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Autore: Minerva Bellatrix    12/09/2008    6 recensioni
Un ladro abilissimo che restituisce ogni bottino dopo tre giorni.Un Generale che ha tutta l'intenzione di catturarlo.Un alchimista scomparso dopo l'ennesimo shock che ha sconvolto la sua vita.Un mistero che si nasconde dietro il vero oggetto dei furti.L'unico ad avere tutte le risposte è il "Three Days Thief"...... Ma, per averle, bisogna prima riuscire a catturarlo...
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roy Mustang, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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The “Three Days Thief”

Capitolo 1 – Il Ladro, il Generale e l'Alchimista

Notte fonda.
Nemmeno la luna a rischiarare il nero opprimente, spezzato qua e là solo dai lampioni.
Central poteva anche essere una città notturna, vero, ma…
In estate, forse.
In inverno, invece, a quell’ora era impossibile vedere qualcuno, a meno che non facesse parte di qualche truppa di ronda dell’esercito
O che fosse animato da cattive intenzioni.
Esattamente come la figura che scivolava silenziosa tra i vicoli, perfettamente mimetizzata fra le ombre.
Lesta, breve corsa fino ad un palazzo dall’aria imponente, poi l’attento arrampicarsi verso una delle finestre.
Ecco fatto.
Perché era un ladro, abile come pochi…
E, mentre iniziava il proprio “lavoro”, sorrise appena, pensando alla sua faccia, quando, il giorno dopo, lo avrebbe saputo…

***

Tre giorni dopo

«COME SAREBBE A DIRE “NON NE ABBIAMO LA MINIMA IDEA”!?!»
Nel corridoio del Quartier Generale, l’urlo che quasi assordò il povero Tenente (sorteggiato perché comunicasse la cattiva notizia) apparteneva evidentemente al Generale di Brigata, appena informato dell’ennesimo insuccesso.
Il ladro che da quasi sei mesi operava per il paese, e che da tre pareva essersi stabilito a Central, aveva compiuto un altro furto, e – come al solito – era stato impossibile rintracciarlo.
Il problema vero era, però, che erano già passati tre giorni, e quindi…
Il Generale di Brigata aprì cautamente la porta del suo ufficio, sperando con tutto il cuore.
Ma non fu accontentato.
Sulla sua scrivania, in bella vista, troneggiava l’ultimo bottino del ladro.
Era quello l’inconveniente, in effetti.
Tutte le volte, esattamente tre giorni dopo i furti, la refurtiva compariva magicamente nel suo ufficio, quasi come a volerlo prendere in giro.
Secondo la legge di Amestris, infatti, esisteva un piccolo cavillo: non si poteva arrestare il ladro, nel caso che questi avesse riconsegnato il maltolto prima di essere catturato.
Dopo ogni furto, quindi, l’esercito aveva il tempo limite di tre giorni per prendere quel maledetto, dopodiché diventava automaticamente innocente.
Per questo, i giornali lo avevano soprannominato Three Days Thief, “Ladro dei Tre Giorni”.
Il Generale di Brigata sbuffò, scosse la testa e richiamò il povero Tenente, ancora leggermente sordo.
«Ottimo, abbiamo fallito anche stavolta» si limitò a commentare, entrando ed accasciandosi sulla sedia, per poi prendere in mano la refurtiva, un prezioso girocollo «Tenente, chiami i derubati e comunichi loro che la collana è stata restituita. Ah, avvisi anche le truppe di pattuglia, a questo punto possono rientrare, Three Days è di nuovo legalmente innocente» concluse.
Il giovane ufficiale annuì e prese in consegna il gioiello, quindi uscì e chiuse la porta dietro di sé.
La guardia del corpo del Generale si fece avanti, consegnandogli il lavoro della mattinata.
«Mi dispiace, signore. Temo che questa volta Havoc darà di matto…» lo avvisò, sorridendo appena.
«Non sarà l’unico, Hawkeye, se continua così diventeremo gli zimbelli di tutta Amestris… Avverti Falman di archiviare anche quest’ultima bravata di Three Days, per cortesia»
«Subito, Generale Mustang»
E si allontanò verso l’archivio, silenziosa come sempre.
L’alto ufficiale, con un ultimo sbuffo, si apprestò a cominciare il proprio lavoro.
Scartoffie, scartoffie e ancora scartoffie.
C’erano dei momenti in cui rimpiangeva amaramente i bei tempi da Colonnello, in cui poteva passare le mattinate a non fare un bel nulla, con Riza che lo rimproverava mentre Havoc, Breda, Fury e Falman scommettevano sul suo record di velocità nel firmare documenti, quando – come al solito – si ritrovava indietro di secoli col lavoro da sbrigare.
Ma ora era un po’ troppo in alto per prendersela comoda.
C’era tanta – troppa – gente sotto di lui.
E un maledetto ladro da acciuffare.
Roy si appoggiò allo schienale, lasciando andare la penna.
Le informazioni che avevano su di lui erano poche, purtroppo.
Sembrava conoscere perfettamente ogni angolo di Central, quindi doveva essere nativo della città.
Agiva con precisione, ed era sempre da solo.
Per di più, era lampante che spesso avesse fatto ricorso all’alchimia, altrimenti certe sue imprese sarebbero state impossibili.
Sospirò più e più volte.
Quanto avrebbe voluto mandare Fullmetal.
Lui ci sarebbe riuscito in poco tempo, ne era certo.
Lo avrebbe preso, facendo qualcosa che a nessuno sano di mente sarebbe venuto in mente.
In alchimia, nessuno era capace di batterlo.
Ma Fullmetal…
Lui non può fare più nulla.
Il Flame Alchemist scacciò il molesto pensiero e tornò al suo lavoro.
Faceva troppo male.
E lui, di memorie dolorose, ne aveva fin troppe.

