Capitolo III – Debolezza
*sospirando* Ahimè, dopo la romantica giornata con
il mio Mamochan quelle streghe delle mie amiche mi
hanno costretto a ritornare sui libri. LE ODIO!!! Quanto vorrei che fosse già
trascorso un anno e io e il mio amore fossimo pronti a convolare a nozze!
Una mano che sventolava
davanti agli occhi riportò Usagi alla realtà “Ci sei
Usa?” – “Come? Ah certo Motoki, scusami ero
sovrappensiero!” – “Lo vedo, hai fatto sciogliere il tuo gelato!” – “Oh nooooooo! Uffa!”. La ragazza sbuffò rumorosamente e guardò
male Motoki che aveva cominciato a ridere “Sai Usagi, non cambi mai. Ti offro un altro gelato per farmi
perdonare di non averti riportato prima sulla terra!” – “Oh grazie Motoki, sei un tesoro!” – “Come sta Mamoru?
E’ un bel po’ che non si fa vedere…” – “Si, è molto impegnato con gli studi, ha
perso sei mesi e sta facendo i salti mortali per recuperare.” – “Come ha perso
sei mesi?! E la sua esperienza all’estero?” Ahi,
come faccio a spiegargli che quei mesi non li ha mai trascorsi negli Stati
Uniti perché – sigh – Galaxia
lo aveva fatto fuori. “Beh, ha avuto problemi quando è arrivato lì…e non è
riuscito a combinare molto…” Speriamo si
accontenti “Caspita mi dispiace! Beh, sicuramente lo vedrai più di me,
salutamelo tanto!”. Usagi annuì e Motoki
si allontanò per servire altri clienti.
La futura regina osservò
nauseata il libro che aveva poggiato sul bancone “Ahhh,
quasi quasi preferisco combattere…” – “Usagi come ti permetti di dire queste cose?! Non ti ricordi
che cosa abbiamo passato nelle battaglie che abbiamo combattuto!” Eccole, ci mancavano solo loro pensò
rassegnata Usagi, già circondata dalle sue amiche “Rei
non essere severa con Usagi, per lei è più difficile
studiare un libro di storia che salvare la Terra!” – come al solito Amy la ‘difese’
– “Forse perché non è stata lei a rimetterci la pelle 3 volte su 5…” – insinuò ancora
la guerriera di Marte – “Ora non esagerare, anche lei ha sofferto molto lo sai…”
– Makoto – “Certamente, è stato grazie al suo aiuto che siamo arrivati fin qui!”
– Minako – “Si
ma non ha il diritto di dire che è meglio rischiare di perdere la vita
piuttosto che studiare qualche stupida pagina di storia!!” – ancora Rei. Le sue
amiche ormai litigavano senza ritegno davanti a lei che non le degnava di uno
sguardo, persa com’era di nuovo nei suoi sogni ad occhi aperti.
Come sarà il mio vestito da sposa? Lo voglio
bianco latte con un velo lunghissimo…Sarò magnifica…e poi…diventerò
la regina Serenity…anche se come esattamente non ce
ne ha parlato Chibiusa, vorrei tanto scriverle per
chiederle come avverrà, quella piccola peste me lo deve visto che grazie a me è
ancora su questa terra, cioè non proprio questa, giusto un centinaio di anni
più in là ma parliamo sempre della Terra…Che strano silenzio, ma non
chiacchierano più?
Usagi alzò gli occhi e vide le sue amiche che la
puntavano con degli sguardi non proprio benevoli “Eheh,
scusate ragazze, mi sono distratta un attimo, che stavate dicendo?” – “Sei la
solita Usagi, non ti smentisci mai!” – “E dai, è
stata questione di un attimo solo!” – “Si come no, sentite ragazze bando alle
discussioni, qui c’è da far recuperare un’insufficienza a Usagi!”
– “Impresa difficile, guardatela, è caduta di nuovo in tranche”. “AAAAAAAAAAHHHHH!
