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Autore: Siranne    08/08/2014    5 recensioni
Ricordava perfettamente di averlo visto steso, con il petto insanguinato e privo di sensi. Aveva cercato di scuoterlo per farlo rinvenire, ma notò che aveva una ferita alla testa da cui fuoriusciva copioso del sangue.
Shikamaru le disse che era meglio lasciare stare, che era impossibile che potesse essere vivo, ma lo ignorò e controllò il polso per percepire il battito, Sakura però non fu in grado di sentirlo. Fu staccata a forza dal corpo di Sasuke. La guerra era appena finita e i superstiti lasciarono i cadaveri sul campo per curare le ferite di chi ancora aveva la forza di restare attaccato alla vita. Quando alcuni ninja tornarono il giorno dopo per recuperare i corpi, all’appello mancava quello di Uchiha Sasuke.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sayōnara Memory
Fiori di ciliegio

Sasuke si rigirò nel letto per l’ennesima volta. Erano ore che cercava di prendere sonno, cercava con tutte le sue forze di svuotare la sua mente, anche se pensandoci bene, forse, era già fin troppo vuota. Aveva solo una cosa che lo preoccupava, ma quell’unica cosa riusciva a fargli perdere il sonno. Ricordare, solo questo.
Non era poi così difficile, perché lui non ci riusciva?
Nonostante le luci della sua stanza fossero completamente spente, il bagliore della luna era sufficiente per distinguere tutti gli oggetti della stanza.
Sul muro di fronte a lui, la luce risplendeva in maniera fin troppo forte per i suoi gusti.
“Ma che diavolo?...”
Delle ombre apparvero all’improvviso. Ad una prima occhiata parevano delle foglie che volavano trasportate dal vento.
Sasuke si alzò e si affacciò alla finestra. Erano molto più piccole delle foglie, sembravano petali.
“Fiori di ciliegio”
Rimase per qualche secondo incantato a fissare la danza dei petali rosa. Nel suo petto un calore si stava facendo via via più forte.
“Sakura”
Era qualcosa di estremamente familiare, sentiva finalmente di provare un’emozione, quei fiori erano importanti per lui.
Prese un petalo e se lo portò delicatamente al cuore, come se stesse abbracciando una persona.
Non era nulla, eppure quella piccola sensazione gli diede nuova speranza.
 ***
Sakura raccattò le sue cose nello zaino. Qualche vestito di ricambio, qualche arma, il necessario per le cure mediche.
«Non dimenticare i soldi»
La rosa sobbalzò alla voce di sua madre, che si era affacciata dalla porta della sua stanza.
«Mamma, non sono una bambina» sbuffò con un tono tutt’altro che adulto.
«Non è che sia poi così felice per il fatto che tu te ne vada proprio ora, domani è il tuo compleanno»
«Vuoi che rimanga? Ma non eri tu a dire che dovevo smetterla di trascorrere i giorni a non fare nulla e che dovevo ricominciare a fare qualcosa?» chiuse la cerniera dello zaino e se lo mise in spalla.
«Be’, potevi posticipare» si avvicinò e le diede un bacio in fronte.
Sakura le rispose con una faccia contrariata.
«Io vado, ci vediamo»
«Sta attenta, mi raccomando»
Uscì e si incamminò per raggiungere le porte del villaggio.
Sakura odiava davvero quando sua madre la trattava come un stupida ragazzina. Il carattere di quella donna era troppo complesso perché lei lo potesse capire. Era allegra e spensierata, quasi con la testa tra le nuvole. Sì, quasi perché sotto quel carattere svampito si poteva percepire un lato decisamente maturo. O almeno questo era quello che Sakura aveva sempre pensato di lei.
Si ridestò dai suoi pensieri quando intravide una lunga coda bionda che poteva appartenere solo a Ino.
«Ciao!» disse Ino appena la vide, salutandola con la mano.
«Ciao, sono in ritardo?»
«No, niente affatto. Bene possiamo partire» disse con un sorriso solare.
«Ehm, siamo solo noi due» chiese la rosa un po’ perplessa, dal momento che solitamente alle missioni partecipavano tre persone.
«Sì, la maggior parte dei ninja deve ancora riabilitarsi»
«Oh, capisco»
Ino iniziò ad incamminarsi e Sakura la seguì.
«Dove andiamo di preciso?» la rosa si rese conto di non sapere assolutamente nulla sulla missione, Ino le aveva solo accennato il luogo in cui sarebbero andate, ma era un villaggio che non aveva mai sentito prima.
«Natsugakure. Non è molto distante, confina col paese del fuoco. A quanto ho capito, hanno abbandonato la vita militare da parecchio dedicandosi ad altre attività. E’ un villaggio molto ricco, per questo per difendersi spesso chiamano i ninja di altri villaggi»
«Sarebbe fantastico se anche Konoha si smilitarizzasse» mormorò Sakura.
«Eh, che hai detto?»
«Ho detto che anche Konoha dovrebbe rinunciare ai ninja e basare la sua economia su altri mestieri»
«Eh?»
Ino non sapeva cosa rispondere. Non ci aveva mai pensato a questa cosa. Fin da bambina  aveva solo una certezza, doveva essere una kunoichi.
E se invece avesse avuto delle altre aspirazioni? Se avesse voluto essere una cantante o una scrittrice, ad esempio?
La cosa più terribile è che non le era mai venuto il dubbio di voler fare altro. Forse perché sapeva che doveva diventare un ninja.
«Insomma, se non fossero esistiti i ninja noi non avremmo combattuto in una guerra. Sai, domani compio 17 anni. Solo 17 eppure ho già visto quanto schifosa possa essere la vita»  Sakura incurvò lievemente le labbra in un sorriso amaro.
«Ma io voglio davvero essere una kunoichi? Be’ è un po’ tardi per farsi questa domanda, no?» sorrise a sua volta Ino.
«Perché è tardi?»
«Konoha è un villaggio militare, non che abbiamo altre possibilità…»
«E cambiamo Konoha, allora. Se Nassugukure…»
«Natsugakure»
«Sì, Natsugakure… dicevo se quel villaggio è riuscito a sopravvivere anche senza ninja non vedo perché non possa riuscirci anche Konoha e anzi la cosa migliore sarebbe che i ninja sparissero definitivamente»
Ancora una volta Ino rimase senza parole, non sapeva cosa pensare. Le parole di Sakura erano troppo drastiche per i suoi gusti, ma forse non aveva tutti i torti.
Sakura dal canto suo, si rese conto di essersi spinta troppo oltre. Era calato un silenzio pesante, anche se si sforzava non riusciva ad essere la ragazza serena di un tempo  e in un modo o nell’altro finiva per parlare di queste cose.
Decise di cambiare argomento, per alleggerire l’atmosfera.
«A proposito, in cosa consiste la missione, non me ne hai parlato»
«Ah sì. Arriveranno dei carichi d’oro che attraverseranno il territorio di Natsugakure. Dobbiamo scortarli»
«Ok»
Non era una missione poi così complessa. Gli attacchi da parte dei ladri si erano molto ridotti nell’ultimo periodo a causa della guerra, nel giro di qualche giorno sarebbero ritornate a casa.
 ***
 
