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Autore: causeweareWeasleytwins    10/08/2014    8 recensioni
Providence, USA.
Ginny Weasley ed Harry Potter convolano a nozze a Las Vegas, tutti gli invitati li raggiungeranno lì. Ma Hermione Granger, migliore amica degli sposi, si ritroverà a dover chiedere aiuto al più improbabile dei fratelli Weasley per raggiungere la meta.
Dal testo:
"Pronto?" dall'altro lato del telefono, risuonò una voce roca ed impastata dal sonno, se fosse stato qualcun altro, probabilmente Hermione si sarebbe dispiaciuta di averne interrotto il sonno, ma invece, era quasi, soddisfatta.
"Alzati dal letto, dovresti già essere in macchina a quest'ora" ma come risposta, ricevette una risata
"Buongiorno, Granger, nervosetti stamattina eh?" ora, il tono, era più regolare, ma la voce dell'interlocutore era palesemente maschile
"Poche chiacchere, fra quanto pensi di partire?" era nervosa sul serio, perchè preoccupata di non arrivare in tempo
"Mmh credo, un'ora, perchè, non sai per caso la strada?" la mora potè giurare che il ragazzo sorrideva
"Peggio. La mia macchina ha avuto un guasto e..insomma..non so come..arrivare a Las Vegas..sei la mia unica, ed ultima, scelta"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Merda. Stupida macchina, parti. Ora" le luci dell'alba erano appena sorte, ma Hermione Granger, era già fuori casa, con due valigie in mano, litigava insistentemente con la sua macchina, che, tanto per darle il buongiorno, aveva ben pensato di avere un guasto,e ora, le impediva di partire alla volta di Las Vegas. Doveva arrivare puntuale a destinazione, se non voleva perdersi il matrimonio della sua migliore amica, nonchè sorella del suo fidanzato. Lui, era già partito, perchè era testimone dello sposo, e doveva essere in chiesa per fare le prove. Ma ora che lei era lì, in pieno inverno, a quell'ora del mattino, da sola e con una macchina rotta, non sapeva davvero come poter arrivare in tempo al matrimonio. Di prendere l'aereo, non se ne parlava, l'altezza l'aveva sempre terrorizzata, anche se il tragitto che lei avrebbe dovuto fare sarebbe stato davvero breve, in aereo. Sconsolata ed infeddolita, Hermione, si sedette sul marciapiede accanto alla sua macchina, con la testa fra le mani, cercando di farsi venire un'idea. E alla fine l'idea venne. Ma era un'idea così malsana e assurda che quasi -quasi-. preferiva perdersi il matrimonio. Sfilò il cellulare dalla tasca del suo montgomery, e con le mani coperte dai guanti, digitò un numero e appoggiò l'apparecchio all'orecchio.
"Pronto?" dall'altro lato del telefono, risuonò una voce roca ed impastata dal sonno, se fosse stato qualcun altro, probabilmente Hermione si sarebbe dispiaciuta di averne interrotto il sonno, ma invece, era quasi, soddisfatta.
"Alzati dal letto, dovresti già essere in macchina a quest'ora" ma come risposta, ricevette una risata
"Buongiorno, Granger, nervosetti stamattina eh?" ora, il tono, era più regolare, ma la voce dell'interlocutore era palesemente maschile
"Poche chiacchere, fra quanto pensi di partire?" era nervosa sul serio, perchè preoccupata di non arrivare in tempo
"Mmh credo, un'ora, perchè, non sai per caso la strada?" la mora potè giurare che il ragazzo sorrideva
"Peggio. La mia macchina ha avuto un guasto e..insomma..non so come..arrivare a Las Vegas..sei la mia unica, ed ultima, scelta" lanciò un'occhiata torva alla sua Range Rover nera, chiedendosi come un ammasso di ferraglia come quello, potesse rompersi
"Ti passo a prendere fra un'ora, mai che si possa far arrivare in ritardo Hermione Granger" rise ancora, e lei gli chiuse il telefono in faccia. L'orologio segnava ancora le sei, e secondo i suoi calcoli, sarebbero dovuti arrivare giusto in tempo per l'addio al nubilato di Ginny, e l'addio al celibato di Harry. Convenne, con amarezza, che era ancora troppo presto per chiamare Ron, il suo fidanzato, perciò, ancora più sconsolata di prima, scaricò la macchina e tornò dentro.
 
Due ore dopo, una macchina suonò il clacson e lei uscì, chiudendo la porta, e caricando le valigie in macchina, per poi salirci sopra, scoprendo con sorpresa, che sarebbero stati solo in due e non in quattro. Peggio ancora.
"Sei in ritardo! Così non arriveremo mai puntuali! Ma dico io, almeno per il matrimonio di tua sorella, potresti cercare di cambiare le tue abitudini?" ma lui non l'ascoltava, in realtà non lo faceva mai e non lo aveva mai fatto in nove anni che la conosceva. Aveva semplicemente inforcato gli occhiali da sole -come se ci fosse davvero il sole- e ripartì imboccando l'autostrada, sorpassando il cartellone "Goodbye to Providence"
"Dimmi, Granger, non ti sfiora neanche il pensiero che non ci sia nessuno per strada e arriveremo puntuali, a meno che qualcuno non decida di spostare Las Vegas all'ultimo minuto?" e ghignò "ah e comunque, so che te lo stai chiedendo in quel brillante cervellino, per cui non ti faccio più sforzare: mio fratello ed Angelina hanno deciso di andare con la loro macchina, e non con me"
"Scelta audace, quella di viaggiare separati, insomma, voi gemelli non avete un bisogno di stare insieme?" lui scoppiò in una risata fragorosa
"Ti facevo più intelligente! Chi sono io, la sua fidanzata? Noi sappiamo stare per un lungo periodo separati, per di più se a colmare il vuoto c'è qualche bella donna" e lei lo guardò male "non ti illudere, Granger, la fortunata non sei tu"
"Fortunata a far cosa, nello specifico? Essere nelle grazie di Fred Weasley?"
"Non sai neanche cosa ti perdi, mia cara Granger, peccato tu abbia scelto la mela marcia della famiglia, voglio dire, se proprio dovevi scegliere un Weasley, avevi una scelta di cinque ragazzi, ma non certo di Ronnie" fece una smorfia
"Stà zitto e guida" lo liquidò, e guardò fuori dal finestrino, dove le nuvole in cielo si rischiaravano e mostravano deboli raggi del Sole. Sarebbe stato sicuramente un lungo viaggio.
 
