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Autore: naruhinaxxx    08/08/2014    2 recensioni
Cosa succederebbe se Hinata dovesse difendere un reietto Naruto dall’ essere condannatto a morte? Konoha ne ha avuto abbastanza del ragazzo demone, mentre lei deve difendere qualcuno che non conosce.
Riuscirà a difenderlo sebbene le differenze tra di loro o saranno queste a dimostrasi rovinose per entrambi?
Intanto una minaccia sta insorgendo dall'ombra, riuscirà Naruto a fronteggiarla, vincere la sua vita in dietro e colmare il vuoto che lo ha portato a farsi catturare?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/Hinata
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Oggi siamo qua per decidere chi mi seguirà nei combattimenti. Chi si astiene potrà decidere se aiutarci nel ripulire i nostri nomi. Così facendo una volta che tutto questo sarà finito noi potremo finalmente smettere d’indossare maschere d’innanzi ai compagni, amici e famigliari.” Naruto dichiarò una volta che tutti i ninja si riunirono alla tavola ovale. La prospettiva di dover combattere contro sua cugina non lo allietava per niente. Molti erano perplessi, che fare? Combattere o ammettere al proprio villaggio ed ai propri amici che molte cose che erano sono state dette non erano altro che bugie. Parole al vento.
Nagato fu il primo a decidersi, “Cugino mio, noi appartiamo allo stesso clan; credo che sia giusto che io ti accompagni in questo ultimo conflitto. Lo devo pure a Konan, ha sacrificato tutto per me, se solo ci fosse un modo per riportarla fra noi voglio scoprirlo.” Esclama colpendo il tavolo con un misto di risentimento e frustrazione.
“Allora vengo anch’io! Volete andare a menare le mani senza di me? Cos’è sta storia? Non avrò la vostra padronanza del chakra ma quando si parla di combattere io sono sempre in primo in fila.” intervenne subito Lee facendo un salto carpiato per atterrare in mezzo al tavolo in posizione ha belloccio come gli aveva insegnato il suo maestro, Manito Gai.
“Scusa se te lo dico ma il migliore sui taijutsu sono io, e poi conosco i nemici meglio di te siccome alcuni di loro mi hanno attaccato. Abbiamo un conto in sospeso noi” lo rimproverò Neji con fiamme che gli ardevano al posto degli occhi. Aveva la possibilità di redimere l’onta subita; non si sarebbe lasciato sfuggire una tale possibilità.
“Bah se andiamo di potenza allora sarà meglio che mi aggiunga anch’io. Sicuramente tutti voi non siete un granché per le arti illusorie. Tranquilli vi coprirò io le spalle.” Borbottò Sasuke  abbastanza forte perché tutti nella sala potessero sentirlo. Molti si sentirono rassicurati da una tale scelta strategica sulla squadra ma molti sembravano ancora titubanti. Molti dei Kage li guardarono con esasperazione e disappunto. Avrebbero preferito far a modo loro e l’assortimento dei membri della squadra non li convincevano. Tsunade percepita la pesante coltre d’imbarazzo ed indecisione che ricadeva su tutti i membri nella sala, si schiarì la voce, “Io penso che questa squadra di quattro sia più che adatta per fronteggiare la minaccia per cui di canto mio confido in loro. Naruto! Hai tre giorni. Tre giorni per ripulire questo macello e presentarti davanti alla commissione dei giudici in tribunale,  non pensare che mi sia scordata di questo particolare.”
Naruto la guardò leggermente colpito in fallo prima di sorridere grattandosi la nuca, fra tutte le sue disgrazie avrebbe voluto che lei si fosse dimenticata di quel particolare.
“Naruto ed io? Che dovrei fare? Aspettare qua col fiato sospeso per sapere se la missione finisce in successo o in fallimento con la morte di tutti voi?” gridarono all’unisono Sakura e Hinata, per poi quadrarsi negli occhi totalmente imbarazzate. “Non che non abbia poca fede in voi ma il nemico è molto forte! Devo essere sicura che tornerete sani e salvi!” ancora una volta all’unisono, ed ancora si guardarono estremamente imbarazzate.
“Tranquille, io ed i ragazzi sappiamo badare a noi stessi e poi siamo il Kurama! Ne abbiamo passate di tutte in questi anni!” le rassicura Naruto col suo eterno sorriso a trentadue denti grattandosi la nuca.
 
