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Autore: Little Wings    11/08/2014    8 recensioni
[Pernico]
«Percy...»
Una voce assonnata lo riscosse dai suoi pensieri. Nico era appena entrato in cucina e si stava stropicciando gli occhi ancora chiusi con le mani. Aveva i capelli neri schizzati in tutte le direzioni, la maglietta di Percy gli arrivava sotto il sedere - Percy gli aveva prestato anche dei pantaloni, ma questi erano caduti a causa delle taglie di differenza tra i due ragazzi - e il maggiore lo trovava adorabile.
«Ehi...» gli sorrise, anche se Nico aveva ancora gli occhi chiusi e non poteva vederlo.
A Percy piaceva troppo Nico di mattina, quando era ancora assonnato e per questo incredibilmente docile. Si lasciava spupazzare dal maggiore senza lamentarsi, almeno fino a quando non si svegliava completamente. E faceva addirittura le fusa quando lo coccolava.
Il minore procedette a tentoni verso il fidanzato, che lo aspettava seduto sulla sua sedia. Percy gli prese una mano in modo da condurlo a sé e quando gli fu abbastanza vicino lo sollevo e se lo mise a cavalcioni. Nico abbandonò il capo sul petto nudo di Percy, mentre questo respirava il suo odore e gli carezzava i capelli neri.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Di coccole e ricordi
 
 

 
 
 
“Io e Paul siamo usciti. Torneremo dopo pranzo, ma c'è del polpettone in frigo. Fai il bravo. Ti voglio bene.
Mamma”
 

Percy era seduto su una sedia della cucina davanti alla colazione che sua madre aveva preparato. Una tazza di latte e cioccolato lo stava aspettando insieme a un'enorme torta azzurra, che sembrava dire: "Mangiami" e Percy non aveva nessunissima intenzione di disobbedire a quell'ordine. Tagliò una bella fetta sorridendo compiaciuto. Forse avrebbe dovuto aspettare il ragazzo che dormiva nel suo letto, ma si disse che Nico di solito si svegliava tardissimo e non voleva assolutamente andare incontro a una morte prematura perché l'aveva svegliato. Era stupido, ma non a questi livelli.
Affondò i denti nell'impasto della torta mentre ripensava a quello che era successo qualche settimana prima.
 

Percy non era mai stato tanto agitato come in quel momento. Continuava a passarsi una mano tra i capelli nervoso.
«Percy»
La voce di Nico lo riscosse un po' e si girò a guardare il minore, che lo stava scrutando con fare indagatore.
«Va tutto bene?» gli chiese.
Il maggiore annuì.
«Si, tranquillo» mormorò sorridendogli e contagiandolo.
Poi tornò a fissare la porta davanti a sé torturandosi il labbro inferiore.
«A me no»
Percy lo guardò confuso.
«Non va tutto bene, Percy. Sono nervoso» ammise Nico e il maggiore gli sorrise.
«Ehi... Non c’é nulla di cui preoccuparsi. Adesso noi entriamo, diciamo a mia madre e a Paul che stiamo insieme e lei ci abbraccerà contenta»
«Ne sei sicuro?»
Solo allora Percy comprese quanto agitato fosse il minore e si impose di calmarsi per lui, solo per lui.
«Piccolo» mormorò prendendogli la mano «andrà tutto bene» lo rassicurò prima di dargli un bacio a fior di labbra che sembrò calmare il più piccolo.
 

Alla fine era andato tutto bene, Sally e Paul si erano mostrati contenti per i due ragazzi e non li avevano cacciati. Così Nico aveva preso a passare sempre più tempo a casa Jackson-Stockfiss, e a nessuno dava fastidio. Anzi.
 