Erano passate cinque ore da quando avevano lasciato Providence, ed ormai erano al confine tra Pennsylvania e Ohio. Ma dieci minuti dopo essere entrati nel nuovo stato, Fred fermò la macchina in un autogrill
"Oh no, non ancora, andiamo Fred, se ti fermi ogni mezz'ora non arriveremo mai in tempo" si lagnò
"I bisogni maschili non possono aspettare" ed entrò all'interno dell'edificio in grigio dirigendosi al bagno. Profondamente irritata da Fred, decise comunque di scendere e comprarsi qualcosa da mangiare al bar. Appena entrata, il calore e il profumo di caffè le invasero le narici, quello, era un modo di iniziare la giornata. Ordinò una briosche ed un caffè e attese per pagare, quando due mani, le si appoggiarono ai fianchi, stringendola leggermente e facendola avvampare
"Fred." sibilò "mollami"
"Andiamo, cognatina, dobbiamo conoscerci meglio, esplorare i nostri confini" disse malizioso mentre uscivano dal bar e risalivano in macchina
"Il fatto che io ti abbia miracolosamente sopportato per nove anni, e che sia la fidanzata di tuo fratello, non ti autorizza comunque a mettermi le mani addosso"
"Come vuoi tu, Granger"
 
Erano da poco passate le due del pomeriggio, quando Hermione, decise di chiamare Ron, dopo essere partiti da Chicago -avevano pranzato in uno squallido posto che puzzava di cipolle e ravanelli andati a male- e aver appena imboccato l'autostrada per Illinois.
"Sì?" rispose il fidanzato molto piano
"Ron" disse con una tale enfasi che Fred si girò orripilato
"Oh..ehm..Hermione..ciao"
"Ciao..non ci siamo sentiti questa mattina, così ho pensato che forse avevi scordato che partivo oggi per Las Vegas" continuò sorridendo
"Io..sì, probabilmente sì, scusami tanto amore"
"Ron, chi è al telefono?" squittì una seconda voce dall'altro capo del telefono, sicuramente una donna, che non era Ginny
"Chi c'è con te Ron?" la ragazza si accigliò, e per un micro-secondo, le passò in testa un orribile presentimento
"Nessuno..solo la..mia cugina, ecco" farfugliò
"Oh..non sapevo venisse..beh comunque, sono ad Illinois, credo che ci voglia ancora molto per arrivare, quindi.."
"Non ti preoccupare, e guida piano mi raccomando"
"In realtà, la mia macchina ha avuto un guasto, perciò sto venendo con..con Fred" si aspettava una sgridata sul fatto che a lui non piacesse che stesse così tanto tempo sola con uno dei suoi fratelli, ma invece la reazione del suo fidanzato fu tutt'altra
"Salutamelo allora, ora io devo andare, ti amo Hermione"
"Ti amo anche io, Ron" e Fred portò due dita alla bocca come a farsi venire il vomito, mentre chiudeva, Hermione potè giurare di sentire una risata cristallina e uno schiocco di labbra. Ma sicuramente, stava fraintendendo, il sonno le giocava qualche scherzo.
"Indovina un pò? E' arrivata già anche tua cugina" disse ironicamente alludendo al fatto che fossero in ritardo sulla tabella di marcia
"Granger ma che dici? Ginny non ha invitato nessuna cugina, e te lo posso garantire perchè ho controllato tutte le partecipazioni. E poi, l'unica cugina, stai certa che si trova in Danimarca in ospedale a partorire, ha chiamato proprio ieri la mamma" le disse divertito, non sapendo ciò che Ron le aveva detto
"Ma Ron..mi ha detto che.." ma fu interrotta
"Lascia perdere Ron, Las Vegas gli starà dando alla testa, vedrai" e lei si convinse che sì, Ron si era sicuramente confuso. Nel frattempo, cominciò a nevicare leggermente mentre il tempo si incupiva.
 
Era ormai giunta la sera, la neve era sempre più insistente ed Hermione cominciava ad avere davvero sonno.
"Sarà meglio fermarci in un Bed & Breakfast, abbiamo bisogno di dormire"
"Non sono stanco, posso continuare a guidare, mi riposerò appena arrivati"
"Weasley, per quanto apprezzi la tua voglia di non perdere tempo, fuori nevica e tu guidi da troppe ore, facciamo passare la notte, magari domani non nevicherà più"
"Non se ne parla, Granger" disse impassibile mentre guardava la strada, lei non se la sentì di ribattere, ma in compenso, rimase con lo sguardo fissa sulla figura massiccia di quell'ormai uomo. La barbetta leggermente accennata, rendeva quel viso spigoloso più dolce, ed era rossiccia come i capelli, colore che del resto, caratterizzava tutti i fratelli Weasley; i muscoli, gentilmente sviluppati, erano racchiusi da una felpa bordeaux che faceva tinta con gli occhi nocciola. Si ritrovò a pensare, ahimè, che Fred Weasley era davvero bello, e non perchè era fratello di Ron, loro due avevano una bellezza diversa, perchè Fred ne aveva una misteriosa, intrigante ed eccitante. Si imbarazzò a quei pensieri e scosse le spalle, guardando fuori, giusto in tempo per vedere il cartellone con la scritta "Welcome to Nebraska".
 
"Dimmi che questo rumore non significa un guasto, Fred, dimmelo"
"Taci una buona volta, Granger, la macchina non è guasta" ma a contraddirlo fu il rumore sordo proveniente dalla parte anteriore della macchina, ed un attimo dopo, si bloccò, emettendo fumo. Ora, il fatto che Hermione avesse detto a Fred di fermarsi in un B&B e lui abbia bocciato l'idea, non fece arrabbiare la ragazza, bensì, quello che la fece arrabbiare fu che erano le due di notte, stava ancora nevicando, erano in una strada sperduta e Fred Weasley rideva.
"Io ti ammazzo! Giuro che ti ammazzo con le mie stesse mani! Non arrivi intero a Las Vegas! Ti manderò pezzo per pezzo al tuo gemello, e poi ammazzerò anche lui perchè mi ricorda te!" urlava rossa di rabbia e tremante mentre il ragazzo scendeva dalla macchina, scaricava le valigie e cominciava a camminare
"Dove credi di andare?" gli urlò dopo essere scesa
"Non so tu, ma io ho davvero sonno, e guardacaso, a soli cinquanta metri da qui, c'è un Bed & Breakfast" e riprese a camminare, mentre Hermione lo insultava con i peggiori insulti. La neve continuava imperterrita a scendere, e quasi non vide la scritta che si ergeva sopra un palo "Shine Inn" e il piccolo edificio illuminato adiacente. Raggiunta la hall, Fred prenotò una stanza e chiese anche indicazioni per un meccanico aperto l'indomani.
"Due singole" scandì Hermione
"Ragazzina, l'unica libera è una matrimoniale, o questa, oppure puoi dormire sotto la neve" rispose la proprietaria annoiata, la mora era sul serio tentata dallo schiaffeggiarsi e capire che era solo un incubo. Poteva condividere la macchina, ma non lo stesso letto di Fred Weasley.
 
