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Autore: pandy21    11/08/2014    0 recensioni
Scappo. Scappo da tutto. Dai cadaveri dei miei genitori sull'uscio di una casa bombardata. Dalle ceneri che prima erano un piccolo paese. Dal generale Kings. Dal Fulcro, dai Cercatori, dal mondo che preme contro di me. Dalla mezzaluna nera che oscura la mia fronte.
Ora non capirete nulla, di sicuro, ma io potrò raccontarvi, potrò spiegarvi la mia storia, quando anche io la capirò.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scappo. Ecco cosa sto facendo. Perché? Beh, vi racconterò una storia. La mia storia.
Vivo, cioè vivevo, ad Enobrias, il fulcro di ogni genere di produttività nel mondo. Ma non è una semplice città. E' divisa in sei parti. Cinque di queste prendono nome di Enobri. Ogni pezzo ha un generale che prende il possesso dell' Enobrio e lo distorce trasformandolo in quello che più grade. Io vivevo nel quinto. Era il pezzo che si occupava del cibo. il che non vuol dire che noi potevamo mangiare quello che raccoglievamo. Se toccavi anche solo con le mani sporche una mela, gli "Scarabei" del generale di portavano nella sesta zona, o meglio conosciuta come "Il Fulcro". Meglio non capitare li, non sto a spiegare il perché, visto che forse ve lo immaginate. 
Una paio di mesi fa, il saggio del Quinto Enobrio, guidato da un gruppo di 200 persone, suoi discepoli, organizzò una rivolta per ottenere più pane. La rivolta andò male, e le forze del Fulcro si abbatterono sul nostro pezzo di città e ne distrussero l'esistenza. Sono sopravvissuta. Le bombe che hanno gettato gli aerei del Fulcro hanno distrutto tutto tranne me. Ma solo una persona si è accorta che mancava un individuo alla lista infinita dei caduti. Il generale Kings. Ora mi caccia per i boschi. A volte succede che, nel cielo azzurro macchiato di nuvole, compaiono enormi jet del Fulcro chiamati "Trovatori" che setacciano i boschi nel tentativo di trovarmi. 
Proprio per questo scappo da ogni tipo di società, confinandomi nel grottesco mondo dei boschi. mi sono preparata  una mia arma personale. Un'arma letale. Consiste in un pugnale, con quindici cientrimetri di lama tagliente, fatto di pietra. Ma non una pietra qualsiasi. Una delle pietre più rare e introvabili al mondo. Una pietra, narrava mio padre, proveniente dalla luna. Ovviamente scherzava su questo, come scherzava su ogni legame tra me e questo remoto satellite. 
Mi fermo per un breve riposo, sulla sponda di una pozzanghera stagnante. Guardo la superficie dell'acqua che mi riflette. Una ragazza, mi sta guardando sulla lima immobile dell'acqua. Una ragazza mora, diciassettenne, con i capelli sciolti al vento. Sul lungo collo si trova un candido volto scottato dal sole di Giugno. Gli occhi color ambra sono contornati da lunghe  ciglia nere. La bocca screpolata dal sole, rimane impassibile. La pelle scottata è cosparsa di lentigini. E li, in mezzo alla fronte, si trova una mezzaluna scura. Il mio nome dipende da quel simbolo sulla fronte. Mi presento, mi chiamo Luna Black.
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SPAZIO AUTRICE

Ciao lettori, questa è una nuova storia.
Riassumendo il primo capitolo, si può capire cosa è successo alla protagonista, le sue origini, appunto. Si chiama Luna Black e è una fuggitiva. Il suo Enobrio è stato distrutto e il generale Kings la cerca nei boschi. Nel prossimo capitolo avremo altri ricordi e un effetto sorpresa. Spero vi sia piaciuta. Recensite, grazie.
  
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