«Percy!» riuscì a strillare Nico tra una risata e l'altra.
Ultimamente il minore era sempre un po' giù di morale e Percy proprio non riusciva a stare senza sentire la sua risata. Era uno dei suoni più belli che avesse mai sentito. Se avesse avuto un cellulare, l'avrebbe sicuramente registrata e messa come suoneria. E si, era consapevole di quanto fosse sdolcinato e tendente al cliché questo pensiero. Comunque, Percy amava la risata di Nico, in modo quasi morboso. E il fatto che non ridesse spesso come Leo gliela faceva amare ancora di più; perché, alla fine, se vedi o senti una cosa molto spesso, alla fine te ne abitui e finisci per darla per scontato, facendole perdere la sua unicità. E Percy ancora non si era abituato a quella risata, oh no, che ogni volta lo destabilizzava. A dirla tutta, era anche un po' geloso della risata di Nico, per questo evitava di farlo ridere troppo quando erano in compagnia dei loro amici.
Però in quel momento aveva davvero bisogno di sentire la sua risata e per questo motivo si trovava a cavalcioni del suo ragazzo, muovendo agilmente la dita sopra e sotto la maglietta nera di Nico, mentre questo si contorceva dalle risate sotto di lui.
«Smettila!» lo implorò il minore ormai con le lacrime agli occhi dal troppo ridere.
«Ad una condizione» disse serio il maggiore «fammi un sorriso»
Il minore aveva lasciato che le sue labbra si increspassero all'insù, facendo contento il suo ragazzo.
«Sono contento che tu sia qui» mormorò quest'ultimo sorridendogli a sua volta.
 

Percy prese un sorso del latte al cioccolato sorridendo. Oramai Nico viveva da loro, visto tutto il tempo che passava in quella casa, e questo al maggiore andava più che bene. Finalmente poteva passare del tempo col suo ragazzo senza che qualcuno venisse a rompergli le scatole - non facciamo nomi, Valdez.
 

Nico si stava ancora chiedendo perché avesse accettato di passare il Capodanno coi suoi cari amici. Passi la scelta della location - una casetta sperduta nel nulla che puzzava di capra -, passi il fatto che dopo neanche mezz'ora buona parte degli invitati fosse già ubriaca, passino pure le decorazioni - un misto tra una parata militate e il carnevale di Rio -, ma quello proprio no. Non avrebbe mai più giocato a “Obbligò o Verità?” in tutta la sua vita. Di questo era più che certo.
Comunque era sopravvissuto anche a quello, in un modo o nell'altro, peccato che di li a poco sarebbe stato qualcun'altro a preoccuparsi per la propria sopravvivenza.
Percy era riuscito a trovare il suo ragazzo e, dopo averlo sottratto alle grinfie di un ragazzo piuttosto ubriaco che continuava a lanciargli occhiatine maliziose, l’aveva trascinato in un angolo appartato della casa.
«Mi sta scoppiando la testa con questo casino» disse Nico, mentre Percy gli passava un braccio intorno alla vita per attirarlo a sé.
«Vediamo se riesco a farti dimenticare degli altri» mormorò Percy maliziosamente, avvicinando le labbra a quelle del minore.
«Ragazzi!»
Una voce, purtroppo, li fece voltare prima ancora di riuscire a baciarsi. Leo era davanti a loro che sorrideva con una strana luce negli occhi, quella che aveva ogni volta che aveva appena finito di costruire un aggeggio altamente esplosivo.
«Cosa vuoi?» fece Percy piuttosto scocciato, ma il riccio non sembrò farci caso.
«Devo mostrarvi una cosa!»
«Non puoi aspettare? Eravamo occupati»
«Oh...» Leo sembrò accorgersi solo in quel momento di aver interrotto qualcosa.
Percy non aspettò di vederlo aspettare e tornò a concentrarsi sul suo ragazzo.
«Bhe, avrete tempo dopo, la cosa che vi devo mostrare non può aspettare!»
Prima che Percy facesse una strage, Nico parlò. «Leo, dacci due minuti e arriviamo»
Valdez sembrò piuttosto soddisfatto di quella risposta e sparì tra la folla.
«Hai davvero intenzione di andare da lui?» gli chiese Percy.
«Certo che no! Ma questo lui non deve saperlo» rispose Nico prima che il maggiore unisse le loro labbra in quel tanto agognato bacio.
 

Alla fin fine, voleva bene a quel folletto piromane, però. Tranne quando veniva a disturbare i loro momenti di intimità, ovviamente, ma in alcune occasioni si era dimostrato particolarmente utile, come al compleanno di Nico, quando Percy stava dando di matto perché non sapeva cosa regale al suo ragazzo.
 