Si rigirava il cellulare fra le mani, e alla fine decise che aveva bisogno necessariamente di parlare con Ron, anche se erano le due di notte.
Pronto?” a rispondere fu la stessa voce squillante di quella mattina, della ragazza che Ron aveva catalogato come sua cugina.
“Chi sei?” le chiese sprezzante
Oh, tu chi sei?” il telefono emise un rumore e parole sconnesse come “dammi qua” per poi sentire la voce di Ron
Hermione?”
“Ron, chi era quella?” la voce le tremava paurosamente
Hermione, tesoro, posso spiegarti” cominciava a balbettare, e lei sapeva che cosa significava quello
“Ron, voglio sapere chi era quella, e non mi dire che è tua cugina, so che Ginny non ha invitato nessuna cugina”
“Io..Hermione..non volevo che accadesse, insomma, siamo a Las Vegas no?”
No Ron, tu sei a Las Vegas a sbatterti tutte le sciacquette, io invece sono bloccata in Nebraska” cominciò a gridare tanto che Fred affacciò la testa dal bagno guardandola corrucciato
“Amore sul serio, io amo solo te, ero solo..ubriaco, ecco” la ragazza accanto a lui intanto sghignazzava, e, a detta di Hermione, neanche Ron sembrava così convincente con le sue scuse
“Vai al diavolo Ronald” e gli chiuse il telefono in faccia senza dargli neanche il tempo di ribattere. Voleva piangere, in effetti avrebbe tanto voluto, dopo tre anni di fidanzamento lui aveva deciso di ripagarla così, per tutti i sacrifici fatti per lui, per tutte le feste in cui “no mamma, Ron vuole stare con me, non credo che verrò”. Dopo quel tradimento, Hermione pensò se fosse stato il primo o uno di una lunga serie, e si ritrovò a riflettere su quanto superficialmente Ron pronunciava un ti amo.
“Granger, cosa è successo?” ed Hermione vide spuntare a petto nudo dal bagno, il motivo per cui non poteva piangere
“Siete tutti così voi Weasley? Eh? Sciupa femmine traditori?” Fred la guardava sbalordito, ignaro ancora una volta, della discussione avuta con Ron
“Hermione..calmati, dai” cercò di avvicinarla mentre lei continuava a dimenarsi scossa dai singhiozzi, poi lui l’afferrò dai gomiti e se la tirò al petto, avvolgendola in un abbraccio. La mora ritrovò un contegno, ma non ebbe il coraggio di muoversi da quella posizione, né di capacitarsi di quello che stava accadendo, perché, strano da dirsi, Hermione sembrava essere nata per stare fra le braccia di Fred, che ora le stava accarezzando la schiena mentre il volto della ragazza diventava evidentemente rosso
“Perché l’hai..l’hai fatto?” gli chiese dopo che lui si allontanò, infilando una maglietta
“Cosa? Abbracciarti? Per placarti, credo, non volevo pagare i danni della stanza” sorrise e lei annuì. Stupida, ma che cosa avevi creduto? Che lui a te ci tenesse? O che magari aveva davvero voglia di abbracciarti?
“Io credo che dormirò, domani mi alzerò presto per portare la macchina da un meccanico vicino” si sdraiò mentre Hermione guardava il letto terrorizzata, e lui capì il perché
“Granger, non ti mordo mica! Preferisci dormire sul pavimento?” ghignò, ed Hermione decise di sgusciare silenziosamente verso il letto e coprirsi con il piumone rosso
“Buonanotte, Hermione” le disse dolcemente, e il cuore della ragazza fece un balzo ma cosa diamine mi prende? Non si sentiva così da quando..si era innamorata di Ron. Oh ma smettila Hermione, sembri una stupida quattordicenne in preda agli ormoni. Ma rigirandosi dall’altro lato e trovandosi faccia a faccia con Fred che già dormiva, risentì di nuovo quella sensazione, a vederlo con le labbra leggermente schiuse, e il petto che si abbassava e rialzava regolarmente, Hermione ebbe la pessima impressione che si stesse davvero innamorando di Fred Weasley.
 
Fred era appena tornato dal meccanico che la proprietaria del motel gli aveva suggerito, aveva smesso di nevicare ma la neve era altissima. Si era alzato presto, verso le 5, ed ora era stanchissimo e desiderava solo un letto in cui non dovesse stare in tensione perché, cavolo, accanto a lui c’era Hermione Granger, la fidanzata di suo fratello. Riaprì la porta della stanza e lei era lì, seduta sulla poltrona a parlare al telefono
“..sì, Ginny..è appena tornato, ti farò sapere..non lo so ancora..va bene, saluta Harry” e chiuse “Allora? Quando ripartiamo?” chiese raggiante
“Ehm..ho una cattiva notizia”
“Cosa potrà mai esserci di così tremendo?” e già cominciava a torturarsi le mani
“La macchina ha un brutto guasto, il meccanico dice che è un miracolo se siamo arrivati fin qui senza problemi, era rotta già da prima. Riuscirà a sistemarla solo domani all’ora di pranzo, e nel pomeriggio potremo ripartire” la faccia di Hermione era scioccata
“E..e qual è la buona notizia?” domandò speranzosa
“Non ho mai detto che c’è una bella notizia, Granger” e sorrise “anzi sì, hai la possibilità di passare più tempo con me, me stesso e me medesimo” e mai si sarebbe aspettato che lei cominciasse a ridere tenendosi la pancia.
 
