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Autore: Craggy    11/08/2014    4 recensioni
Non era la prima volta che Sokka prendeva decisioni importatnti senza degnarsi di farlo sapere agli altri, di questo Katara era sicura.
Ma questa volta l'idea del fratello era semplicemente geniale, dopo tutto lo stress contro cui avevano strenuamente combattuto in quei mesi.
Una vacanza.
Ecco cosa ci voleva.
Un periodo in cui rilassarsi e basta, senza riunioni o problemi.
Dopotutto, cosa sarebbe mai potuto andare storto?
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Katara, Nuovo personaggio, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non ci penso nemmeno, no e poi no!”.
Questo era il grido che aveva  svegliato Katara  dal sonno.
Sokka stava gridando contro Zuko, mentre Suki ed Aang, in quanto a mediatori del gruppo, stavano cercando di farli ragionare.
Ma a quanto pare non ci stavano riuscendo.

Toph, visibilmente irritata dalla sveglia mattutina, sedeva in un angolo, con le braccia conserte e la faccia di chi è pronto ad uccidere.
Oh, Katara  conosceva eccome quella faccia.
Ogni volta che svegliava la dominatrice della Terra prima di mezzogiorno riceveva in risposta quell’espressione.

L’eco del litigio rimbombava in tutto in Palazzo Reale, in modo che, la giovane  ne era abbastanza sicura, i due ragazzi fossero uditi anche dai cuochi che lavoravano nei sotterranei, che inevitabilmente si sarebbero chiesti se il nuovo Signore del Fuoco stesse torturando qualcuno.
Erano ormai passati diversi mesi dalla fine della guerra, Ozai era imprigionato e così Azula; Zuko aveva terminato le trattative di pace con le altre nazioni, e aveva riformato le leggi della Nazione del Fuoco.

Tutto sembrava andare per il meglio.

E allora, per Tui e La, come mai quei due benedetti ragazzi stavano facendo tutto quel baccano?

Visto che ormai le era impossibile riaddormentarsi, Katara prese  la dolorosa decisione  di scendere in soggiorno per capire il motivo del litigio.
E, solo nel caso, tirare uno scappellotto a Sokka.
Quello la  tirava sempre su di morale.
Come i due ragazzi sentirono  le scale scricchiolare, si ammutolirono e si girarono a fissarla; d’accordo, forse aveva una faccia leggermente scocciata.

“Si può sapere per quale motivo state urlando? Vi ricordo che il sabato mattina è fatto per dormire, e non per litigare su chissà cosa!”.
Aveva intravisto un lampo di terrore nei loro occhi, e Sokka aveva sussurrato qualcosa che somigliava molto a “Oh no, ora siamo nei guai”.
Ha – ha, Sokka
.
 “Buongiorno anche a te, Regina di Zucchero. Speriamo che le tue doti di Tiranna Della Casa riescano dove la filosofia dei monaci di Aang e le capacità  seduttive di Suki hanno fallito”.
Ciao anche a te, Toph.
Sokka strattonò la sorella  per  un braccio, come per portarla dalla sua parte.

“Il Signore del Fuoco qui presente ha rifiutato una delle mie brillanti idee”, annunciò indignato il suo fratellone, come se tale affronto bastasse come spiegazione per un simile parapiglia.
“Il ragazzo Boomerang di fronte a me ha organizzato una vacanza di due settimane  all’isola di Ember per noi sei, senza chiedermi niente. Io ho del lavoro da fare, non posso sguazzare in spiaggia e mangiare gelati, mi piacerebbe, ma non posso”.

Ah, ecco. Ora tutto aveva un senso.
Sokka aveva da poco iniziato a sentirsi il capo di una piccola tribù composta da loro sei, e cercava di emulare Akoda. Anche se, davanti a Suki, diventa l’essere più premuroso di questa terra.
“Sokka, cosa avevamo detto riguardo al prendere decisioni all’insaputa degli altri? Mi pare che dopo l’Incidente avessimo deciso che ti saresti consultato con noi per ogni decisione. Sempre”.
L’Incidente era ancora fresco nella memoria di Katara. Nella memoria di tutti loro.
Zuko sbuffò. “Non parlarmi dell’Incidente”.

