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Autore: amu hinamori    10/08/2014    5 recensioni
Dal capitolo 1:
Ikuto pensò subito che la ragazza non poteva conoscere il giapponese, così iniziò a parlare in inglese: -My name is Ikuto and I’m 17 years old, on your right you can fin..- poi venne interrotto dalla voce della ragazza.
-Non c’è bisogno che tu mi parli in inglese, conosco il giapponese come lo conosci tu- affermò lei con modo retorico.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella sera riportai a casa Ikuto, anche se viviamo uno di fronte all’altra ho preferito assicurarmi che lui ci arrivasse integro.
Salii in camera mia, mi preparai per andare a letto quando sentii il mio cellulare squillare.
-Pronto- dissi io.
 -Amu, sono Ikuto- disse la voce maschile dall’altra parte.
-Ciao, dimmi-
 -Non ti ho ancora ringraziata per avermi fasciato le ferite- mi disse lui ridendo.
-Non ce n’è bisogno- gli risposi.
 -Invece sì. Senti ti volevo chiedere se ti piace andare in moto?- mi chiese poi.
-Beh…sì, perché me lo chiedi?-
 -Volevo invitarti a fare un giro con me con la moto, ti va?- mi chiese poi.
Cosa? Ma è andato di testa sto deficiente?
-No, non mi va- risposi secca e fredda.
È salvo per miracolo per quello che è successo oggi e pretende di andare in moto domani? Qui stiamo sfiorando l’ipocrisia!!
 -Perché no?- mi chiese lui.
-Ma ti sei visto le ferite che ti trovi sul corpo? Ma sei diventato matto?- gli urlai contro.
 -Ma- lo interruppi.
-Niente “ma”! Fino a quando tu non sarai guarito definitivamente, non mi chiedere di andare in moto- dissi io. Era strano, ma avevo il cuore che batteva all’impazzata! Ma perché?
 -D’accordo, ma non parlare come mia madre- affermò lui svogliato.
-Io non parlo come tua madre. E se tua madre ti parla come ti parlo io fa bene. E ora buona notte- e gli chiusi il telefono in faccia.
Quel ragazzo è nato per farmi saltare i nervi
IL LUNEDI DOPO…
-Ragazzi, allora state tutti bene?- esclamò il professor Nikaido tutto pimpante.
Nessuno rispose, c’era un’aria pesante nel teatro. Ikuto stava bene per le ferite che aveva riscontrato e per il resto andava tutto a gonfie vele.
-Ragazzi non ve la potete prendere perché l’Inghilterra si è ritirata. Sono cose che succedono- ci rassicurò il prof. Io non davo tanta importanza a quello che stava dicendo, sfogliavo gli spartiti che avevo nel raccoglitore e tenevo gli occhi bassi. Tutti, ma dico tutti, avevano la faccia imbronciata per quello che era successo, persino Ikuto che portava ancora la benda al braccio e un cerotto sul viso.
-Non doveva andare a finire così- sibilò Britney arrabbiata.
-Dopo tanto lavoro, abbiamo vinto a tavolino. Che mera consolazione!- esclamò Ryan.
-Amu tu cosa ne pensi?- mi chiese Shane voltandosi verso di me.
-Tu li conosci meglio di noi- constatò Kyle.
-Ragazzi cosa volete che vi dica?- iniziai io, -siamo stati esonerati dalle lezioni fino a gennaio per questo stupido concorso, ci siamo allenati per niente, per poco Ikuto non ci rimetteva un braccio o una gamba… è ovvio e legittimo essere arrabbiati, ma non ve la dovete prendere tanto. Di concorsi ce ne sono in giro, possiamo iscriverci a un altro di questi e provare a vincere, ma cosa otterremo?- dissi io chiudendo il raccoglitore, -Una vittoria? Una sconfitta? Nel mondo dello spettacolo esistono due codici, il primo può essere definito il codice dei vincitori, il quale recita che ogni interpretazione deve essere perfetta e non ci deve essere alcuna sbavatura; il secondo è il codice delle persone con un minimo di umanità, ma questo è quello che nessuno rispetta, quest’ultimo recita che un’interpretazione deve essere fatta con il cuore e con la voglia di poter far sentire alla gente i propri sentimenti, e che se c’è una sbavatura è un bene- conclusi io alzando lo sguardo.
-Perché è un bene?- mi chiese curiosa Joanne.