“Il fatto che mio fratello sia un grandissimo stronzo, non vuol dire che devi prendertela con me, Granger, e nascondermi le cose”
“Weasley, io non ti ho nascosto niente! Non sono una bambina dell’asilo, stai tu un po’ più attento a ciò che perdi” lo rimproverò con lo sguardo sul telefono che segnalava cinque chiamate perse da Ron. Lo afferrò, decisa a chiamarlo e dirgli di smetterla quando Fred glielo prese dalle mani
“Eh no, così non funziona, lascialo cuocere nel suo brodo. E poi, non lo sai che il telefono peggiora la vista? La tua è già danneggiata, se stai con Ronald” ghignò
“Ridammi il mio cellulare, razza di primato senza cervello” gli gridò contro raggiungendolo e mettendo in evidenza la loro differenza di altezza
“Non faccio nulla per nulla Granger, dovresti saperlo” ammiccò
“Non ti do nulla, so prendermi da sola il mio cellulare” ma lui con un gesto abile la bloccò al muro tenendo ferme le sue mani
“Sicura? Credo che tu sia in difficoltà” rise
“E va bene Weasley, dimmi che vuoi, così ci togliamo il pensiero” disse sconsolata, capendo che tra loro due, lui avrebbe vinto, in quanto a forza
“Un bacio” le soffiò a qualche centimetro dalle labbra. Si diede del pazzo mentalmente, ma sapeva che non ci sarebbe stata occasione migliore
“Certo che sei proprio sfacciato, cosa ti fa credere che io ti bacerò?” gli disse, riprendendosi dal suo iniziale stupore
“Il fatto che guardi insistentemente le mie labbra” sorrise
“Non ti importa di tradire tuo fratello?”
“E’ solo un bacio, non ti sto portando mica all’altare” e lei arrossì, pensandosi all’altare con lui
“Non ti bacerò, Fred” sorrise malefica
“E perché no?” ricambiò la smorfia
“Perché sei così concentrato a guardare insistentemente le mie labbra che non ti sei accorto di aver mollato la presa sul mio cellulare” e detto questo, si divincolò dalle braccia possenti del ragazzo, rincorsa subito dopo da lui che il bacio lo voleva comunque. Cominciò così, una fuga scatenata da parte di Hermione che, per quanto piccola la stanza riusciva a tenere testa a Fred; ma lui, d’altro canto, era più agile di lei, e sorpassando la poltrona con un salto le finì addosso, cadendo insieme a lei sul letto, a ridere tutti e due. Poi le risate cessarono, ed entrambi rimasero in silenzio a scrutarsi, lei sotto e lui sopra, con i respiri così vicini da farsi il solletico.
“Forse..forse dovremmo, andare a pranzo, ecco..” tentò Hermione
“Forse dovresti lasciarti andare” sussurrò Fred, e dopo, eliminò quella microscopica distanza assaporando cautamente le labbra di Hermione che ora si lasciava andare, come suggerito da lui, e portava le mani ad accarezzare i capelli rossi del ragazzo. Le labbra di lei sapevano di fragola, come il lucidalabbra che indossava sempre, mentre quelle di lui sapevano di menta, e forse, solo in quel momento, mentre si baciavano scontrando i loro corpi e provando emozioni nuove e sconfinate, si accorsero che menta e fragola erano il binomio perfetto.
“Fred..io..non posso proprio, è sbagliato quello che sto provando ora” emise debolmente premendo le mani sul petto dell’altro
“E’ sbagliato? Cosa c’è di sbagliato Hermione? Qui l’unica cosa sbagliata è che tu pensi troppo alle altre persone, e non tieni mai conto di quello che provi tu, mentre il tuo caro fidanzato, questi problemi non se li pone, mentre scopa tutta Las Vegas” uno schiocco e la guancia di Fred era rossa dopo uno schiaffo di Hermione
“Lui non ti merita, non ti ha mai meritata, e mai ti meriterà. E’ troppo cieco per vederti sul serio, troppo impegnato a ricostruire la sua autostima piuttosto che trattarti ed amarti come meriteresti” continuò imperterrito
“Wow, grandi parole ,Fred Weasley, sul serio. Lo dici ad ogni ragazza che porti a letto? O stai usando il movente che hai davvero un fratello stronzo per portarmi a letto e lasciarmi, così domani mattina penserò che ci sono due fratelli stronzi?”
“Io sto solo facendo quello che mi sento di fare, Hermione, e non ti illudo a pensare o credere nulla” la guardò, serio, senza traccia neanche di un sorriso, ma lei, ritrovata la forza necessaria per imporsi, lo spinse via, e, preso il cappotto, lasciò la stanza, con un’amara consapevolezza, stavolta, ovvero che Fred Weasley aveva davvero ragione, e che lei si stava innamorando troppo in fretta.
 
Fred era preoccupato. Hermione era ormai uscita da troppe ore, e con quel freddo e senza macchina, non sapeva minimamente dove potesse essere. Sapeva che sarebbe tornata, ma il pensiero di lei chissà dove gli attanagliava lo stomaco. Fred non era mai stato uno attento ai sentimenti, anzi, si divertiva soltanto con le ragazze, perché come diceva sempre al suo gemello George, era troppo bello per impegnarsi con una sola ragazza; e non aveva neanche mai preso in considerazione Hermione come una ragazza che rientrasse nei suoi interessi, primo perché era la ragazza di Ron, che per quanto ci fossero diatribole fra i due, erano pur sempre fratelli, e secondo perché l’aveva sempre vista come una di famiglia. La conosceva da quando aveva 11 anni, ed ora ne aveva 20, ma la cosa che ora come ora più lo assillava era il fatto di provare una sensazione si subbuglio, di confusione totale quando stava con lei, e peggio ancora quando l’aveva baciata. Fu interrotto, dai suoi pensieri, quando la porta della stanza si riaprì ed un’Hermione barcollante, vi entrò. Fred non ci mise molto a capire che lei era ubriaca fradicia.
“Dove sei stata?” le chiese aiutandola a togliersi il cappotto
“A..prendere qualche bicchierino di..whisky, forse, o gin alla pera” la voce le tremolava
“Devi averne bevuto più di qualche per ridurti così” sorrise
“Dovevo riflettere”
“Su cosa?” nel contempo lei si coricò e chiuse gli occhi, e sentendo che non rispondeva più, pensò che si era addormentata subito
“Fred?” biascicò poco dopo mentre lui le sistemava le coperte
“Mmh?” all’improvviso aprì i suoi occhi castani e sembrava dannatamente lucida
“Fai l’amore con me, Fred” sussurrò attirandolo dal colletto
“Sei ubriaca, vai a dormire”
“Non sono ubriaca..forse un po’..brilla, ma sono capace d’intendere e di volere” rise nervosamente “e voglio fare l’amore con te” l’attirò a sé baciandolo, e le labbra di Hermione sapevano di alcool, e Dio solo sa quanto Fred avrebbe voluto infilarsi anche lui fra le coperte e farla sua, ma sapeva che non era quello il modo di fare determinate cose
“No” disse “Hermione, non credo mi rimarrà molto del mio autocontrollo, perciò per quello che mi rimane ti chiedo di smetterla, sei ubriaca, e non vuoi davvero fare l’amore con me, e io non voglio approfittarmi di te in queste condizioni” le allontanò le mani e le baciò la fronte dandole la buonanotte e afferrando una coperta dall’armadio
“Che fai?” gli chiese lei
“Dormo sul pavimento, per stanotte, è meglio così. Buonanotte, Hermione”
“Buonanotte Fred” sussurrò, assopendosi subito dopo.
 
