Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: xitsgabs    08/08/2014    3 recensioni
{Storia classificatasi seconda al contest: "Il giro del mondo in -antaship" indetto da Total_Drama}
AMBIENTATA DOPO COLS!
Incredibile. Jace non sapeva come era successo: non sapeva come gli era capitato di trovarsi davanti a un ristorante, insieme alla sua fidanzata, a fissarlo mentre i pompieri mondani tentavano di spegnere il fuoco che lo incendiava. Fuoco che proveniva da lui, oltretutto.
[...] Incredibile. Era l’unico aggettivo che potesse essere affibbiato a quella situazione. Fissò l’intero ristorante prendere fuoco insieme alle altre persone, ignare di ciò che fosse realmente successo. Voltò lo sguardo verso quello dell’amata, che fece lo stesso nel medesimo attimo. Si fissarono intensamente per alcuni secondi, prima che lei parlasse: «Quando ho detto: “Toglimi il respiro” non intendevo così.» disse, una risata repressa sulle labbra.

|Clace|
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia partecipa al contest: Il giro del mondo in -antaship di Total_Drama

- Nickname autore sul forum e su EFP: xitsgabs
- Titolo:
 Incredibile
- Genere:
 Fluff, Romantico, Commedia.
- Rating:
 Verde.
- Avvertimenti: //
 
- Note:
 Okay, bene. Non credo ci sia molto da dire: scrivere questa OS per me è stato particolarmente difficile perché mi è capitato di avere idee su idee e non riuscire a buttarne giù neanche una. Avevo paura di sfociare nell’OOC o di perdermi in sciocchezze senza dare importanza magari a parti più importanti. Comunque, nel complesso, ciò che ho scritto non mi fa così tanto ribrezzo. Ho decisamente scritto di peggio – il che è ancora più triste.

L’uso della canzone ha richiesto un po’ di tempo, perché non volevo fare una Song-Fic – non è proprio il mio genere! – ma nemmeno volevo darle un ruolo superficiale, infatti ho provato a darle abbastanza importanza inserendola in un momento intimo fra Clary e Jace – e, precedentemente, in uno fra Clary e Isabelle.

Per quanto riguarda l’uso del pacchetto Ucraina, le mie idee erano meno particolari. Avevo davvero paura di fare qualcosa di banale, tanto che, inizialmente, stavo lavorando ad una AU che alla fine si è rivelata essere la storia già ripetuta mille volte nelle varie fanfictions.
- Fandom e coppia scelta: Shadowhunters: Jace/Clary.
 
- Pacchetto/i scelto/i:
 Ucraina + Oro.
- Introduzione:
 Incredibile. Jace non sapeva come era successo: non sapeva come gli era capitato di trovarsi davanti a un ristorante, insieme alla sua fidanzata, a fissarlo mentre i pompieri mondani tentavano di spegnere il fuoco che lo incendiava. Fuoco che proveniva da lui, oltretutto.

[...] Incredibile. Era l’unico aggettivo che potesse essere affibbiato a quella situazione. Fissò l’intero ristorante prendere fuoco insieme alle altre persone, ignare di ciò che fosse realmente successo. Voltò lo sguardo verso quello dell’amata, che fece lo stesso nel medesimo attimo. Si fissarono intensamente per alcuni secondi, prima che lei parlasse: «Quando ho detto: “Toglimi il respiro” non intendevo così.» disse, una risata repressa sulle labbra.
- NDA (facoltative): //

Incredibile

 

La vita non deve essere perfetta perché l’amore sia straordinario.

John Green, Colpa delle Stelle.

Incredibile.

Jace non sapeva come era successo: non sapeva come gli era capitato di trovarsi davanti a un ristorante, insieme alla sua fidanzata, a fissarlo mentre i pompieri mondani tentavano di spegnere il fuoco che lo incendiava. Fuoco che proveniva da lui, oltretutto.

