Salve!
Una piccola precisazione, prima di continuare: questa storia è ambientata DOPO
l’inter-high, ma poiché è basata su semplici mie
supposizioni e nient’altro non rappresenta nessun tipo di spoiler.
Detto questo, buona
lettura! Ci risentiamo in fondo!
{ Bento
Non si poteva esattamente
dire che il clima si fosse del tutto acquietato dopo l'inter-high, quello Ishigaki poteva dirlo con
certezza.
Anzi,
era ancora tutto ben lontano dall'atmosfera di serenità e allegria che
circondava il club di ciclismo prima di quell'anno a dir poco sconvolgente, i
rapporti erano ancora freddi e mancavano grosse fette della complicità che li
legava un tempo; tuttavia era come se qualcosa si fosse finalmente smosso, e la
tensione a poco a poco stesse cominciando ad allentarsi, sebbene la figura del
loro Ace imponesse sempre il solito ferreo controllo su di loro e sui loro
allenamenti.
Gli onorifici erano ancora
un obbligo, ma grazie al cielo, se non altro, nessuno
veniva più chiamato per numero.
L'aria che si respirava era
più rilassata, la dittatura che sembrava doverli schiacciare come formiche era
diventata vagamente più permissiva di quanto fosse prima - e persino lui,
l'ufficiale capitano della squadra, sebbene quelli fossero ormai i suoi ultimi
mesi insieme ai suoi compagni, aveva finalmente diritto di parola e di opinione
(anche se questo non garantiva che l’una o l’altra venissero
ascoltate, ma almeno era un passo avanti).
Motivo per cui non aveva
resistito a riportare alla luce dopo essere state sepolte per così tanto tempo
alcune piccole tradizioni che erano tipiche della Kyoto Fushimi
del passato, e che per essere precisi lui stesso si era premurato di avviare:
fin dal suo primo anno in quella squadra era stata l'abitudine quella di
prendersi cura un po' di tutti, ora incaricandosi di
portare bevande energetiche per ognuno, ora lucidando le bici altrui, ora
cimentandosi in qualche altra piccola gentilezza.
Probabilmente erano state
anche queste tra le motivazioni che l'avevano portato ad
essere scelto come capitano, e ora, sebbene in ritardo, era il momento giusto
per confermare che era stata una giusta decisione:
sapeva benissimo di non star facendo niente di così fondamentale, eppure, in
quel momento, l'idea di star lavorando per il benessere quantomeno psicologico
della sua squadra lo stava rendendo decisamente felice.
Ecco perché,
destreggiandosi un po' impacciatamente tra fornelli, taglieri e cuociriso non riusciva proprio a
togliersi dalla faccia quel sorrisetto, riempiendo con una minuzia e un
sentimento degno della più premurosa delle madri ognuna delle sei scatoline per
bento che aveva davanti al proprio naso: una per sé,
ovviamente, e le altre per i suoi compagni di squadra, alcuni dei quali avevano
già avuto occasione (e piacere, a detta loro!) di assaggiare la sua cucina.
- A Nobu
l'uovo sodo non piace, quindi magari ne posso mettere due a Yamaguchi…
però devo comunque cercare di equilibrare i pasti di entrambi, hm… - borbottava
tra sé come immerso in chissà quale complesso calcolo, sebbene tutto quello che
facesse fosse semplicemente seguire un misto di istinto
e buon gusto che, sperava, l'avrebbe guidato verso la combinazione più adatta
di cibo per ognuno di loro.
C'era un'ultima grande
incognita, però, che non mancava di preoccuparlo, e che andava oltre ogni
valore nutrizionale che egli cercasse in qualche modo di combinare nel modo più corretto possibile.
Quella
scatolina per ora riempita solo di riso e mancante di ogni altro contorno.
Il bento
che sarebbe stato destinato a Midousuji.
Doveva ammettere di non
sapere praticamente niente di lui, oltre all’evidenza
dell’essere un ottimo ciclista: cosa mangiava, di solito? Aveva preferenze
specifiche, un qualche tipo di dieta personalizzata e complessa, delle
intolleranze? Aveva cercato di raccogliere qualche indizio, ma quando aveva
tentato di scendere in classe sua durante la pausa pranzo
aveva trovato il suo banco vuoto, e domande ai suoi compagni di classe non
avevano sortito alcun tipo di risposta soddisfacente relativamente alle sue
abitudini o alla sua locazione.
Qualcuno l'aveva visto
dirigersi in solitudine verso la sede del club, ma una volta precipitatosi là si era trovato davanti solo uno sguardo decisamente
ostile e un bento probabilmente vuoto già nascosto
nel suo fazzoletto.
Sospirò, pulendosi le mani
al grembiule che si era messo per calarsi ancora di più nella parte di 'cuoco'.
Non voleva lasciarsi
frenare da questo e tenere fuori Midousuji da quella sua personale iniziativa.
Era un suo compagno di squadra, diamine! Come capitano doveva essere sicuro di
coinvolgere tutti quanti, anche quei membri che parevano isolarsi di continuo e
tirare fuori la loro… estroversione,
se tale la si poteva definire, solo quando ognuno si
calava nella propria parte, con la propria jersey addosso e i propri '-kun' a fine cognome.
Sorrise
appena, decidendo di superare ogni dubbio e mettendosi di buona lena a
completare anche quell'ultimo bento.
Quante possibilità c’erano
che sarebbe riuscito a fare fatto qualcosa di suo gradimento? Pochissime, quello
era poco ma sicuro, così com’era quasi del tutto sicuro che una volta aperto il bento (nell'ipotesi in
cui l'avrebbe davvero aperto) Midousuji avrebbe sottolineato ogni suo più
disgustoso dettaglio, ma in quel momento era davvero l'ultima cosa che gli
importava.
Piccola, strana e un po'
contorta, ma anche la sua amata Kyoto Fushimi era una
squadra.
Potevano non essere i
compagni di squadra più affiatati del mondo, ma almeno per quella volta si
sarebbe sforzato di tenerli uniti - anche solo figurativamente, anche solo
utilizzando quel piccolo pranzo fatto in casa come memento che, nonostante le
asperità, erano comunque un organismo che se lo voleva
poteva avere una coesione.
Anche a costo di
raggiungere il prima possibile, il giorno dopo, il
loro Ace nella sede del club, forzandosi all'interno della sua bolla di
silenziosa solitudine con quel piccolo bento fatto in
casa come personale biglietto da visita.
Ri-salve a tutti!
Questa era la mia entry per il tema ‘cucina’ della #Spokon69minITA di parecchi
giorni fa, e che mi decido a postare solo adesso!
L’idea di Ishimamma
che si prende cura dei suoi compagni è probabilmente
una delle prime che mi è balzata in mente appena ho conosciuto il suo
personaggio, alimentata da un video fanmade davvero
adorabile che narrava le sue disavventure nel tentativo di preparare un bento per Midousuji.
Penso di aver reso
piuttosto esplicitamente l’idea di quanto Ishigaki
sia uno dei miei personaggi della serie, spero di rendergli omaggio con ancora
altri scritti.
Al solito, ringrazio
tutti coloro che passeranno, leggeranno e/o
commenteranno, ogni recensione è sempre ben accetta, adoro sapere cosa le
persone pensano dei miei modesti scritti.
Alla prossima ~