Certo, lui aveva ragioni più che valide per voler dimenticare l’Incidente.
“Si dà il caso che l’Incidente sia stata la cosa più divertente che sia successa dopo lo spettacolo teatrale ad Ember”, esclamò Toph con un ghigno.
Il Signore del Fuoco sospirò, e Katara poteva giurare che la sua avversione verso una vacanza all’isola di Ember fosse anche dettata dalla brutta esperienza di qualche tempo prima. 

Tutta la Gaang aveva deciso, in un tacito accordo, di non parlare mai e poi mai più di quella sera.
Mai.
Era stato solo una stupida rappresentazione che aveva causato litigi e imbarazzo e delusioni e pessime battute.
Aang li guardava perplesso. Sì, insomma, dalla sua statura di un tappo e una mentina, sembrava più un piccolo panda-koala confuso.
“Si può sapere cos’è l’Incidente?”, chiese spazientito.

Gli altri cinque si guardarono a vicenda, lanciandosi occhiatine che sembravano dire “Glielo diciamo? O è meglio di no?”.
“Vi ricordo - l’Avatar si schiarì la gola – che io sono l’ultimo dominatore dell’Aria. Non vorrete farmi morire di curiosità, vero?”.
Suki, con un tono molto dolce, gli disse che forse era troppo piccolo per sapere certe cose.
Non volevano turbarlo con storie. Perché certe storie  dovevano rimanere private.
Per qualche motivo questo fece esplodere l’ilarità tra gli altri, mentre Aang continuava a non capire.

“Va bene, Aang, te lo dirò io”, esclamò Toph.
“Devi sapere che Sokka aveva deciso di organizzare un appuntamento romantico tra Zuko e Mai. Senza dirlo a nessuno dei due, ovviamente  …” iniziò la dominatrice della Terra.
Ma Zuko non sembrava d’accordo.
“Ti proibisco di continuare questo racconto, Toph. Avevamo detto che non ne avremmo parlato mai. E mai significa anche non raccontarlo a nessun altro “.
Zuko provò a protestare, ma con scarsi risultati.
Toph riprese. “ Allora, Sokka aveva preparato un biglietto da mandare a Mai, in cui si firmava Zuko, per chiederle di vedersi nella foresta a mezzanotte. Solo che si era scordato un piccolo particolare …” ed iniziò a ridere, seguita dagli altri, mentre Zuko alzava gli occhi al cielo ed Aang sentiva che gli stava sfuggendo qualcosa.

Toph , con fatica, si calmò e proseguì’. “Non aveva detto a Zuko di andare nella foresta all’ora dell’appuntamento, e quindi Mai e’ rimasta tutta la notte a girare da sola nel bosco”, concluse soddisfatta la Bandita.
“E il mattino dopo ha avuto una conversazione piuttosto tagliente con il nostro Zuko, che per non fare la figura da idiota non le aveva confidato di non averle inviato lui il messaggio!”, riuscì a dire Sokka tra una risata e l’altra.

“Su ragazzi, non dovremmo ridere così. Mai ha detto cose molto brutte al nostro Zuzu. Si sa, ferisce più la lingua che i coltelli ”.
E dopo questa dubbia battuta di spirito basata sul fatto che Mai aveva effettivamente, prima di lasciare il palazzo indignata, scagliato i suoi coltelli contro Zuko, Suki diede il cinque a Sokka e ripresero a ridere.
“Cos’e’ questo rumore?” chiese ad un tratto Zuko.
Tutti si girarono verso di lui, un po’ preoccupati.