Basta!!! Oggi non riesco a studiare, l’unica soluzione è uscire a fare una
passeggiata e VOI – le squadrò con sguardo truce – non potrete fermarmi! Però
se volete – lo sguardo di Usagi divenne quasi
diabolico – potreste accompagnarmi in giro a guardare i vestiti da sposa…” – “Veramente
io devo studiare.” – “Io devo tornare al tempio.” – “Io in pasticceria.” , Usagi guardò con occhioni teneri Minako: “Mi dispiace Usachan, ma
io avrei un corso di recitazione tra mezz’ora, se vuoi ti posso tenere
compagnia fino ad allora.” – “No lascia stare, grazie.”, alla bionda stava per
sfuggire l’ennesimo Uffa della giornata, quando improvvisamente ebbe una strana
sensazione. “Rei, aspetta Rei.” – urlò quasi per richiamare l’attenzione della sua
amica in procinto di abbandonare il tavolo – “Cosa vuoi?” – “Non senti qualcosa
di strano nell’aria?” – “A parte la tua puzza no…” – “EHI come ti permetti, io
profumo come una rosa!” – “Sarà…” – “Rei è una cosa seria! Ti prego concentrati
un attimo.” – l’altra ragazza smise di prenderla in giro e si concentrò, così
come tutte le altre – “No Usagi, non percepisco
nessuna aura maligna.” – “Sei sicura? Ho avuto una brutta sensazione prima,
come se stesse per succedere qualcosa…” – “Noi non avvertiamo niente Usagi, forse è stata la stanchezza, in fondo è passato poco
tempo da quando hai affrontato Galaxia, sei ancora
molto stanca. Se vieni in pasticceria con me ti offrirò un bel dolcetto appena
sfornato!” – “Grazie Makoto, sei molto gentile, ma credo che andrò a casa.” – “COSA?!?!?!”
esclamarono tutte insieme, non era da Usagi rifiutare
un dolce!. “Si ragazze, mi sento improvvisamente stanca, forse avete ragione vo…”
– “USAGI!”. La ragazza svenne tra le braccia di Makoto.
“Si sta risvegliando” – “Usako…” – “Mamochan, amiche…dove
siete tutti? E’ tutto buio.”, Usagi sentì sospiri
preoccupati risuonare nell’aria. “Usako…non ti
spaventare, sei svenuta e ora hai un episodio di cecità momentanea. Si
risolverà presto, non temere.” – “Sono cieca?!” – “E’ solo per qualche minuto,
al massimo per un’ora, è normale dato che hai avuto un impressionante calo di
pressione. Adesso sei a casa mia.” – “Tienimi la mano Mamochan.
Ho paura.”, si sentì stringere dalle sue braccia.
“Dai, non è niente. Sei
troppo stanca, sono passati anche i tuoi e non ci crederai quando ti dirò
quello che ci hanno concesso…” – “Non mi dire che hai già chiesto la mia mano?”
– “Noo, tuo padre era troppo spaventato, avrebbe
avuto un collasso!”, intervenne Minako per smorzare
la tensione, provocando una risatina in Usagi.
“Dicevo…gli ho spiegato
che sei molto stanca per la scuola, sai, il cambiamento di scuola e di
professori…non so, forse tua madre ha capito e ha intercesso con tuo padre…insomma
ti permettono di venire in vacanza con me e le altre!” – “In vacanza?! Ma tu
non hai gli studi da recuperare?” – “Ho passato troppo tempo senza di te”
bisbigliò Mamoru nell’orecchio della ragazza.
“Ma allora è
meraviglioso! Andremo tutti al mare!!! …Solo che…adesso sono molto stanca, Mamochan ti dispiace portarmi a casa mia? Scusami tanto…vorrei
tanto la mia mamma…” – la biondina cominciò lentamente a piangere – “Ma certo Usako, la macchina è giù, vuoi andarci subito? O vogliamo
aspettare che ti passi…” – “No, voglio andare subito, portatemi a casa.” – “Come
vuoi tu cara. Stai tranquilla, ti stai impressionando per una sciocchezza. Non
fare la solita piagnucolona, eh?” – “Ci provo…Chiederò a mio padre di farti
dormire in camera di Shingo ma ti prego non lasciarmi
Mamochan” – “Te l’ho detto, non ti lascerò mai più,
adesso ti portiamo a casa, ragazze aiutatemi a sistemarla sulla schiena.”
Le ragazze erano
profondamente scosse: non avevano mai visto la loro migliore amica in quelle
condizioni, nemmeno dopo le battaglie più terribili. Sembrava davvero un
coniglietto spaurito, mentre fino a poche ore prima brillava di vitalità. Mamoru non lo dava a vedere ma era molto preoccupato. A
casa Tsukino il padre lo guardò con la solita leggera
ostilità, ma gli permise persino di dormire nella stessa stanza di Usagi. Il letto estraibile fu preparato: con la promessa
che la porta sarebbe stata rigorosamente aperta, Mamoru
potè dormire stringendo la mano della sua
principessa.
AhAh, mia piccola Serenity,
presto la tua luce smetterà di risplendere, e a quel punto nessuno potrà
ostacolarmi. La luce più accecante produrrà le ombre più nere e né tu, né il
tuo stupido cristallo d’argento consumato com’è da mille battaglie sareste mai
in grado di eliminare le tenebre.
Usagi ebbe un tremito nel sonno e Mamoru,
incapace di prendere sonno, ebbe la terribile sensazione che se non l’avesse
tenuta stretta l’avrebbe persa. Contravvenendo alle regole del signor Tsukino Mamoru entrò nel letto di
Usagi e le circondò le spalle con un braccio. La
ragazza sorrise e si calmò.
Dormirono sereni tutta la
notte.