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Autore: Manu_Tinista    09/08/2014    2 recensioni
I miei genitori sono dei famosi scienziati, per il loro lavoro siamo in aereo sempre: anche oggi purtroppo. Siamo diretti a New York. Non sono triste,nel mio paese natale ossia Buenos Aires non avevo amici. Voglio ricominciare la mia vita.
Coppia: Jortini, Dievica
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Francesca, Leon, Violetta
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage
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~~Scendo dall'autobus con la faccia sconvolta,cosa mi potrà mai fare? Sarà solo uno stupido scherzo?
<< Tini,cos'hai? >> la mora ha un viso interrogativo mentre mi scruta attentamente.
<< Nulla,nulla...>> rispondo, ma da quando sono così bugiarda?
<< Sei pallida >> osserva la rossa, mi tocca il viso, si mette una mano sul fianco e inarca un sopracciglio. Ha ragione ho la faccia bianca cadaverica. Meglio andarsene.
<< Devo andare in classe >> detto ciò me ne vado dentro la scuola, lasciandole lì impalate.
<< Non abbiamo finito...torna qui! >> esclamano all'unisono, ma sono già troppo lontana.
Alla prima ora ho inglese, meglio prendere i libri. Sto per aprire l'armadietto quando un liquido strano che ha tanto l'odore di coca cola, maionese e vino mi inonda da capo a piedi.
<< Che schifo! >> afferro un ciuffo di capelli appiccicato al viso e lo guardo disgustata. Mi guardo intorno: tutti ridono,certi hanno il cellulare pronti a fotografare, immagino il responsabile e se lo becco questa volta giuro che lo disintegro. Mi avvicino a un tipo che ride fragorosamente.
<< Se non la smetti di ridere ti stacco la bocca con le mie mani! >> gli grido contro. Subito si zittisce, vicino ad un armadietto vedo la bionda che Blanco ha definito “la sua ragazza”.
<< Dov'è quel cretino del tuo ragazzo? >> le grido contro. Cretino è solo un assaggio degli insulti che ho per lui. Si aggiusta i capelli e mi fissa accigliata.
<< Non sono tenuta a dirtelo >> mi risponde battendo un piede per terra.
<< Se non me lo dici ti strappo i capelli uno a uno. >> la prendo dalla maglietta.
<< Ok ok...calmina....è nel campo da basket >> si stacca da me e se ne scappa.
Campo da basket? Dovrebbe essere di là esatto? Si si eccomi. Sono nel retro della scuola e da lontano riesco a vedere dei tipi che giocano, mi avvicino. “Blanco....Blanco dov'è?” domando a me stessa, credo di averlo visto. E' lui. Mhhh.....cosa potrei fare.....interrompo la partita.
<< Stopp, se qualcuno si muove lo mando nell'aldilà >> sono tutti immobile, tranne Jorge che mi fissa. Quant'è dolce la vendetta!
<< Odori di vino >> esclama per poi ridere forte. Mi avvicino a un tipo che dice di chiamarsi “Frank” e gli tolgo il pallone dalle mani.
<< Sai cosa fa ridere me invece? >> domando con ghigno malefico.
<< Non so e non mi interessa >> risponde scontroso , inizia a camminare nel campetto.
<< Dovrebbe interessarti...riguarda te. >> dopo questa frase, prendo la mira e gli tiro il pallone in faccia. I compagni da gran “lecchini” si avvicinano e soccorrerlo mentre me ne vado trionfante.
<< A dopo Blanco >> gli faccio l'occhiolino e lo lascio lì in preda alla rabbia.
Meglio andare in classe, sono in ritardo di 10 minuti. Ovviamente sono passata dal bagno delle ragazze a darmi una ripulita e spruzzarmi chili di profumo.
<< Alla buon ora Stoessel >> gracchia il prof. Rodriguez. Non mi va di risponde quindi mi limito a sbuffare a sedermi affianco a Lodovica che mi scruta attentamente.
<< Allora? >> domanda piano per non farsi sentire da quel rompipalle del professore.
<< Allora cosa? >> ribatto io abbastanza nervosa.
<< Cos'hai? >> ripete nuovamente per poi aggiungere << e non dire niente, perché non ci credo >>
<< Ne parliamo dopo >> rispondo irritata, dopodiché cerco di seguire la lezione.
Qualcuno bussa alla porta dall'aula abbastanza forte, la lezione si interrompe.
<< Avanti >> grida il prof. Rodriguez. Ogni volta che si interrompe la lezione si incavola. La porta cigola e rivela la presenza di mio cugino.
<< Sono venuto a portare dei docum.... >> non finisce la frase che subito mollo la penna e gli salto addosso. Lui mi mette la mano sotto il sedere e mi solleva mentre allaccio le gambe alla sua vita.
<< Diego >> esclamo mentre lo riempio di baci, non so perché ma vederlo mi fa stare meglio. Aspetta siamo in aula e siamo appiccicati, ci fissano tutti straniti e qualcuno fa anche dei fischi.
<< Pulce, ci siamo visti stamattina in camera,non mi assalire >> risponde lui. Un altro fischio si diffonde nell'aula, chissà cosa hanno pensato...io con un ragazzo in camera....ODDIO!
