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Autore: viktoris    11/08/2014    1 recensioni
La notte della battaglia poco prima del suo scatenarsi, vissuta in un piccolo appartamento a Londra.
dal testo -Una bella capra argentea scintillava davanti ai suoi occhi, e gli parlò con voce dura e roca: "La battaglia sta per cominciare"-
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Percy Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Era appena scesa la notte, ma Percy Weasley non riusciva ad addormentarsi. Erano giorni che non riusciva a dormire bene, per la verità. Giorni? Ma chi voleva prendere in giro? Era da quando il ritorno di Voldemort era stato reso noto dal Ministero che la sua vita era diventata uno schifo completo. Aveva creduto di essere dalla parte giusta, aveva creduto di aiutare la comunità magica. Aveva creduto di essere una sorta di eroe burocratico incompreso. Invece Voldemort era risorto davvero durante il Torneo Tremaghi, lui si era fatto accecare dalla prospettiva di carriera, aveva tradito la sua famiglia, voltato le spalle a Silente, e non era altro che uno sciocco vanesio. Cos'aveva ottenuto? Si vergognava troppo all'epoca per tornare dalla sua famiglia, la mortificazione era insopportabile. Certo, per un po' aveva aiutato Scrimegeour a combattere la scalata al potere dei Mangiamorte, questo lo aveva aiutato a riconciliarsi un po' con sè stesso. Ma poi il Ministro era stato assassinato e lui si trovava al servizio di quel mostro di O'Tusoe, controllato strettamente da Yaxley. Era riuscito a fare delle piccole ricerche negli ultimi tempi, ma la sua famiglia sembrava scomparsa nel nulla. Eppure sapeva che erano vivi, perchè aveva ottenuto la parola d'ordine per seguire Radio Potter e riconosceva le voci scherzose dei gemelli. Il loro negozio era sbarrato, la vetrina coperta da cartelli con scritte fosforescenti "prossima apertura alla facciaccia vostra", ma loro erano vivi. Per quanto non fossero mai stati i suoi preferiti quel pensiero lo confortava. Sapeva che suo padre aveva misteriosamente lasciato il lavoro ed era irrintracciabile, e quella mattina si vociferava che suo fratello Ron fosse stato avvistato con Potter. Naturalmente la sua lettera vergognosa di due anni prima non l'aveva allontanato dal migliore amico. Sapeva anche che Ginny era a Hogwarts, ma trapelava davvero poco dalle spesse mura della scuola negli ultimi tempi. Voci sporadiche e terrorizzate di ribellioni, torture, repressioni, attacchi alla signora Augusta Paciock e al Cavillo. Percy era più informato di molti altri sulla situazione per via della corrsispondenza segreta che intratteneva sporadicamente con Aberforth Silente, che aveva contattato in quanto membro (ex membro, aveva scoperto) dell'Ordine della Fenice. Tenersi in contatto con l'oste della Testa di Porco lo aveva confortato non poco, soprattutto perchè la sua ragazza Penelope era scappata a malincuore dall'Inghilterra appena aperto il Censimento dei Nati Babbani. Questi e altri pensieri tormentosi lo tenevano più desto e inquieto del solito nelle ultime settimane. La sorveglianza si era allentata permettendogli di fare quelle ricerche sulla sua famiglia e di contattare Abe, voleva dire qualcosa? L'aria sembrava frizzare di elettricità, di aspettativa. Stava per succedere qualcosa, vero? Lui era pronto, pronto a tutto pur di riunirsi ai suoi, pronto a chiedere scusa a suo padre per tutto ciò che aveva detto in passato, pronto a subire mille rappresaglie dai gemelli, diecimila occhiate di disprezzo e di condiscendenza per la sua codardia e la sua cecità, pronto a umiliarsi in qualsiasi modo pur di riavere la sua famiglia. Loro sapevano che lui era una brava persona, vero? Non credevano che fosse dalla loro parte, certo che no. Lo pensavano qualche volta? Sua madre l'avrebbe perdonato per prima, ne era sicuro. Immerso nei sogni ad occhi aperti sul giorno in cui avrebbe potuto rivederli tutti quanti, scivolò pian piano in un sonno leggero. Gli sembrava di aver chiuso gli occhi da appena un istante, quando un movimento leggero lo destò di scattò. Una bella capra argentea scintillava davanti ai suoi occhi, e gli parlò con voce dura e roca: "La battaglia sta per cominciare. Se vuoi combattere Materializzati dentro al pub, c'è un passaggio per la scuola. Che il cielo ci aiuti." appena finito di parlare svanì. Percy si alzò dal letto e strinse forte la bacchetta tra le dita, fino a sentire dolore. Si sarebbe riscattato dalla sua vergogna, avrebbe potuto guardare la sua famiglia negli occhi, stava andando a combattere i Mangiamorte. Era tempo di tornare a casa.

   
 
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