“E’ il mio onore che scappa a gambe levate, ecco cosa”, sentenziò lui.
Ma il tono melodrammatico con cui lo disse fu motivo di ulteriore ilarità, e quindi riniziarono tutti a ridere di gusto, compreso Aang, che finalmente aveva capito.
Quando decisero di aver riso abbastanza, i ragazzi tornarono alla discussione di prima: dovevano andare in vacanza oppure no?
“Non possiamo disdire tutto! Ho già prenotato le camere, gli ombrelloni, i ristoranti e i giri turistici! E poi sono solo un paio di settimane! Il nostro Signore del Muso, qui, dovrebbe prendersi una pausa dalla politica”. Disse Sokka.

“Katara, tu cosa ne pensi?”, le chiese speranzoso Zuko.
Dopo tutti i discorsi della ragazza sul dovere, il non perdersi in distrazioni eccetera, il ragazzo si aspettava che si schierasse dalla sua parte.
Ma sottovalutava quanto a Katara mancassero la spiaggia e il mare.

“In realtà non penso che qualche giorno possa essere di ostacolo al tuo regno, Zuko. Ti farebbe bene”.
La dominatrice era sicura che un po’ di riposo fosse la cosa migliore.
Dal ragazzo uscì un suono molto, molto frustrato.
“Visto che siete tutti d’accordo, e a quanto pare vi divertite a tramare alle mie spalle, avete vinto. Verrò con voi. Ma solo per questa volta, sia chiaro”. Il signore del Fuoco alzò le mani in segno di resa.

Dunque era deciso: il giorno dopo si sarebbero sistemati su Appa, pronti ad atterrare all’isola di Ember.
 
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La sveglia fu meno traumatica del solito, forse anche perché erano tutti ridicolamente eccitati.
Insomma, nei mesi precedenti avevano sconfitto un Signore del Fuoco Malvagio, posto fine ad una guerra centenaria, avviato i trattati di pace con le altre nazioni, visitato diverse  città che richiedevano la presenza di tutti e sei per svariate cerimonie, ricevuto gli ambasciatori che chiedevano aiuti per le colonie eccetera eccetera.

Katara aveva smesso di contare le volte in cui avrebbe voluto solo urlare  “Bene, sbrigatevela da soli.  Io ho intenzione di andarmene a letto, e guai a chi mi sveglia prima di domani sera!”.
Ma dopotutto lei era una Maestra del Dominio dell’Acqua, l’ultima della Tribù dell’Acqua del Sud, e come tale aveva la sua bella dose di grane giornaliere a cui non si poteva sottrarre.

Tutti loro ne avevano.

Zuko, ovviamente, doveva fare tutte quelle cose che si richiedono da un neo Signore del Fuoco.
Toph aveva riallacciato i legami con i suoi genitori e la nobiltà del Regno della Terra, e stava facendo da mediatrice per le lamentele che da lì arrivavano a Palazzo.
Era incredibile come una ragazzina testarda e sarcastica e tutte quelle cose che facevano parte di Toph, riuscisse a far ragionare i duchi/principi/nobili vari.

Aang era spesso in giro per il mondo, a fare Cose. Cose da Avatar.
Inaugurare statue di se stesse, mangiare, sorridere, visitare paesi e baciare bambini.
Nonostante ciò, Katara riteneva che se la stesse spassando molto più di loro.

Suki , oltre a preoccuparsi delle guerriere Kyoshi e del loro addestramento, doveva anche pensare a cosa lei e Sokka volevano fare nel Futuro.
Dopotutto, abitavano a mezzo globo di distanza, e nonostante il loro amore fosse sincero, avrebbero dovuto trovare un compromesso.
Entrambi volevano che l’altro fosse felice, ed erano disposti a rinunciare a tornare a casa.
(Katara trovava tutto ciò così dolce. Eppure non poteva far a meno di essere solidale per la difficile situazione).

E poi c’era lei.
Aveva avuto il suo bel da fare nel farsi riconoscere come guerriera, nella sua tribù prima e in quella del Nord poi.
Non c’era ancora riuscita del tutto  ma, con l’aiuto di Pakku, aveva ottenuto qualche risultato; nessuno le aveva detto di andare a cucinare invece di partecipare alle riunioni, e questo era già un bel passo avanti.
Quindi, tutto considerato, una vacanza era loro dovuta.

