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Autore: HermClary    08/08/2014    6 recensioni
« Non illuderti, Malfoy. Tu non mi piaci. » lo irrise, ma lui non parve crederci e si alzò per fronteggiarla.
« Se volessi, cadresti ai miei piedi e mi supplicheresti di guardarti, anche solo per pochi secondi. » sibilò, soddisfatto del rossore provocatole.
« Prego? » domandò, aggrottando le sopracciglia.
« Non sei così difficile come credi di essere. Lasciati corteggiare e t'innamorerai di me. » propose, portandosi indietro i capelli incredibilmente biondi.
« Tu sei indubbiamente forsennato. » decretò la Bisbetica in Rosso, pensando a come si sentisse a disagio.
Malfoy, divertito dalla situazione, le rasentò le labbra con le dita.
« Adesso comprendo perché sei così attratta da me. » affermò, mentre lei tremava dalla rabbia.
« Malfoy, credo che tu abbia confuso il tuo Succo di Zucca mattutino con del Firewishy. » dedusse, distanziandosi bene dal biondastro.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Stupeficium.

                                                                             Capitolo 1.

                                                                          Stupeficium. 


Da anni ormai Rose Weasley tentava di eliminare fisicamente Scorpius Malfoy, ma -dati gli scarsi risultati e la Preside che si ostinava a convenire perpetuamente con lui- decretò che sarebbe stato meglio evitarlo e simulare che non esistesse. E lei sapeva che, se avesse pensato a Scorpius come ad un individuo che respira, avrebbe dato di matto. Era l'essere più irritante sul globo terrestre -e no, non lo pensava solo poiché al primo anno la irrise dinanzi a tutti per le sue lentiggini rosse. Irata e nervosa -come sempre, d'altronde- s'incamminò rapida e spinse tutti affinché le lasciassero spazio per circolare. Che villani, pensò. Sono pur sempre una signora. La sua mente era un covo di pensieri non molto ossequiosi e lusinghieri sui suoi compagni di Hogwarts. Tutti minorati mentali e acerbi, mentre il suo Mortimer era perfetto. Si era innamorata del suo modo di comprenderla, degli sguardi che serbava solo per lei e del fatto che l'esortasse sempre a migliorare. Non poteva che amarlo, il suo tenero angelo. Ah, e non si adirava mai quando Rose lo criticava. A Hogwarts erano tutti dell'opinione che quel ragazzo fosse un santo, per stare con la Weasley.  
« Rose, me li fai copiare? » le chiese Al, sporgendo il labbruccio e con gli imploranti occhi verde pallido.
Rose, già molto molestata dal fatto che lui l'avesse interrotta mentre deambulava, ispirò lentamente e -dopo aver meticolosamente guardato Potter dall'alto in basso per comprendere se fosse reale o un fotogramma- cominciò un turpiloquio. Nella sua mente, ovvio. Chi mai avrebbe udito la voce "soave" di Rose Weasley proferire termini blasfemi?
« Albus, di recente mi è stata fatta presente la mia inettitudine nel restare calma, ergo perché provocarmi? » domandò, trasudando dalla sua domanda le parole: "non farmi girare i bolidi e svolgi i tuoi compiti da solo".
Al, auspicando in cuor suo che gli avrebbe donato il suo ausilio, scelse di adottare un'altra tattica. Le sventolò sul naso dei frammenti di carta. Rose divenne concitatissima, tanto che il volto le si mimetizzò con la chioma.
« Godric, Tosca, Salazar e Priscilla... ma codesti sono i biglietti per i Cannoni di Chudley! » constatò, troppo briosa per rendersi conto di quanto alti fossero i decibel raggiunti. L'unico distensivo che si concedeva era il Quidditch, difatti le piaceva così tanto da essere divenuta il Capitano dei Grifondoro. Le labbra di Al s'inclinarono verso destra, conferendogli un'aria malandrina. La cosa non stava affatto procedendo bene.
« Potresti venire con me alla partita, se solo tu mi lasciassi dare una sbirciatina ai tuoi compiti... » provò a corromperla, pessima mossa.
Rose tornò a guardarlo come se fosse uno Schiopodo Sparacoda e lui, sebbene non ne fosse orgoglioso, giocò la sua ultima carta.
« I biglietti che stringo tra le mani sarebbero destinati a Scorpius, ma se tu venissi... » esordì, non riuscendo a terminare la proposizione.
« Voglio che mi siano resi tra meno di mezz'ora, sono stata chiara? » tagliò corto Rose, dispensandogli il suo saggio sulle origini dell'Aritmazia. Al, troppo contento di essere riuscito nel suo intento, l'abbracciò così forte da lasciarla ansante.
« Ti voglio troppo bene. » proferì, contemplando il saggio come se fosse un puttino rinascimentale.
« Immagino. » sibilò con sarcasmo Rose, non molto contenta di essersi lasciata corrompere, ma avrebbe compiuto di tutto pur di rendere ardua la vita di Malfoy.