Finita  la riunione ognuno dei partecipanti tornò al proprio alloggio per prepararsi a tornare ai rispettivi villaggi.
 
Neji si mise una maglia di rete sotto la sua solita maglietta di lino, pantaloni neri di cotone e sandali con para stinchi. Pensava a Ten, in tutti quegli anni ne avevano passate tante ma non erano mai riusciti ad esprimersi il proprio amore reciproco fino in fondo. Doveva tornare vivo al villaggio, lo doveva a sua cugina Hinata ma soprattutto a Ten. Di norma non si sarebbe mai portato armi se non per le sue tecniche e le sue mani ma questa volta voleva essere sicuro di tornare tutto d’un pezzo. Era furioso d’essersi lasciato sconfiggere così facilmente, doveva togliere quella macchia dal suo onore. Ten Ten arrivò nella sua stanza di soppiatto e lo colse di sorpresa atterrandolo. “Sei sicuro d’essere pronto per andare a combattere? Se ti fai atterrare anche da me non hai molte speranze.” Gli sussurra nell’orecchio prima che lui inverta le posizioni. “Non è vero che sono senza speranze. Sei tu che mi sconcentri.” Le dice baciandola prima sul collo per poi avvicinarsi lentamente alla sua piccola bocca. “Come potrei scomcentrarti? Sono qua che faccio il tifo per te!” gli dice ricambiando i suoi baci, “Comunque ti ho portato questi.” Apre un fagotto lasciando che due paranocche-pugnali, simili a quelli di Naruto ed Asuma, cadano sul tavolo della stanza. “Ho pensato che per farti avere il vantaggio di poter usare appieno il tuo chakra di tipo fulmine questi fossero perfetti.” Gli occhi di Neji brillano in piena soddisfazione. Adesso può scatenarsi ancora di più sul campo da combattimento, si gira di scatto e l’abbraccia con tale impeto che entrambi cadono sul letto con le labbra l’una pressate sulle altre. Rimangono così, assaporandosi la calma la passione prima della tempesta.
 
Sasuke era immerso in una pennichella prima che due mani gli prendessero il suo angelico viso per applicare delle tenere labbra sulle sue. Lui aprì immediatamente gli occhi per vedere una coltre rosa che gli bloccava la visuale. Richiuse gli occhi assaporandosi il contatto delle loro bocche. Sente che il corpo della ragazza spalmarsi su di lui mentre lei si sdraia accanto a lui sul letto. “Come fai ad essere così calmo? Tutti gli altri sono estremamente nervosi per questa missione.” “Semplice. Io so che per certo ne usciremo vivi, tutti quei bifolchi li abbiamo già battuti. Sarà come fare una normale rettata punitiva di quelle che facevamo ai tempi dell’accademia.” Le risponde lui sbuffando sempre con gli occhi chiusi. Sakura sorride sotto i baffi. Il team 7 è sempre stato il migliore, Sasuke e Naruto non possono perdere. I suoi due ragazzoni sono cresciuti in così poco tempo, le sembra che tutti quegli anni dal momenti in cui s’erano riuniti per la prima volta fossero passati in una manciata di ore. “Svegliami quando devo andare.” Le dice mettendole un braccio intorno al collo e portandole la testa a posarsi sulla sua spalla.
 
