Anime & Manga > Yowamushi Pedal
Ricorda la storia  |      
Autore: ReaRyuugu    10/08/2014    0 recensioni
C'era un'ultima grande incognita, però, che non mancava di preoccuparlo, e che andava oltre ogni valore nutrizionale che egli cercasse in qualche modo di combinare nel modo più corretto possibile.
Quella scatolina per ora riempita solo di riso e mancante di ogni altro contorno.
Il bento che sarebbe stato destinato a Midousuji.

{Di Ishigaki che tiene alla sua KyoFushi e vuole, in un modo o nell'altro, prendersene cura.}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Koutarou Ishigaki, Team Kyoto Fushimi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve!
Una piccola precisazione, prima di continuare: questa storia è ambientata DOPO l’inter-high, ma poiché è basata su semplici mie supposizioni e nient’altro non rappresenta nessun tipo di spoiler.

Detto questo, buona lettura! Ci risentiamo in fondo!

 

 

 

 

Bento

 

 

 

Non si poteva esattamente dire che il clima si fosse del tutto acquietato dopo l'inter-high, quello Ishigaki poteva dirlo con certezza.

Anzi, era ancora tutto ben lontano dall'atmosfera di serenità e allegria che circondava il club di ciclismo prima di quell'anno a dir poco sconvolgente, i rapporti erano ancora freddi e mancavano grosse fette della complicità che li legava un tempo; tuttavia era come se qualcosa si fosse finalmente smosso, e la tensione a poco a poco stesse cominciando ad allentarsi, sebbene la figura del loro Ace imponesse sempre il solito ferreo controllo su di loro e sui loro allenamenti.

Gli onorifici erano ancora un obbligo, ma grazie al cielo, se non altro, nessuno veniva più chiamato per numero.

L'aria che si respirava era più rilassata, la dittatura che sembrava doverli schiacciare come formiche era diventata vagamente più permissiva di quanto fosse prima - e persino lui, l'ufficiale capitano della squadra, sebbene quelli fossero ormai i suoi ultimi mesi insieme ai suoi compagni, aveva finalmente diritto di parola e di opinione (anche se questo non garantiva che l’una o l’altra venissero ascoltate, ma almeno era un passo avanti).

Motivo per cui non aveva resistito a riportare alla luce dopo essere state sepolte per così tanto tempo alcune piccole tradizioni che erano tipiche della Kyoto Fushimi del passato, e che per essere precisi lui stesso si era premurato di avviare: fin dal suo primo anno in quella squadra era stata l'abitudine quella di prendersi cura un po' di tutti, ora incaricandosi di portare bevande energetiche per ognuno, ora lucidando le bici altrui, ora cimentandosi in qualche altra piccola gentilezza.

Probabilmente erano state anche queste tra le motivazioni che l'avevano portato ad essere scelto come capitano, e ora, sebbene in ritardo, era il momento giusto per confermare che era stata una giusta decisione: sapeva benissimo di non star facendo niente di così fondamentale, eppure, in quel momento, l'idea di star lavorando per il benessere quantomeno psicologico della sua squadra lo stava rendendo decisamente felice.

Ecco perché, destreggiandosi un po' impacciatamente tra fornelli, taglieri e cuociriso non riusciva proprio a togliersi dalla faccia quel sorrisetto, riempiendo con una minuzia e un sentimento degno della più premurosa delle madri ognuna delle sei scatoline per bento che aveva davanti al proprio naso: una per sé, ovviamente, e le altre per i suoi compagni di squadra, alcuni dei quali avevano già avuto occasione (e piacere, a detta loro!) di assaggiare la sua cucina.

- A Nobu l'uovo sodo non piace, quindi magari ne posso mettere due a Yamaguchi… però devo comunque cercare di equilibrare i pasti di entrambi, hm… - borbottava tra sé come immerso in chissà quale complesso calcolo, sebbene tutto quello che facesse fosse semplicemente seguire un misto di istinto e buon gusto che, sperava, l'avrebbe guidato verso la combinazione più adatta di cibo per ognuno di loro.