                                                                                                                      ***

« Dovete farlo anche qui? » chiese James Sirius, ripugnato da quello a cui stava assistendo: Rose che assaporava le labbra di Mortimer Runcorn*, sprezzante del fatto che la stessero guardando tutti. Malgrado i cugini Weasley-Potter fossero avvezzi a tali scene e alla imperitura presenza di Runcorn -sebbene fosse Corvonero- al banchetto dei Grifondoro, non riuscirono a frenare i conati di vomito.
« Starei mangiando, io. » continuò Potter, prendendosi il capo tra le mani. Rose, contrariata, lasciò la camicia diafana di Mortimer e la sua chioma corvina. Erano in uno stato assurdo: ambedue trafelati, con le gote più rosse del consueto e i capelli disordinati.
« Non mi pare di averti mai interrotto, quando tu ti limonavi Emma Peakes. » gli fece notare, guardando il suo bel Mortimer come se fosse il suo ossigeno. Le iridi cerulee di Rose si estasiavano sempre di quelle plumbee e vacue -a detta altrui- di Runcorn, che il più delle volte la rassicuravano. Frequentava l'ultimo anno, mentre Rose il sesto, motivo per il quale avevano convenuto sul fatto che, una volta preso il diploma, la loro relazione sarebbe rimasta immutata.
« Io almeno avevo la decenza di compierlo in privato. » replicò James, stremato. Il poveretto cominciava a temere che, dato il modo in cui Rose riusciva sempre a prolungare le questioni, avrebbero altercato. E quando litighi con la Bisbetica in Rosso, non puoi far altro che auspicare che termini presto o darle ragione.
« Tu non l'hai mai avuta, la decenza. » affermò convinta, mentre Mortimer la guardava come se si fosse finalmente reso conto di quanto forsennata fosse la sua fidanzata.
Dominique, dal canto suo, era troppo impegnata a rifiutare un povero ragazzino del quarto anno per commettere ingerenza -o almeno così parve- finché ficcò del pane nella bocca di Rose. Quest'ultima, in preda all'isteria, sputò quel che stava per ingerire.
« Ma... ma sei idiota?! » sbottò, ignorando gli sguardi basiti di chi l'aveva visualizzata mentre espelleva il pane dalla bocca.
« Forse, ma tu dovresti pulirti le labbra... sono sporche di mollica. » osservò Domi, durante una grande meditazione sui colori che le donavano di più.
Rose, imbarazzata ed irata, lasciò lì il suo fidanzato e si diresse nel bagno delle ragazze.
« Lei oggi è... un po' nervosa. » tentò di giustificarsi Mortimer, avvilito. Sapevano tutti che Rose Weasley aveva un talento straordinario nell'ostentarsi sempre nervosa.