Le luci di quel sole debole penetravano dalle persiane grigio morto appena socchiuse, la testa le pulsava in un modo aggressivo e non riusciva a muoversi, indolenzita per com’era.
“Ben svegliata” la voce di Fred le raggiunse le orecchie e quello servì per farle ricordare della discussione della sera precedente, e della sua proposta quantomeno indecente. Sperava vivamente che Fred non glielo rinfacciasse, perché era palese che era ubriaca la scorsa notte. Ma evidentemente Fred tutto voleva tranne che farla imbarazzare, infatti aveva in mano un vassoio con la colazione che le lasciò sul comodino e dopo di che si allontanò da lei, sedendosi sulla poltrona a leggere una rivista di moto.
“Grazie” biascicò ma nessuna risposta le arrivò, decise di non farci caso, ma piuttosto di ingoiare la fetta biscottata cosparsa di miele di arancia, il suo preferito. Ma Fred non avrebbe dovuto saperlo.
“A che ora pensi di ripartire il viaggio?”
“Massimo per le quattro del pomeriggio, ma spero di sbrigarci prima, abbiamo ancora quindici, o qualcosa di più, ore di viaggio” non si prese neanche la briga di alzare gli occhi dalla rivista “oh, ha chiamato anche Harry, ma tu dormivi, il che per lui sembrava strano”
“Beh, se ha chiamato presto, mi sorprende di più che lui fosse sveglio” ma il rosso non accennò neanche un sorriso
“No, Granger, Harry ha chiamato alle undici” e stavolta la guardò e i suoi occhi erano soltanto spenti, le sue labbra distese, non formavano neanche una piccola curva, qualcosa di sicuro non andava
“Oh” guardò il suo orologio da polso “sono le dodici meno un quarto, direi che è il mio record”
“E’ normale, dopo tutti i bicchierini che hai mandato giù ieri sera” ma sicuramente, neanche lui voleva ricordare quella sera, perché scrollò le spalle tornando a leggere. Eh no mio caro, non mi ignori così.
“Fred” la voce decisa
“Fred” riprovò una seconda volta, ottenendo lo stesso risultato della prima
“FRED WEASLEY, PER AMOR DEL CIELO!” urlò, pentendosene subito dopo, pensando alla sua povera testa. Ma Fred, si limitò ad alzare leggermente lo sguardo con un sopracciglio inarcato
“Che cosa succede? Cosa mi sono persa?”
“Non ti seguo”
“Perché mi tratti come se fossi una fottuta estranea?” abbandonò in un angolino la colazione e si alzò raggiungendolo e incrociando le braccia, proprio di fronte a lui. Da quella posizione, Fred la doveva guardare dal basso
“Perché tu sei una fottuta estranea” si alzò anche lui, pronunciando quelle parole gelide come una bufera di neve, ora era lei a guardarlo dal basso. Ad Hermione, in fin dei conti, non doveva importare il fatto che lui le dicesse quelle parole, perché si sapeva che non aveva avuto chissà mai quale rapporto con quel gemello troppo scapestrato e poco rispettoso delle regole, per i suoi gusti. Ma due giorni le erano bastati, in compagnia di Fred Weasley, perché nove anni di rispettate apparenze potessero essere mandati a quel paese. Si era ritrovata a pensare certe cose, a non avere più certezze su Ron e a voler sul serio fare sesso con Fred. Ecco perché in quel preciso momento, sentì la gola più ristretta del solito, il che le faceva avere dei problemi a deglutire, le mani le tremarono e gli occhi le prudevano fastidiosamente.
“No che non lo sono” obiettò, ma la sua voce si incrinò
“E perché non dovresti esserlo? Siamo sinceri con noi stessi, Granger, io e tu non abbiamo mai avuto interesse l’uno per l’altra, le nostre conversazioni erano sempre in presenza di George, Ron, Ginny o Dio sa chi. Non ti ho scelto come futura cognata, ed il fatto che tu lo possa diventare, ti fa sembrare comunque un’estranea ai miei occhi” lui non poteva sul serio pensarlo, non dopo quello che le aveva detto e il loro..bacio.
“Se sono un’estranea perché mi hai baciata? Dimmi perché mi hai riempito di belle parole Fred, se poi per te sono solo un’estranea che ha in comune con te soltanto l’essere fidanzata di tuo fratello” ora il prurito si stava trasformando in qualcosa di umido, e non riusciva a tenere ferme le mani
“Perché sono uno stupido! Ecco perché! Provare attrazione per te non era compreso nel viaggio, immaginarti accanto a me ed invidiare Ron non era compreso! Io non devo, perché lui è mio fratello, e non posso innamorarmi della sua ragazza. Lo capisci Hermione? Io non posso proprio” aveva concluso appoggiando la fronte a quella di Hermione che sbigottita si lasciò sfuggire qualche lacrima. Lo aveva ammesso, si stava innamorando di lei, ma quello che diceva non era sbagliato. Hermione non sapeva cosa fare con Ron dopo il tradimento, ma comunque non poteva arrivare a Las Vegas mano nella mano con Fred.
“Ron mi ha tradita, ma anche se non fosse successo avrei comunque cominciato a vederti sul serio, Fred. Perché, se tu non puoi, io posso innamorarmi del fratello del mio ragazzo” lui sorrise, e per la prima volta, Hermione si accorse delle rughette che si formavano agli estremi delle sue labbra quando sorrideva
“Non la penserai così quando arriveremo a Las Vegas e rivedrai Ronald” la baciò così castamente e rapidamente che lei rimase lì a cercare di capire se l’avesse baciata per davvero. In ogni caso, lui si era allontanato, di nuovo, annunciando che andava a prendere la macchina. La lasciò lì sola a piangere, senza sapere neanche perché piangeva. C’era stata quella volta, quando aveva undici anni, che delle ragazze della sua scuola l’avevano fatta piangere e lei si era rifugiata nel bagno delle ragazze, e quando finalmente Ron ed Harry riuscirono a farla uscire, promise di non piangere mai più. Ma in realtà non aveva mai tenuto fede a quella promessa, aveva pianto per la morte di un suo compagno di scuola, Cedric Diggory, quando aveva 14 anni, aveva pianto la morte del preside della scuola, quando ne aveva sedici, e aveva pianto anche al diploma, ma quello era un pianto di gioia. Il punto era che Hermione sapeva che non avrebbe mai tenuto fede a quella promessa fatta tanto tempo prima, ma non si sarebbe aspettata che un giorno il motivo delle sue lacrime fosse un Weasley che non fosse Ron, ma soprattutto che quel Weasley in questione potesse essere Fred, che per la scuola andava vantandosi del suo fascino magnetico insieme al gemello, sventolando di tutte le ragazze che gli cadevano ai piedi. Ma in quella giornata, mentre il sole mandava ancora qualche raggio e scioglieva mano a mano la neve, si disse che quel fascino ce l’aveva sul serio, perché anche lei era caduta ai suoi piedi, proprio come tutte le altre.
 