Nagato, Shikamaru e Naruto discutono sul da farsi mentre uno frenetico via vai di gente li disturba. “Dovrete viaggiare per due giorni fino a questo punto nei pressi del villaggio del Ferro, poi al terzo attaccherete da tre punti differenti cosicché i nemici saranno costretti a dividersi per potervi fronteggiare efficacemente.” “Perché’ non passare per questi monti? Si risparmia un giorno di viaggio e poi sarebbe più semplice per me per utilizzare una technica a lungo raggio e Sasuke per produrre un genjutsu su larga scala.” Controbatte Naruto ad un Shikamaru altamente scettico e nervoso intento ad accendersi la quinta sigaretta di fila, “Non lo so! Non lo so! Di colpo mi sono dimenticato tutto e neanche Ino riesce a farmi tornare la memoria. Sto cercando di fare del mio meglio come capo tattico per darvi una mano ma non ho abbastanza dati per potervi dare abbastanza piani o almeno un assortimento che vi possa permettere un vantaggio schiacciante prima del combattimento!” il sudore gli bagna il viso una volta imperturbabile spegnendoli la sigaretta. Lui maledice la sua inutilità e cerca di riaccenderla. Una mano di carnagione rosa pallido gli toglie la sigaretta di bocca, lui si gira per protestare ma rimane a bocca asciutta appena Temari gli tira una folata di vento in faccia. “Ti stai rovinando, Ino mi ha detto che da quando questa nuova Uzumaki è apparsa hai ripreso a fumare a pieno ritmo ed adesso!? Ti ritrovo a fumare non una ma cinque sigarette nell’arco di mezz’ora! Adesso se a Naruto non dispiace tu vieni con me a Suna, li ti segrego nelle terme e non ne esci finché non ti sarai disintossicato.” Gli sbraita in faccia con i pugni contro le anche, Shikamaru la guarda spaventato prima di rivolgersi con lo sguardo ad un Naruto che squotè la testa in dissenso, “Temari ha ragione. Stai perdendo il controllo sulle cose e specialmente su te stesso. Vai con lei e passa un po’ si tempo a rilassarti. Devi tornare alla Foglia come sei uscito, ovvero sano come un pesce. Qui ormai non c’è più nulla che tu possa fare, prenditi una pausa.” Shikamaru lo squadra con uno sguardo perso ma alla fine si rialza dignitosamente, “Hai ragione, anzi avete ragione. Devo rimettermi a posto. Col tuo permesso capo.” Dice camminando verso Temari. I due se ne vanno mano nella mano come se tutto ciò che sta succedendo non li riguardasse. “Uhm. Quanto vorrei essere spensierato come loro, sono così dolci.” Sbotta Nagato parlando finalmente dopo il periodo di silenzio in cui era caduto da quando la riunione era finita. “Vedrai un giorno. Un giorno troverai qualcuno.” Lo rassicura Naruto dandogli qualche pacca sulla spalla, “E poi Konan non è morta.” Si lascia scappare di sfuggita. “Come? Davvero? Perché me lo dici ora?” gli grida in faccia Nagato prendendolo per la maglia e scuotendolo come un forsennato, “Scusa. Ma quando si è sacrificata per farti uscire dal tuo stato di dio del dolore mi ha fatto promettere di non dirti nulla a riguardo. Ha compiuto tutte quegli omicidi per stare accanto a te e quando vi ho incontrato ha visto la possibilità che tanto aspettava. Mi ha fatto promettere. E poi è in uno stato di semi- incoscienza, l’unico problema è che non conosco la technica che usa nostra cugina Yuriko per soggiogarla quindi dovremo svegliarla alla vecchia maniera.” “E sarebbe?” “Dai Nagato lo sai. Dovremo combatterla.”
 
 
 
 
 
 
 
Ormai erano tutti riuniti fuori dalla base. Naruto, Sasuke, Nagato, Neji, Hinata, Sakura e Tsunade. Tutti gli altri se n’erano andati da un pezzo. Tutti confabulavano per alleviare l’imbarazzo e l’impazienza che precedeva la missione, gli unici che non parlavano erano Hinata, Tsunade e Naruto. Il biondo era intento a comporre un complicatissimo sigillo con quello avrebbe occultato la posizione della base a tutti tranne i membri del Kurama. Hinata e Tsunade lo guardavano in silenzio. Hinata lo ammirava in tenuta della Foglia e giacca da Quarto Hokage modificata mentre la nodachi sporgeva dal suo lato sinistro. Tsunade era combattuta. Era lei l’Hokage, avrebbe dovuto combattere lei, ma si fidava di Naruto. Sapeva che sarebbe tornato in un modo o nell’altro.
 