-Quando qualcuno si commuove per una canzone, per una melodia; quando si ride per una strofa, quando vogliamo cantare ad ogni costo per qualcuno e poi facciamo delle sbavature, dobbiamo andare fieri di noi. Perché questo vuol dire che noi sappiamo amare, chi non sbaglia non sa amare. Con questo non voglio dirvi che è sbagliato arrivare alla perfezione, anzi è importante riuscire a migliorare le proprie performance ma e bene capire che niente a questo mondo sarà totalmente perfetto, e con questo chiudiamo l’argomento col dire che: gli inglesi sono dei conigli- conclusi ridendo seguita dagli altri. Suonò la campanella e tutti uscirono dalle aule per andare a casa. Me ne andai in biblioteca a rifugiarmi in quella montagna di libri dimenticati e polverosi. Salii su una scala un po’ traballante alla ricerca di qualche libro interessante, l’unica cosa interessante era la polvere che mi faceva starnutire non poco.
-Credo che lassù non troverai nulla d’interessante- esclamò una voce dietro di me che mi fece sobbalzare, mi voltai e vidi Ikuto appoggiato contro il tavolo che mi fissava.
-Ti consiglio di scendere se non vuoi cadere e romperti quello che non mi sono rotto io- constatò lui mettendosi davanti alla scala.
-Credo che sia una buona idea- risposi iniziando a scendere gli scalini che emettevano cigolii. Ero arrivata quasi a terra che vidi la mano di Ikuto tesa verso di me.
-Forse è meglio che ti aggrappi a qualcosa di più sicuro- mi disse lui guardandomi. Mi voltai per guardarlo bene in faccia.
-Non sono sicura che tu sia più sicuro di questa scala pericolante- gli risposi.
-Di certo io non vado a pezzi- mi rispose lui.
-Ma poco ci manca- aggiunsi io. Sentii un strano rumore provenire dalla scala, sentivo il pezzo di legno che stava per cedere, così per evitare che le predizioni di Ikuto si avverassero, alzai il piede e mi appropinquai  a metterlo sullo scalino sotto ma il legno si ruppe prima del dovuto e così caddi dalla scala.
Ikuto si posizionò a un pelo dalla scala e mi prese al volo. Anche se si era fatto male, la sua stretta era forte. I miei piedi non toccavano terra per il grande dislivello che c’era e Ikuto non accennava a mollarmi.
-Senti Ikuto, che ne dici di lasciarmi andare?- gli chiesi un po’ imbarazzata.
-Amu… i tuoi capelli sanno di cioccolato- disse lui mettendomi giù.
-C’è qualcosa che si chiama shampoo a questo mondo, io lo uso con estratto di cacao- risposi io lisciandomi la camicia.
-Parlando di altro, mi volevi dire qualcosa?- gli chiesi io alzando il capo.
-Ero venuto a cercarti per chiederti un favore, posso?- mi disse lui.
-Chiedi pure- risposi io.
Mi chiedo cosa voglia?
-Ti va di andare a comprare qualche libro?- mi chiese lui.
Tutto qui?
-Molto volentieri- risposi prendendo la mia borsa e la giacca.
-Andiamo- affermò aprendomi la porta.
Passammo il pomeriggio a guardare librerie e a comprare i libri dai titoli più disparati, continuava a nevicare il che rendeva tutto più romantico. Non riesco ancora a capire come mi devo comportare con Ikuto: con tutti è molto freddo, non fa trapelare nessuna emozione, però a volte noto che è gentile. Mi rimbombano ancora nella mente le sue parole con Diego, da dove veniva quel senso di protezione che mi percorreva la schiena ogni volta che incrociavo il suo sguardo.
-Senti Ikuto…- iniziai io un po’ imbarazzata.
-Che c’è?- mi disse.
-Quel giorno… perché hai fatto una cosa del genere, contro Diego?- gli domandai guardando i libri che portavo in mano.
-Ti ha dato fastidio?- mi chiese guardando avanti.
-No- risposi io con leggerezza.
-L’ho fatto solo perché avevo voglia di capire cosa voleva farti se tu avessi abbassato la guardia- mi rispose lui senza dare peso alle parole che diceva.
-Sembra che non ti interessi molto quello che mi voleva fare- sussurrai io un po’ sconsolata, -cosa avresti fatto se gli eventi fossero stati di un altro tipo?-
-Non lo so… credo però che non ti avrei detto nulla-  rispose lui sorridendo.
Come nulla???
-Cosa vuol dire che non mi avresti detto nulla?- dissi io facendo cadere per sbaglio i libri sul terreno bianco. M’inchinai per raccoglierli e anche Ikuto fece lo stesso.
-Non ti avrei detto nulla perché sei troppo intelligente che non saresti caduta nel tranello per la seconda volta- rispose consegnandomi due libri. Diciamo che il mio sollievo era ben visibile, quell’affermazione di prima mi aveva fatta trasalire.
-Ah, grazie- ringraziai con gentilezza e mi rialzai.
Continuammo a camminare e arrivammo nei pressi delle nostre case circa un quarto d’ora dopo. Ikuto mi salutò e poi rientrò in casa.
