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Autore: Nahash    10/08/2014    1 recensioni
Gli amici non si aggrappano ai sogni degli altri, vivono per i loro e se c'è qualcuno che si oppone, resistono e si ribellano con tutto il cuore e l'anima. Anche se vanno contro di me. Per me, la definizione di amici, significa essere tutti sullo stesso piano.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Guts
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ciao a tutti <3 Questa è la prima Os che posto qui nella sezione di Berserk. Effettivamente, non so neanche io perché l'ho scritta, ma dopo aver visto per la quarta volta il primo film, ho dovuto farlo. Ho letto il manga, visto i film molte volte, eppure non mi era mai venuta questa impellente voglia di scrivere qualcosa qui nel fandom. Sta volta, invece, si vede che c'è stato qualche dettaglio, qualche particolare che ho seguito più attentamente o che mi ha attirato di più, tanto da spingermi a scrivere questa Os che spero vi piaccia.
Ps: L'avvertimento movieverse c'è semplicemente per il fatto che la ff è stata ispirata dopo la visione del film, perché da che io ricordi, non varia dal manga, almeno questa parte.

 
Ammirevole arma,
leggiadra distruzione,
ammanta tutto.
 
Era assolutamente sconvolto dopo quello che aveva fatto, ma il suo corpo lo induceva ad andare avanti: doveva avvisare Grifis.
Il suo compito era stato svolto, l'ordine impartito tra le righe, la richiesta, era andata a buon fine ─ nonostante lui avesse mietuto svariate vittime, tra cui un bambino innocente, aveva condotto il tutto secondo i piani, anche se la situazione era diventata più agitata del previsto.
Dopo essersi gettato in quel baratro fatto d'acqua, una volta riemerso, tutto gli sembrava dannatamente vuoto e privo di senso.
Non avrebbe mai voluto uccidere quel bambino, ricordava ancora, come quello avesse cercato la sua mano, ─ troppo tardi per essere salvato ─ e di come Gatsu l'avesse afferrata, stringendola delicatamente, perché ghermirla brutalmente, avrebbe infierito ancora di più sul povero corpo di quel bambino, che già, era stato dilaniato dalla lama impietosa del mercenario.
Non avrebbe mai dimenticato quello sguardo di terrore, intriso d'innocenza, non avrebbe mai annullato l'immagine di Adonys morente.
Come aveva potuto lasciarsi sopraffare a quel modo dal terrore? Non era da lui cedere così miserevolmente alla paura. L'istinto lo aveva fatto agire. Dopo che l'uomo designato dal falco, perì, quelle mani fanciullesche aprirono la porta, colei che gli fece da intermediaria verso la morte.
Come avrebbe potuto capire che dietro a quell'ammasso di ferro prezioso, si celasse un bambino innocente? Se solo avesse guardato...
Aveva agito impulsivamente, dopo essere stato scoperto dal nemico, dopo che Grifis gli aveva detto, che nessuno avrebbe dovuto scoprirlo. Eccolo il misfatto, eccolo l'attimo che segnò la tragedia. Gatsu era stato smascherato in volto e l'agitazione lo mosse. Nessuno avrebbe dovuto vederlo. Nessuno.
Non aveva mai provato, almeno fino a quel momento, un dolore così grande, tanto da lacerargli il petto. Non aveva mai pensato che la morte di un bambino sconosciuto, avrebbe potuto infliggere più dolore di una spada, eppure quella dipartita gli aveva squarciato il petto peggio di una lama.
Annaspava. Quello che doveva essere un singolo lavoretto, un cosa semplice, semplice, fare fuori colui che aveva attentato alla vita del sommo falco, si era tramutata in una strage. La rabbia, la paura e la fuga, gli fecero uccidere più uomini del previsto, ma doveva ritirarsi.
Non riusciva a sentire più l'acqua che lo aveva inondato o la superficie, che sotto i piedi calpestava, nulla poteva scuoterlo, eppure quando era arrivato in prossimità di quelle scale, dopo essere stato fermato da Caska, la voce leggiadra, profonda e impalpabile di Grifis arrivò alle sue orecchie.
La definizione che l'uomo aveva dato a coloro che definiva amici, lo aveva talmente turbato da non fargli più percepire il sangue che avevano intriso le sue mani, macchiandolo fin dentro il profondo del suo essere.
Nonostante nella sua mente cercasse tra i pensieri, che arzigogolati si spargevano alla rinfusa, non riusciva a trovare una spiegazione a tanta devozione.
Cosa era diventato per lui Grifis? Un amico? Un compagno? Un uomo da seguire? Non lo sapeva, anche se dentro alla grotta di Zod, stava per dire qualcosa, il destino lo aveva fermato.
Lui era stato il mandante di quell'omicidio, lui gli aveva fatto commettere quella dannatissima tragedia, eppure, il suo sguardo era perso, tra le moltitudine di sentimenti mai conosciuti.
Aveva scelto di seguire Grifis, senza domande, senza schemi, trovandosi travolto in un mare di sangue, che leggiadro, lo cullavano su onde oscure, fatte di luce e tenebra.
Cos'era quella scintilla luminosa che percorreva gli occhi del falco? Quel ghigno buio che macchiò il suo candido volto?
Gatsu si chiedeva se avesse fatto la cosa giusta, se assecondare tali ordini era giusto.
Quel sorriso distorto lo avevano turbato, percepì il volto imbrattato da una cosa, che secondo lui, non gli apparteneva. O forse si era sbagliato? No, impossibile, lui conosceva Grifis.

Gli amici non si aggrappano ai sogni degli altri, vivono per i loro e se c'è qualcuno che si oppone, resistono e si ribellano con tutto il cuore e l'anima. Anche se vanno contro di me. Per me, la definizione di amici, significa essere tutti sullo stesso piano.

Quelle parole del falco, continuavano a rimbombargli nella mente. Cos'èra che lo aveva tanto sconvolto? Il fatto che, adorante, si fosse spinto ad assecondare ogni ordine dell'altro? Oppure che, in cuore suo, sapeva di non aver un sogno e quindi non poter essere pari all'altro?
Era certo però, che in un modo o nell'altro non si sarebbe fatto trascinare fino al bordo dell'oblio.

Scarlatto impietoso,
sangue.
Accarezzami.
Su onde vermiglie,
culla,
questa desolata anima.
   
 
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