<< Scusate, vi potete separare o disturbo? >> domanda il professore rosso in viso.
<< Disturbi >> risponde Diego, mi da un ultimo bacio in fronte e mi lascia andare contro voglia. Lascia i documenti sulla cattedra e si dilegua velocemente dopo aver mandato un bacio sulla mano a me e a Lodovica, che ride come una stupida.
<< Ti piace Diego? >> domando a bruciapelo, la fisso in attesa di risposta.
<< No..... >> risponde voltandosi dall'altro lato,forse vuole evitare di guardarmi negli occhi.
<< Non sai mentire >> la prendo in giro sorridendo, lei mette il broncio e non risponde più.
Sono volate quattro ore di lezione e siamo nella mensa: io, mio fratello,mio cugino e le mie amiche.
<< Sta per venire Jorge, l'ho invitato a sedersi qui con noi ok? >> chiede Diego.
<< Cosa?! >> sono incazzata nera, ma quello lì  è un “figo” perché non sta con gli altri popolari?
<< Sta arrivando >> risponde Francisco sorridendo, lasciandomi senza parole.
<< Scusate il ritardo >> è la voce di Jorge, lui si siede, forse non mi ha notato.
<< Allora...lei è Lodovica, Candelaria, Francisco e Martina >> spiega mio cugino,  Blanco sorseggia una bevanda, quando sente il mio nome sputa la limonata sul viso di Fran.
<< Non sapevo di essere così brutta >> sorrido ironicamente, e lo fisso accigliata.
<< Grazie per la limonata Jorge! >> grida mio fratello mentre si asciuga la faccia.
<< Scusa, scusa. >> ripete Blanco mentre gesticola con le mani.
<< A qual buon vento devo la tua illustre visita? >> gli rivolgo questa domanda mentre sorrido falsamente.
<< Non essere antipatica >> gracchia Lodovica mentre mi tira un calcio.
<< Ahia! >> grido fissandola furente per poi sussurrarle << dopo facciamo i conti >>.
<< Ho fatto amicizia con Diego, lui mi ha invitato qui ed eccomi >> spiega scrutandomi.
<< Che fortuna >> ironizzo alzandomi.
<< Dove vai? >> domanda Candelaria abbastanza sorpresa.
<< In classe, ora inizia la lezione di storia >> dico mentre me ne vado, seguita poi dalle mie amiche.
Varchiamo la soglia della classe puntali, per fortuna se no un'altra sgridata mi toccava. Sono nel mio banco e giocherello con una matita,non sto per niente attenta.
<< Stoessel,è più interessante la matita della lezione sugli egiziani? >> mi richiama la professoressa
<< Scusi >> farfuglio velocemente, per poi seguire la lezione.
<< Come stavo dicendo, vi assegnerò un lavoro a gruppi. Dovete rappresentare qualcosa riguardante gli egiziani. Per non creare scompiglio facciamo a sorteggio. >> spiega.
<< Spero che capitiamo insieme >> sussurrò a Lodovica, che annuisce.
<< Molfese, venga qui. Aiutami a sorteggiare. >> chiama Candelaria che subito si alza titubante.
<< Allora la prima coppia è Comello con......>> dì il mio nome ti prego.
<< Con Molfese >> Cande sorride mentre esulta silenziosamente.
Sono usciti tutti i nomi quasi, il mio no. Mi sto agitando troppo.
<< Allora la penultima coppia è Stoessel con.....>> uno normale, per favore.
<< Con Blanco >> ma la sfortuna è dalla mia parte.
<< Prof. Certo che è crudele, mi mette in coppia con un cretino >> esclamo ad alta voce, credevo di averlo solo pensato.
<< Stoessel, bisogna adattarsi >> risponde seguita dal suono della campanella.
Esco dall'aula incazzata nera, non ascolto neanche Lodovica che continua a chiamarmi.
<< Basta per favore >> la blocco, e me ne vado lasciandola ferma nel corridoio. Vado al mio armadietto, ma con mia sorpresa trovo Jorge appoggiato davanti.
<< Finalmente, credevo di dover passare la notte qui >> fa un sorriso strafottente.
<< Non è una cattiva idea >> ribatto reggendo il suo sguardo.
<< Quando ci incontriamo? >> chiede cambiando argomento.
<< Alle 18, oggi, a casa mia Via Roma 34 >> rispondo frettolosamente.
<< Ok, a dopo bambola >> mi fa l'occhiolino e se ne va.
<< Non chiamarmi bambola >> grido, lui è lontano, ma si volta.
<< Va bene, bambola >> sottolinea l'ultima parola prima di scomparire nella massa di studenti.
Meglio tornare a casa, è stata una lunga giornata, in più essere in coppia con quello non aiuta. Prendo l'autobus e mi rifugio nella mia camera da letto sommersa dai pensieri. Prendo gli auricolari e faccio partire “Dark Horse” di Katy Perry. Perché devo lavorare con lui? Tra tre ore sarà qui, meglio aggiustare la stanza non vorrei che tra i popolari si spargesse la notizia che ho una camera di merda.
ANGOLO AUTRICE: Recensite, un bacione a tutte.
   
 
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