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Autore: BloodyMoon    12/09/2008    7 recensioni
"La pancia [non piatta, non soda, non grassa, non niente], con l’ombelico diverso da quello di tutti gli altri, i fianchi strani, storti e il seno [ma c’è davvero?] {Vedi, ti butti giù da sola. No, prevengo le ferite per risparmiare sull’acqua ossigenata.}, poco, ogni tanto bello e giusto, ogni tanto odioso e sbagliato."
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non niente

 

 

 

 

Guardi il tuo riflesso nello specchio, come sempre, ed è il tuo cuore [come una torta] di narcisismo ed egocentrismo, [ricoperto di glassa di bontà e perbenismo] che te lo ordina.

Oh, quei capelli sembrano così deboli [anche se nuovi] e il viso coperto dell’odio dell’adolescenza, le occhiaie scure sotto gli occhi blu che tanti ammirano e decantano {Ah, che begl’occhi! E il resto, il resto ti piace?}, e che [nonostante tutto] anche tu trovi belli. Ma non sono quelle banalità d’ogni giorno, quelle brutture che tutti trovano in se stessi, che ti fanno prolungare il contatto con il riflesso di occhi uguali ai tuoi.

 

No.

 

Sono quelle mani, brutte. Le hai sempre odiate, ma questa sera le trovi particolarmente odiose, troppo grandi, quasi tozze. Dita brutte, unghie brutte. Imperfezioni ti marcano sottoforma di nei che scrivono complicate carte cifrate sulla tua pelle, troppo pallida {Ma perché non prendi il sole, sei così pallida? L’ho preso, mi sono abbronzata, non vedi?}, i polsi troppo poco gracili.

Anche i piedi, così brutti. Come i polpacci, le gambe, le cosce [non magre], che non sono né carne né pesce, né belle né brutte. Non sono niente. {Ma le donne non potrebbero non avere peli? Magari un giorno andranno di moda. Chi se ne frega, non li voglio.}

La pancia [non piatta, non soda, non grassa, non niente], con l’ombelico diverso da quello di tutti gli altri, i fianchi strani, storti e il seno [ma c’è davvero?] {Vedi, ti butti giù da sola. No, prevengo le ferite per risparmiare sull’acqua ossigenata.}, poco, ogni tanto bello e giusto, ogni tanto odioso e sbagliato.

 

Coprilo con le mani perennemente tremanti, non ti sembra di assomigliare ad un ragazzo effeminato?

Allontana le mani perennemente rotte, non ti sembra di assomigliare ad una ragazza mascolina?

 

Corrughi la fronte e allontani il pensiero, così come tu ti allontani da quello specchio per un più comodo giaciglio. Impossibile dormire, chissà perché. Musica alla mano, canzoni tristi che raccontano di storie tristi.

Una prova. La mano scatta in mezzo alle gambe, dapprima sfiorando delicatamente i contorni, con un tremito. Poi il nulla, e la mano si fa più violenta e frenetica, e niente.

 

L’azzurro, il verde, il grigio, il blu dei tuoi occhi dalle pupille troppo ristrette e contornati dalle troppe ciglia si sciolgono in lacrime, la bocca morde l’aria, in silenziose urla senza destinatario se non l’eco del tuo stesso cuore.

 

Se fossi nata maschio saresti omosessuale.

Ironico, come una lacrima che cade in due occhi. Nasce in uno, sorpassa il valico del naso e cade nell’altro, per poi morire nella morbidezza del cuscino che non sembra darti più conforto del filo delle cuffie attorcigliato intorno al tuo collo, o delle lenzuola intorno alle tue gambe. {A quante catene ti senti ancora costretta? A quelle della mia stessa volontà.}

Se solo la mente fosse più vivace del tuo giovane corpo morto… Ma no, nemmeno questo ti è concesso. Nulla più di una mente apatica e confusa.

Proprio come sei adesso, e tutto ha uno strano senso di armonica insensatezza disordinata.

Solo alcune ore dopo, senza nemmeno accorgertene, ti addormenti, e la mattina dopo sembra tutto uno strano incubo, perché riesci ancora a ridere, sorridere, scherzare, essere gentile, ricoprirti di [glassa di] bontà e perbenismo, sotto ad [una torta di] egocentrismo e narcisismo e questo non potrebbe succedere.

Ma ora cade di nuovo la sera e tu…

 

Guardi il tuo riflesso nello specchio, come sempre, ed è il tuo cuore… ad ordinarti di distogliere lo sguardo.

 

 

Non vuoi più guardare [fa male], gli occhi non incontrano i propri gemelli, e tu vorresti solo cambiare corpo [una volta sì e una no] e mente [qualcosa di essa, chissà cosa].

 

 

Non sei brutta, no. È qualcosa di peggio.

 

E forse è per questo che nessuno ti vuole.

 

 

{È lontana la fabbrica di corpi?}

  
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