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Autore: blackswam    11/08/2014    10 recensioni
« Pianta un seme dentro di me. E' fallo germogliare.», sussurra la mora con il respiro caldo attraverso il lobo del suo orecchio.
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Violetta desidera ardentemente un figlio e Leon è l'unica in grado di aiutarla. Può una sola notte cambiare il carattere di una persona?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera un fiore era germogliato
e con esso il loro amore.






« Pianta un seme dentro di me. E' fallo germogliare.», sussurra la mora con il respiro caldo attraverso il lobo del suo orecchio.

Il profumo della sua pelle era come quello delle rose, ma quella notte era diverso. L'aveva cambiata, l'aveva trasformata in qualcosa che non la rappresentava.

Costui non era altri che Leon Vargas. Alto qualche metro, magro o grasso non aveva molto importanza, i suoi occhi era di un verdone scuro mentre i capelli erano di un castano chiaro.

Guardando il suo volto si poteva trapelare un senso di angoscia e malinconia. Il senso di colpa l'aveva logorato. Quella donna, che si strusciava sotto di lui, non era quella di cui si era innamorato.

Si può cambiare in una sola notte?

Però la sua passione, il suo desiderio nei suoi confronti era assai più forte di questi sentimenti di sconforto. Infondo era la donna che amava.

La stringe forte a se, affondando il viso nei suoi capelli e il cuscino mentre lei era assuefatta dal profumo del ragazzo portandola alla pazzia.

« Non posso aspettare. Baciami.», era quasi una supplica.

Leon come incantato ricongiunge le loro labbra. Le loro lingue danzavano la stessa musica, cantando la stessa canzone. Un groppo di saliva scendeva dal labbro gonfio della ragazza mentre respirava a tratti.

Bastarono pochi secondi prima che il ragazzo potesse riappropriarsi di quelle labbra.
Le bacia il capo, l'orecchio, l'occhio destro, l'occhio sinistro, le guance e soltanto dopo averla osservata per la bellezza di cinque secondi prese ad assaggiare quelle labbra che sapevano di cioccolata.

« Toccami.», esclama la ragazza afferrando il suo viso con entrambe le mani portandolo sul suo collo bianco.

Le labbra del moro combaciavano perfettamente con la pelle della ragazza macchiata adesso da un marchio rossastro.

Anche se erano impreparati, inesperti, erano spiniti dalla sola e unica passione. I loro occhi era lucidi, appannati, e i loro respiri non potevano più essere definiti tali, ma tanti piccoli affanni.

Oltre ad essere spinti da loro pazzo desiderio non riuscivano a non divertirsi, a prendersi in giro con battutine a doppio senso, a chiamarsi con nomignoli strani oppure farsi il solletico a vicenda.

« Idiota!», ridacchia Violetta tirando non poco garbatamente i capelli del ragazzo -dolorante- spingendo il viso di esso verso le sue labbra.

Non avrebbe mai fatto a meno della sua bocca. Di quella lingua che si attorcigliava alla sua, di sentire la sua saliva, il suo sapore.

« Leon, svelto voglio toccare molto presto il mio ventre gonfio. Sorridere la mattina mentre mi lamento di essere ingrassata, di sentire le tue battutine. Voglio poter passare il mio tempo a decidere che nome dargli, se sia maschio o femmina. Voglio sottostare alle tue premura, essere coccolata...», ma il parlottare della ragazza era stato lasciato sospeso a causa di due labbra appollaiate alle sue.

« Questa sera parli un po' troppo.», afferma sorridendo Leon.

Erano nudi, come mamma li avevi fatti, davanti ai loro occhi.
L'uno definiva bello l'altro e non smettevano di fissare l'altro con impazienza.

Quella stessa notte si amarono per la prima volta in quel letto che sapeva di nuovo, sudore e sesso. I petali di rosa - che prima erano sparsi sul letto- erano precipitati sul pavimento.

« La migliore luna di miele della mia vita.», dice sospirando a tratti il moro stendendosi accanto alla ragazza.

« Hai sonno?», domanda il moro ascoltando l'ennesimo sbadiglio della mora. « Appoggiati a me, veglierò io su di te.», afferma stringendola a se.

« Ti amo Leon Vargas.», dice sorridendo Violetta prima di abbandonare il suo viso sul petto caldo del ragazzo e dormire profondamente. « Ti amo anch'io Violetta Castillo.», per poi appoggiare la testa sul cuscino mentre le labbra combaciavano con i capelli della ragazza.
  
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