Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: fedsurvives    09/08/2014    3 recensioni
Passi. Cos’era questo rumore di passi che puntava dritto verso le orecchie della bionda? Ognuno di essi diventava sempre più forte e chiaro mano a mano che i secondi passavano. Felicity andò dritta verso la porta di legno che la divideva dal mondo esterno. Non avrebbe mai aperto quella porta, sapeva tutto quanto sulla pericolosità di quel nuovo criminale. E se là fuori ci fosse stato lui? E se stesse semplicemente cercando il covo di Arrow, per affondarlo direttamente da casa sua?
No, in realtà avrebbe riconosciuto quei passi in qualunque situazione, passi che udiva ormai da moltissimo tempo. Il ritmo, la velocità, la profondità di quei suoni. Era Ollie.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti, Olicity fans!
Questa è la mia prima Fanfiction su Oliver e Felicity, una coppia che io AMO in maniera assurda, anche se, purtroppo, ancora non ci ha dato la possibilità di vederli davvero come tali. Ho cercato di immaginarmi il loro primo e reale "Ti amo.". La storia è ambientata dopo la fine della seconda stagione: ho immaginato che i due si siano appena messi insieme e quindi ho dato vita ad una situazione che non si era mai vista all'interno del telefilm.
Buona lettura!

 

02:24 AM.