***

Era stato quasi un anno e mezzo prima.
Fullmetal era ritornato dalla sua ennesima missione, l’aria depressa e il fratellino al seguito, ancora sotto forma di imponente armatura.
Era evidente che la sua ultima ricerca fosse fallita miseramente, come al solito.
Mustang lo aveva deriso un po’, i due avevano battibeccato come di consueto, ed Edward se n’era andato sbattendo la porta.
Tutto normale.
Tranne la notte.
I due Elric erano in albergo, quando qualcuno si era intrufolato nella loro stanza.
Probabilmente un ladro, che non aveva messo in conto di ritrovarsi nella stanza di uno State Alchemist.
Aveva attaccato Ed, che si era difeso immediatamente.
Il malvivente era armato, e ben presto aveva cominciato a sparare.
Ma la pallottola non aveva colpito il biondo alchimista.
Alphonse si era messo in mezzo.
E così il proiettile aveva attraversato con precisione l’armatura, distruggendo il sigillo di sangue.
E, con esso, l’anima del minore degli Elric.
Forse Edward l’aveva capito subito, da come era caduto, forse sperava ancora che si fosse semplicemente sbilanciato.
Ma aveva colpito il ladro animato da una furia cieca, senza nemmeno ricorrere all’alchimia, il sangue e l’adrenalina che pulsavano troppo forti nelle sue vene per ricordarsi di essere basso e di avere solo diciassette anni.
Il criminale lo aveva sbattuto contro il muro, vicino ad una finestra.
Troppo vicino.
Fullmetal era caduto, sfondando il vetro sottile.
Era stato molto fortunato, visto che si trovava appena al primo piano.
Qualche osso rotto, nulla di più, anche gli automail integri.
Ma per Alphonse…
Non c’era già più nulla da fare.
Ed Edward lo sapeva.
Roy lo aveva rivisto qualche giorno dopo, all’ospedale militare in cui era stato ricoverato.
Gli aveva riferito che il malvivente era stato catturato, e che presto sarebbe stato sottoposto a processo, per omicidio colposo e tentato omicidio.
Il biondo aveva assentito appena, i grandi occhi dorati persi nel vuoto.
Mustang era uscito, non riuscendo a guardarlo ulteriormente, e in seguito si era fatto riferire da Riza e gli altri come stesse, man mano che passava il tempo.
Fullmetal si era ripreso piuttosto rapidamente, dopo appena un mese lo avrebbero dimesso.
Il Flame Alchemist si era fatto voto di passare personalmente a comunicargli il suo rientro in servizio, e così aveva fatto.
Ma, nell’entrare nell’ospedale, le infermiere gli avevano riferito che Ed era sparito durante la notte, e che erano già in corso le ricerche.
Imprecando fra sé, Roy era corso nella stanza in cui era stato il biondo.
Tutto ciò che vi aveva trovato era stato il suo Orologio d’Argento.
Fracassato per terra.
Anche la scritta era ormai completamente illeggibile, cancellata con profondi graffi.
Tutto ciò che era rimasto del più abile alchimista che avesse incontrato era lì davanti a lui, fra frammenti di vetro e schegge d’ingranaggi.
Non aveva mai più rivisto Edward Elric.







Questa storia è la prova che fare una maratona di film di Lupin III a notte fonda FA MALE.
L'idea per la storia è rimasta un bel po' nella mia testolina, poi, grazie ad una chiacchierata molto costruttiva con Bad Girl, mi sono sbloccata e sono riuscita a mettere la faccenda per iscritto.
Credo che l'identità del ladro sia già chiara, se così non è vuol dire che sono più contorta di quanto pensassi.
Spero che la storia vi interessi!

Kiss kiss MB

  
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