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Autore: Stars_Daughter    11/08/2014    1 recensioni
C’è stato un momento in cui House avrebbe potuto stringere il ginocchio della Cuddy senza che sembrasse sbagliato, ma è stato almeno dieci minuti fa. Ha lasciato che passasse, e ora sono seduti rigidi dentro i cappotti di lana, sulla panchina davanti al cancello del cimitero, senza guardarsi.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Note

Non credo che ci sia molto da dire, se non: buon compleanno – con un glorioso ritardo di solo dieci giorni -, Eva <3 Ovviamente è Huddy, e altrettanto ovviamente lo sai già perché ti ho mandato foto dello schermo del pc alle due di notte. In ogni caso, ti voglio proprio tanto bene e il mondo deve esserne consapevole.

Per il resto, il titolo è un verso di C’eravamo abbastanza amati, Le luci della centrale elettrica.

Buona lettura (spero)

 

 

 

 

 

 

In questi periodi neri, spettacolari

 

 

C’è stato un momento in cui House avrebbe potuto stringere il ginocchio della Cuddy senza che sembrasse sbagliato, ma è stato almeno dieci minuti fa. Ha lasciato che passasse, e ora sono seduti rigidi dentro i cappotti di lana, sulla panchina davanti al cancello del cimitero, senza guardarsi.

-Dimmi di quando se n’è andato.-

-Di quando è morto. Credevo che sapessi chiamare le cose col loro nome, visto che è il tuo lavoro.-

-Dimmi di quando è morto, allora.-

-Vuoi che ti dica che non ha sofferto?-

-Lo ha fatto?-

-Molto, e a lungo. Gli ho dato antidolorifici per tutto il tempo, ma ad un certo punto hanno smesso di essere sufficienti. Ha vomitato e pianto, per giorni. Sai com’è.-

Lisa non sa com’è, e House ne è perfettamente consapevole. Lei non conosce il dolore fisico in quel modo profondo e intimo in cui lo conosce, per esempio, lui. Non ha giocato su questa sua ignoranza per anni? Non è, forse, il caso di smettere?

Lisa dice “Capisco”, perché le sembra l’unica cosa da dire. Sente confusamente che è la risposta sbagliata, ma per una volta House non glielo fa notare.

-Avrei voluto esserci.-

-No, non avresti voluto. Il vomito non va via facilmente dal cachemire.-

-Sai cosa voglio dire. Mi dispiace di non esserci stata.-

-Credi che i tuoi sensi di colpa servano a qualcuno?-

Lisa vorrebbe dargli uno schiaffo. No, di più: vorrebbe premergli la faccia sugli autobloccanti umidi, infilargli manciate di neve sporca in bocca. Poi, guidare fino a casa piangendo. -Devi sempre rendere tutto così difficile?-

-Non vedo perché non dovrei. Wilson è morto e dall’altra parte della strada c’è il furgone che mi riporterà in carcere. Rendere tutto difficile è un mio diritto costituzionale, ora come ora, e cosa sarebbe l’America senza i suoi diritti costituzionali? Si chiama patriottismo.-

Se non si sentisse bruciare di rabbia e di impotenza, se non avesse appena lanciato terra sulla bara, in un qualche mondo diverso da questo ora potrebbe sospirare di comprensione e pazienza quasi esaurita. Potrebbe essere tutto come è sempre stato, in un qualche mondo diverso da questo. Invece qui dice “Il patriottismo non è mai stata una delle tue qualità principali”, e aspetta che l’argomento cada.

-Le persone cambiano.-

-No, non è vero.-

-Lo so, non è mai vero.- House muove un mucchietto di foglie con il bastone, come se cercasse qualcosa. Le foglie sono bagnate, si sfaldano sul cemento. Non trova niente e non crede di avere altro da dire, ma non riesce ad andarsene. Una volta quando aveva sette anni ha ucciso uno scoiattolo giocando con la fionda, nel parco. Ha portato a casa il cadavere e lo ha tenuto in una scatola per giorni, continuando ad aggiungere cibo, finché la puzza non ha iniziato a diventare sospetta e definitiva. E’ l’unica cosa che sarebbe disposto a dire in questo momento, ma la Cuddy vorrebbe leggerci più di quanto significhi davvero. Non è nemmeno sicuro che significhi effettivamente qualcosa, davvero.

-Probabilmente sei solo uno stronzo.-

-Probabilmente. Uno stronzo zoppo. Tu che scusa hai?-

-La tua gamba ha smesso di valere come scusa molto tempo fa, House.-

-Dillo a lei.-

Lisa ci appoggia una mano, la stringe. Non è chiaro se stia cercando di fargli male o di consolarlo, ma è disposto ad accettare entrambe le possibilità.

-Avrei davvero voluto esserci.-

-Credi che non lo sappia?-

-Voglio essere sicura.-

-Puoi esserlo. Eri nel posto in cui dovevi stare, in ogni caso. Io non ho un posto dove dover stare.-

-A parte quella storia del carcere.-

-Sì, a parte quella. Niente di che. Un dettaglio burocratico.-

Lisa sorride appena, e House capisce che è quello che stava aspettando dall’inizio della conversazione: in qualche modo, tutto è stato detto. La sua mano è ancora sulla gamba, non proprio sul ginocchio, ma qualcosa del genere. Gliela prende, è fredda sulla punta delle dita. Non pensa di avere bisogno di altro.

 

   
 
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