dei sonori pugni, poi filò subito in camera sua, da lì si potevano sentire gli altri due litigare, ^Scusa Kankuro…^ dopo circa mezz’ora, si trovarono tutti e tre in cucina, “Io e mia sabbia ci occupiamo dei Kurosuna, voi liberatevi dei banditi, chiaro?” gli altri due annuirono, uscirono di casa e si avviarono alle porte di Suna, ci avrebbero messo piò tempo per raggiungere i Kurosuna, avevano deciso di non correre per risparmiare chakra, sarebbe stato un viaggio tranquillo, se non fosse per la lingua lunga di Kankuro, “ Come non abbiamo fatto ad accorgerci che sa dominare la sabbia?” visto che Gaara non avrebbe risposto lo fece Temari “È brava, non c’è altra spiegazione, deve avere un buon controllo” “ E il tatuaggio sul braccio?” “Kankuro esiste il trucco, dovresti saperlo” “Secondo te quando l’ ha fatto?” “ Quando Matsuri aveva dieci anni era già all’ orfanotrofio, almeno mi ha detto così, doveva già averlo prima di arrivare a Suna” Kankuro si sfrega il braccia al pensiero che una bambina che si fa un tatuaggio, gli vengono i brividi solo a pensare agli aghi, Gaara si sentiva tremendamente in colpa, camminava qualche passo avanti ai fratelli, a testa alta per non darlo a vedere ^Sono una stupido, dovevo saperlo, come ho fatto a non capirlo prima? Mai visto il tatuaggio, mai visto qualche spostamento della sabbia, sono stato cieco per tutto questo tempo… mi farò perdonare, devo farlo…devo dichiararmi, troverò un modo, e se non ricambia almeno l’ avrò riportata a Suna…resisti, piccola perla^ fece un sorriso amaro al suo ricordo, e tirò fuori dalla tasca una perla, una rara, come lei, era nera, lei era la sua perla nera. 12:00 COVO DEI KUROSUNA Al centro della caverna, ai lati opposti, Mitsuyu e Matsuri erano pronti alla loro sfida per il titolo di capo clan, ma prima dovevano renderlo ufficiale. Matsuri fece chiamare tutti i Kurosuna ‘originali’ e spiegò loro la situazione “ Oggi, io e Mitsuyu ci sfideremo per il titolo di capo clan” Gomon si allarmò subito, Mitsuyu era una macchina da guerra, mentre lei non aveva usato la sua abilità innata per molto tempo, le ultime parole di Matsuri lasciarono tutti a bocca aperta “fino alla morte” “hahahahah” una risata da maniaco si fece sentire dal lato apposto in cui si trovava Matsuri “ Brava mi sono commosso, ora cominciamo!?!” con uno schiocco di dita i Kurosuna furono imprigionati in una gabbia di sabbia, “Non voglio che interferiscano mentre ti faccio fuori” lei si limita ad annuire ^È un folle, per fortuna che mi sono allenata in segreto con la sabbia^ Mitsuyu si ricoprì le mani con la sabbia, e si scagliò contro di lei che fece lo stesso, in un combattimento corpo a corpo, erano in stallo, uno attaccava, l’ altro schivava e contrattaccava, e fu così per una mezz’ ora abbondante, con un balzo all’ indietro si allontanarono “ Devo ammetterlo cuginetta, il tuo maestro ha fatto un buon lavoro” ^Non lo devi neanche nominare!!^ Matsuri sbatte un piede a terra e Mitsuyu fu sbalzato verso l’ alto da della sabbia che lo colpì sotto il mento, ancora in alto, sbatte le mani davanti a se, e due onde di sabbia intrappolano Matsuri, “Sei finita!!!” stinge i pugni e viene stritolata, riatterrato al suolo si accorge di aver attaccato un fantoccio, “La tecnica della sostituzione di sabbia” Matsuri lo attacca alle spalle con una spada di sabbia che lui evita per un pelo, ne crea una anch’esso, dopo infinite stoccate e parate, le due lame si scontrano con una potenza tale da distruggerle entrambe, con un balzo i due si portano a distanza l’ uno dall’ altro, e si studiano a vicenda con il fiato corto, “Devo ammettere…ragazzina…che non ti credevo…così forte” “Il mio maestro…ha fatto un buon…lavoro” si mette una mano dietro la schiena, e con la sabbia crea degli shuriken, e li lancia velocemente contro il suo avversario, che li avita spostandosi a lato, e lanciando a sua volta altri shuriken, Matsuri riesce a controllarli e rimandarli al mittente, li blocca anche lui e li trasforma in spiedi a cui ne aggiunge molti altri, e come una pioggia di meteoriti ricade su Matsuri che si protegge con la sabbia, e la lancia con tutta la forza che ha contro il cugino, che riesce a bloccarla, anche se con sforzo. Un piccolo terremoto fa allarmare tutti i presenti, Mitsuyu chiama a raccolta i suoi seguaci “Qualcuno è all’ entrata, banditi andate a controllare” ^Sono tre....dal chakra sembrano Temari, Kankuro….e Gaara^ “Tranquilla ragazzina, i miei banditi li faranno fuori” “Io non ne sarei così sicuro…cuginetto”, e proseguono la loro furiosa lotta. Intanto all’ entrata della caverna, i tre fratelli sono circondati, con l’inferiorità numerica, ci impiegano più del previsto a metterli tutti al tappeto, il prossimo passo è trovare Matsuri, e i tre si dividono, dopo appena qualche passo, alle narici di Gaara arriva un odore che conosce fin troppo bene …. sangue. Comincia a girare senza meta cercando di seguire quel odore acre, delle persone gli vengono incontro correndo, alcune piangono, altre le aiutano a tenersi in piedi, ed ad uscire da quel buco, che ora chiamano casa, mentre lo sorpassano quasi fosse un fantasma, riesce a capire solo frasi disconnesse, e senza senso, fino a quello che non voleva sentire “Povera Matsuri …. era così giovane” a quelle parole ricominciò a camminare a passo più spedito, accelerando sempre di più, ora correva, si fermò arrivato in un grande atrio, sangue, ovunque guardasse c’era sangue, al centro una figura era stesa in un lago di liquido rosso ancora fresco, si avvicinò di qualche passo, pregando che non sia la sua perla ….. anche se divisi da almeno cinque metri, tirò un sospiro di sollievo, non era lei. Qualcosa si era appoggiato alla sua schiena, si irrigidì era pronto ad attaccare, quando una voce, quella voce, ormai un sussulto gli fece capire che non era un nemico, “G-Gaara….” stremata Matsuri gli cinse il petto con le mani, per non cadere, per quanto si trattenesse Gaara non riuscì a trattenere le lacrime e a non darsi pace per i sensi di colpa che lo aggredirono,


si asciuga velocemente, si gira appena in tempo per prenderla al volo, tossisce sangue, con ferita profonda le tinge l’ addome di rosso, la prese in braccio per riportarla a Suna e farla curare, un genito di dolore gli fece notare che probabilmente Matsuri era più grave di quanto pensasse, paura di non rivederla, terrore per quelle ferite, devozione per aver salvato il villaggio, Gaara non sapeva che nome dare a tutte quelle emozioni, talmente forti che lo fecero cominciare a correre, chiamare a gran voce i fratelli, che si stavano occupando dei rimanenti del clan, e ancora correre, correre verso Suna, per salvare lei, e per salvare se stesso che ogni secondo che passava si sentiva morire, come stava per fare la sua perla.
   
 
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