Come avrebbe spiegato la situazione al Conclave? Come avrebbe potuto giustificarsi? Come avrebbe potuto risolvere i problemi che sarebbero conseguiti a quella vicenda?

 

***

 

Tutto era iniziato quella mattina che, come tutte le altre, stava passando a consolare il suo parabatai dopo la rottura con il Sommo Stregone di Brooklyn, Magnus Bane.

Non aveva mai visto Alec in condizioni così pessime: sembrava non dormire da settimane – o, perlomeno, dormire poco e male – e parlava con una voce tanto strascicata e malinconica da far pensare che tutto per lui avesse perduto consistenza, come se la vita in sé avesse smesso di essere bella. Jace pensava che sarebbe stato meglio vederlo piangere, sentirlo urlare, per poi prenderlo per le spalle e scuoterlo gridandogli di tornare in sé, rimproverandolo di starsi sfogando troppo. Ma, ironia della sorte, il problema era quello opposto: non faceva che tenersi tutto dentro, rischiando di scoppiare.

Poi Isabelle passò davanti a loro, vestita tutta in ghingheri per quella che non poteva essere semplicemente una “solitaria passeggiata al parco” come l’aveva definita un’ora prima, quando si era alzata dal tavolo dopo aver mangiato la colazione dicendo che doveva prepararsi.

Il biondo la guardò con un sopracciglio alzato, squadrandola da capo a piede. No, non era decisamente per una passeggiata al parco. Perlomeno, Clary non si vestiva così per una passeggiata al parco. Per l’Angelo, pensò, Izzy deve assolutamente prestarle i suoi vestiti, qualche volta. «Il vampiro ti sta aspettando.» sentenziò alla fine.

Isabelle non rispose subito, preoccupandosi maggiormente di sistemare meglio i capelli, nonostante fossero già perfetti, e controllare il leggero trucco sul suo viso. «Ha un nome. Non pensi di doverti sforzare per ricordarlo? Sai, è anche il migliore amico della tua ragazza. State ancora insieme, non è vero?»

Jace strinse i pugni, chiedendosi da quand’era che sua sorella era così esperta in “crisi di coppia”, se così la vogliamo chiamare. Osservò la sua figura allontanarsi e uscire e poi sbuffò.

Tra lui e Clary le cose non andavano male: si amavano ed erano felici, ma erano comunque una coppia di adolescenti che doveva negarsi la propria intimità, il che non era affatto una novità – cosa ancora più triste.

Prima credevano di essere fratelli, poi lui non poteva sfiorarla senza rischiare di accoltellarla, poi era sotto il possesso di Sebastian, poi aveva il fuoco celeste che gli scorreva nelle vene. E non trovava mai neanche il tempo di portarla fuori, tra l’uccisione di un demone e l’altro. Quando la stava aiutando ad allenarsi, almeno, uscivano un po’ al parco.

«Alec» chiamò. L’altro si voltò al suo richiamo, gli occhi azzurri ancora vividi nonostante i grandi solchi sotto ad essi. «Pensi che io e Clary siamo in crisi?» domandò insicuro.

Si aspettò di vedere l’amico scuotere la testa, dire: “No, certo che no. Sei il ragazzo perfetto per lei, come potrebbe lasciarti andare?” ma invece, lui annuì. «Insomma, me la cavo meglio io.» disse scrollando le spalle.

Per l’Angelo pensò Jace allora sono nei guai.

 

***

 

«Non vuoi chiedermi com’è andato l’appuntamento con Isabelle, questa mattina?» chiese Simon, alzando un sopracciglio. In genere, Clary era sempre molto curiosa riguardo la loro relazione e voleva sapere ogni minimo dettaglio di ciò che facevano – se non riusciva a prendere informazioni da Simon, riusciva a estorcerle a Izzy o viceversa – eppure nell’ultimo periodo aveva smesso di farsi i fatti loro.

