Per innamorarmi di te ogni giorno, ogni giorno di nuovo, ogni giorno di più
Ventotto luglio duemilaquattordici
Stavo ripensando a l’estate scorsa, a quanto mi mancavi precisamente un anno fa e a quanto mi manchi adesso.
Un anno fa, il ventotto luglio, ero con amici, a mare, a piangere perché ti avevo detto cose orribili, cose che ti avevano fatto andare via; oggi sono con gli stessi amici, sempre a mare, a piangere perché tu mi hai detto cose orribili. Ma niente, né quel ‘non ti amo più’, né quel vuoto nei tuoi occhi, né tutto quello che mi hai detto o che ho capito da sola, niente mi ha fatto allontanare da te. Te l’ho detto, io resto. Con il tuo non amore, con i tuoi occhi vuoti, con le tue parole come sale sulle mie ferite, io resto. Forse però resto in modo diverso, non sempre permissiva e timida. Resto, resto perché tu sei come l’aria che respiro, ma è come se non restassi; resto forte, a testa alta, orgogliosa come non mai, orgogliosa come tu non sei stato mai. Resto perché voglio vederti cadere e poi rialzarti, resto perché, come ti ho detto alla fine un anno fa, sei comunque la cosa migliore che mi sia capitata, resto perché tu, bene o male, sei sempre restato, resto per aspettare che tu ti accorga di nuovo di me. Resto soprattutto per innamorarmi di te ogni giorno, ogni giorno di nuovo, ogni giorno di più.