08/08/2014
6 recensioniUn novellino
Lascio che il vino mi scenda giù per la gola, come una rinfrescante brezza marina in un giorno d’estate. Riapro gli occhi e mi ritrovo davanti al bicchiere vuoto, in compagnia di Miime, nella mia cabina privata. Il suono della sua arpa, interrotto solo dal brontolio dei motori, pervade la stanza.“Perché l’hai preso a bordo?” chiede. Si riferisce a Yama, il novellino.
Non rispondo immediatamente. Yama è lo specchio in cui io mi rivedo giovane. Poco esperto, chiuso in sé stesso e quasi irraggiungibile. Pressappoco come sono ancora adesso. Ma senza il peso degli anni e delle responsabilità che gli gravano addosso: libero, in qualche modo.
“ Ero già a conoscenza del suo piano … Gli ho fatto credere di non sapere..”
Miime si ferma per bere. I suoi capelli argentei ed eterei le scivolano sulle spalle a cascata, lasciandole le spalle, pallide da sembrare quasi verdi, nude. Posa il bicchiere sul tavolo, si gira e mi sorride. Ha grandi occhi color del mare e un fascino ammaliante.
Il viaggio dura a lungo. Le stelle brillano su di noi. Penso alla nostra patria, la Terra, che custodisce un segreto sotto gli occhi di tutti ma visibile a nessuno. Spero che quello che sto facendo possa servire a riscattarmi delle mie colpe. Mi alzo dal letto scostando le lenzuola stropicciate, mentre Miime, nuda, é ancora addormentata di fianco a me. Lei per me é una compagna di vita, colei con cui passerei il resto dell'eternità, l'ultima dei nibelunghi. Anche lei é l'ultima della sua razza, un po’ come mi sento io. Gli umani stanno perdendo la sensibilità, l'intelligenza, l'animo che sviluppavano vivendo sulla Terra. La razza umana è già estinta.
Faccio per andare verso il bagno ma sento Miime sussultare. Mi allungo sulle lenzuola fino a posare la testa nell'incavo del suo collo; trema.
-Ho fatto un sogno meraviglioso, Harlock- dice, mentre una lacrima violacea cade sull'intonso cuscino bianco. Si gira verso di me finche il suo corpo non rimane nudo fino alla vita e la mia testa é sopra la sua. La bacio e appoggio la testa sul gomito sinistro.
-Perche piangi, allora?- le chiedo. - Perche non si avvererà mai- risponde.
-Raccontamelo-
- …Già lo conosci. Ho visto la mia terra. Verde, fertile, accogliente...casa-.
Le asciugo un' altra lacrima con la mano.
-Non so dove questa cosa possa portare noi due; ma assicurerà a coloro che sopravvivranno un futuro migliore. Un nuovo inizio, Miime. Sai, durante tutta la mia lunga vita sono sempre sottostato a qualcuno. Ma adesso non ho più intenzione di obbedire a nessuno, io farò ciò che è meglio per il futuro nostro e della Terra.-
-Ti capisco. Se fosse stata la mia terra, avrei fatto lo stesso. Ma ora che il posto che mi ha dato i natali è stato spazzato via dalla cieca ignoranza degli umani..vorrei ritrovare un posto dove un’umanità nuova possa vivere consapevole e in armonia con tutte le razze dell’universo-.
Mi metto sopra di lei e l’abbraccio stretta. Voglio farla sentire al sicuro, per quel piccolo momento, nel nostro piccolo, anche per quel poco che possa valere.
-Ti amo-.