Una parte di lui pensava che fosse perché, adesso, la irritava pensare alla vita sentimentale degli altri dato che adesso la sua stava andando a rotoli. «Non finché non finisci di studiare la biografia di Shakespeare e la trama di Romeo e Giulietta e dell’Amleto. Domani hai l’interrogazione, quindi: lavora!» ordinò la ragazza, mentre leggeva qualche pagina del Codice.

Simon sospirò, prendendo a studiare la pagina – che già conosceva bene, in tutta onestà, ma in determinate situazioni era meglio non contraddire la sua migliore amica – quando lo squillo del telefono di Clary interruppe il loro silenzio.

Clary prese lo smartphone e lesse il nome sul display. Il cuore fece un balzo: Jace. Per un momento assurdo pensò le avesse scritto per dirle qualcosa di dolce – che so, forse una cosa del tipo: “volevo solo ricordarti che ti amo”? – ma poi tornò con i piedi per terra, realizzando che la stesse, probabilmente, avvertendo di un demone nelle vicinanze. Sospirò, aprendo il messaggio, che subito si mostrò corto e diretto, ma chiaro: Tu ed io. Stasera. Da soli. Ci stai?

La risposta – un che non lasciava trapelare tutta l’emozione che stava provando in quel momento – fu subito inviata e si voltò verso Simon, il sorriso raggiante che si apriva sul viso. «Cosa dicevi riguardo a te e Izzy?»

 

***

 

La sera arrivò con troppo anticipo, quando Jace stava ancora decidendo cosa indossare. Prese fra le mani una camicia bianca, poi la ributtò dentro l’armadio mormorando: «Così potrebbe pensare che definisco “morta” la nostra relazione.» poi osservò una maglia nera, facendole fare la stessa fine. «Potrebbe credere che la reputo un demone.»

«Le ragazze non si fanno tutti questi filmini mentali. Mettiti la prima cosa che hai nell’armadio e vai a comprarle un regalo, così da non renderla sospettosa di qualunque idea contorta.» consigliò Alec, intento a leggere un libro di cui Jace non riusciva a scorgere il nome.

«Tu credi?» chiese il biondo, squadrando l’armadio. Il telefono vibrò nella sua tasca, quindi l’afferrò. Un messaggio da Isabelle? Cosa voleva? Era andata da Clary per aiutarla a prepararsi, possibile che fosse già pronta? Lo aprì e lesse il messaggio: Clary è elegante e sexy nel suo vestito nero, spero lo sia anche tu.

Elegante e nero! Grazie, Isabelle.

 

***

 

«Non pensi sia troppo ... eccentrico? Corto? E che sia più “vedo” che “non vedo”?» domandò Clary fissandosi allo specchio. Aveva appena finito di vestirsi – dopo una lunga discussione su cosa mettere, su cosa non mettere, su cosa buttare in fondo all’armadio, su cosa buttare nella spazzatura – e Izzy le stava sistemando i capelli, stranamente morbidi grazie alle cure dell’amica. Anche le unghie erano ben curate e colorate e ormai mancava solo il trucco. Se si fosse guardata con occhi di qualcun altro, avrebbe sicuramente pensato che fosse perfetta. Ma così aveva paura che non fosse abbastanza. Il vestito era un semplice tubino nero, con la scollatura a cuore e “lungo” fin sopra le ginocchia, le scarpe con il vertiginoso tacco – prestate, generosamente, da Isabelle – la spaventavano, dandole un senso di instabilità – anche se mischiato alla soddisfazione di essere, finalmente, alta – e si chiedeva se a Jace sarebbe piaciuto il suo look. La ragazza aveva appena posato il telefonino e Clary suppose che avesse mandato un messaggio a qualcuno. La stanza era riempita dalle note musicali provenienti dallo stereo.

Take my breath away.

«Io penso che tu sia bellissima e anche Jace lo penserà. Ma per Jace saresti bellissima anche con quello schifoso vestito a fiori con colori che non c’entravano niente fra di loro.»

«Era un regalo di mia madre.»

Watching I keep waiting

Still anticipating love

«Sappiamo tutti che non è vero. Ora voltati, devo truccarti.»