Ognuno reagiva a modo suo ai PPP (Preparativi Pre Partenza), e quella mattina non fu da meno.
Ci furono scene d’isterismo (No, Sokka, non puoi portare le tue spade)  e consigli che ebbero l’effetto di far arrabbiare tutti (Se fossi in voi, non porterei niente. I monaci dicevano sempre che la natura ci fornisce tutto ciò che ci serve. Quindi perché vi preoccupate tanto dei bagagli?).
Aang venne bandito dal soggiorno per quest’ultimo commento, e passò il tempo restante a confidarsi con Appa su quanto permalosi fossero i suoi amici.

Toph sembrava decisa a seguire il consiglio di Aang, e quindi si dichiarò soddisfatta nel portare solo una sacca con il suo braccialetto e il costume.
L’ intervento di Katara nello scongiurare questa possibile sciagura fu tempestivo, ed in seguito Toph gliene fu  grata.
Dal canto suo, anche la Dominatrice ebbe di che proccuparsi; insomma, lei doveva pensare due volte: una per sé e una per gli altri cinque.

Così, dopo che ognuno ebbe preparato i propri bagagli, decisero di partire  senza aspettare ulteriormente: sarebbe stato un viaggio non troppo lungo, e avevano intenzione di spendere il pomeriggio per sistemarsi nell’albergo eccetera.
Dunque, dopo che Zuko ebbe lasciato svariate liste di cose da fare ai propri consiglieri, ed averli rassicurati sul fatto che sarebbe tornato per i Giochi di Fine Estate, montarono tutti su Appa, come ai vecchi tempi.

Inizialmente erano parsi tutti confusi dalla faccenda dei Giochi, e così  Zuko aveva spiegato loro:  nella Nazione del Fuoco era tradizione, ogni tre anni, festeggiare la fine dell’estate con dei giochi sportivi, tenuti in una grande  arena, ai quali presenziavano i capi di Stato ed i personaggi più  influenti di ciascuna nazione.
Quando la guerra era iniziata i Giochi erano stati, ovviamente, sospesi, e quella sarebbe stata la prima volta dopo centotre anni in cui ci sarebbero stati di  nuovo.
Era quindi logico che Zuko dovesse parteciparvi.

Ma a parte lui, nessun altro del gruppo sembrava invitato;  seguì una nuova spiegazione da un imbarazzato Zuko.
L’Avatar era stato bandito da quando Kyoshi aveva avuto dei dissapori con l’allora Re della Terra, ed era stato firmato dalle nazioni di Terra, Fuoco ed Acqua una pergamena in cui si dichiaravano d’accordo sul fatto che nessun Avatar avrebbe dovuto partecipare.
A quanto pare non sarebbe stato equo avere un ospite che padroneggiasse tutti gli elementi.

Le donne non potevano, in linea di massima, partecipare, a meno che non fossero le spose (o le promesse spose) di un invitato.
Per finire, i bambini erano assolutamente vietati; quei giochi potevano diventare davvero molto violenti.
Dopo aver sentito ciò, Suki aveva detto qualcosa come “Questi non sono i Giochi di Fine Estate, questa e’ la Fiera della Discriminazione!”, ma visto che le regole non si potevano cambiare, si erano rassegnati a non ricevere l’invito.

L’unica che ne era rimasta particolarmente crucciata era stata proprio la guerriera Kyoshi, ma più per le ridicole pretese di un evento che dovrebbe rappresentare l’armonia che per altro.
Durante il viaggio l’eccitazione era nell’aria: erano mesi ormai che non passavano un po’ di tempo solo loro sei. Da quando era finita la guerra, in realtà.
Nessuno di loro sapeva bene come gestire la situazione, erano cambiati tutti ed erano successe così tante cose …

Speravano che non fosse una delusione, ecco tutto.
Quando il sole era ormai alto nel cielo, ma la costa dell’isola era ancora una linea sfocata all’orizzonte, Katara tirò fuori dei panini.
Perché lei pensava a tutto.
Come le fu fatto notare da Zuko e, in seguito, da Sokka (anche se era difficile capire bene cosa stesse dicendo, con la bocca piena di pane e formaggio di pecora-koala).
Con la pancia piena e ancora un paio d’ora di viaggio davanti a loro, Toph, Suki e Sokka decisero di fare un riposino.

