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Autore: semplicementeme     11/09/2008    4 recensioni
Ci sono giorni che restano impressi nella memoria.
Ci sono giorni che ti segnano per tutta la vita.
Ci sono giorni che non dimenticherai mai.
Ci sono giorni che vorresti dimenticare.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo

Ci sono giorni che restano impressi nella memoria.

Ci sono giorni che ti segnano per tutta la vita.

Ci sono giorni che non dimenticherai mai.

Ci sono giorni che vorresti dimenticare.

»»»»» »»»»» »»»»»

Era pomeriggio.

Martedì pomeriggio.

Ero al telefono quel pomeriggio.

Parlavo con una conoscente.

Insieme, sei giorni prima, avevamo sostenuto l’esame di ammissione alla facoltà di medicina.

Ero seduta in terra.

La schiena poggiata al muro.

Faceva caldo, ma non troppo.

Ricordo che mi stavo annoiando da morire.

Non avevo molta confidenza con quella ragazza.

Parlavamo.

Anzi, lei parlava ed io ascoltavo.

Parlava e parlava.

Ed io mi annoiavo.

Avevo sonno.

Volevo chiudere e andare a dormire.

Non erano neanche le 15!

Sbuffavo!

Ma quanto parlava Luciana?

Ecco, ricordo anche il nome della ragazza con cui ero al telefono.

»»»»» »»»»» »»»»»

Mia madre riposava.

Era sdraiata sul divano della cucina.

Guardava la televisione.

Uno di quei programmi di intrattenimento pomeridiani.

Uno di quei programmi che ti fanno venire il sonno.

Ma non facevano altro alla tv…

Almeno quei programmi avevano uno scopo: conciliavano il sonno!

Ed io mi annoiavo al telefono.

Volevo chiudere.

Ascoltavo le voci della tv.

Ascoltavo anche Luciana.

Non capivo nulla.

Né con un orecchio, né con l’altro.

Ma a Luciana dicevo sempre “sì”.

Ogni tanto un “no”, “può darsi” o “non saprei”.

Dovevo recitare la parte della persona attenta.

Avevo gli occhi chiusi.

Le voci della tv mi cullavano come una ninna nanna.

Ma poi d’un tratto le voci si interruppero.

Io ero in un’altra stanza.

Non avevo il televisore con me, ma in casa c’era silenzio.

Si sentiva il cicaleccio della tv.

Ma non potevo essermi sbagliata.

Pochi secondi di silenzio.

Improvvisamente la sigla del telegiornale.

Poi la voce di una giornalista. O un giornalista.

Questo non lo ricordo.

Mia madre entrò nella stanza con una faccia seria.

Insolitamente seria.

- Carmen, è successo qualcosa di grave. Vieni di là.

Chiusi il telefono.

Finalmente!” pensai.

Era da almeno mezz’ora che stavo al telefono.

Non ne potevo più.

Ma mi pentii del sospiro di sollievo tirato.

Mia madre intanto aveva svegliato mio fratello che dormiva nella sua stanza.

Ci sedemmo tutti e tre sul divano.

La TV accesa.

E le immagini che scorrevano davanti ai nostri occhi.

»»»»» »»»»» »»»»»

Fumo.

Fumo che esce da un grattacielo.

Fumo e persone con il naso all’insù che guardano stupiti.

Forse spaventati.

Shockati.

New York.

Manhattan.

Guardo le immagini ma non capisco.

Cosa è accaduto?

Un’esplosione all’interno di uno dei grattacieli più alti del mondo?

Cosa è accaduto?

Guardo l’orologio.

Segna le 14:50.

Ma ancora non ho capito cosa è accaduto.

La giornalista - o il giornalista non riesco proprio a ricordarlo – spiega tutto.

Un aereo si è schiantato contro la Torre Nord del World Trade Center.

Ma come è possibile?

Come è successo?

Ancora non capisco.

Come può un aereo schiantarsi contro un grattacielo?

È assurdo.

Io, mia madre e mio fratello cerchiamo di capire come sia possibile.

Siamo sconvolti.

Sono le 15:00.

Mio fratello torna nella sua stanza.

Ha solo 17 anni.

Non è interessato all’evento.

È un incidente come un altro.

Una disgrazia.

Sono le 15:03.

E non posso crederci.

Lo vedo con i miei occhi.

Un secondo aereo si schianta sull’altra torre.

Stavolta è la Torre Sud ad essere stata colpita.