 
 
 
 
 
Ultimi saluti, ultimi baci ed abbracci. Il team dei quattro parte a tutta velocità mentre le tre donne rimasero a salutarli finché non scomparirono, tutte con le lacrime agli occhi tranne per Tsunade che si sfrega nervosamente le tempie.
Sakura e Hinata fanno per cominciare a camminare verso  il villaggio però vengono fermate dalla Hokage.
“Sakura, per piacere precedici al viaggio. Hai ancora molto da fare all’ospedale della Foglia, dopo tutto sei pur sempre il primario. Noi ti raggiungeremo più tardi.” Le dice sorridendo con un sorriso non troppo innocente. Sakura vorrebbe contestare, vuole conoscere un po’ di più l’amante di Naruto ma riconosce negli occhi della propria Hokage l’intolleranza per le contestazioni. “Hinata, accompagnami per un tratto. Raggiungerai Sakura più tardi.”
Tsunade è seria. Qualunque cosa le attanagli il cuore o la coscienza è ormai troppo pesante per lei. Non vi è più una traccia di felicità in lei, ha bisogno di sfogarsi, stranamente la persona con cui si deve sfogare è proprio Hinata
“Ummm, va bene Miss Hokage” risponde la mora con una faccia che è un misto di curiosità e paura.
Tsunade le mette una mano sulla spalla. La faccia è lugubre. Hinata continua a non capire ma sente che la Hokage ha molta difficoltà nel far riaffiorare tali ricordi tanto dolorosi per lei.
“Dimmi, cosa hai capito di Naruto?” “Non capisco. È un ragazzo dal cuore d’oro che si è dato molto da fare per poter arrivare dov’è arrivato adesso. Ne ha passate ma non me ne ha parlato più di tanto.” Risponde la mora incuriosita. “Non ti ha detto nulla sul suo passato?” “Beh mi ha detto che ha mandato molti cloni in giro ed ha imparato moltissime cose, sia dal punto di vista bellico e che culturale. Perché me le chiede?” Il viso di Tsunade si rattrista sempre di più.
“Lui ti ha detto solo le cose positive di ciò che ha fatto. Ha avuto un buon cuore a non dirti ciò di cui non va fiero. Spero soltanto che i suoi peccati non ritornino dalle tombe che ha scavato per chiedergli di restituire ciò che ha preso.”
Hinata rimane a bocca aperta. L’Hokage le sta cercando di aprire gli occhi su una realtà che non ha mai posato gli occhi, una realtà che sicuramente è stata velata fin dall’inizio.
“Non ho paura di sapere ciò che ha fatto o cosa sia diventato per essere ciò che è ora.” “Sicura?”
Vuoto. Una parola. Le era bastata una sola parola per spazzarle via tutta la sua confidenza e metterle in dubbio la sua fedeltà a Naruto. Indietreggia. Respirare. Inalare. Espirare. “S-ssi s-sono sicura.” Una cosa Neji le aveva insegnato nel poco tempo in cui si erano rivisti in quei giorni, tutto ciò che Naruto aveva fatto in tutto quel tempo era per il bene di Konoha.
“Devi sapere che esiste una consuetudine nel nostro villaggio, una consuetudine abbastanza discutibile, che consiste nel applicare ai neonati un sigillo appena sono nati. Questo sigillo viene applicato appena nascono e rimane dormiente fino all’età di cinque anni. A tale età i ragazzini devono compiere buone azioni negli interessi d’altri,” “Mi scusi, non starà parlando del sigillo a catena?” “Si mia cara. La tua famiglia fece leva sul precedente Hokage perché voi non foste vittima di tale tradizione. Voi veniste risparmiata ma per mettere in pari i piatti della bilancia due altri bambini vennero scelti per portare metà della vostra condanna ciascuno.” “E chi sarebbero?” “Non lo hai capito? Vennero scelti Neji e Naruto!”