                                                                                                                      ***

Le ragazze tediavano Scorpius Malfoy più di quanto ci riuscisse Albus, il suo migliore amico. Desiderava dissertare sempre e solamente di quelle vipere, facili prede dei loro medesimi estrogeni. Non facevano altro che ammiccargli ogni qual volta fosse -a causa dei subdoli scherzetti di Merlino- in loro presenza. Era indubbiamente un ragazzo avvenente, spiritoso ed intelligente come pochi -o almeno era quel che pensava- ma non c'era nulla di più molesto del sentirsi il volto divorato dagli sguardi poco casti di ragazzine che sospettava avessero la libido a mille. Rose Weasley, invece, era di tutt'altra pasta. Anche lei era fastidiosa -e non poco- ma in modo alquanto differente: per anni aveva attentato alla sua salute psico-fisica, sostenendo che fosse lui ad essere per lei una minaccia alla sua stabilità mentale. Voleva per caso irriderlo? Era Rose ad alterare a suo diletto le capacità cognitive di Scorpius, non viceversa. E no, ciò non gli aggradava affatto.
« Ragazzi, oggi andiamo tutti a Hogsmeade. Che ne dite? Il mio paparino mi ha procurato una Passaporta illegale e... » esordì Cindy, con la sua vocetta puerile.
Scorpius, più annoiato che mai, sbadigliò sprezzante del fatto che la ragazza fosse a pochi centimetri da lui. Odiava simulare di essere maleducato, ma non trovava altri modi per scacciarla. Le sue attenzioni lo lusingavano, ma odiava che gli si attaccasse addosso come una cozza, senza che potesse opporre resistenza. Se si trovava in quella disagiata situazione, era a causa di Al. Aveva promesso alle suddette ragazze che avrebbe trascinato anche lui al famoso "appuntamento" e, supponendo che nessuna delle due l'avrebbe assalito, Scorpius aveva accettato senza interrogarsi troppo. Era così che ci si comportava tra amici, giusto? Be', ne decretò che sarebbe stato meglio informarsi la prossima volta, anche se dubitava che quello squilibrato avrebbe avuto il coraggio di riproporgli un'uscita analoga.
« Devo allenarmi per la partita di domenica. » disse, tentando -con risultati pessimi- di scollarsi Cindy dal braccio.
« Potresti evitare di esercitarti oggi... » propose la ragazza, avanzando sempre di più verso l'obiettivo: le labbra di Scorpius. Lui, beneficiando di quella mossa, si liberò il braccio dalla sua possessiva stretta e si voltò prima che potesse avvenire quel contatto. Un bacio no, proprio no. Mi ha già traumatizzato abbastanza, non che non fossi avvezzo a tali follie da parte delle ragazze, ma... Malfoy non riuscì neanche a terminare il pensiero, poiché Cindy era tornata alla carica: gli aveva preso la mano, come se fosse la sua fidanzata. Quella tocca di una Weasley aveva ragione quando diceva che Flitt aveva degli artigli e non delle dita...
« Su... perché non vuoi venire? Potresti allenarti in qualsiasi altro momento. » lo esortò, ma Al fu più rapido di lui a rispondere: « È il Capitano, non può permettersi di saltare gli allenamenti. »
Cindy Flitt, molestata dall'ingerenza di Albus, tolse la mano da quella di Scorpius -motivo per cui lui ringraziò tutti i santi- ed assunse un'espressione torva. Inutile dire che la sua amica, Astoria Zabini, non la sopportava. In realtà non erano nemmeno amiche, ma -quando seppe che sarebbe uscita con Albus Severus Potter, nonché il migliore amico di Scorpius Hyperion Malfoy- l'assillò così tanto che, sfinita, Astoria aveva provveduto ad organizzarle l'appuntamento con il ragazzo che aveva sempre sognato. Non che si potesse considerare realmente come un appuntamento, dato che se ne stavano tutti e quattro sulle gradinate del campetto di Quidditch.