“Siamo in perfetto orario, direi” esclamò Hermione osservando che erano ancora soltanto le due del pomeriggio. Erano ripartiti da soltanto cinque minuti, ma il silenzio imbarazzante era così vivido che sembrava una coperta e se qualcuno avesse voluto, l’avrebbe potuto toccare. In effetti, quando Fred era tornato dal meccanico, rispondeva a monosillabi o se proprio doveva, costruiva frasi striminzite. Teneva le distanze più che poteva da Hermione, e lei soffriva maledettamente di questa sua scelta. Quello che guidava, non era Fred, o perlomeno non era il suo Fred. Ma da quando lei poteva vantare un possesso su di lui? Aveva ragione, erano due perfetti sconosciuti che non avevano scelto di conoscersi, eppure lo avevano fatto, ed Hermione ricordava ancora quando lui, nove anni prima, tutto raggiante e sorridente le aveva teso la mano dicendole “piacere, sono Fred Weasley”; Fred era due anni più grande, ma quando sentì quel cognome, Hermione si ricordò di essersi domandata quanti Weasley ci fossero, dato che ne aveva conosciuti già quattro. Quel giorno, loro non avevano scelto di conoscersi, o di finire negli stessi corsi, ma semplicemente era successo. Si chiese se anche Fred ricordava quel giorno.
“Spero che stanotte avrai il buonsenso di fermarti in un motel, ed è fuori discussione che tu paghi di nuovo”
“Dovresti chiamare Ron, sai”
“Ferma la macchina Fred, ora” e lui la guardò stranito ma alla fine, pensando che si sentisse male, fermò la macchina sul ciglio della strada di fronte ad un KFC. Hermione scese e lui aspettò dentro, ma quando dallo specchietto vide che lei prendeva i bagagli dal cofano scese anche lui.
“Che stai facendo?” e in quel momento lei lo guardò, e gli occhi erano già rossi per le lacrime e il labbro le tremava
“Hermione?” la raggiunse cingendola per le spalle
“Cosa vuoi Fred, eh? Vuoi farmi la predica? Dirmi che devo tornare fra le braccia di Ron perché lui è quello giusto? Lasciami stare, preferisco andare a piedi piuttosto che sentire ancora il tuo silenzio, lasciami in pace” si dimenava fra le braccia di Fred che se la strinse al petto contro la sua volontà
“Cerca di capirmi Hermione, io non posso stare così vicino a te, è contro le regole. Ed ora risali in macchina, così faremo  tardi” era arrabbiata e non lo avrebbe di certo capito, ma non aveva altre soluzioni, doveva continuare il viaggio con lui.
“E da quando tu rispetti le regole?” disse brontolando, ma lui la ignorò con un accenno di sorriso, forse ripensando a tutte le allegre malefatte insieme al gemello mentre erano a scuola.
 
Quella sera si fermarono proprio in un motel al confine tra Nebraska e Colorado, tirando un sospiro di sollievo visto che l’indomani avrebbero dovuto attraversare solo Colorado e Utah. Fred non sapeva perché sua sorella avesse voluto celebrare il suo matrimonio proprio a Las Vegas, ma lui ci era già andato, ed in media aveva messo un giorno e quindici ore, stavolta invece, il viaggio era durato troppo a lungo. Avrebbe voluto che quel matrimonio non si fosse mai festeggiato, ma non perché non gli piaceva lo sposo, anzi, lo aveva preferito al precedente fidanzato di Ginny; ma in primis, pensava che loro due fossero troppo giovani per sposarsi, e secondo, avrebbe potuto non vedere Hermione ed evitare tutta quella storia. Scaricò le valigie dalla macchina ed entrarono nelle loro stanze, stavolta ne avevano trovate due singole. Augurò ad Hermione la buonanotte ma lei neanche gli rispose. La camera era troppo umida e fredda, le lenzuola facevano puzza di usato, ma a lui non importava, voleva solo dormire ed arrivare a Las Vegas il più presto possibile. Purtroppo, per un incredibile brutto scherzo, non riusciva ad addormentarsi, perché quando chiudeva gli occhi, si immaginava quelli vivaci ma arrossati di Hermione. No, non doveva pensarci, doveva pensare piuttosto a Ron e a quanto suo fratello la amasse. Ma più pensava a Ron ed Hermione che si amavano, che facevano l’amore, e più aveva voglia di alzarsi da quel letto e raggiungere la stanza accanto.
 
Hermione si rigirava ormai da più di un’ora nel letto in cerca di prendere sonno, la sottana di raso le dava fastidio. Nella sua mente si ripeteva solo il nome di Fred, e lo malediva, per l’effetto che le stava causando; ma d’improvviso non si preoccupò più per Ron e si alzò per andare nella stanza del ragazzo, ma appena aprì la porta, si ritrovò Fred con indosso solo dei pantaloni di flanella grigi. Si guardarono negli occhi per degli attimi interminabili, poi lei gli prese le mani e lo portò dentro la stanza, si avvicinò a lui e lo baciò, con una semplicità unica, allacciandogli le braccia dietro il collo
“Herm, aspetta..” ansimò mentre lei gli baciava gli zigomi
“Fred, lo vuoi esattamente quanto lo voglio io” e detto questo si lasciò andare mentre Fred la prendeva dai fianchi accarezzandole le cosce e sollevandole la sottoveste..
 
La mattina dopo Hermione si svegliò ed un braccio la circondava, si rigirò e trovò il viso di Fred a pochi centimetri dal suo che dormiva beatamente. Quei lineamenti così perfetti, così cresciuti; non se lo sarebbe mai aspettato quello che stava accadendo, eppure eccola la, ad innamorarsi ogni giorno di più di lui, si ritrovò ad accarezzarlo e ad accoccolarsi sul suo petto, per sentirsi protetta, per sentirsi amata. Qualche minuto dopo, due labbra rosee si posarono sulle sue, dandole il buongiorno. Era un circolo vizioso, cominciavano a baciarsi e non riuscivano più a smettere nonostante entrambi fossero senza fiato.
“Sai di essere bellissima?” le soffiò all’orecchio il rosso con un sorriso ebete sul viso
“Non mi compri Fred Weasley” ghignò divertita
“Ci dovrà essere un modo per meritarmi le tue grazie” rispose stando al gioco
“Uhm..favori sessuali?” bisbigliò maliziosa e si mise a cavalcioni su di lui percorrendogli con le dita l’addome e il petto scolpito. Poi il cellulare di Hermione suonò.
“Pronto?” rispose la ragazza, mentre Fred sbuffava, contrariato dal fatto di aver smesso quello che stavano facendo
Per l’amor del Cielo ero preoccupatissima!” urlò una voce dall’altro lato del telefono
“Ginevra Weasley, perché gridi così?” a sentire il nome di sua sorella, il gemello sorrise divertito
“Dove cazzo siete tu e quella sottospecie di essere umano di mio fratello?”
“L’amore è palpabile eh” rispose la mora mentre metteva il vivavoce
Hermione, non è il momento di scherzare, dovreste già essere qui”
“Abbiamo avuto qualche piccolo problemino, Ginny, ma oggi dovremmo arrivare” e Fred potè giurare che gli occhi di Hermione si incupirono mentre pronunciava quelle parole
“Problemino di che genere?”
“Sorella, con gentile affetto, non credo che serva stare qui a parlare, se magari chiudessi e smettessi di urlare come un’oca, potremo riprendere il viaggio” si intromise Fred
Fred, questa me la paghi cara! Guai se la tocchi, ti avverto!” e i due si guardarono in modo complice
“Stai tranquilla, Ginny, piuttosto stai tu lontano da Harry, sai come vuole la tradizione: niente sesso pre matrimoniale” rise divertito seguito da Hermione, poi salutarono la rossa e chiusero, preparandosi a ripartire.
 
