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Autore: Serpeverde_    10/08/2014    5 recensioni
Una semidea, figlia della dea della verginitą. Ha infranto un' antico giuramento.
La luna scomparirą.
Un'antica vendetta si ripercuoterą su entrambe.
Un impresa per salvare la madre,
una profezia,
un sacrificio,
chi porterą a termine l'incarico?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Artemide, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apachtheís ~ Rapita

(4)

«Leo Valdez,figlio di Efesto»



Me ne stavo serenamente seduta in riva al mare.
L'incontro con Percy era stato.. come dire strano?
Tutti sembravano conoscersi alla perfezione e tutti si sembravano sentire al proprio agio nel Campo. Sarà per il fatto che ero arrivata da meno di 24 ore ma mi sentivo terribilmente fuori posto. Guardai oltre l'orizzonte e un leggero venticello mi fece rabbrividire la parte scoperta della mia pancia e delle mie gambe. No, non avevo nessuna voglia di alzarmi e andarmi a cambiare. Ero stanca, a ogni minimo movimento sembrava che i miei muscoli stessero per rompersi.. e da una pronta combattente come dovevo essere non era affatto una cosa buona.
Il sole stava tramontando ma la luna continuava a non voler sorgere.
- E' da un paio di giorni che non la vediamo -
Un ragazzo dai riccioli scuri si sedette sulla sabbia accanto a me. Incurvai le sopracciglia in una smorfia interrogativa.
- La luna, non sorge da parecchio tempo. Chirone dice che..- lo interruppi bruscamente.
- Chi sarebbe Chirone?-
- Lui è il capitano,se così si puo' dire, del campo .. a proposito non l'hai ancora incontrato?- mi chiese accendendo i suoi occhi cioccolato.
Scossi la testa, in realtà omisi un particolare irrilevante ovvero ero scappata poco prima che Percy mi portasse da lui.
Continuava a blaterale su un problema legato al mio 'riconoscimento' e sulla scomparsa della luna. Non ce la facevo più a digerire tutte quelle notizie così decisi di allontanarmi
furtivamente mentre Percy chiacchierava con un certo Trevis.

- Beh è meglio che ti ci accompagni.- sorrise prima di alzarsi e porgermi la mano.
Ci incamminammo schivando qualche satiro nevrotico e mi sembrò di intravedere Grover che mangiava qualche fragola.
- Senti, come facevi a sapere che non avevo ancora incontrato Orione?- il ragazzo rise – Chirone, non Orione-
Non capii il perchè ma quel nome mi uscì spontaneamente dalla bocca.
- Comunque, tutti sanno del tuo arrivo.. hai fatto preoccupare metà campo-
Girai la testa come i cani – Preoccupare? -
- Certo, fortunatamente Percy ti ha trovato - continuò mentre giocherellava con un cacciavite.
- Percy? È stato lui a trovarmi.. mezza-svenuta? - non immaginai all'orrore che dovette assistere quel povero ragazzo.
Lui annuì – tranquilla non eri poi messa così male – rispose leggendomi praticamente nel pensiero.
Divenni rossa, ma molto probabilmente per il calore che emanava mister cacciavite.
- Leo, Leo Valdez figlio di Efesto – ruppe il silenzio presentandosi.
- Deborah Miller, figlia di..ehm.. sorvoliamo- mi incupii
- Rilassati sono sicuro che la tua parte divina ti riconoscerà stasera al falò- mi rassicurò e devo proprio dire che funzionò.
Gli sorrisi prima di schiantarmi contro il cosiddetto sedere di un cavallo.
- Ops...scusi.. io non volevo finirle addosso – cominciai ad urlare allarmata prima di accorgermi di star parlando con il didietro di uno stallone.
Leo trattenne una risata ma si irrigidì prima che il cavallo si girasse, mettendo in vista un busto da uomo sulla sessantina.
-Un centauro- mugugnai a bassa voce, le lezioni di storia erano servite a qualcosa a quanto pare.
L'uomo-cavallo mi sorrise pur preservando un tono severo – Eccome cara, tu devi essere Deborah giusto?-
La gola mi diventò secca in un baleno, poi mi sbloccai e annuii.
- Tu lo sai che hai fatto scannare, è così che si dice?, Percy -
Sudai freddo quell'uomo mi trasmetteva ansia – M-mi dispiace signore non era mia intenzione far smuovere tutti per..-
Mi liquidò con una mano – Chiamami Chirone -
Quel mezzo-cavallo era Chirone? A quanto pare si, doppiamente sconvolta.
Leo si intromise nel discorso – è stata colpa mia Chirone, l'avevo scambiata per Piper e l'ho trascinata nelle scuderie sperando mi aiutasse a tirar fuori .. -
Chirone non se la bevve per niente – Valdez,vai -
Non se lo fece ripetere due volte, Leo sparì facendomi segno di star tranquilla.
- Vieni tra poco inizierà il falò -
Spalancai la bocca – Ma lei non era arrabbiato con me?-
-Ti sbagli, sono giorni che ti tengo d'occhio.. il tuo arrivo al campo non promette bene -
- Che bel benvenuto – farfugliai sarcastica.
- Spero che tua madre ti riconosca stasera, forse riuscirò togliermi tutti i miei dubbi.
 

