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Autore: Lily295    08/08/2014    0 recensioni
“Cos’è successo?”, “Perché piangi?”, erano sempre le solite domande a cui io non volevo mai rispondere, inventavo scuse, cambiavo discorso, non volevo mai parlare di te.
Ogni piccola cosa mi ricordava un momento passato insieme; ero cambiata, ma non me ne accorgevo, ero come diventata invisibile, meno mi si notava meglio era.
Un giorno come tanti altri una mia amica mi fece la stessa domanda che mi facevano tutti: “cosa succede? Ti sento diversa”.
Quelle semplici parole furono come un bicchiere d’acqua ghiacciata in faccia mentre stai dormendo, mi fecero capire che era giunto il momento di andare avanti, di svegliarmi e ricominciare a vivere.
Per poterlo fare avrei dovuto rianalizzare tutta la nostra relazione nei dettagli e poi dimenticare tutto, come in un’amnesia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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AMNESIA
“Cos’è successo?”, “Perché piangi?”, erano sempre le solite domande a cui io non volevo mai rispondere, inventavo scuse, cambiavo discorso, non volevo mai parlare di te.
Ogni piccola cosa mi ricordava un momento passato insieme; ero cambiata, ma non me ne accorgevo, ero come diventata invisibile, meno mi si notava meglio era.
Un giorno come tanti altri una mia amica mi fece la stessa domanda che mi facevano tutti: “cosa succede? Ti sento diversa”.
Quelle semplici parole furono come un bicchiere d’acqua ghiacciata in faccia mentre stai dormendo, mi fecero capire che era giunto il momento di andare avanti, di svegliarmi e ricominciare a vivere.
Per poterlo fare avrei dovuto rianalizzare tutta la nostra relazione nei dettagli e poi dimenticare tutto, come in un’amnesia.
 
Era un normalissimo mezzogiorno di un normalissimo giorno di Dicembre quando tu mi dissi ciao per la prima volta.
Ero a casa da sola, connessa su Facebook tanto per allontanare la noia; iniziammo a parlare per caso, a scuola non ci eravamo mai rivolti la parola, ma sembravi simpatico.
Dopo neanche un’ora a parlare mi invitasti al cinema con dei tuoi amici, io non potevo, ma sarei venuta volentieri.
Non sapevo che quello era l’inizio della mia fine, anzi, la fine di una parte di me, quella più debole e ingenua.
Quel ciao ai tuoi occhi non aveva un grande significato, ma dal mio punto di vista era un enorme passo avanti, eri il primo ragazzo ad avermi notata.
Con il passare dei giorni iniziammo a sentirci sempre di più, passavo le ore online a parlare con te e a scuola passavamo le ricreazioni insieme.
La vera svolta nel nostro rapporto avvenne una sera, avevamo passato il pomeriggio a parlare e tu mi scrivesti una frase.
“come mai a scuola non parli mai? Sei simpatica, ma stai sempre zitta”.
Io a quel tempo ero davvero timidissima, odiavo essere notata troppo, ma con te tutto era diverso.
Vedendo che non rispondevo mi scrissi ancora, e li sì, fu la fine.
“sai, a me piacciono le ragazze timide, tipo te”.
Passai i successivi 10 minuti a saltare e ballare per la camera, mi avevi appena fatto un complimento, ti piacevo, o almeno, ti piacevano le ragazze come me.
Ci scambiammo i numeri di telefono, mi arrivò un tuo messaggio pochi minuti dopo, non diceva niente di importante, ma lo ho comunque tenuto fino a poco tempo fa.
 