« Anche mio padre ai suoi tempi era il Capitano. » grugnì Flitt, distogliendo Zabini dalla lettura. La ragazza dagli occhi turchesi si sentì molto irritata, ma -con uno sguardo che la diceva lunga su quanto trovasse interessante la conversazione- tornò a ciò che stava leggendo, lasciando Al e Scorpius in balia di quell'oca.
« Oh, fantastico! Anche mio padre lo era! Ne sarai fiera, giusto? » suppose Al, provando a rimediare. Si chiese ancora una volta perché non ci provasse con Astoria, invece di dissipare tempo con quell'asina giuliva.
« Affatto. » lo contraddisse, guardando Scorpius in un modo così imbarazzante da fargli maledire il giorno in cui conobbe Albus. Non si poteva insinuare che la giornata di quest'ultimo stesse procedendo male: prima la cugina gli lasciava copiare i compiti, poi Astoria accettava di uscire con lui... magari Scorpius avrebbe evitato di ammazzarlo e sarebbero vissuti tutti felici e contenti, no? No, decisamente pensò.
Malfoy non ne poteva più di sentire come le feci di Ippogrifo fossero importantissime per la creazione di creme idratanti e altri trucchi. E, per la cronaca, non pensava che avrebbe investito il suo pomeriggio a disquisire di maquillage. Non che partecipasse alla conversazione, come d'altronde faceva Astoria. Ogni tanto si limitava ad annuire e ad auspicare che il tempo trascorresse rapidamente. Il cielo cominciò ad oscurarsi e, come se la giornata non potesse ostentarsi peggio di così, apparve la Weasley. Era impossibile che passasse inosservata coi suoi capelli scarlatti, la toga indossata in modo da far sì che le persone si accorgessero di quanto fosse perfettina ancor prima di ascoltarla parlare, le lentiggini del medesimo colore della sua chioma, la tracolla che sosteneva libri più ponderosi di lei e lo sguardo perennemente critico e riflessivo. Al agitò le braccia e la chiamò, ma lei -essendosi accorta della presenza di Scorpius- lo ignorò. Il professore di Trasfigurazione aveva osato metterle Oltre Ogni Previsione e lei, naturalmente, si stava dirigendo nel suo studio per biasimare -e tentare di mutare, giusto che c'era- il suo intollerabile voto. Nessun deficiente avrebbe compromesso l'immacolato excursus accademico di Rose Weasley, oh no che non l'avrebbe fatto!
A Scorpius balenò un'idea, un'idea alquanto folle. Assunse uno sguardo sagace e sexy, avvicinandosi con nonchalance all'orecchio di Flitt.
« Io e te... perché non ci appartiamo meglio? » sussurrò, lasciando che la concitazione di Cindy giungesse a livelli inauditi. Scosse la chioma color cenere e, come una perfetta idiota, urlò all'amica: « Scorpius mi sta portando via! » così forte che persino Rose la udì, sebbene si stesse allontanando sempre più dal campo.
Astoria Zabini non la degnò di uno sguardo e Albus ne approfittò per accarezzarle la mano che teneva sul libro. I due si guardarono teneramente, mentre il vento appariva avvolgerli in un'atmosfera eterea -probabilmente perché Cindy se n'era andata. Cominciarono a disquisire dei loro interessi, mentre Al reprimeva il suo desiderio di baciarla. Appurato che guardarle le labbra rosee e carnose non avrebbe giovato al suo intento, distolse lo sguardo e provò a concentrarsi su quanto verde fosse il prato.
« Oh, sì! Anch'io amo il Quidditch! È così... avvincente. Se giocassi, sarei una Cercatrice. » affermò Astoria, impedendo col pollice che il libro si chiudesse.
« Io gioco a Quidditch! » esclamò Al, entusiasta. Sfortunatamente per lui, la ragazza era così bella non potersi sottrarre dal guardarla.
« Lo so. » sibilò con voce suadente, chiudendo definitivamente il libro. La giornata gli stava andando troppo bene... che avesse bevuto la Felix Felicis?