C'era un'ultima grande incognita, però, che non mancava di preoccuparlo, e che andava oltre ogni valore nutrizionale che egli cercasse in qualche modo di combinare nel modo più corretto possibile.

Quella scatolina per ora riempita solo di riso e mancante di ogni altro contorno.

Il bento che sarebbe stato destinato a Midousuji.

Doveva ammettere di non sapere praticamente niente di lui, oltre all’evidenza dell’essere un ottimo ciclista: cosa mangiava, di solito? Aveva preferenze specifiche, un qualche tipo di dieta personalizzata e complessa, delle intolleranze? Aveva cercato di raccogliere qualche indizio, ma quando aveva tentato di scendere in classe sua durante la pausa pranzo aveva trovato il suo banco vuoto, e domande ai suoi compagni di classe non avevano sortito alcun tipo di risposta soddisfacente relativamente alle sue abitudini o alla sua locazione.

Qualcuno l'aveva visto dirigersi in solitudine verso la sede del club, ma una volta precipitatosi si era trovato davanti solo uno sguardo decisamente ostile e un bento probabilmente vuoto già nascosto nel suo fazzoletto.

Sospirò, pulendosi le mani al grembiule che si era messo per calarsi ancora di più nella parte di 'cuoco'.

Non voleva lasciarsi frenare da questo e tenere fuori Midousuji da quella sua personale iniziativa. Era un suo compagno di squadra, diamine! Come capitano doveva essere sicuro di coinvolgere tutti quanti, anche quei membri che parevano isolarsi di continuo e tirare fuori la loro… estroversione, se tale la si poteva definire, solo quando ognuno si calava nella propria parte, con la propria jersey addosso e i propri '-kun' a fine cognome.

Sorrise appena, decidendo di superare ogni dubbio e mettendosi di buona lena a completare anche quell'ultimo bento.

Quante possibilità c’erano che sarebbe riuscito a fare fatto qualcosa di suo gradimento? Pochissime, quello era poco ma sicuro, così com’era quasi del tutto sicuro che una volta aperto il bento (nell'ipotesi in cui l'avrebbe davvero aperto) Midousuji avrebbe sottolineato ogni suo più disgustoso dettaglio, ma in quel momento era davvero l'ultima cosa che gli importava.

Piccola, strana e un po' contorta, ma anche la sua amata Kyoto Fushimi era una squadra.

Potevano non essere i compagni di squadra più affiatati del mondo, ma almeno per quella volta si sarebbe sforzato di tenerli uniti - anche solo figurativamente, anche solo utilizzando quel piccolo pranzo fatto in casa come memento che, nonostante le asperità, erano comunque un organismo che se lo voleva poteva avere una coesione.

Anche a costo di raggiungere il prima possibile, il giorno dopo, il loro Ace nella sede del club, forzandosi all'interno della sua bolla di silenziosa solitudine con quel piccolo bento fatto in casa come personale biglietto da visita.

 

 

Ri-salve a tutti!
Questa era la mia entry per il tema ‘cucina’ della #Spokon69minITA di parecchi giorni fa, e che mi decido a postare solo adesso!
L’idea di Ishimamma che si prende cura dei suoi compagni è probabilmente una delle prime che mi è balzata in mente appena ho conosciuto il suo personaggio, alimentata da un video fanmade davvero adorabile che narrava le sue disavventure nel tentativo di preparare un bento per Midousuji.

Penso di aver reso piuttosto esplicitamente l’idea di quanto Ishigaki sia uno dei miei personaggi della serie, spero di rendergli omaggio con ancora altri scritti.

Al solito, ringrazio tutti coloro che passeranno, leggeranno e/o commenteranno, ogni recensione è sempre ben accetta, adoro sapere cosa le persone pensano dei miei modesti scritti.

Alla prossima ~

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yowamushi Pedal / Vai alla pagina dell'autore: ReaRyuugu