Qualche giorno dopo entrai in teatro vidi Utau e il professore che stavano parlano animatamente.
-Ah, eccoti Amu- urlò Utau salutandomi con la mano.
-Ciao Utau, buongiorno prof.- risposi raggiungendoli. Il prof aveva fra le mani una cartelletta e una penna a sfera, invece Utau aveva in mano due pezzi di seta, uno color rosso e l’altro blu.
-Senti Amu tu quale preferisci fra questi due colori?- mi chiese Utau mettendomeli davanti al naso.
-Scusa per che cosa sono?- domandai incuriosita.
-Per il ballo d’inverno di questa sera Amu, ci sarà la creme de la creme degli idols giapponesi del momento, quindi dobbiamo fare una bella figura- affermò il prof che assomigliava uno di quei wedding planner che si vedono in tv.
-Di che colore è la tappezzeria della sala?- chiesi.
-Bianca- rispose Utau.
-Scusa di che colore sono le tovaglie?- domandai poi.
-Non lo so, sembra che la scuola disponga di un set di tovaglie di tutti i colori- rispose lei di nuovo alzando le spalle.
-Allora, metti le tovaglie blu, i tovaglioli bianchi, i fiori devono essere rose bianche e i vasi in vetro con decorazioni argentate- risposi con calma, -ah, e fai sparire tutto quello che è troppo colorato- conclusi.
-Sei un genio!- urlò Utau. E poi lei e il prof corsero come matti verso la sala del ricevimento. Li seguii a passo lento. Quando entrai nel salone vidi i ragazzi che stavano spostando i tavoli e le sedie, Joanne e Britney avevano davanti la lista dei cibi e delle bevande da servire agli illustri ospiti.
-Hai detto tu ad Utau la composizione dei colori per la festa?- mi chiese una voce maschile dietro di me. Mi voltai e vidi Ryan e Kyle dietro di me con le rose bianche. Io sorrisi e mi voltai.
-Da cosa lo avete capito?- domandai a mia volta.
-Utau non sa creare combinazioni efficienti come le rose bianche e le tovaglie blu- rispose Kyle ridendo.
-Ho solo pensato a un cielo blu con la neve, a proposito se potete a ogni tavolo spargete un po’ di petali bianchi sulle tovaglie, così renderete il tavolo più ricco di particolari- affermai indicando i tavoli già pronti.
-Senti Amu, tu con chi vieni al ballo?- mi chiese di punto in bianco Kyle.
-Io non ho un accompagnatore, verrò da sola o mi farò accompagnare da mio fratello- risposi gentilmente.
-Capisco, ma Ikuto con chi viene?- chiese Kyle.
-Non ne ho idea, a proposito non lo vedo qui, dov’è finito?- domandò a sua volta Ryan.
Io uscii dal salone e mi misi a cercarlo per la scuola, lo trovai con una ragazza bionda molto carina. Cercai di chiamarlo ma venni fermata da una cosa che avevo visto. Ikuto pose le sue labbra su quelle della ragazza e la baciò. Mi nascosi dietro al muro del corridoio e mi misi una mano sulla bocca e, sicuramente, divenni tutta rossa. Non so perché ma sentivo le pupille che iniziavano a pizzicarmi come quando ci si mette il collirio. Corsi via da lì e mi rifugiai in uno dei bagni delle ragazze, mi accasciai per terra e iniziai a respirare molto profondamente. Sentii delle voci femminili e così sbirciai dalla serratura della porta del bagno chi era. La ragazza bionda che era prima con Ikuto più altre due ragazze dai capelli scuri.
Ape regina e ancelle della scuola? E io che pensavo che fossero Joanne e Britney le reginette della scuola…
-Sono così felice per te Lisa- disse una.
-Già, Ikuto è proprio un bel ragazzo- esclamò l’altra.
-Ma Lisa, hai visto la nuova ragazza, quella che viene dall’Inghilterra?- chiese una.
-Sì, l’ho vista. È nella stessa classe di Ikuto, e sembra che gli stia simpatica- rispose la bionda al centro.
-Sicuramente Ikuto starà giocando un po’ con lei, lo sai che lo fa con tutte, ma alla fine ama solo te- la rassicurò una delle due. Mi allontanai dalla serratura e mi fermai a pensare.
Ikuto sta veramente giocando con me? Anche dopo quello che è successo? O è solo una bugia?
Quando quelle tre se ne andarono dal bagno, io uscii con gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime. Corsi per i corridoi della scuola senza una meta precisa, ero confusa, demoralizzata, avevo il cuore che passava dal battere forte al perdere battiti. Decisi di ritornare a casa, sul marciapiede piede che costeggiava la scuola, vidi la ragazza bionda che era con Ikuto, Lisa.