La penombra che inondava la stanza non aiutava certamente a non pensare al peggio. Felicity Smoak non era mai stata una persona negativa, una donna pessimista. I capelli biondi erano rimasti liberi della solita fascetta con cui creava una facile coda di cavallo. Indossava ancora i vestiti da lavoro, cosa che al momento non la preoccupava affatto. Era già a conoscenza del fatto che sarebbe saltata sulla sedia per qualsiasi suono emesso dal suo cellulare o per qualunque rumore che avrebbe udito nelle vicinanze della porta. Da quando lei ed Oliver si erano, finalmente, decisi a mettersi insieme, la sua preoccupazione aveva raggiunto il culmine ed ogni sera sembrava sempre peggio. Il suo ragazzo – sì, ora poteva chiamarlo ufficialmente così – era uscito circa tre ore prima, per provare a fermare nuovamente uno dei nuovi nemici che incutevano terrore a Starling City. Per il momento nessuno aveva capito di chi si trattasse, la sua identità era ancora sconosciuta. L’unica cosa certa era la sua pericolosità, maggiore rispetto a tanti criminali che Arrow aveva dovuto affrontare negli ultimi mesi. Questo nuovo personaggio era riuscito persino a mettere le mani su di lei, fatto che aveva letteralmente fatto impazzire Ollie. Sembrava strano da dire, ma era proprio grazie a tutto ciò che il ragazzo aveva accettato ciò che provava per Felicity, tanto da portarlo finalmente a dichiararsi alla sua bionda preferita. Sì, c’era anche Sara Lance, anch’ella bionda, ma erano due sentimenti totalmente diversi, quasi opposti. Per la sorella di Laurel, Oliver avrebbe sempre provato qualcosa, ma col tempo aveva compreso come due “supereroi” come loro non avrebbero mai potuto trovare un compromesso per essere una coppia. Non si appartenevano, non si completavano, non come potevano fare lui e Felicity.
« Dove sei? » La voce cristallina e calda della bionda echeggiava per tutto la stanza, quella più segreta, quella che nessuno ancora aveva trovato. Dopo che Isabel Rochev aveva portato via il Verdant, il Team Arrow aveva dovuto trovare un nuovo posto per le proprie operazioni. Fortunatamente, gli assi nella manica di Oliver Queen sembravano non avere limite alcuno. La frase, la domanda, era sì rivolta al suo ragazzo, ma effettivamente andava semplicemente a scontrarsi con le pareti, perché il suo Ollie non era presente per rispondere. Il suo tono era vivamente preoccupato, quasi arrendevole nel non sapere nulla di ciò che stava accadendo. Ora andava così, era cambiato essenzialmente tutto. Se prima Felicity era informata di tutto, di ogni singolo aspetto delle varie missioni, ora veniva per lo più tenuta all’oscuro di ogni cosa. Era una cosa da Oliver: avrebbe preferito morire e non far sapere nulla fino all’ultimo secondo, piuttosto che dare brutte notizie a qualcuno che amava. Ma era questo? Poteva davvero trattarsi di amore o per lui era una relazione come una delle tante che aveva intrapreso nella sua vita? Il dubbio c’era e, forse, non era così immotivato. Lei era a conoscenza di tutte le donne che Ollie aveva avuto nella sua vita e più pensava a quella numerosa lista, più i dubbi le contorcevano lo stomaco. In cuor suo era certissima dei suoi sentimenti, anche se nessuno dei due, ancora, aveva fatto il primo passo nel dirli a chiare parole. Ma Oliver? Lui provava le stesse cose oppure era solamente un passatempo?
Passi. Cos’era questo rumore di passi che puntava dritto verso le orecchie della bionda? Ognuno di essi diventava sempre più forte e chiaro mano a mano che i secondi passavano. Felicity andò dritta verso la porta di legno che la divideva dal mondo esterno. Non avrebbe mai aperto quella porta, sapeva tutto quanto sulla pericolosità di quel nuovo criminale. E se là fuori ci fosse stato lui? E se stesse semplicemente cercando il covo di Arrow, per affondarlo direttamente da casa sua?
No, in realtà avrebbe riconosciuto quei passi in qualunque situazione, passi che udiva ormai da moltissimo tempo. Il ritmo, la velocità, la profondità di quei suoni. Era Ollie.
« Felicity. » Nemmeno il tempo di aprire la porta che subito i loro occhi si cercavano con velocità e desiderio di vedere il volto dell’altro. La voce di Oliver era stanca, profonda come sempre, ma decisamente provata da quella serata. Ormai erano le 02:48 e Felicity aveva passato gli ultimi 20 minuti a camminare su e giù per quel loro covo, senza rendersi conto di essere lei stessa a creare un rumore interminabile di passi. Passi dettati dalla preoccupazione e dalla paura di non poter rivedere quel volto ormai così familiare, quegli occhi che si addolcivano non appena incontravano i suoi, quella bocca che sembrava sempre imbronciata, ma che sfoderava i migliori sorrisi non appena lei parlava nel suo solito modo loquace e senza limite alcuno
« Ero così preoccupata Oliver. Non puoi capire il tempo che ho passato a camminare su e giù per questo posto. » Felicity non era certamente una persona che le mandava a dire. Aveva il cuore praticamente sulla lingua, diceva ciò che pensava sempre e comunque, anche se la maggior parte delle volte creava delle situazioni di imbarazzo assurde. Ed ora, con quell’uomo di fronte a lei, che le sembrava sempre più attraente ogni giorno che passava, lo provava ancora. Un tale imbarazzo da dover riempire di parole un silenzio che certamente avrebbe parlato molto di più.
« Giuro, giuro che se la prossima volta non … » Voleva semplicemente dire che avrebbe voluto essere avvertita di ogni cosa, informata su ciò che stava accadendo. Non era corretto da parte di Oliver escluderla da tutto il lavoro che prima faceva senza problemi. Lei era la loro consulente informatica, quella che riusciva a tirarli fuori dai guai con un semplice clic. Per l’appunto, avrebbe voluto dirlo. Ma non ci riuscì. Le sue labbra furono toccate in maniera estremamente dolce da quelle di Ollie, che a tratti sembravano fredde, perché appena rientrate dalla notte che viveva di fuori. Ma non poteva durare: il loro bacio non avrebbe mai potuto essere freddo. Dapprima sorpresa, Felicity si ritrovò a rispondere a quel bacio, portando le sue braccia a stringere Arrow – sì, era ancora in tale tenuta – attorno al collo, mentre una delle sue mani andava ad accarezzare lievemente la sua nuca, infilandosi tra i capelli cortissimi del suo uomo. Dal canto suo, Oliver porto le sue mani a cingere la vita della bionda di fronte a sé. I loro momenti arrivavano così, del tutto inaspettatamente. Un po’ come la prima volta in cui le disse “Ti amo”: ricordava bene come nascose il tutto, raccontando una frottola ben congeniata. Quelle due parole erano state dette unicamente per ingannare Slade Wilson, o almeno questa era la versione ufficiale. Quella reale non era mai uscita fuori.
I due si staccarono lentamente l’uno dall’altro, dopo qualche secondo ancora. Gli occhi di Felicity rendevano giustizia a tutta la sua sorpresa, mescolata ad una gioia inaudita.
« Lo so. Volevo semplicemente proteggerti. Ma hai ragione. Tu fai parte della squadra. È solo che.. in fondo non è colpa mia se ti amo. » Oliver Queen non era capace di fare giri di parole come la bionda, ma era in grado di sorprendere davvero molto quando serviva. Nessuno avrebbe mai immaginato una dichiarazione così, parlando della squadra, di quel senso di protezione che aveva per la sua “segretaria”. Ma era Ollie, lui era fatto così. Felicity gli rivolse quello sguardo di chi la sa lunga, di chi voleva vederci chiaro. Uno sguardo indagatore che interrogava chiaramente il suo ragazzo.
« Dobbiamo ingannare qualcun altro o..? » Il dubbio era legittimo anche in questo caso. Ma sul volto di Oliver non si formarono smorfie di disappunto o di tristezza, bensì una divertita, come spesso accadeva ogni volta che questi due parlavano l’uno con l’altro.
« Ho ingannato già abbastanza me stesso. » Disse, con totale approvazione di se stesso, come se stesse finalmente dicendo ciò che voleva dire da tempo immemore. Lui amava Felicity Smoak, adorava tutto di lei: quei suoi capelli dorati, quei suoi occhiali che amplificavano il bagliore delle sue iridi, il suo modo di parlare, le sue risposte sempre pronte ed il fatto che si preoccupasse così tanto per lui. Ma, in particolare, tutto l’amore e l’affetto che aveva tenuto nascosto solo per procedere senza intoppi nel lavoro del Team Arrow. « Ti amo, Felicity. » Lo ridisse ancora, come per chiarificarlo, come per sottolinearlo ulteriormente. Questa volta non c’era Slade Wilson, non c’erano cimici ad ascoltarli, non c’era nessuno. C’erano solo Oliver Queen e Felicity Smoak, loro due, da soli, con il mondo di fuori che continuava ad andare avanti, mentre loro vivevano un momento che, con tutta probabilità, avrebbero ricordato per sempre.
« Dillo di nuovo. »
« Ti amo. »
Non ci fu bisogno di altre parole, non c’era nemmeno il bisogno che anche la stessa Felicity lo dicesse. Era chiaro, lampante a chiunque avesse avuto l’occasione di vederli insieme. Oliver e Felicity facevano parte della stessa essenza, si completavano, riuscivano a comprendersi. Niente e nessuno avrebbe mai potuto togliere loro tutto ciò. Ed ora, baciarsi sembrava così naturale che nemmeno le svariate telefonate di John Diggle avrebbero potuto fermarli. Era tutto così estremamente perfetto. Loro erano perfetti.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: fedsurvives