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Autore: Anne_Boleyn    12/09/2008    3 recensioni
La vita non è altro che consumarsi lentamente. Ed io ho deciso di consumarmi con te..
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi consumo ogni giorno di più con le mie stesse mani. Mi consumo nel fumo di una sigaretta accesa dove i miei pensieri si divertono a sfuggire, ad apparirmi vividi davanti agli occhi e a chiedermi –Cosa farai ora?-.
Mi consumo in un bicchiere di liquore, quando la mia anima, accompagnata dal pudore, si frammenta in mille e più pezzettini per poi ricomporsi solo la mattina dopo, provocando un’emicrania non invidiabile.
Mi consumo al suono di musica che mi entra nelle vene per seguire il battito del mio cuore, mutandolo con i movimenti delle braccia e delle gambe; entro in simbiosi con delle onde sonore.

MI sono consumata sopra di te, in movimenti lenti ed appassionati, antitetici rispetto ai tuoi, veloci e profondi, in cui sentivo dentro di me l’intero universo ripetersi in un big-bang, per poi tornare alla fredda realtà di un sedile della macchina o di un letto. Morivo ogni volta che la tua stretta si faceva più lenta e rinascevo ad ogni tuo bacio, lo sfiorare le tue morbide labbra e sentirmi catturata dalla tua mano dietro la nuca; scendevi poi sul collo e sapevi che quello era il momento giusto per usare i denti e incatenarmi definitivamente a te, senza manette o corde alcune. Lo capivi quando le mie braccia finivano sulle tue spalle in un abbraccio che ti voleva tutto per se ma nel quale non osavo fartelo capire, per paura di un tuo abbandono. Tu godevi di portermi avere tutta per te senza obbligo alcuno, vero?
Ebbene mi sembra il momento giusto per ammetterlo, anche se forse non leggerai mai questo testo, io non ti ho mai amato. Io mi sentivo legata a te. Mi sentivo la puttana di turno, che sfida se stessa perché crede di poter ingannare un uomo e tenerlo per sempre vicino a lei. Ho fallito, forse, ma il giudizio non è obiettivo e definitivo ora che siamo lontani. Quando ci rivedremo, allora si, forse capirò se sono riuscita nella mia impresa, se sono riuscita a farti pensare a me tutti i giorni, seppure un solo minuto alla volta.

Nel frattempo io continuo a consumarmi, sfidandomi e resistendo in ogni cosa che faccio.
Ma prima o poi, come ogni cosa che non è infinita, finirò di consumarmi.

Cosa ne rimarrà a quel punto di me? Della cera che cola da una candela rossa? Cenere d’una sigaretta? Finchè non so cosa sono non lo potrò mai sapere.

Troppe domande pone la vita.
Zitta.
Ci vuole anche il silenzio, a volte, per consumarsi…
  
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