Never hesitating to become the fated ones

«Che canzone orribile» commentò Clary, sedendosi sulla sedia. Izzy prese i trucchi e cominciò a dipingerle la faccia. «Ho paura che non vada bene. È molto che non usciamo e questo può definirsi il nostro primo appuntamento.» ammise la rossa con un sospiro.

L’altra sospirò, scuotendo leggermente la testa. «Non siete mai stati molto fortunati, lo so. Ma mio fratello ti ama davvero e non vuole perderti, se no non avrebbe organizzato tutto questo. Andrà tutto a meraviglia, ma anche se non dovesse, la vostra relazione non subirà conseguenze.»

Clary sorrise e stava per ringraziarla, quando il campanello suonò e Jocelyn chiamò la figlia, dicendole che il suo ragazzo era appena arrivato.

«Devo ancora metterle il mascara!» urlò Isabelle, impedendo a una divertita Clary di alzarsi dalla sedia.

 

***

 

Mezz’ora dopo i due erano già usciti e si erano incamminati verso il ristorante dove si sarebbe tenuto il loro appuntamento.

«Siamo arrivati.» aveva annunciato il ragazzo, una volta arrivati davanti al ristorante. Clary sorrise, osservando l’edificio. All’esterno era meraviglioso: il colore bianco sporco era illuminato dai dettagli dorati che spiccavano nel leggero buio di quella sera di inizio dicembre. Le dava un senso di preziosità.

Jace le aprì la porta e la fece passare per prima, poi andò a chiedere il tavolo. Furono scortati in una stanza molto intima, con un tavolo per due ben apparecchiato. «Hai fatto le cose in grande» commentò la ragazza mentre il biondo le scostava la sedia.

Egli fece un sorriso sghembo, mentre si sedeva al suo posto e annuì. «Come sempre» affermò fieramente.

Il solito Jace, pensò Clary divertita dalla sua solita arroganza. Prese il menù fra le mani e cominciò a scorrere con gli occhi lungo le righe che descrivevano i piatti. Si trovavano in un ristorante internazionale, pieno di cibi che lei non aveva mai assaggiato. Fu tentata dal prendere del sushi, ma pensò che serviva qualcosa di diverso, mai provato prima. «Uhm ... credo che prenderò questo ... “Boršč”...?» sussurrò il nome leggermente incerta sulla pronuncia, ma Jace riuscì comunque a sentirla.

«È un tipico piatto ucraino.» la informò meccanicamente, mentre andava a leggere l’elenco delle bevande. «Sai, in Ucraina il cibo si accompagna sempre con degli alcolici.»

«Mi stai invitando a bere?» domandò Clary, aggrottando la fronte. «Tu che sei sempre così schifosamente responsabile?»

«Non sono affatto responsabile!» disse Jace con voce offesa. «Corro sempre un sacco di rischi!»

Clary annuì, l’aria di chi la sapeva lunga. «Tu corri sempre un sacco di rischi, ma non permetti agli altri di correrli.»

Jace si prese qualche secondo per pensare a ciò che Clary aveva appena detto e si sorprese nel rendersi conto che aveva ragione. «Bene.» disse neutro, per poi spostare lo sguardo, chiamando il cameriere.

Quando quest’ultimo arrivò, fissò un’ultima volta il menù, per poi rivolgersi a lui. «Potremmo avere due Boršč e una bottiglia di Gorilka?»

Il cameriere annotò tutto e poi fissò i due con sguardo dubbioso. «Siete maggiorenni?»

«Tu porta l’ordine e basta.» ordinò Jace, lo sguardo intimidatorio. Il cameriere – che sembrava essere estremamente giovane – se ne andò senza proferire un’altra parola dopo aver preso i menù e Clary si trattenne dal ridere.

«Hai dei modi molto gentili.» ironizzò. «Cos’è questo ... “Gorilka”?» domandò pochi secondi dopo.

«Un alcolico. Forse non lo reggerai, ma io sì.»