                                                                                                                      ***

Rose era sempre più convinta dell'idiozia di quel mentecatto, disturbato, ignobile professor Ackerley. Il suo studio, se possibile, era ancora più ambiguo di lui: le tende raffiguravano raggi di luce, la scrivania era abitata da tantissime Puffole Pigmee, i fogli erano sparpagliati sul pavimento di gelatina. Weasley si chiedeva ancora come fosse riuscito a persuadere la Macgranitt affinché gli lasciasse mutare il pavimento. Gelatina blu.. ma scherziamo?
« Signorina Weasley, il tuo compito non meritava certamente Eccezionale. Non credo che la tua posizione sia così alta da poter sindacare sui miei giudizi, i giudizi di un professore. Ti suggerisco di continuare a fare l'alunna, perché, fino a prova contraria, io sono ancora un tuo insegnante. » le fece notare, continuando a giocare alle carte dei maghi. Rose odiava il suo atteggiamento, odiava lui e il suo studio e -poiché gli aveva permesso di insegnare- anche la Mcgrannit.
« Professore, lei non si rende conto dell'aberrante errore commesso. Ho persino evitato i pasti, pur di terminarlo. » confessò, tentando di celare la rabbia che si stava impossessando di lei. Ackerley sospirò, non distogliendo mai lo sguardo dalle carte. Rose avrebbe voluto cavargli gli occhi e giocarci a Quidditch.
« Ti prendi troppo sul serio e, comunque, sono io il professore. » le rammentò ancora una volta, mentre lei progettava dei piani per farlo fuori.
« Non dubito che ti sia impegnata, ma il compito era insignificante e privo di vita. » criticò, coi capelli fulvi che ogni tanto gli ricadevano sul volto.
Da quando i compiti hanno una vita? si domandò Rose, ritraendosi dal lanciargli maledizioni senza perdono.
« Professore, siamo in una scuola di magia, non occorre cercare alcun significato filosofico nei compiti che ci assegna. » replicò, non riuscendo più a star seduta sulla sedia. Quando è troppo, è troppo.
Il professore, molestato da quel suo gesto repentino, si schiarì la gola e disse:
« 5 punti in meno per Grifondoro: 1 per essere piombata qui senza preavviso, 1 per aver preteso che mutassi il tuo voto, 1 per la tua presunzione e 1 per avermi fatto saltare i nervi. »
Rose, affatto scalfita dalle opinioni di un emerito idiota, chiese: « E l'altro? »
« Per essere un'insopportabile so-tutto-io. » rispose il professore, prostrato da quanto avessero discusso quel pomeriggio. Rose aveva lo straordinario potere di mettere k.o tutti.

Malfoy perdurava ad elargire sorrisi a tutte le ragazze che gli si presentavano dinanzi, con la speranza che ciò avrebbe fatto imperversare Cindy. Quel che compiva non la rendeva triste, anzi, pensava di essere speciale poiché poteva stringergli la mano e non adorarlo a distanza.
« Flitt, potresti... » esordì Scorpius, ma lei gli impedì di continuare.
« Chiamami Cindy. » sibilò, ammiccandogli. Dopo questa, il minimo da fare era squartare Albus.
Rose Weasley balenò nuovamente nel suo campo visivo, motivo per cui cinse le spalle di Flitt col suo braccio. Mai fu così contento di vedere una Weasley; peccato che lei non provasse il medesimo.
 
« Tu e l'oca potreste spostarvi? Dovrei passare. » grugnì, non controllando il tono di voce. Scorpius non esiste, Scorpius non esiste si ripeteva.
Malfoy, come copione, rimase dov'era. Si dilettava nell'arte di innervosirla, e non perché fosse divertente, ma poiché era una gioia per gli occhi guardarla infuriata ed avere la soddisfazione di essere stato lui a renderla così.
« Ti molestiamo? » domandò, avvicinando Cindy più a sé.
« Malfoy, penso di aver chiarito più volte che tu sei una molestia continua. » replicò Rose, senza parvenza d'ironia. Solo Merlino sapeva quanto lo odiasse.
« E devo ancora passare, comunque. » proseguì, attendendo che i due si togliessero dai piedi. Ricevé solo uno sguardo irrisorio da Scorpius ed uno alla "io che ci faccio qui?" da Flitt.
« Lurido esserino biondo, ho detto che devo passare. » gli inveì contro, guardandolo come se fosse sul serio l'individuo più disgustoso sulla faccia della terra. Scorpius non poteva che adorarla.
« Più irata del consueto, non è così? » domandò, ancora col braccio che cingeva Cindy. Dire che lei si stava sciogliendo era minimizzare. Rose, già adirata a causa dell'orribile voto ottenuto, li divise e passò. Scorpius e Cindy si girarono per guardarla più arrabbiata che mai.
« Lei è pazza... vedi, mi duole molto lasciarti, ma la Preside mi ha dato il compito di renderla normale. » mentì il biondastro, con uno sguardo colpevole.
« Chi sarebbe pazza? » domandò Rose, tornando indietro. Aveva la netta sensazione che stessero disquisendo di lei.
« Ma tu, gioia. » rispose Scorpius con nonchalance, non stringendo più Cindy.
La Bisbetica in Rosso e Malfoy si trovavano quasi alla medesima altezza, seppur lui fosse 20 cm più alto di lei. Flitt cominciò a pensare di star assistendo ad un combattimento tra cani. Scorpius cessò di sostenere lo sguardo di Rose, la quale mandò al diavolo tutte le sue buone intenzioni sul risparmiargli la vita.
« Allora noi ci vediamo dopo. » sibilò nell'orecchio di Flitt, baciandole successivamente una gota.

