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Autore: Inathia Len    11/08/2014    5 recensioni
E se la storia della Bella e la Bestia non fosse come ve l'hanno sempre raccontata? E se i protagonisti fossero altri?
Leggete di John, che sacrificò se stesso per salvare la sorella Harry, ma finì col trovare l'amore.
Leggete di Sherlock, del principe senza cuore che la fata Irene trasformò in una Bestia orrenda e che riuscì a redimersi grazie all'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prisoners



Harry aveva condotto Philip per una scorciatoia, ne era certa. Allora perché quella strada metteva i brividi persino a lei, che non aveva paura di niente?

-Philip, credo che abbiamo sbagliato strada- disse, rivolgendosi al cavallo e rigirando la cartina per l'ennesima volta. -Su, torniamo indietro.-

Ma Philip aveva fiutato il pericolo e non era intenzionato a muovere un muscolo.

Il primo ululato fu seguito a breve da un secondo e un terzo e in un attimo furono circondati dai lupi. Harry spronò Philip, ma il carico era troppo pesante. Aveva cominciato a piovere e la strada era diventata fango, le ruote affondavano e Philip era nel panico più totale.

E persino Harry stava cominciando a perdere le speranze.

Al quarto ululato tagliò le cinghie e al quinto, quando ormai i lupi erano a pochi passi, saltò sul cavallo e lo spronò, saltando oltre la cerchia di lupi.

La fuga, però, fu breve.

Philip mise una zampa in fallo, una buca particolarmente profonda e viscida lo tradì, facendo rovinare Harry a terra. E non fece in tempo a raggiungere le redini che Philip era già scomparso, lasciandola sola in mezzo alla nebbia. Si rimise in piedi e cominciò a correre, incespicando nel vestito che aveva indossato solo per l'occasione, preferendolo ai soliti comodi pantaloni e camicia che rubava sempre al fratello.

I lupi erano ormai alle sue spalle, quando le sue mani trovarono un cancello, un enorme cancello.

-Vi prego, fatemi entrare!- cominciò a gridare, battendo contro il ferro.

E quello, come per magia, si aprì.

Corse all'interno, nel giardino, sbarrando la via ai suoi predatori e tirando un sospiro di sollievo. Bussò poi al portone, sperando in un riparo per la notte. Ormai l'invenzione era andata e così anche la possibilità di anche solo partecipare alla fiera. Ora, tutto quello che voleva era un posto quantomeno asciutto dove passare la notte e per tornare a casa propria il giorno dopo.

E anche il portone si aprì come per magia, non appena lei lo sfiorò.

-C'è nessuno?- gridò nell'androne vuoto e grigio, ma fu solo il suo eco a risponderle.

Era ampio, l'ingresso, ampio e polveroso, quasi nessuno vi avesse messo piede per anni. I passi di Harry risuonavano nel vuoto e lei si strinse nel mantello, rabbrividendo per la paura che le incuteva quel posto.

-Ehilà! Nessuno in casa?-

-Mycroft? Hai visto? C’è un’ospite …-

Harry sentì un sussurro alle sue spalle, ma quando si voltò non vide nessuno.

-Sssh! Fai silenzio!-

Harry si girò di nuovo e la sua attenzione venne attratta da un mobile a pochi passi da lei, sul quale erano poggiati un candelabro e una piccola pendola panciuta. Se non lo avesse ritenuto impossibile, avrebbe detto che i due oggetti avevano … qualcosa di umano.

Prese in mano il candelabro e giurò di aver sentito di nuovo la prima voce.

-Non ti muovere, Lestrade. Rimani esattamente immobile.-

Questa volta, però, fu più rapida. Spostò lo sguardo e vide che era stata la pendola a parlare. Lasciò il candelabro e afferrò l’altro, osservandolo da vicino.

-Oggetti parlanti? Come funzionate, esattamente? C’è un ingranaggio da qualche parte?- chiese, a nessuno in particolare, aprendo la cassa e armeggiando con il pendolo in ottone.

-Nessun trucco, madame. E le sarei grata se mi rimettesse dove mi ha trovato.-

Harry fece letteralmente un salto per la sorpresa, quando la pendola parlò di nuovo, ma non lasciò andare la presa.

-Allora, se non si tratta di scienza … magia?- sussurrò, sobbalzando quando il candelabro si accese da solo.

-Molto arguta, signorina …?- chiese il candelabro.

-Harriet Watson, ma tutti mi chiamano Harry- si presentò lei, ancora troppo scossa per articolare altro.

-Il mio nome è Gregory Lestrade, sono il maître di questa dimora, e lui è Mycroft Holmes, il capo maggiordomo.-

Mycroft accennò a un saluto, imbronciato, mentre Lestrade continuava a parlare, entusiasta di ricevere un ospite dopo così tanti anni.

