-Capitolo
4-
Quel giorno faceva molto caldo.
Sicuramente tra tutti, però, quello che ne risentiva maggiormente era proprio
Mamoru nella sua tenuta di Tuxedo Mask.
Nessuno aveva mancato all’appello proposto da Argenta, la più interessata
sembrava Rei, per qualche ragione che sfuggiva alla comprensione di Usagi, ma
alla fine nessuna si era sottratta al quel perentorio invito.
Seiya, il giorno prima, aveva fatto sapere ad Usagi che tutti sarebbero dovuti
essere presenti nella loro tenuta di battaglia senza aggiungere altri dettagli.
Nel cortile principale del tempio di Hikawa si respirava un’atmosfera densa di
tensione.
Haruka, Sailor Uranus, sembrava quella con l’espressione maggiormente
contrariata e se ne stava in disparte con Michiru, poggiata contro una delle
colonne principali del tempio e le braccia conserte.
« Insomma! Quanto dovremo aspettare ancora! »
Esclamò Minako esasperata da tutti quei minuti di attesa al caldo seguita a
ruota da un sospiro di Ami, Sailor Mercury, non molto distante da lei che
cercava di rabbonirla in qualche modo mentre trovava pieno sostegno in Makoto.
La situazione stava diventando davvero insostenibile man mano che i minuti
passavano, Rei sembrava l’unica che non faceva caso al ritardo di Argenta, i
suoi occhi vacui erano segno della tempesta di pensieri che si stava agitando
dentro di lei.
Ancora pensava a quella visione che aveva avuto, al significato che poteva
avere e al timore che presto si concludesse tutto con una nuova lotta.
Si stringeva nelle spalle mentre ripercorreva gli avvenimenti che avevano
portato allo scontro con Galaxia, alla sofferenza causata da esso e tutto
quello che aveva portato con se.
« Ma quanta confusione … »
La voce di Argenta interruppe la discussione che si era creata tra le Sailor
del sistema solare interno portando la loro attenzione sulla loro ospite, la
persona che le aveva convocate e che finalmente arrivava con diversi minuti di
ritardo.
Haruka si spostava, indietreggiando in difesa e indurendo i tratti del suo viso
nel momento in cui scorse, assieme alla donna dai capelli argentei, anche la
figura di Sailor Star Fighter … Seiya.
Non erano mai davvero andate d’accordo, Usagi lo sapeva e osservava le due con
crescente preoccupazione.
Argenta avanzava verso il gruppo con indosso lo stesso abito bianco con le
cuciture in oro che aveva quando Usagi la conobbe al parco, il bastone, con la
luna piena e la mezzaluna, nella sua mano e appena dietro di lei c’era Seiya.
Le guerriere Sailor non facevano che guardarla con crescente curiosità la
stessa che aveva colto Usagi al loro primo incontro, si soffermavano sui
capelli argentei e sul simbolo, una mezzaluna rovesciata d’oro sulla fronte,
della famiglia reale del regno della luna.
Arrivata sui primi gradini dell’altare delle offerte si fermò voltandosi in
direzione delle guerriere Sailor, Seiya al suo fianco teneva un’espressione
seria che Usagi raramente le aveva visto e anche se avrebbe voluto dire
qualcosa, qualsiasi cosa, si accorse che non riusciva a dire niente.
« Manca ancora qualcosa … » gli occhi celesti si spostavano sulla figura di
Sailor Moon, nella sua tenuta eterna, un sorriso e poi andava a spostare lo
sguardo verso Tuxedo Mask mentre dal suo bastone fuoriuscì un leggero raggio di
luce argenteo che avvolse entrambi cambiando il loro aspetto.
Usagi ora indossava gli abiti da principessa della luna, Serenity, mentre
Mamoru l’armatura di Endymion.
Guardavano sbigottiti quella loro improvvisa trasformazione, sebbene fosse già
accaduto in altri contesti non erano mai stati indotti in quel modo.
« Molto meglio. »
Con quel commento il sorriso sparì dal volto di Argenta sostituito da
un’espressione seria, non erano molti i gradini che la separavano dalle altre
guerriere ma dal loro punto di vista, per motivi ancora sconosciuti, quello
sguardo celeste come il cielo torreggiava su tutte loro e le faceva sentire
piccole e insignificanti.
« Serenity, vostra altezza, principe Endymion e tutte voi principesse … Sono
grata che abbiate accolto il mio invito.
Io sono Argenta, questo nome mi è stato dato tempo addietro e potete usarlo.