                                                                                                                      ***

« Malfoy! Come diavolo ti è balenato in mente di caricarmi sulle spalle come se fossi un sacco di patate?! » sbraitò la rossa, ansante per l'aver gridato "aiuto" durante tutto il tragitto. Malfoy, con il suo consueto sorrisetto, assunse uno sguardo penetrante, incrementando in Rose il desiderio di Cruciarlo.
« In effetti sei ponderosa. » commentò, distendendo le braccia sul tavolo comparso proprio in quel momento nella Stanza delle Necessità.
Rose, indignata, rischiò di inclinare definitivamente la sua bacchetta.
« Omettendo ciò che hai detto -perché se lo considerassi, non credo che rivedresti la luce del giorno- perché siamo qui? » domandò, appellando tutta la pazienza che aveva a disposizione.
« Devo insegnarti a mantenere la calma in mia presenza. » scherzò Malfoy, sprezzante del fatto che Rose volesse assassinarlo.
« IO. SONO. CALMA. » scandì bene, tirandogli la cravatta.
« Non... m...mi... sem... bra. » boccheggiò lui, mentre rischiava sul serio che lo facesse soffocare.
« Fammi uscire di qui. » gli intimò poi, lasciandogli quello che si era rivelato un ottimo strumento di convincimento.
Malfoy si ricompose e, riuscendo ad apparire terribilmente attraente anche col volto più diafano del solito, chiese:
« Sei troppo tesa, non sarà che in realtà ti piaccio? »
La rossa, che non s'attendeva affatto una domanda analoga, arrossì.
« Non illuderti, Malfoy. Tu non mi piaci. » lo irrise, ma lui non parve crederci e si alzò per fronteggiarla.
« Se volessi, cadresti ai miei piedi e mi supplicheresti di guardarti, anche solo per pochi secondi. » sibilò, soddisfatto del rossore provocatole.
« Prego? » domandò, aggrottando le sopracciglia.

« Non sei così difficile come credi di essere.
Lasciati corteggiare e t'innamorerai di me. » propose, portandosi indietro i capelli incredibilmente biondi.
« Tu sei indubbiamente forsennato. » decretò la Bisbetica in Rosso, pensando a come si sentisse a disagio.
Malfoy, divertito dalla situazione, le rasentò le labbra con le dita.
« Adesso comprendo perché sei così attratta da me. » affermò, mentre lei tremava dalla rabbia.
« Malfoy, credo che tu abbia confuso il tuo Succo di Zucca mattutino con del Firewishy. » dedusse, distanziandosi bene dal biondastro.
Prese la sua bacchetta e, prontamente, Scorpius schivò il fascio di luce rossa.
Quasi gli spiacque quando l'incantesimo colpì lo specchio e tornò indietro.

Angolo autrice.
Salve a tutti!
Sono tornata con una nuova storia su Scorpius e Rose! :)
Auspico che il capitolo vi sia piaciuto. Vorrei sapere cosa ne pensate. ^^
Ringrazio voi per averlo letto e Astoria GM per la sua insistenza e per aver ispirato uno dei personaggi.
Che altro dire? Sono contenta di aver cominciato una ff e che Merlino non mi faccia sclerare troppo.
Herm_Clary




   
 
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