Arrivò finalmente la tanto attesa settimana bianca con la scuola, 24 ore su 24 con te, non mi sembrava vero.
Arrivati su però la settimana non fu proprio come me la immaginavo; commisi l’errore di dire a quella che consideravo una delle mie migliori amiche che mi piacevi, da li lei iniziò a stare sempre con te, ero delusa e arrabbiata, tu però cercavi comunque di stare con me il più possibile, venivi anche a fare shopping con me in giro per Bormio pur di passare del tempo insieme.
Le sere le passavamo insieme in sala giochi a ridere continuamente, e anche sulle piste dopo aver sciato passavamo il tempo a tirarci palle di neve e fare cavolate.
Le giornate passarono veloci, arrivò l’ultima sera, la quale ricadeva proprio il giorno di San Valentino.
Sapevo che non sarebbe stata una giornata felice per me, negli ultimi giorni eri stato tanto con la mia amica, ero convinta che avresti invitato lei alla festa organizzata per la sera.
Decisi di distrarmi il più possibile, arrivando quasi a farmi male sulle piste per la troppa velocità a cui andavo; cercavo di fuggire dai miei pensieri.
A pranzo la giornata cambiò radicalmente: mi dissi che alla festa volevi andarci insieme a me.
Non mi sembrava vero, ero felicissima.
A cena i prof decisero di farci mangiare tutti insieme, in un unico tavolo, illuminato solo dalle candele; noi non eravamo vicini ma continuavamo a guardarci e a parlare per messaggio.
Il momento della festa arrivò, ero nervosissima; i ragazzi avevano organizzato dei giochi a coppie, e, dopo che ne avevamo vinto uno tu mi baciasti.
Era il mio primo bacio, ero tesissima, non era per niente come me lo ero immaginato, ma questo non vuol dire che non sia stato perfetto.
 
Tornati a casa però la magia che si era creata tra noi svanì.
A te piacevano due ragazze, che queste fossero praticamente migliori amiche non ti importava; decidemmo che avresti avuto una settimana per decidere con chi stare, quello che però tu non sapevi era che io e la mia amica avevamo deciso di raccontarci tutto, tutto quello che facevi o dicevi, almeno non avresti potuto ingannarci.
I giorni passarono, tu eri dolce come sempre, eri venuto anche a vedere un mio allenamento di pattinaggio, non potevo essere più felice.
Naturalmente però tutto finì molto velocemente.
Un giorno, parlando con la mia amica capimmo che raccontavi le stesse identiche cose ad entrambe, ci stavi ingannando tutte e due; solo in seguito scoprii (parlando con te) che in realtà non era vero, che era stata una cattiveria da parte della mia “amica”.
Decisi così di parlarti, ma non riuscivo mai a trovare un momento sola con te, così, esasperata, presi una decisione, ti chiamai da parte quando ti trovavi con i tuoi amici e ti tirai uno schiaffo, “così impari a prendermi per il culo”.. me ne pentii il momento stesso in cui la mano era partita, ma ormai il danno era fatto.
Tu ti misi dopo un giorno con l’altra ragazza e io sparii dalla tua vita, ma tu non sparisti dalla mia.
 
Mi piacevi ancora, ma, logicamente, non mi rivolgevi più la parola.
Stavo veramente male, cercavo di dimenticarti ma non ci riuscivo, più provavo a pensare ad altro più pensavo a te.
Non so come e non so perché ma ricominciammo a parlare, chattavamo tutte le sere e pian piano diventammo migliori amici, tu ti confidavi con me e io avevo la possibilità di starti ancora vicina.
Eri tornato nella mia vita, solamente come amico, ma a me andava comunque bene, stavi ancora con la mia amica, non volevo intromettermi tra voi.
Vi vedevo litigare spesso, durante le sere in cui stavamo ore in web-cam, eri triste e io facevo sempre il possibile per farti ridere, come le gare a chi beveva più coca-cola in meno tempo senza stare male o le canzoni cantate insieme a voce stonata.
 Parlavamo di tutto, ma non menzionammo mai quello che era accaduto dopo la settimana bianca.
 