Per lungo tempo ho servito la famiglia reale del regno della luna; dalla
nascita fino alla distruzione completa per opera della regina Beryl. »
I suoi occhi per un momento si velarono di una profonda malinconia.
Nel brusio generale che era seguito a quella confessione, Usagi ebbe
l’impressione di essere l’unica ad averlo scorto.
Haruka, Michiru e Setsuna ascoltavano con estrema attenzione le parole di lei
senza interrompere, pazientemente.
« Sono venuta da voi, ora, per informarvi che presto accadrà qualcosa di
terribile. L’oscurità sopraggiungerà sulla terra e tutto il mondo sarà coperto
dai ghiacci eterni. »
Rei ebbe un sussulto a quelle parole e gli occhi di Argenta, comprensivi ma
allo stesso tempo seri e imperscrutabili, si posarono sulla guerriera del fuoco
e annuì con un cenno del capo.
« Principessa di Marte, immagino tu abbia già avuto un presagio di quanto
accadrà … »
Un cenno di assenso da parte della mora e tutta l’attenzione fu rivolta a lei.
« Non era chiaro … » si affrettò a spiegare sotto gli occhi attenti delle sue
compagne. « era più come una promozione sfocata. Un avvertimento dal futuro … »
Setsuna, Sailor Pluto, sembrava ora particolarmente interessata al discorso che
cominciava a prendere forma anche per lei.
I suoi occhi ametista avevano scorto qualcosa in Argenta, qualcosa di
familiare, ma era un ricordo lontano di una vita che sembrava non appartenerle
più.
« Quello che hai visto era solo un assaggio di ciò che accadrà tra un anno … »
« Un anno … ? »
Stavolta fu Usagi a dare voce alla domanda generale. Un cenno di assenso da
parte di Argenta che si affrettava a riprendere la sua spiegazione.
« Sì, tra un anno … Per scongiurare questo cataclisma tu, principessa Serenity,
lascerai alle spalle il nome di Sailor Moon e diventerai Regina. Neo Queen
Serenity! »
Alle parole di Argenta calò il silenzio generale tra le guerriere Sailor.
Gli occhi color del cielo erano privi di esitazione e di incertezza, al
contrario quello delle sue interlocutrici, in particolare Sailor Moon,
sembravano maggiormente sconcertati e pieni di domande alle quali occorreva una
risposta.
La prima a farsi avanti con atteggiamento scostante fu Sailor Uranus, incapace
di trattenere ulteriormente il suo pensiero, ignorando le parole di Sailor
Neptune, Michiru, accanto a Sailor Pluto si era fatta largo tra le guerriere e
ora si trovava davanti ad Argenta.
« Ora basta con queste stupidaggini! » esclamò Sailor Uranus. « Non possiamo
fidarci delle tue parole. Per quanto ne sappiamo ... L’aggressione verso la
principessa poteva anche essere un tuo piano per ottenere la sua fiducia e
quella di tutti noi. »
« Ma come ti permetti!? » la voce di Seiya era carica di risentimento almeno
quanto quella di Haruka.
Argenta appariva del tutto indifferente a questo scatto improvviso, si limitò a
piegare il braccio destro, quello che reggeva il suo bastone, con l’intento
implicito di bloccare i movimenti di Seiya e non farla allontanare da lei.
« Principessa di Urano, le tue preoccupazioni sono più che corrette. Hai
ragione a non fidarti di me; sarebbe strano il contrario. »
Nessuno aggiunse altro.
Le parole di Argenta non facevano altro che riflettere quello che era il
pensiero di tutti, Haruka, dopotutto, si era solo limitata a dire quello che
nessun altro sembrava avere il coraggio di fare.
Eppure Usagi non si sentiva così. Lei guardava Argenta e sentiva di fidarsi di
lei, completamente.
« Argenta, sarebbe possibile avere qualche altra informazione su quello che
dobbiamo aspettarci? »
A fare quella semplice domanda era stata Ami, Sailor Mercury, gli occhi
cristallini erano come acqua pura; quieti e calmi.
Gli angoli delle labbra di Argenta si incresparono lentamente verso l’alto.
« Finalmente una domanda intelligente! Non potevo aspettarmi di meno dalla
principessa di Mercurio. »
La risposta di Argenta fu particolarmente vivace, sorprese persino Seiya che
doveva conoscerla da un po’ più di tempo rispetto a loro, ma le domande non
sembravano finire dato che alla domanda di Ami seguì quella di Makoto.