Mia madre chiama mio fratello.

- Piero sbrigati. Vieni a vedere. Un altro aereo.

»»»»» »»»»» »»»»»

Un altro aereo.

Un secondo aereo.

È un altro incidente?

No.

Come fanno due aerei a distanza di poco tempo a schiantarsi contro due grattacieli vicini?

È impossibile.

Attentati?

Ma attentati per cosa?

Ed intanto il fumo diviene intenso.

Le voci si susseguono.

Altri due aerei dirottati.

Ed intanto la gente scappa.

Un rombo.

Un aereo passa sopra casa mia.

Ho paura.

Mi alzo e controllo fuori ma non si vede nulla.

- Carmen cosa c’è?

- Niente mamma. Non preoccuparti.

Ho solo paura.

Vivo a Catania.

New York è lontana.

Un’altra realtà.

Ma sto a 20 chilometri dalla base americana di Sigonella.

È legittimo avere paura.

Ma non ho il tempo di pensare.

Non ho tempo per avere paura.

Non adesso.

Solo le 15:43.

È passata un’ora dal primo schianto.

Un terzo aereo si schianta contro il Pentagono.

Cosa sta accadendo?

Al-Qaeda?

Cosa è Al-Qaeda?

Non ne ho mai sentito parlare…

O forse sì?

No, non credo.

Ma cosa sta succedendo?

Cosa vola giù dalle Torri?

Persone…

Oddio, la gente per fuggire dall’inferno in cui si trova decide di buttarsi dalle torri.

È un orrore.

Sono le 16:03.

Crolla la Torre Sud.

La seconda ad essere colpita.

Crolla su se stessa.

È come se una voragine si fosse aperta al centro del terreno su cui sorge il grattacielo e l’avesse inghiottito.

Implode.

Si alza polvere.

Tantissima polvere.

Non si vede nulla.

Le immagini non sono più nitide.

I miei occhi si bagnano.

Ma non riesco a piangere.

È troppo l’orrore per riuscire a piangere.

Quante gente c’era dentro le Torri?

Quanti soccorritori sono rimasti vittima del crollo?

Ed intanto dalla Torre Nord la gente continua a chiedere aiuto.

Chi sventolando fazzoletti.

Chi decide di precipitare nel vuoto.

È tutto vero.

Non è un film.

Oddio.

È una guerra.

Non riesco a riprendermi dallo shock.

Un’altra notizia sconvolgente.

Sono le 16:15.

Proprio adesso hanno dato la notizia che il quarto aereo è precipitato…

Lo hanno trovato schiantato nelle praterie della Pennsylvania.

Abbattuto dall’aviazione statunitense?

No.

Non voglio crederci.

Sono le 16:28.

Crolla anche la Torre Nord.

È la fine.

Tutto è crollato.

Morti.

Tutti morti.

»»»»» »»»»» »»»»»

Sono trascorsi 7 anni da quel giorno.

Ho 26 anni.

Non ricordo con esattezza cosa è accaduto dopo il crollo della seconda torre.

Francamente non ricordo con esattezza cosa è accaduto subito dopo aver chiuso il telefono con Luciana.

Ho scritto solo ciò che, probabilmente, ho provato quel giorno.

Non so se ho pianto.

Non ricordo se ho chiamato mio padre.

Ma so che lui quel giorno era a lavorare.

Però ricordo perfettamente che quel pomeriggio, prima del primo schianto, ero al telefono.

Sapete è assurdo.

Ci sono giorni che restano per sempre nella mente.

Ci sono emozioni talmente intense da non poter essere dimenticate.

Io ricordo perfettamente cosa facevo quel pomeriggio dell’11 settembre 2001.

Ero al telefono.

Questo non potrò mai dimenticarlo.

L’attentato è stato architettato dagli stessi americani?

Sì. No. Non lo so.

Non mi importa.

Quella mattina dell’11 settembre – pomeriggio in Italia – morirono più di 3000 persone.

Civili.

Militari.

Terroristi.

Non ha importanza.

Morirono 3000 persone.

Ed io di quel giorno ricordo solo che ero al telefono… poi è il vuoto.

"Il terrorismo è e sarà sempre una manifestazione di disumana ferocia, che, proprio perché tale, non potrà mai risolvere i conflitti tra esseri umani"

Giovanni Paolo II

Non credo che debba aggiungere altro. Quello che ho scritto è più che sufficiente. Non è una denuncia. È solo… un ricordo.

   
 
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