Gli alberi di ciliegio erano dannatamente belli. Attiravano così tanto Sasuke, che addirittura era uscito dall’ospedale per farsi una passeggiata lungo il viale costeggiato da questi maestosi alberi in fiore.
La lieve brezza faceva in modo che i petali lo circondassero. Seguì il rosa acceso dei piccoli petali con lo sguardo, finché non notò qualcosa dello stesso colore, ma molto più grande.
“Capelli?... una persona?”
Si fermò. Gli occhi verdi della ragazza lo fissavano intensamente, uno sguardo carico di emozioni che lui non riusciva a decifrare.
Nessun muscolo si muoveva, Sasuke si chiese perfino se stesse respirando.
Stava per domandarle se stesse bene, quando fu lei ad aprire la bocca e a mormorare qualcosa.
«Sa..su..ke…»


Note dell'autrice:
Konnichiwa minna! Come state? State passando bene questa estate? ^_^
Ho aggiornato con un bel po' di ritardo, chiedo scusa^^' Comunque finalmente eccomi qui!
Che dire di questo capitolo? Be' niente volevo inserire una scena con protagonisti i fiori di ciliegio, questo è il mio primo accenno pseudo-romantico al SasuSaku XD
Per quanto riguarda l'ultima parte in corsivo, diciamo che è una piccola anticipazione degli eventi futuri (non ero sicura se inserirla o meno, ma alla fine l'ho messa :D)
Come al solito ringrazio chi legge/recensisce/preferisce/segue :3
E ricordate di lasciarmi una recensioncina ♥
A presto :)

 
   
 
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