« E’ da prima che ci chiami “principesse”, per quale ragione? »
« Risponderei volentieri a queste domande … » per un momento gli occhi di
Argenta, i tratti del suo viso e la sua postura divennero rigidi e privi della
solennità che l’aveva accompagnata pochi minuti prima. « Ma temo che abbiamo
ospiti inattesi. »
Tutte le guerriere si girarono in direzione dell’ingresso del tempio dove
alcune figure oscure si stavano accalcando, Usagi sbarrò gli occhi mentre
sentiva la fronte madida di freddo sudore quando i suoi occhi riconobbero in
quelle figure la stessa che giusto l’altro giorno l’aveva attaccata.
Il braccio di Mamoru si chiuse attorno al suo fianco mentre nell’animo della
protetta di Marte si faceva strada un profondo senso di delusione misto a
rabbia.
Quelle creature stavano calpestando un suolo sacro come quello del tempio; non
poteva assolutamente accettarlo.
« Che cosa facciamo … Sembrano non finire mai! »
« Ormai siamo circondate! »
Le voci della guerriera di Giove e di Venere raggiunsero un’inespressiva
Argenta mentre Seiya, preoccupata dell’avanzare delle creature, osservava la
scena con crescente turbamento. Era la prima volta che vedeva questi “demoni”
ed erano anche peggio di come Argenta li aveva descritti.
Erano privi di una qualche struttura fisica, forme indistinte che sembravano
agglomerati di oscurità.
« Argenta … » la sua voce era un lieve sussurro appena percepibile
all’orecchio.
Fu allora che si girò verso la sua guardia del corpo, sorridendo in modo sereno
come non le aveva mai visto fare prima, senza sarcasmo o ironia, lasciandola
senza parole. Colpì leggermente il terreno con il suo bastone lasciando il suo
corpo avvolto da un sottile strato di luce. Quando questo si dissolse i lunghi
capelli erano intrecciati perfettamente con fili dorati che riflettevano la
luce del sole, il corpo ben coperto da una divisa alla “marinara” come le altre
guerriere – la gonna aveva un colore grigio argento che sfumava nell’oro – e
sulla fronte splendeva il simbolo a mezzaluna.
« Non possiamo restare con le mani in mano … » gli occhi fissi sulle guerriere
del sistema solare esterno le quali ricambiavano con una certa diffidenza. «
Anche se non vi fidate di me … Adesso non avete altra scelta! Dobbiamo
proteggere i nostri sovrani! »
Le sue parole colpirono con energia i punti giusti.
Non stava chiedendo di essere accettata nel gruppo ma di cooperare per
proteggere qualcosa di importante, la causa per la quale stavano lottando e per
la quale avevano sacrificato tutto della loro esistenza.
« Seiya, resta vicino alla principessa. »
« Va bene. »
« Aspettate! » la voce di Usagi interruppe quel veloce scambio di battute tra
la Sailor Starlight e Argenta. « Anche io posso combattere! »
La determinazione di lei brillava nei suoi occhi come un fuoco che non poteva
essere domato, quando Argenta voltò il capo verso di lei, però, non trovò
sorpresa e nemmeno assenso: soltanto un profondo gelo.
Uno sguardo duro, freddo e distaccato, per un momento si trovò ad esitare
facendo un paio di passi indietro mentre Mamoru osservava la scena con la
stessa serietà.
« Mi dispiace, principessa, ma non posso permettervi di fare una cosa del
genere. »
La mano destra si protese verso Usagi mentre avanzava verso di lei, gli occhi
cristallini sembrava volessero trapassarla da parte a parte tanto che il
respiro le morì in gola.
Sul petto, all’altezza in cui si trovava la spilla, posò la sua mano Argenta
mentre pronunciava alcune parole in una lingua che non aveva mai udito prima di
allora.
Un leggero fascio di luce e poi si ritrasse lasciando Usagi, stretta tra le
proprie braccia, senza parole. Gli occhi ancora sbarrati dal terrore mentre
alcune gocce di sudore freddo scivolavano lungo la fronte.
« Che cosa le hai fatto?! »
La voce carica di rabbia di Mamoru si aggiunse agli sguardi preoccupati di
tutti i presenti.
« Questa non è la battaglia di Sailor Moon. Il suo momento arriverà. Fino ad
allora … Ho imposto un sigillo sulla sua spilla e non potrà più trasformarsi. »
Salve a tutti o pochi
lettori.
Mi ero scordata? Certamente no, diciamo solo che sono stata presa da alcune
faccende di carattere lavorativo e scolastico/universitario.
Come sempre grazie a chi ha commentato e ha seguito la storia ~