-Scusami, tu sei Amu?- mi chiese.
-Sì, e tu chi sei?- risposi con calma
Non sono proprio sicura che sia stata una buona idea ad essermi fermata…non promette niente di buono
-Io sono Lisa Agashi, e sono la ragazza di Ikuto- rispose.
Chissà perché ho sempre ragione quando c’è certa gente in giro…
-Ah, sono lieta di conoscerti Lisa- risposi sorridendo.
-Il piacere è tutto mio- rispose lei cortesemente, -il motivo per cui ti ho fermata è molto semplice: devi stare lontana da Ikuto- affermò sicura.
Ecco che ha tirato fuori le unghie.
-Ikuto gioca molto spesso con le novelline, e tu sarai solo una delle tante. Lascia che ti dia un consiglio: più lontana stai da Ikuto meglio è- concluse.
-Sai, l’arroganza delle persone deboli è senza confine, se io non stessi lontana da Ikuto?- risposi per le rime.
-Preparati a perdere e ricordati che un incidente può capitare a chiunque- quando sentii quelle parole mi venne subito in mente il messaggio anonimo che avevo ricevuto.
-Vedo che la tua cattiveria è un po’ troppo estesa- dissi io, -ci si vede Lisa- conclusi sorpassandola.
Arrivata a casa mi feci una doccia e mi cambiai per il ballo. Non sapevo se dire a qualcuno quello che era successo. Soppressi i miei pensieri su Lisa e uscii di casa indossando il mio vestito blu.
Arrivai circa alle otto a scuola tutta la sala era stracolma di ragazzi e ragazze molto eleganti. Salutai Utau, Kaito, Maria e gli Youki. Quando poi vidi Joanne e Britney avvicinarsi a me con aria preoccupata mi preoccupai anche io.
-Amu stai bene?- mi domandò Joanne.
-Sì, perché?- domandai.
-Ti abbiamo vista parlare con Lisa e ci siamo preoccupate, dicci cosa ti ha detto- affermò Britney sottovoce. Raccontai per filo e per segno quello che mi era successo, non sembravano sorprese delle minacce che avevo ricevuto.
-Stai bene attenta a quello che ti stiamo per dire: Lisa non scherza mai con le minacce, ricorda. Cerca, per sta sera, di stare in luoghi affollati oppure vicino ai cantanti. Non stare mai da sola, mai- mi dissero. Okay, iniziavo ad avere paura. Mi sedetti al tavolo con Utau e gli altri e iniziammo a parlare del più e del meno. In seguito vidi che nel mio tovagliolo era stato nascosto un fogliettino indirizzato a me.
Vieni su balcone che conduce al giardino.
Ti devo parlare
Ikuto

Turbata mi alzai dal tavolo e lentamente mi diressi verso il balcone indicato dal biglietto. Mi fermai alla ringhiera fatta di roccia tutta innevata, affianco a me c’era una scalinata che portava al giardino della scuola. Nevicava in un modo spaventoso. Aspettai lì per qualche minuto poi ricevetti un messaggio. Mentre aprivo il messaggio qualcosa di pesante mi cadde sul capo. Barcollai un po’ e caddi giù per le scale e svenni.
POV. Esterno
Joanne e Britney non videro più Amu seduta al loro tavolo, così raggiunsero Utau e Maria che stavano chiaccherando.
-Avete visto Amu?- domandarono in coro. Sbalordite per la domanda, Utau e Maria risposero di no. Così Joanne raccontò tutto quello che era successo ad Amu. Spaventate per il racconto chiamarono Ryan, Kevin, Kyle, Shane e Kaito per aiutarle con le ricerche di Amu che sembrava sparita. Mentre Utau cercava la rosa, s’imbatté in Ikuto.
-Hai idea dov’è Amu?- domandò agitata.
-No perché?- chiese lui.
-Potrebbe essere in serio pericolo- rispose Utau. Arrivò Shane e mostrò il biglietto che era indirizzato ad Amu da parte di Ikuto.
-Ma non l’ho scritto io questo biglietto- esclamò Ikuto. Tutti si catapultarono sul balcone descritto nel biglietto ma di Amu non c’era nessuna traccia. Erano tutti nel panico. Ikuto intravide qualcosa di rosso sulla neve, si avvicinò, vide diversi frammenti di vetro e ne raccolse uno ricoperto in parte di sangue fresco. Alzò lo sguardo e vide una grande macchia rossa alla fine delle scale. Accendendo i propri cellulari i ragazzi crearono abbastanza luce per poter vedere meglio. Ikuto scese le scale e poi trovo Amu priva di sensi, con varie ferite alle gambe e una grande alla testa.
-AMU!-

 
  
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