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Autore: Kiaretta_chan_94    12/09/2008    1 recensioni
Quando hai sprecato una vita intera alla folle rincorsa di guadagni e potere,
quando perdi coloro che ami uno ad uno senza fare niente per impedirlo;
alla resa dei conti... che cosa rimane?
[...]
Tutto ciò che è stato, che è, che sarà, si trova lì, nel palmo della tua mano.
[Poesia]
Genere: Drammatico, Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Polvere

E cammini da solo per quella strada polverosa

non c’è più nessuno ad accompagnarti ormai

la vita continua a scorrere,

felice, bella, fresca, giovane.

e tu continui a camminare,

ma sei solo in quella strada buia.

 

Il passato ti tormenta

con quelle ombre pronte a ghermirti,

ricordi persi nelle nebbie di ciò che è stato,

dimenticati e ignorati,

persi e ora ritrovati.

 

Che cosa hai fatto?

Hai gettato via una vita.

Ma per cosa?

Non lo sai nemmeno tu.

Forse per denaro, lo sporco denaro,

o forse per il potere, l’allettante potere.

 

O magari per l’egoismo,

il subdolo egoismo,

che scivolando tra pelle e cuore

è riuscito ad afferrare tutto ciò che eri.

Il cuore non è altro che un muscolo,

indispensabile sì,

ma è solo un muscolo.

Non è quello che ti ha rubato, no,

ma quello che per tutti rappresenta:

la capacità di amare.

 

Quand’è stato che hai perso tua moglie?

Forse quando le parole accorate di lei

Si sono scontrate sul tuo muro d’indifferenza,

quando ti sei allontanato da lei ogni giorno,

ogni ritardo, ogni notte,

sempre di più.

 

E quand’è stato che hai perso tuo figlio?

Forse quando lui correva accanto a te,

felice;

quando ti faceva esser parte

del suo mondo infantile, poi giovane,

poi adulto,

finché, stanco, non ti ha fatto trovare che una porta chiusa.

 

E quand’è stato che hai perso tua madre?

Forse quando con gli anni lei smarrì la coscienza,

quando cominciò a reclamare cure, attenzione

che tu non avevi mai per lei.

O forse quando ti ha guardato attraverso i vetri smerigliati

dell’ospizio per anziani,

e tu ti sei voltato per andare via.

I suoi occhi ti hanno seguito a lungo di notte.

 

Quand’è stato che hai perso la vita?

No, non lo sai, non ricordi.

E adesso ti chini, vecchio e stanco,

per raccogliere da terra una manciata di polvere.

La guardi con occhi ormai appannati:

Tutto ciò che rimane,

tutto ciò che è stato, che è, che sarà,

si trova lì, nel palmo della tua mano.

 

Apri le dita, la polvere vola.

Si disperde nell’aria, ma viaggia compatta,

fino ad una città, ad una casa, ad una camera.

Dentro c’è un giovane,

un giovane simile a te,

che al telefono distaccato parla con la giovane moglie.

E poi attacca, distrattamente si chiede

Perché nella stanza ci sia tanta polvere.

Ma non capisce l’avvertimento

che quei piccoli frammenti di vita

disperatamente volevano dargli.

N/A

Ecco qui.

Un po' triste, lo so, ma sono fatta così.

Ero indecisa sul genere, ma alla fine ho scelto Introspettivo con Poesia tra gli avvertimenti.

Mi raccomando, commentate!

 

  
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