Imboccarono l’autostrada del Colorado, decidendo di evitare soste futili, tra i due c’era silenzio, ma in compenso, Fred non faceva altro che tenere la mano ad Hermione
“Cosa faremo ora?” chiese lui pensieroso
“Non voglio pensarci”
“Non è una soluzione, Hermione”
“Lo so Fred, ma sul serio non lo so”
“Guardami” le disse d’un tratto, fermandosi sul ciglio della strada, e lei eseguì l’ordine
“Io non rinuncio a te, Hermione. Ma se tu vorrai stare con Ron..allora beh, io mi farò da parte, perché voglio solo la tua felicità” e la ragazza sorrise annullando le distanze e baciandolo
“Io voglio stare con te, Fred” ma qualcosa dentro di lei si mosse, forse la consapevolezza di non essere sicura della reazione che avrebbe avuto quando avrebbe rivisto Ron.
 
“Non sei arrabbiato per il fatto che tua sorella non ti abbia scelto come testimone?” disse Hermione mentre superavano la A71 e si dirigevano verso lo Utah
“No, assolutamente. Sono molto felice che abbia scelto Bill, Charlie e Fleur. E tu invece, non avresti voluto che la tua migliore amica ti chiedesse di essere sua testimone?”
“Le ho chiesto io di non farla. Me lo avevano chiesto sia lei che Harry, e sai, non sapevo che fare, così ho detto che avrei preferito essere la madrina dei loro futuri figli” sorrise, figurando un futuro poi non molto lontano
“Figli? Non ti sembra presto che si parli già di figli?”
“Sento una nota di gelosia nella tua voce, non è che sei contrario a questo matrimonio?” sorrise ma lui invece assunse un cipiglio serio
“Non sono contrario, adoro Harry, lo sai. Però lei è la mia unica sorella, ed è anche la più piccola, e sapere che sta crescendo mentre io la ricordo ancora in giro per casa a gattonare con un biscotto in bocca è..triste, direi” era la prima volta che Fred si apriva così con lei, in genere, lei non chiedeva mai cosa provasse per i suoi fratelli quando c’erano determinate situazioni, come appunto il matrimonio
“Prima o poi tutti cresciamo Fred” gli strinse ancora di più la mano beandosi del calore che trasmetteva
“Lo so, ma non la pensi così quando vedi la tua sorellina crescere, fidanzarsi, sposarsi, o quando vedi il tavolo a pranzo sempre più vuoto perché ormai ognuno ha una casa propria con le proprie vite”
“La tua famiglia ti ama immensamente, ho sempre voluto avere una famiglia come la vostra”
“Ha avuto anche i suoi lati negativi, come tutti gli straordinari di papà per arrivare a fine mese e garantire tutto quello di cui avevano bisogno ai suoi sette figli” e stavolta le regalò un sorriso, parcheggiando poi davanti un locale, per pranzare. Quando scesero dalla macchina, con il freddo che gli traversava le membra, Fred afferrò Hermione per il polso e la baciò, sperando di farle capire quanto dannatamente la desiderasse accanto a lui per il resto della sua vita.
 
“Manca poco più di un’ora, ti senti pronta?”
“No, preferirei attraversare altri dieci stati piuttosto che vedere Ron” rispose sincera, con un macigno enorme sul petto
“Perché hai chiamato me per farti dare un passaggio fino a Las Vegas?” le chiese inaspettatamente e lei all’inizio non rispose, cercando la risposta giusta
“Eri l’unico ancora a Providence, la mia unica speranza di arrivare in tempo a questo benedetto matrimonio” ma in realtà non era così, lei sapeva che in fondo avrebbe potuto chiamare anche Angelina e chiederle di aggregarsi a lei e George, ma aveva subito pensato a Fred istintivamente. Lui però non infierì oltre e riportò lo sguardo sulla strada. Hermione si addormentò, ma il suo telefono prese a squillare ininterrottamente e controllando lo schermo, Fred scorse il nome di Ron così rispose.
“Ronald”
Che ci fai con il telefono della mia ragazza?” marcò quelle parole e Fred strinse i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche
“Sta dormendo, mi sembrava ineducato lasciar suonare a vuoto il cellulare, no? Ti stai divertendo con la tua amichetta?”
“Te lo ha detto?”
“Sì, Ron, e fatti dire che quello che hai fatto è davvero stupido, insomma cosa ti mancava? Il sesso? Non ti facevo così ninfomane fratellino, davvero”
Piantala Fred, non sono cose che ti riguardano. Noi ci amiamo e quando arriverete qui mi farò perdonare” e subito dopo gli chiuse il telefono in faccia. Fred non avrebbe parlato della telefonata con Ron, né del suo istinto aggressivo verso il fratello o la paura che ebbe come non mai di perderla.
 
“E’ arrivato il momento di affrontare la realtà, Hermione” sussurrò Fred mentre imboccavano la strada per l’hotel a Las Vegas; tutto lì era così luminoso e sfavillante, che la ragazza se ne innamorò subito.
“Sono ancora più confusa di prima, non credo di poter essere in grado di prendere una scelta” disse ad occhi bassi, e mentre si fermavano nel parcheggio dell’hotel Fred le afferrò il mento con due dita e la baciò come se fosse la loro ultima volta. E non disse più nulla, semplicemente scese le valigie dal cofano e si avviò con lei verso la hall dove li aspettavano i due futuri sposi
“Meglio tardi che mai” esclamò Harry dando una pacca a Fred e abbracciando Hermione, seguito a ruota da Ginny che aveva un sorriso da un orecchio all’altro per il matrimonio
“Siamo gli ultimi arrivati?”
“No, Fred, Percy vi sta battendo, l’aereo ha avuto qualche turbolenza. Abbiamo un piano dell’hotel riservato a noi, gli altri sono fuori a fare compere tranne Ron e Charlie, credo vi stiano aspettando di sopra” Fred ed Hermione si scambiarono un fugace sguardo, e poi salirono, mentre Harry e Ginny andavano a godersi la splendida atmosfera di Las Vegas. Appena Hermione entrò nella sua camera d’hotel, così diversa da quella in cui aveva fatto l’amore con Fred, si sentì un nodo in gola, sapendosi così vicina a Ron. Cercò di sciacquarsi il viso per non pensarci ma quando sentì bussare alla porta ed aprì, tutta l’ansia e la confusione salirono a galla più forti di prima
“Ciao amore mio” la salutò Ron cercando di baciarla, ma lei si scostò
“Non ho scordato la nostra discussione Ron, e non te la cavi semplicemente essendo dolce con me. Rispondimi sinceramente, ho intenzione di rimanere calma, per quel che posso, quante altre volte mi hai tradita?” E Ron abbassò lo sguardo pentito, allora Hermione seppe senza più alcuna ombra di dubbio quale dovesse essere la sua scelta.
 