Zuko annunciò che sarebbe rimasto sveglio e che non capiva come si potesse sprecare del tempo utile per fare Cose. Zuko detestava sprecare il tempo libero che aveva senza fare Cose. Era una sua caratteristica.
Katara non aveva sonno, ma aveva la strana sensazione che passare del tempo con Aang e Zuko sarebbe stata una pessima idea.
Senza un motivo particolare, ma se lo sentiva nello stomaco.

E il suo stomaco non mentiva mai.
Dovendo escludere di poter convincere Zuko a dormire un po’, cominciò con molto tatto a suggerire ad Aang che avrebbe dovuto riposarsi, dato che erano tre ore che guidava Appa.
Va bene, forse  Katara avrebbe voluto stare un po’ da sola con Zuko.
Forse aveva voglia di parlare con lui di cose che andassero oltre le divisioni militari che andavano inviate in questa o quella colonia.
Magari aveva bisogno di confidare a qualcuno tutte quelle cose che sente e pensa un’adolescente, così importanti e senza significato allo stesso tempo.
Poteva darsi che la voce del ragazzo che tranquillizzasse.

Ma non l’avrebbe mai ammesso.
Toph ne sarebbe stata divertita. Molto.
E si sarebbe preoccupata di non tralasciare questo particolare in nessuna conversazione futura.
Magari con l’aiuto di Sokka.
Oh, insomma!

Katara era solo una quindicenne che aveva bisogno di un amico più grande. Tutti ne hanno bisogno.
Non che l’ avere due anni di differenza fosse molto importante, ma era il fatto in sé a rendere le loro chiacchierate così speciali.
E Katara non poteva ricordare quando era stata l’ultima volte che si erano seduti in pace.
Aang fu abbastanza facile da convincere, e presto si unì  al resto del gruppo nel mondo dei sogni.
E rimasero loro due. Come ai vecchi tempi.

“Allora …” iniziò Zuko. Nonostante avesse sconfitto sua sorella in una sanguinosa e violenta battaglia, rimaneva ancora incapace di iniziare una conversazione senza essere impacciato.
“Sembra che ci divertiremo”.
“Già”.
Silenzio.

Da quando si erano trasformati da “Team Siamo Fighi” a “Team Conversazioni Ridicole”?
“Katara, ti devo chiedere una cosa …”
Il tono della voce di Zuko era ansioso.
Brutto segno.
“Lo so che è estate, e’ tanto che non ti rilassi eccetera. Ma … come dire … non fare cose avventate”.

Cosa?
Davvero?
Zuko, Zuko, il Signore della Cose Avventate, le stava chiedendo di non fare cose avventate? E da quando?
Ma soprattutto …
“E quali cose avventate dovrei fare, sentiamo?”
Altro momento imbarazzante, in cui sguardi imbarazzati furono scambiati e gole furono schiarite con imbarazzo.

“Beh,  sai. Il tipo di cose avventate che una ragazza carina come te fa quando è in vacanza e conosce ragazzi in spiaggia e passa il giorno i costume da bagno e …” iniziò a dire in modo impacciato Zuko.
Katara ci mise un attimo per realizzare.
Un secondo, le stava facendo quel discorso? Il mondo andava a rotoli.
La prossima volta cosa sarebbe successo, avrebbero avuto una più imbarazzante conversazione  che sarebbe cominciata con “Quando un ragazzo e una ragazza si vogliono tanto bene …” e sarebbe finita con un “E così nascono i bambini”?