 

Ero seduta sul tavolo della casa di Hermes, tutti i suoi figli avevano qualche somiglianza con il mendicante che avevo incontrato qualche sera prima. Non tutti però erano la sua prole, alcuni come me erano passeggeri. Noi eravamo chiamati i 'non riconosciuti' e odiavo essere chiamata con quel nomignolo.
La chiacchierata con Chirone mi mise ancora più di irrequietezza ma fortunatamente durò meno del previsto.
Avevo incontrato Annabeth mentre cercavo alla cieca la cosiddetta mensa che mi aveva accompagnato alla meta con molta facilità.
Stranamente cominciai ad orientarmi un po' di più.
Era buio, la luna non c'era ancora e l'unica luce che illuminava la mensa era quella del falò. Un fuoco che cambiava colore in base alla felicità della folla riscaldava l'atmosfera. Alcuni della tavolata si alzavano per offrire il pasto alle fiamme invocando il loro padre o madre divina.
Io lanciai un carota cruda nel fuoco - si avevo poca fame quella sera – bisbigliando un 'ti prego mamma fatti viva almeno ora'.
La mattina, quando rinvenni, non mi chiesi di chi fosse figlia Annabeth ma poi lo scoprii vedendola seduta nel tavolo di Atena.
Percy se ne stava seduto da solo al tavolo di Poseidone.
Poseidone, il dio del mare. Ricordai il discorso che ebbi con il ragazzo dagli occhi azzurri, era colpa di suo padre se noi altri non potevamo incontrare la nostra parte divina. Non riuscivo a farmelo pesare però, quel ragazzo doveva portarsi un fardello pesante.
Leo rideva al tavolo dei figli di Efesto, tutti ragazzi con una corporatura massiccia e con la faccia sporca di fuliggine. Io non avevo socializzato con nessuno, non ne sentivo il bisogno.
Chirone si alzò dal tavolino dove era seduto anche un altro uomo e sbatté uno zoccolo sulla pietra.
Una voce biascicò al mio orecchio – Tranquilla, ora ti presenterà agli altri niente di che- era Leo che si era prodigato di alzarsi per venirmi a fare compagnia. Gli sorrisi a mia volta per poi
posare gli occhi sull'uomo-cavallo.

- Come voi sapete è giunta al campo un'altra semidea sana e salva- un urlò di consenso si diffuse dalla platea.
Trattenni una risata – Lo so, sembrano scimmioni fanno sempre così- proseguì Leo.
- A proposito, se dovesse comparirti un coso sopra la testa non preoccuparti, è la prassi- finì Leo prima di tornarsene a sedere.
Mi sentii confusa, che coso?
- Deborah avvicinati- sbraitò Chirone con tono teatrale. Le ragazze del tavolo di Afrodite cominciarono a spettegolare nuovamente, come volevasi dimostrare non mi ero ancora cambiata.
- Lei passerà la notte nella casa undici, qualcuno vuole obiettare?- nessuno rispose -Bene mi sembra perfetto-
Quale sano di mente si sarebbe ribellato alla sua decisione? Io.
- Scusate se mi intrometto ma non voglio causare disturbo per la casa undici, potrei sistemarmi sulla spiaggia, io dormo meglio sotto il cielo stellato -
La casa di Afrodite rise e sentii dei commenti come 'sulla sabbia? Che stracciona'
Un ragazzo della casa di Hermes si alzò in piedi -effettivamente non sarebbe una cattiva idea, c'è poco spazio e non so se potremmo ospitare un'altra mezzosangue-
Chirone sbuffò irritato – Non è una scelta, è un obbligo cari non vorrete davvero lasciare dormire una ragazza fuori spero?-
Si sentii soltanto il gracidare dei grilli.
- Chirone lei non ci sta'- urlò nuovamente un' altro ragazzo – Non abbiamo più letti-
L'uomo stava cominciando a stancarsi.
Subito Leo si alzò dalla sua tavolata – Potrebbe venire a stare nella casa di Efesto per questa notte-
Chirone urlò -Sciocchezze! Questa è una cosa improponibile Valdez-
Il ragazzo controbattè – Allora le farò compagnia sulla spiaggia, non può stare sola-
Io scossi la testa – Non serve, non preoccupatevi per me, so badare a me stessa-
Una risata invase la mensa e la tavola di Ares urlò -si è visto, sei riuscita a svenire davanti a un drago per giunta buono-
Mi sentivo più derisa di quando i miei compagni di classe mi rinfacciavano il fatto che non avevo un genitore.
Il suono di un altro zoccolo premuto sul pavimento fece cessare le perfide risate.
- Va bene, ma solo per questa notte-
Leo mi sorrise annuendo con la testa, almeno mi avrebbe fatto ridere un po'.


