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Autore: Layla    11/08/2014    1 recensioni
Sofia non è mai stata libera di vivere la vita che avrebbe voluto, così un bel giorno decide di mollare tutto e partire per costruire qualcosa di suo. Assolutamente per caso incontra i Pierce The Veil e la sua vita non sarà mai più la stessa.
Tra amori e amicizie troverà finalmente la sua strada.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Tony Perry, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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1)Farewell my hell.

Sofia p.o.v.

Ho sempre vissuto come le persone mi dicevano di vivere.
Non ho mai vissuto una vita che potesse definirsi mia, mia madre ha sempre controllato tutto.
Sono una bella ragazza e, maledico Dio per questo, perché è la mia maledizione personale. Mia madre voleva essere una modella quando era giovane, ma i suoi genitori non gliel’hanno permesso e l’hanno costretta a studiare, così quando sono nata io ha deciso che avrei vissuto la vita che lei non aveva potuto vivere.
Quando avevo quattro anni mi ha portato in un’agenzia per modelle e così la mia carriera è cominciata con qualche pubblicità per bambini.
Questo è durato fino a quando avevo quattordici anni, sfortunatamente sono rimasta una ragazza carina – non come alcuni bambini che si imbruttiscono durante l’adolescenza – così ha deciso che dovevo essere una modella.
Mi chiamo Sofia Ortega, ma lei ha scelto un altro nome per la mia carriera da modella: Michelle Blanchard.
E così tutto è cominciato: fare la modella, servizi fotografici, calendari.
Odio questo ambiente è pieno di persone strane e di nemici. Le altre modelle ti odiano, gli stilisti ti vogliono sempre più magra e sempre più carina e lo stesso fanno i fotografi.
Questa è solo una parte dell’inferno.
L’altra è che non potevo mangiare quello che volevo, solo verdura, un po’ di carne a volte ed ero obbligata a sniffare cocaina per non avere fame.
Mia madre era d’accordo su tutto. Era orgogliosa della mia carriera come se fosse la sua.
La terza parte dell’inferno è che a volte le persone con cui ho lavorato mi hanno fatto capire che dovevo succhiare qualche cazzo o qualche vagina per essere più famosa.
Fanculo!
Non l’ho mai fatto, ero una bambola nelle mani di mia madre, ma non potevo permettere che mi facessero anche questo, ho una mia dignità anche io, porco Dio!
Ovviamente quando non facevo queste cose mia madre mi picchiava, ma non era una cosa molto importante per lei, come ha sempre detto: “ Un po’ di make-up copre tutto!”.
La odio per questo e perché ignora la mia sorellina Viviana, che ha solo due anni meno di me. Così quando mi guardavo allo specchio  la maggior parte delle volte vedevo con i capelli tinti di biondo, degli occhi azzurri assenti e un corpo scheletrico.
Non ero felice.
Ho iniziato a tagliarmi a diciott’anni, mia madre lo sapeva, ma tutto quello che fatto è stato dire alla mia truccatrice di  coprire le cicatrici.
Non le interessava e io camminavo sul filo del rasoio, sempre più vicina all’autodistruggermi.
È successo a vent’anni, ho avuto un esaurimento nervoso e ho provato a uccidermi, ho fallito, ma dopo quella volta ho deciso di essere un pochino ribelle.
Mi sono iscritta a un college, ho frequentato i corsi d’arte per poter diventare una musicista o almeno un tecnico per chitarre. Ho sempre amato la musica, ho imparato a suonare la chitarra quando ero al liceo e quella era l’unica cosa che mi tenesse viva insieme alle band.
I Blink-182, i Good Charlotte,i Simple Plan, i Rancid etc.. mi hanno salvato la vita un sacco di volte.
Il liceo è stato un inferno per me: le cheerleader e le puttane volevano essere mie amiche, ma io non le volevo  e i solitari, gli skater e i perdenti mi rifiutavano.
Ora ho venticinque anni, ho la mia laurea in musica e sono pronta a volare via: sono stanca d essere un uccellino in gabbia.
Così oggi ho impacchettato tutte le cose che mi serviranno (niente più vestiti da zoccola, solo cose che ho comprato io), ho scritto un biglietto a mia madre e ho caricato tutto in macchina.
Ho acceso la macchina e ho iniziato la mia nuova vita.

 
Dopo alcune ore di guida sono stanca, in più il motore fa strani rumori.
Dio, per favore, non dirmi che si sta per rompere perché sono nel bel mezzo del deserto.
L’ultima cittadina è a molte miglia da qui, mi ci sono fermata solo per mettere della tintura azzurra sui miei capelli, farmi un piercing e per mangiare qualcosa.
Accosto ed esce del fumo dal cofano.
Cazzo, cazzo, cazzo!
Prendo rabbiosamente a calci una ruota. Sono nel bel mezzo del deserto e nessuno mi potrà aiutare.
Cosa dovrei fare?
Il mio smartphone è morto qualche ora fa.
L’unica soluzione è provare a fare autostop, così mi metto in parte alla strada e alzo il pollice.
Nessuno si ferma. Sono fottuta, signori e signore!
Vedo un autobus e comincio a muovere freneticamente le braccia, sperando con tutta me stessa che si fermi.
È successo! Si è fermato!
La porta si apre e un ragazzo con dei capelli neri irti scende, non posso credere di essere così fortunata: è Jaime Preciado, uno dei membri delle band a cui devo la vita.
“Hai bisogno di una mano?”
“Sì, la mia macchina è morta, idem il cellulare.”
Guarda il fumo e annuisce.
“Ti porteremo fino alla prossima cittadina, così potrai riparare la macchina.
RAGAZZI, VENITE QUI! ADESSO!”
Urla e gli altri tre fanno capolino: Tony Perry e i due fratelli Fuentes.
“Cosa succede, Jaime?”
“Aiutatemi a caricare le cose di questa ragazza sul pullman, le daremo un passaggio fino alla prossima cittadina.”
Sospirano tutti e caricano la mia roba sul pullman, tranne la roba di cui avrò bisogno questa notte e la mia chitarra.
“Grazie, ragazzi. Sono Sofia Ortega e vi devo la vita un’altra volta.”
“Fan?”
Chiede Vic.
“Fan.”
Saliamo tutti sul tourbus e ci sediamo su un divano.
“Sono Sofia Ortega, felice di conoscervi e grazie per l’aiuto.”
“Jaime Preciado. È sempre un piacere aiutare una ragazza carina.”
“Vic Fuentes, felice di conoscerti.”
“Mike Fuentes, tesoro.”
“Tony Perry.”
Sorrido.Penso che la mia vita cambierà presto.


   
 
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