Verso Maggio la ragazza ti lasciò, e, due iorni dopo, io e te ci mettemmo insieme.
Durammo la bellezza di due giorni, poi tu decisi di lasciarmi perché “pensavi ancora troppo a lei”.
Io ero davvero innamorata di te, cercai di non parlarti più, ma dopo qualche giorno tutto tornò come prima.
Non eri però lo stesso ragazzo che conoscevo, non so per quale motivo diventasti diverso; non eri più il ragazzo dolce che eri prima, eri diventato più stronzo, menefreghista e cretino.
Ma a me andavi bene anche così.
Ero accecata da quello che provavo per te, non capivo che pian piano stavi facendo cambiare anche me.
Uscivamo insieme tutti i giorni, non ero mai a casa a studiare per gli esami di terza media, infatti passai con un misero sei.
Tu eri davvero tutto per me, sapevo che in fondo mi usavi solo e ti prendevi gioco di me, ma io non ero in grado di dire definitivamente basta e andarmene.
Litigavamo spesso, anzi, ogni sera, tu mi dicevi che ero troppo una bambina, che ero infantile, volevi in pratica che diventassi una delle solite troiette che stavano con te; la cosa peggiore è che io sarei stata disposta a cambiare per te, avrei fatto qualsiasi cosa pur di piacerti.
Dopo le liti tu ti scusavi sempre, dicevi che non sapevi stare senza me, che ero diventata troppo importante, di provare a perdonarti, e io, puntualmente, lo facevo.
 
Il colpo di grazia arrivò in un pomeriggio di luglio; eravamo usciti con altri tuoi amici, ero particolarmente felice perché erano un po’ di giorni che non litigavamo.
Rimanemmo soli in un parco e tu, di punto in bianco mi lasciasti, dicendo semplicemente che ero troppo “bambina” per te e che non volevi più vedermi.
Dopo tutto quello che avevamo passato non mi sembrava possibile che tutto potesse finire così, in un secondo.
Rimasi seduta per terra per ore, senza trovare le forze per fare nulla.
Ero distrutta, eri il mio primo amore e mi avevi appena preso il cuore e lo avevo calpestato come non mai.
Nella strada verso casa mi sentivo un fantasma, piangevo in silenzio mentre camminavo cercando di rielaborare gli ultimi fatti.
Non mangiai nulla per i due giorni seguenti che non fosse gelato, non mi cambiai i vestiti, rimasi in pigiama, in camera, a piangere appoggiata alla vaschetta di gelato.
Mi sentivo abbandonata, come in un mondo solo mio, un mondo che era appena stato distrutto da una catastrofe e che andava ricostruito dal principio.
 
Ricominciare la solita vita delle giornate estive non fu semplice, non parlavo praticamente più, nessuno toccava l’argomento in mia presenza, ma se anche se fosse successo non me ne sarei accorta, ero sempre persa in un mondo parallelo, fatto di ricordi.
Mentivo a tutti dicendo che stavo bene, che ti avevo dimenticato, che non eri più nulla per me; ridevo, scherzavo, facevo le solite cose, ma in realtà soffrivo ancora molto.
 
Il ragazzo che avevo frequentato e amato per quasi un anno mi aveva lasciata nel modo peggiore.
Quel giorno non persi solo te, ma anche una parte di me stessa.
 
Cambia, diventai molto più forte, più sicura di me, più chiusa.
In parte è un bene.
Potrei dire che in fondo mi hai fatto un favore.
 
Qualche volta mi mandavi dei messaggi, questo mi fece pensare che forse io non avevo dimenticato te, ma che in fondo anche tu ogni tanto pensavi ancora a me.
 
Tu sei stato il mio primo vero grande amore, il mio primo ragazzo.
Ero veramente innamorata di te, ma tu no..
Tu eri il bambino, io ero il giocattolo, mi usavi quando avevi voglia e poi mi lasciavi in un angolo senza farti sentire per giorni, senza preoccuparti di chiedermi come stavo.
 
Sono ormai passati anni, eppure quella ferita brucia ancora, eppure sono riuscita ad andare avanti, andare avanti senza te.



Questo è un racconto che avevo scritto anni fa (perdonate gli errori ortografici, ho provato a rileggerlo ma qualcuno potrebbe essermi sfuggito!) ; è la vera storia del mio primo amore..allora ero solo una ragazzina, eppure tutto questo mi ha segnata per la vita..
quello che si dice in giro comunque è vero, il primo amore non si scorda mai.

Lily 
  
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