Hinata fece qualche passo indietro allibita. Era lei la causa di tutti i mali dei due? Solo per un capriccio della sua famiglia? Abbassò la testa avvilita, se solo lo avesse saputo prima. Tsunade la prese e le mise un braccio introno alle spalle. Hinata tremava a causa di tale rivelazione.
“La tua famiglia è speciale. Agisce come più le piace e non fa molti compromessi. Per tale ragione Naruto venne incaricato di portarsi addosso tutta una doppia responsabilità.” le disse l’Hokage sempre guardandola con sguardo serio cominciando ad accarezzarle la schiena come una madre affettuosa fa con la propria figlia.
“Poi sai come sono andate le cose. Abbiamo ricevuto l’attacco della volpe a Nove code ed il Quarto Hokage, il padre di Naruto, scongiurò il tutto sacrificando la vita di sua moglie e la sua, Naruto ne è diventato il Jinchuuriki. Da allora ha lavorato sodo per togliersi di dosso tutte le responsabilità che gli erano state lasciate. Si è allenato come un forsennato con Lee, si è sottoposto al brutale addestramento per gli ANBU ed il mio amico, l’eremita Jiraia, lo ha preso sotto la sua ala per farlo crescere. Ma tutto ciò diventava sempre più vano. A causa dell’attacco e dal fatto che si facesse vedere di rado la gente cominciò a vedere Naruto come una minaccia. Veniva sempre più emarginato dalla gente tranne per Lee, Maestro Gai ed Iruka e Jiraia. Solo loro non lo abbandonarono. Almeno è riuscito a togliersi di dosso il sigillo che sarebbe toccato a te. Poi ci fu l’accademia, sai come andarono i fatti.” “Non proprio.  Mi ricordo che Naruto mi piacque a prima vista, era così imbronciato col mondo ma il suo viso angelico mi ispirava sicurezza. I suoi occhi azzurro chiaro, erano come il ciel sereno. Per il resto non mi ricordo.”
“Memoria corta, eh piccola?” Tsunade le diede un piccolo colpetto col dito indice che ebbe l’effetto di un calcio da mulo. Hinata cadde a terra vedendo le stelle prima che Tsunade non le tirasse in faccia una dose abbondante d’acqua. “Sarebbe dovuta cadere invece di fare un tale volo. Ci avrò messo troppa forza, eppure avevo dosato bene la mia forza” pensò Tsunade mentre aiutava la ragazza ad alzarsi, “Ritornando al discorso. Non ti ricordi che fu l’unico a passare tutte le prove, sia scritte che pratiche? Poi siete finiti ai combattimenti delle eliminatorie.” “Per favore, non mi ricordi quello. Mi sono scontrata con Neji. Mi ha fatto sentire sulla mia pelle il dolore del sigillo. Solo grazie a Naruto sono riuscita ad uscirne viva, però dopo ho smesso l’addestramento per cominciare gli studi di legge.” Disse a bassa voce, come se il ricordo il bruciasse il cuore. “Povera, Neji non si è salvato dal suo destino. Lui ha avuto il compito di divenire il tuo guardiano occulto. Quando però vi siete scontrati durante l’accademia il suo non era rancore contro di te, era rancore per la famiglia Hyuuga. E poi Naruto non ha fatto molto, lo ha soltanto rabbonito a parole.” “Sarà, ma mi ha portato lui all’ospedale. Lui ha pagato per le mie cure.” Ribatté Hinata leggermente contrariata con l’Hokage, “Si ma la tua famiglia si è subito mobilitata per mettere un perimetro intorno all’ospedale e lo ha cacciato a calci nel sedere. La tua famiglia ha sempre odiato le forze portanti e specialmente lui. Per questo ti hanno cancellato la memoria riguardo tutto quello che sapevi su di lui.” Rispose Tsunade rabbonendola. “Ah ecco perché non mi ricordavo nulla di ciò che successe negli ultimi otto anni. Va bene, allora mi dica ch’è successo fino ad adesso?” Chiese docilmente Hinata mentre giocava con gli indici cercando di nascondere il rossore sulle guance.