-La signorina Harry si ferma per cena? La Cucina ne sarebbe entusiasta. Per non parlare dei Piatti, dei Bicchieri e delle Posate …-

-Lestrade- lo interruppe Mycroft, -non credo che madame rimarrà per molto. Accompagnala alla porta.-

-Oh, davvero volete andarvene?- chiese Greg, la cera che colava sul ripiano per la tristezza.

-Assolutamente no! Fuori diluvia e qui non c’è anima viva! Be’, a parte voi due. E quella storia su cucine, piatti e bicchieri. Chiedo solo di restare per la notte. O quantomeno finché non spioverà- lo contraddisse Harry, facendo brillare il sorriso di Lestrade.

-Bene, signorina Harry, ci segua!- si mise in marcia il candelabro, mentre Mycroft si copriva il quadrante con le … mani… e mormorava abbattuto.

-Il principe ci ucciderà …-

 

 

Lestrade la condusse in una piccola stanza di legno al primo piano, facendole salire il monumentale scalone di marmo, il cui tappeto rosso era polveroso oltre ogni dire. Più si addentrava in quel castello, più Harry si convinceva che c’era qualcosa che non andava. A partire dagli oggetti parlanti, fino ad arrivare al fatto che, evidentemente, c’era un padrone misterioso e maleducato che non era venuto ad offrirle la sua ospitalità. E poi quel posto sembrava abbandonato da anni ed era una cosa piuttosto bizzarra, dato che, a sentire Lestrade e Mycroft, c’era un principe che lo abitava.

Ma chi avrebbe mai potuto vivere in tanto squallore e disastro?

-Oh, non sulla poltrona del padrone- gemette Mycroft, quando Lestrade fece accomodare Harry davanti al fuoco che si era acceso da solo quando erano entrati nella stanza.

Harry non fece a tempo a sedersi che uno sgabello entrò di corsa, abbaiando, e piazzandosi sotto i suoi piedi.

-Ehi, piccolino- lo accarezzò lei, che aveva deciso di adeguarsi alle stranezze fin quando ci sarebbero stati un focolare e una comoda poltrona.

-Ed ecco che arrivano i rifocillamenti- esclamò allegro Lestrade, quando un carrello si spinse da solo davanti ad Harry e la teiera versò del the in una piccola tazzina.

-Signora Hudson, Clara, vi presento Harriet Watson- disse cerimonioso Mycroft, ligio al suo dovere di maggiordomo.

-Signorina, siamo così felici di vederla- esclamò la signora Hudson, la teiera, sorridendole, -è così tanto tempo che nessuno ci faceva visita …-

-Già, qui è stato davvero un mortorio- fece eco Clara, la tazzina, saltando in grembo ad Harry. –Ma adesso che ci sei tu le cose cambieranno, non è vero? Sei qui per la …-

Ma Harry non seppe mai cosa Clara stava per dire. Un ruggito interruppe l’allegro chiacchiericcio, facendo sbiancare tutti quanti, primo fa tutti Mycroft, a cui si fermò persino la pendola.

-È il padrone- bisbigliò, deglutendo a fatica. –Ve lo avevo detto di non farla entrare! Ve lo avevo detto di farla uscire immediatamente!-

In un attimo, sulla soglia comparve l’essere più mostruoso che Harry avesse mai visto. Era alto il doppio di ogni altro essere umano, vestiva solo dei pantaloni scuri e un mantello rattoppato ed era completamente coperto di peli. Sul viso, sopra gli occhi chiari, terribili corna arcuate, e dalla bocca spuntavano orrende zanne. Le zampe erano ricoperte di artigli acuminati e il ringhio che emetteva era sordo e terribile.

-Chi è questa?- esclamò, spegnendo con un respiro il fuoco e facendo piombare la stanza nel buio più totale.

-Harriet Watson- bisbigliò lei, alzandosi piano dalla poltrona e posando Clara sul carrello, accanto alla signora Hudson. –Lieta di fare la sua conoscenza …-

Ma un altro ruggito interruppe la sua tentata presentazione.

-Non sei la benvenuta!-

-Io l’avevo detto di non farla entrare, padrone- disse Mycroft, che era mezzo nascosto sotto il tappeto. –Ma gli altri non mi hanno dato ascolto …-

-SILENZIO!- ringhiò la Bestia, afferrando Harry per il colletto del vestito. –Dato che la signorina era così determinata dall’entrare nel castello, faremo in modo che non lo lasci più- concluse, trascinandola via con sé.












Inathia's nook:
ed eccomi qua, tornata in pompa magna :) un po' lo siete, felici? spero non vi siate dimenticate di me! comunque, non preoccupatevi, venerdì/sabato arriverà un altro capitolo e poi, credo, si dovrebbe tornare alla normalità.
Non ho molto da dire sul capitolo, se non che sono felicissima che la storia, che conta ancora pochi capitoli, sia già seguita e preferita da tanti. per non parlare delle recensioni <3 vi lovvo davvero davvero tanto.
Be', non mi rimane che mandarmi un grande bacione e sperare che mi lasciate un commentino :)

  
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