 

Ero seduta sulla spiaggia con Leo al mio fianco. Fortunatamente si era preoccupato di portarmi un telo sul quale potevamo dormire tranquilli.
Pensavo a mio padre, gli mancavo?
- Ho portato i marshmellows- urlò Percy entusiasta sedendosi sull'altra coperta. Leo aveva allestito un piccolo fuocherello per poterci scaldare, ma non volli chiederli come avesse fatto.
Anche Percy aveva aderito alla causa 'aiutiamo Deborah a passare la notte illesa' e insieme a lui anche Annabeth.
- Non capisco come i fratelli Stoll abbiano potuto sfrattarti – borbottava lei nervosa. Effettivamente era stato un gesto poco carino.
- Non preoccuparti Annabeth, starò meglio con voi che con loro- mi sorrisero tutti e tre.
- Avevo chiesto anche a Piper se voleva venire ma sai, come capogruppo della casa di Afrodite non può assentarsi- finì Leo arrostendo un marshmellow nel fuoco.
Le figlie di Afrodite non mi stavano parecchio simpatiche.
Alzai gli occhi al cielo e mi concentrai su una stella. La guardai intensamente, cercando di ricordare il perchè essa mi sembrasse tanto famigliare, ma poi la luce che emanava cominciò ad
aumentare progressivamente a tal punto da farmi bollire i bulbi oculari.

Mi coprii gli occhi con le mani prima che la luce mi circondò completamente e tirai un urlo prima di cadere sulla sabbia.


Leo Percy e Annabeth cercavano di rianimarmi scuotendomi per le spalle, tutti i ragazzi del campo erano accorsi probabilmente il mio urlo fu talmente acuto da sveglierai tutti.
- Deborah riprenditi- urlò la ragazza dai capelli biondi.
Non cadere nella trappola figliola, è quello che vuole lui sussurrò una voce soave della mia testa.
Mi premetti la testa prima di tirarmi in piedi, un cavallo passò in mezzo ai ragazzi accorsi.
- Che succede qui? - chiese il centauro.
Tutti guardavano un punto fisso sulla mia testa sconvolti. Avevano la bocca aperta e la casa di Apollo scuoteva la testa incredula.
Mi girai verso Leo e Percy che erano anche loro allarmati.
Mi specchiai nell'acqua che era ricorsa sulla sabbia. Avevo un arco che mi volteggiava sopra il capo, un arco argentato.
- I miei dubbi avevano un movente allora – rifletté Chirone.
Percy alzò le braccia – Non è possibile, non ha senso lei è vergine -
Chirone annuì – Lo era-
- Ave figlia di Artemide dea della caccia e della luna-


 


 

Buonaseraa

Non uccidetemi, vengo in pace. 

Mi dispiace un casino, non ho aggiornato per moolto tempo, tre mesi? 
Non basterebbero venti pagine per descrivervi quanto mi sento in colpa; ma ehi, io sono qui. 
Non vi abbandonerò più promesso haha. 
Fatto sta che spero che il nuovo capitolo, che avevo pronto da tanto tempo, vi piaccia.
Confido in una recensione :)
Alla prossima, 
un bacio


Personaggi


Deborah                     Percy                     Annabeth                     Leo                         Piper        



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