Oh, la vergogna.
“Grazie,  papà, ma credo di saper gestire i miei ormoni. Davvero, apprezzo lo sforzo. Ma non sono quel tipo di ragazza”.
Zuko la guardò confuso. “Che tipo di ragazza intendi?”
“Sai, il tipo di ragazza che conosce ragazzi in spiaggia e passa tempo con loro e sparisce con uno di loro per un po’ e quando torna ha i capelli in disordine”.
Quel discorso stava prendendo una direzione pericolosa.

 “Err, non intendevo dire che tu fossi quel tipo di ragazza. Credo. Lo sei?”
E dopo aver realizzato cosa avesse appena detto, Zuko si tirò una manata in faccia.
Altro imbarazzo fu cosparso su quell’imbarazzante torta al gusto di conversazione stupida.
“Zuko, puoi anche smettere la recita. Ammettilo e basta”, disse Katara dopo qualche secondo.
Nonostante cercasse di mantenere una faccia seria, stava per scoppiare a ridere.

Zuko la guardò un po’ confuso.
“Dai, lo sappiamo entrambi che mio padre ti ha pagato per farmi questo discorso”, sorrise soddisfatta.
In realtà  Akoda non c’entrava per niente, ma per evitare altri momenti di silenzio imbarazzante Zuko disse una piccola ed innocente bugia.
E mentre il resto del gruppo si stava svegliando, un’enorme isola si stagliò davanti a loro.
Erano arrivati ad Ember.
 
 
 
 
Craggy’s notes
Benvenuti adorabili anime!
Chi vi parla e’ una Craggy che ha deciso di eliminare Do or Die e riscriverla con altro titolo, altri nuovi personaggi, altra trama.
Insomma, ho riletto la mia prima fan fiction, e mi sarei presa a schiaffi da sola.
Quindi mi sono chiesta: perche’ non ricominciare?
Spero che converrete con me di quanto questa versione sia migliore dell’altra.
Dunque, la vacanza.
Secondo le mie folli idee, sono passati circa sei mesi dalla fine della guerra, e anche se le cose sono migliorate c’e’ ancora molto da fare.
Non solo per Zuko ed Aang, ovviamente.
Hanno tutti un sacco di compiti importanti.
E Sokka ha pensato che servisse loro un periodo di massaggi, spiaggia, sole e cene al ristorante; come biasimarlo?
Sempre per le ragioni scritte sopra, ne’ lui ne’ Katara sono tornati al Polo Sud, mentre Akoda ha dovuto raggiungere il resto della tribu’ in quanto capo.
I Giochi di Fine Estate.
Me li sono immaginata un po’ come delle Olimpiadi miste agli spettacoli del Colosseo, tenute per divertire ma anche come messaggio della Nazione del Fuoco: “Hey ragazzi, siamo comunque piu’ fighi di tutti voi messi assieme”.
I Nomadi dell’Aria, tuttavia non vi hanno mai assistito: in quanto popolo pacifista, non ce li vedo a tifare per due uomini che si picchiano a sangue.
Passiamo a Mai: sono la prima a dire che non la si puo’ far scomparire puf! nelle storie, perche’ anche se e’ un personaggio secondario e’ comunque abbastanza importante.
Tuttavia, credo che lei e Zuko abbiano avuto svariati litigi nei mesi di pace, e l’essere abbandonata nel bosco e’ stata solo l’ultima di una serie di gocce che ha fatto traboccare il vaso.
Ma tornera’, credo.
Per finire, adorabili lettori, vi chiedo di segnalarmi eventuali Katara barra Zuko OOC.
Come in Do or Die. Insomma, nessuno di loro avrebbe agito in quell modo.
Vorrei solo che questa ff fosse il piu’ realistica possibile.
Saluto dunque Rainy, che mi ha gentilmente betato in tempo record questo primo capitolo.
Grazie tesoro, sei sempre preziosissima.
E ne approfitto per spammare il nostro blog. Per ogni post che commentate, riceverete un biscotto al cioccolato ------> raggywords.blogspot.it
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Craggy
 
 
 
 
 
  
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