“Ha combattuto contro tutti i nostri Geninn, il suo addestramento si è dimostrato superiore a quello di chiunque altro e le sue doti tattiche, già di alto livello a quei tempi, gli hanno permesso di battere persino Shikamaru in un combattimento di cervelli. Per il resto... non so che successe. So soltanto che qualcosa lo spinse ad uccidere tutti gli altri studenti dagli altri villaggi nei combattimenti. Per questa ragione la maggior parte dei villaggi dichiarò di farci la guerra se lui non se ne fosse andato. Una volta diplomato dovette scappare per il bene di Konoha ed il resto... beh lo hai letto nella sua fedina penale.” Tsunade fece un respiro di sollievo, si era tolta un grande peso dalla coscienza.
Hinata rimase a bocca aperta dopo aver sentito il racconto, ormai sapeva ciò che le era sempre stato nascosto. Tsunade la guardò leggermente compiaciuta.
“Non capisco come tutto questo possa essere tanto male? Naruto si è sacrificato moltissimo per noi e lei dice che ha fatto cose mostruose. Fino ad adesso nulla mi sembra tanto pesante o immondo.” Disse la ragazza raggiante mentre Tsunade cadeva dallo sconforto, non era riuscita a farle capire quello che voleva. “Non sono molto brava su questo tipo di Jutsu ma ci proverò” le disse mentre le metteva due dita sulla fronte.
Gli occhi di Hinata si spalancarono mentre l’Hokage le passava le immagini degli studenti morti. Tutti uccisi in modi brutali ed i loro corpi dilanianti in pose immonde. Tutti coloro che ebbero la sfortuna d’essere il bersaglio del Kurama e che vennero torturati in modi indicibili, chi per informazioni chi per diletto. I corpi di coloro che cercarono di contrastare Naruto come Orochimaru e Hanzo, tutti uccisi in modi orripilanti.
Hinata ad ogni immagine che le veniva passata tremava sempre più, le gambe non riuscivano a sostenerla e gli occhi si arrossavano mentre sgorgavano torrenti di lacrime.
“Uff. Uff. Adesso capisci che tipo di avversario possa essere Naruto?” disse infine Tsunade ansimando, il jutsu le aveva prosciugato più chakra del dovuto.
“No. Non ci credo. Naruto è una persona gentile e buona. Lui... lui non farebbe mai una cosa del genere. Naruto non può essere una persona così... così sadica... così violenta!” urlò la Hyuuga mentre correva via col viso fra le mani.
 
 
 
 
 
Naruto si fermò di scatto. Gli altri del gruppo si fermarono qualche metro più avanti.
“Tutto bene cugino?” gli chiese Nagato, riconosce l’espressione sul viso del ninja. Qualunque cosa sia non è piacevole. “Nulla mi fischiano le orecchie.” Risponde sorridendo mentre Neji e Sasuke sospirano annoiati.
 
Nel subconscio di Naruto mentre proseguono
 
“Non mentire, lo hai avvertito anche tu!” gli ringhia dietro Kurama. “Si lo so. Questo non è dovuto dal nemico. C’è qualcosa che non funzione fra le ragazze. Mi sa tanto che Tsunade ha colpito Hinata con la dura verità.” “Quale? Che lei è stata un peso per te? Che hai un lato assetato di sangue? Che se vuoi sei sadico?” continua a ringhiare Kurama. “Beh una buona parte è anche colpa tua... lasciamo stare finché non torno a Konoha per il processo.” Naruto e Kurama si guardano negli occhi, sanno che qualcosa si è rotto. Il destino di cristallo si è rotto su di loro, i cocci li devono raccogliere loro.
  
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