Clary alzò gli occhi al cielo, per poi tornare a posarli sul suo ragazzo con aria di sfida. «Scommettiamo?»

Jace ricambiò l’occhiata con un sorriso divertito. «Scommettiamo.»

 

***

 

I due piatti erano ancora come il cameriere li aveva portati, quasi un’ora prima. Una bottiglia vuota era diritta sul tavolo a fianco a un’altra, appena portata, che già era mezza vacante. Nell’aria si sentivano solo le risate di due sedicenni che non sembravano propensi ad abbandonare i loro bicchieri.

«Incredibile, sei già ubriaco!» disse Clary ridendo e bevendo un altro sorso dal suo bicchiere. Aveva il rossetto sbavato, le guance rosse a causa della bevanda e i capelli erano ormai spettinati, eppure Jace continuava a trovarla bellissima. Più di quanto avrebbe dovuto.

«Sai, non pensavo che sarebbe finita così.» ammise. Rideva anche lui, non poteva farne a meno anche se aveva appena detto una cosa seria. Non ricevette una risposta, perché Clary si alzò con un sorriso troppo furbo anche per lei e si avvicinò al ragazzo, sedendosi sulle sue gambe e unendo le loro labbra in un bacio appassionato.

Clary sapeva di zucchero e miele, come la sostanza che avevano appena ingerito. Jace la strinse a sé, poggiando le mani sulla sua schiena e ricambiò il bacio con lo stesso impeto.

Lei sorrise fra le sue labbra, mentre passava a mordergli leggermente il labbro inferiore e lui non poté fare a meno di mostrare un sorrisetto sghembo; ormai avevano finito di ridere, impegnati in altro.

«Forse ti aspettavi finisse così?» domandò in un sussurro la ragazza, mentre si sistemava meglio sulle gambe del ragazzo e lo stringeva a sé, tirandolo per la giacca. Jace sentì una goccia di sudore sulla fronte e l’immenso calore spaziarsi dentro di lui ma, forse un po’ a causa dell’alcolico, scelse di non dar peso alla cosa. Chiuse le palpebre, mentre continuava a baciare Clary in modo disperato e liberatorio, dopo non averlo potuto fare per lunghe settimane. Lasciò cadere la sua mano sul tavolo e sorrise ancora, chiedendosi se la serata potesse finire meglio. Forse sì pensò.

Sentì la ragazza riprendere a ridere mentre lo baciava e si staccava dalle sue labbra per canticchiare: «Take my breath away, take my breath away.» riconobbe la canzone che aveva sentito attraverso la porta di camera sua e non poté fare a meno di ridere e riprendere a baciarla, anche se lei continuava a sussurrare le parole di quella canzone.

Aprì gli occhi di scatto solo quando sentì puzza di bruciato e l’istinto di sopravvivenza riuscì a tenere testa alla mente inebriata dal profumo di Clary, dal gusto delle sue labbra e dalla ragione offuscata dal Gorilka. Spostò la rossa e sgranò gli occhi nel vedere l’intero tavolo prendere fuoco e incenerirsi.

«No. Non me l’aspettavo.» rispose alla domanda posta prima dalla ragazza, per poi correre con lei verso la finestra. Il fuoco aveva raggiunto anche l’altra sala e sentiva la confusione delle persone che evacuavano mentre aiutava Clary ad uscire dalla finestra, seguendola subito dopo.

 

***

 

Incredibile.

Era l’unico aggettivo che potesse essere affibbiato a quella situazione. Fissò l’intero ristorante prendere fuoco insieme alle altre persone, ignare di ciò che fosse realmente successo.

Voltò lo sguardo verso quello dell’amata, che fece lo stesso nel medesimo attimo. Si fissarono intensamente per alcuni secondi, prima che lei parlasse: «Quando ho detto: “Toglimi il respiro” non intendevo così.» disse, una risata repressa sulle labbra.

Jace sorrise. Anche Clary era incredibile, ma in senso positivo.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: xitsgabs