«Jackson, il qui presente Leo Valdez, fondatore del Team Leo, nonché uomo di straordinaria bellezza , carisma e  simpatia, ha trovato la soluzione al tuo problema!» esordì Leo, con un sorriso a pazzo stampato in volto.
«Te l'hanno detto che sei inquietante quando sorridi così?» gli chiese Percy, mentre l'altro scrollava le spalle.
«Comunque, qual è la tua idea? Sentiamo»
«Un peluche»
Percy aveva sentito male, doveva aver sentito male. Il suo ragazzo stava per compiere quindici anni, non tre.
«Un peluche?»
«Si!» confermò Leo entusiasta «Senti, lo so che è una cosa infantile, ma Nico ha sempre uno sguardo malinconico quando passiamo davanti a negozi di giocatoli. Non possiamo ridargli la sua infanzia, che sono sicuro non è stata molto felice, ma nessuno ci vieta di viziarlo come un bambino. E poi, è una cosa dolce»
Percy non pensava che Leo potesse esprimere un pensiero così profondo. Davvero. Chi era lui e che cosa ne aveva fatto del vero Leo? Dovette però concordare con lui: i peluche sono dolci e lui sapeva essere schifosamente romantico a volte.
E così, il giorno del suo compleanno, Nico si ritrovò con un enorme peluche di Nemo tra le mani. E non riuscì a non sorridere.
 

«Percy...»
Una voce assonnata lo riscosse dai suoi pensieri. Nico era appena entrato in cucina e si stava stropicciando gli occhi ancora chiusi con le mani. Aveva i capelli neri schizzati in tutte le direzioni, la maglietta di Percy gli arrivava sotto il sedere - Percy gli aveva prestato anche dei pantaloni, ma questi erano caduti a causa delle taglie di differenza tra i due ragazzi - e il maggiore lo trovava adorabile.
«Ehi...» gli sorrise, anche se Nico aveva ancora gli occhi chiusi e non poteva vederlo.
A Percy piaceva troppo Nico di mattina, quando era ancora assonnato e per questo incredibilmente docile. Si lasciava spupazzare dal maggiore senza lamentarsi, almeno fino a quando non si svegliava completamente. E faceva addirittura le fusa quando lo coccolava.
Il minore procedette a tentoni verso il fidanzato, che lo aspettava seduto sulla sua sedia. Percy gli prese una mano in modo da condurlo a sé e quando gli fu abbastanza vicino lo sollevo e se lo mise a cavalcioni. Nico abbandonò il capo sul petto nudo di Percy, mentre questo respirava il suo odore e gli carezzava i capelli neri.
«Dormito bene?» gli chiese mentre la sua mano gli percorreva dolcemente la schiena.
Nico si strinse maggiormente a lui e mugugnò qualcosa di incomprensibile, facendo sorridere il più grande.
«Lo prendo per un si» ridacchiò prima di stringere ancora di più il corpo che aveva tra le braccia.
«Vuoi mangiare?»
«Mmm...»
«Nico»
«Mmm...»
«Risponderai "mmm" a ogni mia domanda?»
«Mmm...»
«Proviamo»
«Mmm...»
«Ho fatto sesso con Luke»
«Mm- Cosa?!»
Nico alzò la testa per guardare in faccia il suo ragazzo, che ridacchiava divertito. Percy sapeva che era meschino, ma lo divertita troppo far leva sulla gelosia del minore per godersi la sua reazione.
«Sei andato a letto con Luke?!» gli chiese, alzando di un'ottava la voce.
Percy gli accarezzò una guancia.
«No, sciocchino. Sai che non ti tradirei mai» lo rassicurò, ma Nico non sembrava molto convinto.
Il maggiore gli lasciò quindi un casto bacio sulle labbra per poi poggiare la sua fronte su quella del minore e guardarlo negli occhi.
«Ti amo»
Nico arrossì, ma non poté evitare di sorridere felice. Percy sorrise a sua volta e poi fece unire di nuovo le loro labbra. Le labbra del maggiore sapevano di latte al cioccolato e per questo Nico si mise a leccargliele, facendo sorridere Percy, che sarebbe rimasto volentieri così per tutta la vita.
A interrompere questo momento ci pensò Nico. O meglio, lo stomaco di Nico, che iniziò a borbottare reclamando il cibo. Percy scoppiò a ridere mentre il minore gli rubava il pezzo di torta che era ancora nel suo piatto.
 





 
 
Oooookeeey.
Non doveva essere così, la mia mente bacata aveva partorito una storia un po' diversa, ma poi ho scritto il primo flashback e sapete com'è, un flashback tira l'altro.
Dudu, comunque non è venuta proprio malissimo, dai. Vero?!
 
  
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