Il mattino dopo, già di mattina presto, la famiglia Weasley ed Hermione erano in subbuglio. La sposa si era fatta prendere dalle crisi pre-matrimoniali ed ora Fleur, la signora Weasley, Angelina ed Hermione cercavano di consolarla e di farle capire che stava facendo la scelta giusta sposando Harry, l’amore della sua vita fin da quando aveva 12 anni. La truccarono e le acconciarono i capelli e poi l’aiutarono ad infilare il vestito, un bellissimo vestito bianco ricamato nel corpetto con tulle argentato e la gonna, regolare che si apriva a cascata alla fine, era argentata nei bordi. Con quel vestito i capelli rossi di Ginny spiccavano notevolmente, e non si poteva negare che la ragazza fosse davvero uno splendore. Dopo gli ultimi ritocchi, Hermione raggiunse la sua stanza per prepararsi ma giunta all’interno, notò uno dei gemelli, che doveva sicuramente essere Fred, vestito in smoking con le mani dentro le tasche.
“Ciao” lo salutò timidamente
“La sposa è pronta?” lei annuì  “come stai?”
“Diciamo che ho avuto momenti migliori, ho parlato con Ron”
“Lo so, me lo ha detto lui stesso” Hermione era perplessa così lui la invitò a sedersi nel letto accanto a lui
“E’ venuto ieri notte nella mia stanza, e dopo avermi tirato un pugno, mi ha raccontato della discussione che avete avuto ieri”
“Perché ti ha picchiato?”
“Perché ha capito quello che c’è stato fra di noi Hermione, Ron sarà pure brutto ma arriva a farsi quattro conti, soprattutto dopo che tu gli hai gentilmente elogiato le mie doti nel tirare su il morale” Hermione arrossì violentemente, ricordando di aver detto all’ormai ex fidanzato quanto Fred l’avesse aiutata a superare la scoperta del tradimento. Eppure in quel momento c’era qualcosa che la tratteneva dal baciare Fred.
“Quindi, vi siete lasciati?” e lei seppe solo annuire come risposta, sentì che lui stava per aggiungere qualcosa ma Arthur Weasley irruppe nella stanza intimando ai due di prepararsi per la cerimonia, così a malincuore il gemello lasciò la stanza e con essa lasciò anche Hermione sul filo del dubbio a chiedersi cosa mai Fred avesse intenzione di fare.
 
Hermione odiava i matrimoni, se lo ripeteva in continuazione eppure non ne mancava mai uno. Mentre vedeva sfilare lungo la navata decorata con fiordalisi e primule la sposa, a braccetto con il padre, si chiese dove fosse la bambina che aveva conosciuto tanto tempo prima. E’ cresciuta Hermione, sono cresciuti tutti. Improvvisamente le mancarono i tutti gli anni della sua adolescenza, anche i momenti che prima aveva odiato ora li rimpiangeva, Fred aveva ragione, era straziante vedere la tavola sempre più vuota. Lei si sentiva parte di quella famiglia ma piano piano ognuno stava intraprendendo strade diverse ed Hermione pensò che poche volte ancora sarebbero stati tutti insieme a pranzo come una volta. Nel frattempo la messa era iniziata, non era una devota credente, credeva solo che una figura lassù pianificasse le loro vite. Mentre era nella prima fila ascoltando distrattamente le parole del sacerdote, si girò alla sua sinistra per guardare Fred e con sua sorpresa (o forse semplicemente ci sperava) anche lui la stava guardando, serio, con uno scintillio negli occhi che non gli aveva mai visto. La messa finì dopo un’ora, e poi si avviarono nel locale.
 
“Hermione, vuoi venire in macchina con noi?” chiese gentilmente Bill mentre chiudeva lo sportello di Fleur, la mora stava per accettare ma Fred la prese gentilmente per un braccio
“Non ti preoccupare Bill, lei viene con me, abbiamo delle cose di cui discutere” senza neanche rendersene conto era finita nella macchina di Fred di nuovo, con quell’odore costante del suo profumo e dei due giorni passati insieme.
“Cosa mi stavi per dire prima nella mia stanza?” chiese ma lui le apparve perplesso “prima che tuo padre ci interrompesse, stavi per dire qualcosa”
“Oh sì, stavo semplicemente per dirti che voglio che tu sia la mia fidanzata e che ti amo, e che Ronald è solo uno stupido anche se grazie a lui ora stiamo insieme” disse con tono disinteressato mentre lei avvampò. Le aveva appena detto che l’amava, e che era la sua fidanzata. E lei non sapeva cosa rispondere. Gli prese semplicemente la mano e gli sussurrò un ti amo che lui sicuramente sentì, perché sorrise sornione.
“Avrei dovuto capirlo prima sai, che ti amavo, anziché sbagliare per così tanto tempo..ho sprecato tanto di quel tempo con un ragazzo che forse non mi ha mai amata, ed io cercavo di convincermi che lo amavo, quando invece era solo un amore fraterno. Ron è come un fratello per me, ecco tutto” si decise a parlare finalmente
“Accettiamo l’amore che crediamo di meritare*, è grazie a Ron se ora siamo a questo punto, e anche grazie alla tua macchina” risero entrambi
Quella notte, dopo quattro ore di balli e cibo, mentre i due novizi sposi si dirigevano in aeroporto per decollare prima a Parigi e poi a Madrid, gli invitati tornavano nelle loro stanze per consumare l’ultimo giorno di vacanza a Las Vegas. Solo una stanza era vuota, quella di Hermione. Accarezzava con le scarne dita il petto di Fred, accarezzati da una falce di luna, mentre i loro corpi nudi erano l’uno accanto all’altro, non c’era nulla che poteva descrivere quella magia, e loro due non sapevano quale sarebbe stato il loro destino, dove si sarebbero trovati fra un anno o due, se si sarebbero sposati, magari proprio lì a Las Vegas, la meta che fece sbocciare quell’amore che covava sotto le loro pelli da tanti anni, erano stati nove anni di rispettate apparenze, ma c’è voluto poco, davvero un attimo per mandarle tutte in frantumi.
“Io non mi pento di nulla Fred” aveva sussurrato la ragazza mentre quella pace li avvolgeva stretti, sicuri che si sarebbero fatti bastare il loro amore senza bisogno di nient’altro. Perché alla fine, proprio come la leggenda narrava, il loro filo rosso legato al mignolo li aveva fatti trovare.
“Io mi pento solo di non averti detto prima quanto ti amo”
Ci fu il silenzio, e poi il mondo di Hermione e Fred prese a girare, a staccarsi dalla Terra, parallelo a quello reale, ma molto più pieno di amore. Erano loro due, ed il loro piccolo mondo.

*Noi siamo infinito


Sssalve! Eccomi qui, con la mia prima OS, è quella a cui tengo di più perchè ci ho messo anima e corpo per scriverla quanto meno decentemente. Spero di esserci riuscita. Allora, i nostri cari personaggi non sono ad Hogwarts, ma in America, nonostante ciò ho cercato di mantenere tutte le diverse situazioni e/o comportamenti uguali. Il viaggio che hanno fatto Hermione e Fred è vero, cioè si percorrono davvero tutti quegli stati e il viaggio dura 1 giorno e 15 ore. 
Deeeetto ciò, se volete essere così gentili da dirmi cosa ne pensate io ne sarei felicissima! A presto!
   
 
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